Concorsi truccati e le raccomandazioni. Il professor Vincenzo Zeno-Zencovich, Sfefania Fiore esclusa nonostante molte pubblicazioni

Fa clamore (ma io alla mia età e conoscendo certi ambienti non mi stupisco più di nulla…) il caso di Stefania Fiore, 35 anni, diploma di specializzazione, esperienza di insegnamento regressa, diverse pubblicazioni. Ha partecipato ad un concorso per la borsa di ricerca dell’Università di Bologna ma è stata battuta da una neolaureata senza pubblicazioni. Dopo la sua denuncia l’Università di Bologna ha indetto un nuovo bando e a vincere è stata la Fiore. Un plauso ai responsabili dell’Università di Bologna, una tirata d’orecchie a chi voleva raccomandare. Potrei scrivere un libro sulle baronie partendo dall’ammissione, di ormai dodici anni fa, del professor Vincenzo Zeno-Zencovich, ordinario di diritto comparato presso l’Università Roma Tre e Rettore dell’istituto privato Luspio: “Il professore universitario ha il dovere di raccomandare. Se è un reato truccare un concorso segnalando qualcuno, allora portatemi le arance a Rebibbia. I docenti sono legittimamente cooptati.” Per non parlare di imboscati nelle Regioni, in Enti pubblici ecc. ecc.

Gli unici concorsi non truccati (anche se con le riforme Gelmini, la “buona scuola” di Matteo Renzi, e, mi dicono, relata refero non mi occupo più di scuola dell’obbligo) sono quelli per i maestri, i docenti delle scuole medie inferiori e superiori. Devono laurearsi, fare master, corsi di specializzazione, anni di precariato per avere punteggi, ingrassare diplomifici, e poi essere esaminati. Nonostante tutti questi sforzi si prendono le critiche di genitori che non sanno educare i propri figli, di politici e cittadini senza titoli di studio e che comunque non mettono piede da anni in una scuola.

Comunque a quanto pare nell’Italia della seconda Repubblica fortunatamente sono state abolite le raccomandazioni, le lottizzazioni e tutta quanto vigeva nella prima Repubblica…

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