L’intervista rilasciata ieri da Alberto Hazan al Corriere della Sera è stata ripresa e commentata da molti radiofonici. Concordo con chi ha risaltato l’essere Hazan chiaro, diretto, pratico, non le ha mai mandate a dire mi dicono. L’intervista inoltre mette ordine ad un falso storico che un esaltato scriveva sostenendo che Hazan non aveva avuto alcun ruolo nella creazione di 105, oltre ad altre fake news e scempiaggini. Come ho scritto nell’ebook Alza la tua radio per favor, definito l’enciclopedia delle radio italiane, mentre fra il 1975 e il 1976 nascevano migliaia di radio e negli anni successivi decine di migliaia (le cui storie analizzo) Hazan fu il primo a pensare alla grande. Intuì per primo che le radio libere (a me piace chiamarle ancora così) nate per gioco, in modo naif, dovevano fare un salto di qualità, professionalizzarsi, battaglia dopo battaglia, con spirito imprenditoriale (che mancò ai fondatori di altre radio locali) riuscì a creare il primo network radiofonico nazionale italiano, ad avere tre canali come la Rai. Poi arrivarono i Suraci, i Cecchetto, i Volanti, i Montefusco, ecc. ecc. Tutti con spirito imprenditoriale e professionale.
Nell’intervista è stato ribadito ciò, finalmente è emersa la verità che i radiofonici di lungo corso e non faziosi conoscono. In attesa di un volume memorialistico da parte dello stesso Hazan l’intervista diciamo è stata un antipasto. Sia chiaro lo ribadisco, visto che qualcuno ha frainteso: ritengo importantissime le testimonianze e tutti i volumi (che ho letto) dei protagonisti del periodo, da inserire nelle memorialistica. Altra cosa è invece il cercare di presentarsi come storico (non è il caso di Hazan sia chiaro, né di altri memoralisti) quando non si hanno i titoli né l’obiettività, si escludono, per ignoranza, o per simpatie od antipatie, persone ed emittenti, si raccontano fake news, si copia (e anche male…). Preciso che anche io, pur avendo i titoli, che mi sono stati riconosciuti, posso avere dimenticato qualcuno e avere sbagliato qualcosa, nessuno è infallibile. Infatti mi sono arrivate da alcuni lettori precisazioni, segnalazioni comprovate che inserirò nell’aggiornamento del mio lavoro. Analogamente vi è un punto nodale a livello politico legislativo che mi è stato spiegato ieri e che io stesso ignoravo. Accetto quindi, e ringrazio, tutti coloro che mi segnalano eventuali omissioni, precisazioni ecc. ma che hanno letto il libro. Trovo assurde solo le critiche da parte di persone (poche per fortuna) senza alcun titolo di studio, senza avere letto una riga, senza essere titolati, si ergono a giudici e storici, usare la parola storici con questi soggetti è come usare la parola eterosessuale con Cristiano Malgioglio… Ho individuato un paio di personaggini che sembrano il Bruno Cortona del film Il sorpasso: non si capisce cosa facciano nella vita di lavoro, sbruffoni, si improvvisano storici, esperti di radio, giudici e sparano sentenze il più delle volte errate. O altri (speaker con aspirazioni nazionali mai concretizzatesi) che tifano per una radio, per uno o più speaker, non ho mai sopportato le tifoserie calcistiche, politiche, radiofoniche ecc.
Tornando ad Alberto Hazan, fra le tante qualità che ha, vi è appunto quella di non mandarle a dire, lo stimo anche per questo. Una precisazione, per chi legge (prima leggi e poi scrivi, prima ascolta e poi parla, al fine di non fare figure di m…, dicevo sempre ai miei studenti) ed ha memoria, Alberto Hazan rilasciò all’autorevolissimo Newslinet un’intervista pertanto nulla di nuovo sotto il sole. Ma tutto è utile per fare chiarezza.
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