Umberto Bindi nacque a Genova il 12/5/1936, studiò pianoforte e composizione al Conservatorio, iniziò a comporre per riviste goliardiche, la più famosa fu la Baistrocchi. Sul finire degli anni ’50 dalla musica per il teatro comincia a scrivere canzoni per altri artisti, è autore della musica de I trulli di Alberobello presentata a Sanremo 1958 da Aurelio Fierro e dal Duo Fasano. Bindi trova nel suo concittadino Giorgio Calabrese un autore di testi ideale, si afferma nel 1959 scon Arrivederci, il cui successo deve però dividere con Don Marino Barreto jr., e nel 1960, primo fra i cantautori è in testa alle classifiche di vendita con Il nostro concerto. Nel 1961 scrive E’ vero, finalista a Sanremo, interpretata da Mina, e, successivamente da Don Marino Barreto e Peppino Di Capri. Nel 1961 partecipa a Sanremo anche come interprete della sua Non mi dire chi sei, finalista, e nell’estate successiva lancia la italo-francese Riviera (testo di Georges Moustaki). Fra gli altri suoi successi: Se ci sei, Amare te, Un giorno un mese un anno, Il mio mondo (con testo di Gino Paoli), Vento e mare, Chiedimi l’impossibile. Le sue canzoni esprimono una vena romantica, fra l’aulico e il crepuscolare, la sua musica viene definita “sinfonismo compositivo”, ma il successo dura poco: mentre Gino Paoli, Bruno Lauzi e Segio Endrigo manterranno posizioni di prestigio, su Bindi calerò l’oblio, nonostante le sue canzoni siano state interpretate da grandi artisti internazionali come Dionnie Warvick, Tom Jones, Richard Anthony e Joao Gilberto.Il successo del beat, un’indisponibilità nei confronti dei media, il suo anticonformismo e la sua omosessualità (si esibiva sui palcoscenici indossando pellicce) creeranno un’ombra di incomprensione attorno a lui. Autore con Franco Califano del brano La musica è finita portata al successo da Ornella Vanoni, Bindi interrompe il soltanto nel 1972 (album Con il passare del tempo) e nel 1975 (album Io e il mare) anno in cui vince il premio Tenco come miglior artista italiano. Negli anni ’80 scrive per il teatro una rilettura della Turandot che vede protagonista Carla Fracci, nel 1981 pubblica l’album D’ora in poi (1981), nel 1985, dopo avere pubblicato l’album Bindi, le più popolari interpreti italiane dedicano un omaggio alle sue canzoni. Poi di nuovo anni di silenzio interrotto nel 1993 quando con Bruno Martino si esibisce al Flaiano di Roma nello spettacolo, Due vite un pianoforte, portato poi in giro per l’Italia e raccolto nell’album omonimo. Dopo avere partecipato con successo al Festival della Canzone di Recanati, nel 1996 torna a Sanremo in coppia coi New Trolls (presenta Letti) ed incide l’album Di coraggio non si muore. Dotato di grande preparazione musicale, il suo è l’ennesimo caso di un grande talento non riconosciuto. Nell’aprile 2002 Gino Paoli porta all’attenzione dei media il “caso Bindi”: costretto a vivere senza soldi in una modestissima casa della campagna romana, i proventi dei diritti d’autore erano serviti a pagare i molti debiti, il fisco gli ha portato via il pianoforte. Ammalato di cuore (aveva quattro by pass) e di reni, debilitato fisicamente a causa dell’applicazione di diversi by pass. A Bindi viene pertanto assegnata una pensione in virtù della legge Bacchelli, la percepirà soltanto un mese, poiché morirà all’ospedale Spallanzani di Roma il 23 maggio 2002. Anche dopo la morte Bindi non è stato sufficientemente ricordato.
