Un radiofonico onesto non so perché si autoproclama Pdg (pirla del giorno) ma non lo è a parer mio è saggio e vola basso a differenza di altri. Pdg deriva da un personaggio che e’era a Radio Mach 5 di Limbiate. Questa persona mi dice non essere stato Armando Locatelli a creare il pdg. Comunque io non alludevo di certo a Locatelli nè a chi mi ha scritto. Pirla è chi crede di essere er mejo figo der bigoncio (persone ultralocali), che la sua radio sia stata la prima e la migliore del mondo, chi scrive e non legge, chi scrive senza conoscere luoghi, fatti, circostanze ecc. Chi non capisce gli impegni altrui, chi chiede chiede chiede non da.
Poi capisco chi mi ha scritto definendosi pirla in altro senso come anch’io, sempre in altro senso, mi definisco pirla alla Montale. Eugenio Montale (che palle il professor Emanuelli ora ritorna ad insegnare letteratura dopo tantissimi anni, ma già non rompeva le palle con la storia della radio?) era un poeta. Chi ha la terza media forse non lo ricorda, chi un diploma forse si. Anche se la terza media di una volta equivale all’attuale diploma superiore e l’attuale Università (mi dicono in tanti) equivale al diploma superiore di una volta. Ai miei tempi (ma quanto sono vecchio) tutte le poesie di Montale venivano studiate all’Università (non so oggi). Quando insegnavo letteratura italiana alle scuola superiori (nel secolo passato) facevo conoscere il Montale ingiustamente considerato minore, l’ultimo Montale. Non era il Montale pessimista, ma un Montale ironico ed autoironico. Ricordo che ero un bambino mia nonna ultimati i compiti scolastici mi portava in centro all’Alemagna in piazza del Duomo una volta alla settimana. Alle 17 in punto entrava Eugenio Montale (che camminava a fatica) si sedeva ordinava marron glaces e se non ricordo male una tisana. Mia nonna mi diceva: “guarda il poeta”, Montale infatti abitava vicino all’Alemagna, precisamente in via Bigli, mi ero ormai abituato a vederlo entrare alle 17, e quando lo vedevo dicevo: “nonna sono le 17”. Un giorno mi sentì ahah e mi disse: “si stella sono le 17, io sono il tuo orologio” ahahh Questo il ricordo dell’ultimo Montale anziano ormai ironico ed autoironico che guardava alla vita con distacco. Un Montale che ritroviamo anche nell’ultima raccolta delle poesie, soprattutto ne Il pirla che riporto qui sotto:
Prima di chiudere gli occhi mi hai detto pirla
una parola gergale
non traducibile
Da allora
me la porto addosso
come un marchio che resiste alla pomice
Ci sono anche altri pirla nel mondo
ma come riconoscerli?
I pirla non sanno di esserlo
Se pure ne fossero informati
tenterebbero di scollarsi
con le unghie
quello stimma.
Anche io mi ritengo un pirla e mi porto addosso questo marchio
ci sono tanti altri pirla nel mondo (della radio e non solo)
peccato che non sanno di esserlo. ahahahah
P.S.: Non eleggo il Pdg (pirla del giorno) tempo sottratto alle cure mediche e al mio lavoro, mi limito solo a dichiarare per una sola persona (e forse due) il resto lascio correre, che pirla non vuole dire perdonare tutto, ormai hanno superato ogni limite in vanagloria, nell’autoincensarsi, e, soprattutto, in comportamenti scorretti. Li sbugiarderò con tanto di prove.
P.S. non posto libri fuori commercio peraltro scritti assieme ad altri (collettaneo) inerenti la letteratura (curai poche voci, una di esse fu proprio Montrale) scritti anni fa. Però io di libri ne ho scritti 24 e di vario argomento, poi lo ripeto per l’ennesima volta sia per i mie detrattori che per i miei adulatori. Io neolaureato volevo fare il critico letterario (e infatti le primissime pubblicazioni seppur acerbe e collettanee) furono appunto sulla storia della letteratura italiana, i casi della vita, e gli incontri casuali, mi portarono poi due anni dopo alla storia dell’Italia del ‘900, quindi alla storia dello spettacolo. Partendo dalla storia del cinema (e pensare che fino a quel momento avevo solo visto i film di Stanlio ed Ollio) dopo una gavetta incredibile ed avere visto migliaia di film passai alla storia del teatro (per un brevissimo periodo), quindi transitai sul sostegno (e su pedagogia delle differenze e delle diverse abilità, qualcuno mi ha scritto che io non so cosa sono i docenti di sostegno ahahah) poi altro cambio (i casi della vita) ritorno a storia dello spettacolo occupandomi di storia della televisione e soprattutto della radio. Siamo pochissimi storici della radio in Italia li conto sulle dita di una mano, gli altri quattro sia chiaro più bravi di me. Ma ci sono tanti sedicenti storici (fra l’altro senza alcun titolo) ma si facciamoglielo credere, però ripeto qualcuno sta esagerando… Questo per i detrattori (due persone in particolare), i complimenti sinceri da parte dei grandi della radiofonia e di chi legge da una parte fanno piacere dall’altra imbarazzano i grandi sono loro, loro hanno fatto la storia della radio, io mi sono limitato a scriverla, facendo solo il mio dovere, e senz’altro sbagliando qualcosa. Poi ci sono gli adulatori falsi che mi danno fastidio con i loro like e coloro che mi definiscono un dj, io non sono un dj, sarebbe anche un’offesa ai miei amici dj. E non ci crederete a me della radio pur avendola vissuta in altro ruolo giovanissimo non mi importava nulla, era un lavoro come un altro (non ero in onda inizialmente) per mantenermi gli studi volevo diventare professore, cosa che poi ho fatto. Anche come giornalista volevo scrivere di letteratura, fu Gigi Vesigna a farmi capire che il futuro sarebbe stato quello delle radio e delle tv private. Io assistevo giovanissimo a molti fatti ignaro di diventarne moltissimi anni dopo lo storico, pensavo a differenza di chi si vanta per non avere studiato, a diplomarmi, a laurearmi a diventare docente, quel che sono o non sono, lo devo ai grandi della radiofonia, del giornalismo, del cinema e dello spettacolo che ho avuto la fortuna di incontrare giovanissimo, non posso ringraziare questi grandi maestri ricordando coloro che purtroppo non ci sono più e coloro che fortunatamente ancora sono in vita, sabato scorso l’ho fatto. Grazie di cuore ai miei maestri.