Nino Tristano Pirito me lo presentò molti anni fa Gigi Vesigna, lo ritrovai poi credo fosse il 2010 o 2011 tramite facebook, facemmo una lunga chiacchierata al telefono. Grande cantautore, giornalista e pioniere delle tv locali. Mi aiutò nel ricostruire la storia di Tvl Lvorno, Tvs Telesecolo, fu una lunga chiacchierata. Poi intervenne (spero di recuperare le registrazioni (ma ahimè la radio per cui lavoravo allora ha chiuso) a L’angolo della scuola (credo in una delle puntate con Marika Cassimatis) e a Stile Italiano la storia della canzone italiana raccontata dai suoi protagonisti. Uomo poliedrico, affrontammo diversi argomenti: Nino studente al liceo classico Vittorio Emanuele III in quel di Ancona e il contemporaneo di diploma in chitarra classica, la sua attività di cantautore ed autore di canzoni per Gianni Morandi, Marisa Sannia, I Gufi, Ornella Vanoni, Al Bano, Wilson Simonal, Francoise Hardy, Herbert Pagani, Michel Polnaref, Julien Clerc, ecc. Nell’ambito della trasmissione Stile italiano la storia della canzone italiana raccontata dai suoi protagonisti mi regalò alcune chicche: il suo primo nome d’arte fu Nino Pisano (sarebbe diventato Nino Tristano più avanti), a Un Disco per l’Estate edizione 1969 partecipò con No no no, riascoltammo diversi brani del suo repertorio, ma – ricordò – ascoltando Mario Tessuto con la sua Lisa dagli occhi blu, comprese subito (sarebbe poi diventato un grandissimo giornalista e critico musicale) che avrebbe vinto Lisa dagli occhi blu e lo disse a Tessuto. Scoperto giornalisticamente da uno dei miei maestri, Gigi Vesigna, iniziò a scrivere per Qui Giovani, rivista musicale giovanile cult, quindi passò a Settimana Radio Tv dove lavorava allora Gigi Vesigna. Fu Pirito, unitamente a Vesigna, a parlarmi di personaggi mitici che non ho mai conosciuto: l’editore Ponzoni, Luciano Pedrocchi (l’inventore dei fotoromanzi), Ivano Davoli. Poi i suoi scoop sia canori ma anche televisivi, Pirito e Vesigna furono i primi a scrivere su Peppo Sacchi e Telebiella, poi con Marco Sisi, Paolo Romani, Marco Taradash ed altri pionieri fu fra i protagonisti di Tvl e di Radio Livorno Libera, fra le prime emittenti private, la prima a Livorno, emittente diretta dallo stesso Pirito diventato nel frattempo giornalista professionista. Pirito era un signore, ricordava quei tempi con affetto, si mise a ridere quaando dopo aver ricordato le pastasciutte della mamma di Paolo Romani, io me ne uscii con una dellle mie battute: “Peppo Sacchi e Telebiella, Nino Pirito e Marco Sisi sono entrati nel mito, Paolo Romani e Marco Taradash sono entrati in Forza Italia, non è la stessa cosa….”.
Poi fu la volta di Tvs, la tv de Il Secolo XIX, Pirito venne chiamato dall’editore Perrone per costruire la tv de Il Secolo XIX, assunse i primi giornalisti (credo Tvs fu la prima emittente a fare un contratto regolare ai giornalisti televisivi delle emittenti private), il tg, programmi cult, convinse l’allora sindaco di Genova Fulvio Cerofolini a realizzare il programma Il sindaco e la città. Nel 1980 Tvs venne premiata col Telegatto di Tv Sorrisi e Canzoni allora diretto da Gigi Vesigna. All’inizio degli anni ’80 Tvs entrò nella nascente Rete4, gestione Mondadori, Pirito dopo averci lavorato per un certo periodo passò Il Secolo XIX. Ma restò in tv come autore, ideatore di format (Qui Raiuno, Buonagiornata, l’antenato di Unomattina), consulente di Mixercultura, autore e conduttore di Sapore di sole, Sanremo il giorno dopo, Sanremo non solo canzonette, coautore di Aspettando Grillo, Mina Celentano, De Andrè. Fu Pirito ad intercedere con l’amico Gino Paoli per farlo intervenire nella mia rubrica Stile italiano la storia della canzone italiana raccontata dai suoi protagonisti. Caporedattore de Il Secolo XIX che oggi gli rende un doveroso tributo, Pirito fu chiamato da Pippo Baudo come consulente di Giorno dopo giorno e Novecento. Responsabile della redazione sportiva de Il Secolo XIX (Pirito spaziò dallo spettacolo, alla cronaca, allo sport), tornò quindi al primo amore: le tv locali, era presente negli studi di Primo Canale la sera del 3 ottobre 2005 quando morì tragicamente Franco Scoglio, che vide sbiancare in volto, Pirito tentò di rianimarlo, ma purtroppo l’allenatore-professore era già morto. E, ancora, Sanremo Off, le tante partecipazioni al Dopo Festival,
Con Gigi Vesigna e Mario Luzzatto Fegiz, Pirito era il decano dei giornalisti presenti al Festival. Negli ultimi anni, come lo stesso Vesigna, si tenne lontano dal Festival, gli dissi che faceva bene, ormai la sala stampa era piena di avventurieri che col giornalismo non avevano nulla a che fare ma erano presenti soltanto per fare selfie mostrando loghi di emittenti fantasma con nomi ridondanti copiano news dal sito della Rai e scrivendo in rete previsioni (senza mai azzeccarne una…). Ma questo lo dissi io, da Pirito e Vesigna non ho imparato la signorilità purtroppo, in me è presente l’animo ribelle di Gianfranco Funari (altro mio maestro), Pirito era un signore, un galantuomo d’altri tempi. Ma Pirito era, come conferma Ivo Singer, già condirettore di Tv Sorrisi e Canzoni, anche una persona di vasta cultura, con un’intelligenza acuta quanto ironica. Mi disse anche che non meritavo di essere confinato su piccole (ma grandi) emittenti, gli risposi che lo facevo in nome della totale libertà che mi lasciano, Nino mi chiamò “Funarino”…. Non ho mai sentito un artista, un giornalista parlare male di Nino, io invece fui bannato da qualche ultras di partiti o movimenti politici, essendo critico con tutti facevo e faccio arrabbiare tutti i vari elettori faziosi. Lo scorso mese di settembre, in occasione del premio Gigi Vesigna, qualcuno mi domandò di Pirito, risposi che avendomi bannato il profilo era da diverso tempo che non lo sentivo, mi ripromisi di farlo. Poi fra problemi di salute miei (e mi dicono suoi), impegni di lavoro ed altro non ebbi il tempo di farlo. Peccato. Quando ieri, dopo un mio colloquio telefonico con Renzo Arbore, ho appreso da Marco Sisi la notizia della morte di Pirito ci sono rimasto malissimo, ho ripostato una vecchia intervista (spero di recuperare quelle radiofoniche) e subto mi hanno cercato giornalisti ed artisti che lo avevano conosciuto, amici de L’angolo della scuola e di Stile italiano, da Gianfranco Guarnieri, a Ivo Singer, da Marika Cassimatis e Cesare Borrometi a Francesco Baccini. Al fratello Fausto, a tutti i famigliari, a tutti coloro che hanno conosciuto ed apprezzato Nino Pirito giungano le mi più sentite condoglianze. Oggi lo ricordano quotidiani come Il Secolo XIX, Il Tirreno ed altre testate, vedremo di farlo anche noi in radio. Ciao Nino R.I.P.

