A quasi 50 anni dalla nascita chiude TeleSanterno

A quasi 50 anni dalla nascita chiude TeleSanterno una delle prime tv locali italiane con una gloriosa storia. Il Tribunale di Bologna ha infatti aperto la liquidazione giudiziale di Gtv Srl, società proprietaria, nominando come curatore Domenico D’Amico ed è stato autorizzato l’esercizio provvisorio dell’impresa fino al 30 gennaio 2026. A darne notizia è l’associazione stampa Emilia-Romagna. Nata ufficialmente il 10 febbraio 1976 (i programmi sperimentali risalgono però già alla fine del 1975) per iniziativa dell’imprenditore Domenico Berti (deceduto il 22 giugno 2025) deriva il suo nome dal fiume Santerno, la prima sede fu a Castelfiumanese. L’emittente ha avuto fra i collaboratori Rosanna Marani, Daniele Piombi, Ilona Staller, Maurizio Seymandi, Walter Chiari, Giampaolo Gulmanelli, Gianna Tani, Franco Piro, Enza Sampò, Negli anni ’80 è stata affiliata dapprima ad Euro Tv quindi ad Odeon Tv, nel 1988 è stata rilevata da Flavio Bighinati. Con l’avvento del digitale terrestre trasmette dal canale 76. La crisi era iniziata nel 2019 allorquando scioperarono ad oltranza per cinque mesi i giornalisti non pagati dall’editore. L’Associazione della stampa dell’Emilia-Romagna (Aser) ha oggi diramato il seguente comunicato: “Questa televisione, gestita negli ultimi anni dalla famiglia Bighinati, era nata nel 1976 ed è stata a lungo un punto di riferimento per la regione con telegiornali di qualità, programmi di intrattenimento e trasmissioni dedicate allo sport. Come sindacato siamo stati a fianco dei giornalisti che in questi anni hanno lottato duramente per difendere la televisione dai tagli e dalla dismissione, tant’è che nel 2019 scioperarono a oltranza per cinque mesi per protestare contro gli stipendi non pagati dall’editore. Via via, però, non sono state messe in campo politiche di rilancio tant’è che l’emittente si è andata impoverendo di contenuti diventando un contenitore vuoto, fino alla liquidazione giudiziale”. “Chiediamo – prosegue Aser – che i due giornalisti rimasti a carico dell’azienda siano tutelati dal curatore, così come auspichiamo che quanto accaduto in questa televisione serva da lezione alle istituzioni e alla politica: quando muore un presidio di informazione a rimetterci sono i cittadini”.

LA STORIA DI TELESANTERNO

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