Fabrizio De Andrè. Principe libero. La fiction

Sabato 16 novembre in prima serata su Rai1 Enrico Ruggeri e Bianca Guaccero

fabrizio de andrè 5

Martedì 13 febbraio su Rai1 andrà in onda in prima serata la ficiton Principe Libero, una coproduzione di Rai Fiction e di Bibi Film per la regia di Luca Facchini, con Luca Marinelli (Fabrizio De Andrè), Valentina Bellè (Dori Ghezzi), Gianluca Gobbi (Paolo Villaggio), Ennio Fantastichini (Giuseppe De Andrè), Elena Radonich (Puny), Davide Jacopini (Mauro De Andrè).

 

Fabrizio De Andrè (Genova Pegli, 18/2/1940- Milano, 11/1/1999): ultimo rappresentante della “scuola genovese” dei cantautori è stato ciò che Tenco avrebbe voluto essere. Nato nel quartiere della Foce, studia al liceo Cristoforo Colombo, lontano da casa, tale scelta è originata dal possibile confronto con il fratello maggiore Mauro, che frequenta il vicino liceo Andrea Doria, primo della classe in tutte le materie. Ottenuto il diploma Fabrizio frequenta senza convinzione l’Università, prima medicina, poi lettere, poi giurisprudenza. A sedici anni compra la sua prima chitarra, una Framus, e il primo amplificatore, un Davoli a valigetta a cinque watt, e si mette a suonare jazz con un gruppo nel quale capita spesso anche Luigi Tenco con il suo sax tenore. I successivi passi nella musica De Andrè li muove cantando e suonando in una formazione country & western The Crazy Cowboy Sherif One, e si esibisce nelle feste studentesche. Nello stesso periodo compone le sue prime canzoni, brani strani e crudi che parlano di suicidi, puttane, drogati e impiccati. Nel 1958 esce il suo primo 45 giri Nuvole barocche, che passa praticamente inosservato, incide poi Il testamento, La guerra di Piero, Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitier, Il fannullone, queste ultime scritte con Paolo Villaggio (si proprio lui, il futuro ragionier Fantozzi), che intraprenderà poi la carriera di autore. Proprio con Villaggio De Andrè si reca spesso a Milano, il primo grande successo di De Andrè, che nel frattempo si è sposato con Enrica Rignon dalla quale ha avuto il figlio Fabrizio, in questo periodo alterna ancora l’hobby della musica ad un impiego negli istituti privati del padre (che aveva a Genova un paio di scuole per ragionieri e geometri). Il primo best-seller è La canzone di Marinella, portata al successo da Mina. Nel 1964 De Andrè si dedica totalmente alla musica, “da quel momento – raccontò – smisi di pensare alla laurea e cominciai a capire che con la canzone avrei fatto più strada e cominciai a capire che con la canzone mi sarei divertito di più. Nel 1964 pubblica il suo primo long playing, ormai introvabile in originale, intitolato semplicemente Fabrizio De Andrè. Altri 45 giri degli anni ’60 sono: La guerra di Piero, Bocca di Rosa e Il pescatore (mai uscita in lp, eccezion fatta per la versione live con la Pfm e per le compilation). I protagonisti delle canzoni di De Andrè sono puttane, impiccati, emarginati. A partire dalla fine degli anni ’60 inizia l’era dei long-playing: Fabrizio De Andrè (detto anche Volume I, 1967), contenente le canzoni scritte negli anni ’60 fra le quali ricordiamo Via del campo, Spiritual, Preghiera in gennaio, Bocca di Rosa, La morte, La stagione del tuo amore ed altri successi precedenti. Allergico alla televisione, non rilascia interviste, e non si esibisce in concerto. Pubblica però grandissimi album usciti con periodicità quasi annuale: Tutti morimmo a stento (1968, concpet album dove i brani si susseguono, con “intermezzi”, in un crescendo che trova il suo punto più alto in Recitativo e si scioglie nel Finale), Volume IIII (1969), La buona novella (lettura particolare del Nuovo Testamento fatta alla luce dei Vangeli apocrifi, cioè contraffatti, non canonici, 1970), Non al denaro non all’amore né al cielo (1972) raccolta di canzoni liberamente tratti dall’Antologia di Spon River di Edgar Lee Masters, Storia di un impiegato (1973, rivisitazione del maggio francese), Canzoni (1974, con traduzioni di brani di Dylan e Cohen), Volume VIII (con testi di Francesco De Gregori, 1975), Rimini (1978), Fabrizio De Andrè in concerto con la Pfm, (1979). Dalla fine degli anni ’70 una svolta: De Andrè che fino al 1974 non si era mai esibito in pubblico, e che aveva iniziato a farlo limitatamente accompagnato dal gruppo dei New Trolls, decide di effettuare un tour ben più lungo con un altro gruppo rock, la Pfm, con la quale rilegge in chiave rock i suoi successi del passato. De Andrè ha vinto l’idiosincrasia storica nei confronti dei concerti, e ha dato vita ad una sovrapposizione di pubblici, quello dei ragazzi del rock e quello delle canzoni di De Andrè diventano un unico grande pubblico. Altro cambiamento negli anni ’70, con la cantante Dori Ghezzi, sua nuova compagna, dalla quale avrà la figlia Luvi, decidono di lasciare Milano (città dove abitavano in zona viale Certosa), acquista un’azienda agricola in Sardegna, nella zona di Tempio Pausania dove si trasferiscono definitivamente. Nell’agosto 1979 De Andrè e la compagna Dori Ghezzi verranno rapiti, saranno liberati nel dicembre 1979. Nel 1981 esce Fabrizio De Andrè in concerto con la Pfm vol.2. Nel 1981 esce anche un 45 giri, Una storia sbagliata/Titti, mai proposti in lp, che secondo alcuni critici la facciata A trae ispirazione dal rapimento di cui è stato vittima dall’agosto al dicembre 1979 con la compagna Dori Ghezzi, mentre secondo gli autori si ispira invece alla tragica morte di  Pier Paolo Pasolini (il brano sarà la sigla della trasmissione televisiva della Rai Dietro il processo). Nel 1981 esce, a tre anni di distanza da Rimini, un album senza titolo, poi detto “l’indiano” dal disegno che vi è sulla copertina, inizia la collaborazione col giovane cantautore Massimo Bubola, in un brano, Hotel supramonte, allude all’esperienza del rapimento. Nel 1984 esce il capolavoro Crueza de mà, uno dei dischi più importanti del dopoguerra, punto di svolta per la musica d’autore, che rilancia l’interesse per la tradizione e la musica popolare, che ritornerà poi negli anni ’90, De Andrè e Mauro Pagani, suo collaboratore, rilanciano le lingue locali, il disco è cantato in dialetto genovese, quello che ha più assonanza coi suoi arabi. Nel 1986 scrive le musiche per il film TOPO GALILEO con Beppe Grillo, mai uscite su disco Nel 1990 esce l’album Le nuvole (da Aristofane), con una prima facciata in italiano, dove parla il potere, e la seconda in genovese, dove parla il popolo. Le nuvole, album ancora ancora realizzato con Mauro Pagani è un autentico atto di accusa verso i personaggi che incombono sulla nostra vita sociale, politica ed economica, mettendosi fra la gente e il sole. Del 1991 è la compilation Fabrizio De Andrè il viaggio, quindi dopo qualche anno di silenzio, nel corso dei quali però De Andrè si esibisce in tour e di da alla letteratura, scrivendo il libro Un destino ridicolo con lo psicanalista Alessandro Gennari, esce Anime salve (1996), album realizzato con Ivano Fossati, dove Bocca di rosa e Marinella si chiamano Princesa e Dolcenera. Nel 1997 esce Mi innamoravo di tutto (compilation che contiene l’inedita La canzone di Marinella cantata in duetto con Mina). Curioso il destino del brano La canzone di Marinella: è stato il suo grande esordio ed ha accompagnato la sua uscita di scena. De Andrè non è stato soltanto un musicista ed un innovatore del mondo della canzone, ma, unitamente a Giorgio Gaber, un protagonista della cultura italiana del dopoguerra. Non a caso la storica e studiosa poesia di letteratura contemporanea consegnando nel 1997 due targhe Tenco come autore della miglior canzone dell’anno, Princesa, e del miglior album, Anime salve, dicendo: “con estremo piacere consegno queste targhe al più grande poeta italiano dagli anni ’50 ad oggi”. Nel 1998 l’ultimo tour che deve interrompere a causa di una malattia che lo stroncherà. Fabrizio De Andrè muore a Milano l’11 gennaio 1999, lasciando un vuoto incolmabile nel mondo della musica e della poesia. Il 12 marzo 2000 al Teatro Carlo Felice di Genova i più grandi nomi della canzone italiana si sono radunati per celebrare l’amico, il collega, il maestro, nel 2003 è uscito un doppio cd Bianco e Nero intitolato Faber amico fragile… registrazione di tale concerto. La facoltà di lettere dell’Università di Siena sta organizzando l’archivio storico di tutta l’opera di De Andrè. In questi ultimi anni sono usciti diversi libri, nonchè dvd e cd (curati dalla Fondazione De Andrè).

Per ascoltare l’intervista radiofonica a Dori Ghezzi cliccate

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