Mario Soldati

Mario Soldati nacque a Torino il 17 novembre 1906, Fra i suoi tanti lavori letterari dobbiamo ricordaremario soldati i romanzi A CENA COL COMMENDATORE, LETTERE A CAPRI, LE DUE CITTA’, L’AUTORE. Soldati nel 1931 si avvicinò al cinema collaborando alla sceneggiatura di LA CANZONE DELL’OPERA per la regia di Nunzio Malasomma, fondamentale fu il suo incontro con Mario Camerini di cui fu amico e coautore di molte sceneggiature importanti: GLI UOMINI CHE MASCALZONI?, GIALLO, CENTO DI QUESTI GIORNI, MA NON E’ UNA COSA SERIA, IL GRANDE APPELLO e IL SIGNOR MAX. Verso la fine degli anni ’30 Soldati esordì nella regia dirigendo la versione italiana di un paio di film stranieri, per poi iniziare una regolare autonoma attività a partire dal 1940. Fra i suoi numerosi film ricordiamo alcune trasposizioni cinematografiche da celebri romanzi: PICCOLO MONDO ANTICO (1940), MALOMBRA (1942) tratti dagli omonimi romanzi di Antonio Fogazzaro. Nel dopoguerra girò EUGENIA GRANDET e DANIELE CORTIS (1946) anch’essi tratti da romanzi letterari, poi, nel 1948, fu la volta di FUGA IN FRANCIA, un bell’esempio di cinema socialmente impegnato, influenzato dal neorealismo. Dopo altri film fra i quali IL VENTAGLINO (tratto da una novella di Luigi Pirandello) episodio del film QUESTA E’ LA VITA, LA PROVINCIALE (tratto da un romanzo di Alberto Moravia),. POLICARPO UFFICIALE DI SCRITTURA (nel quale crea tipi e atmosfere della Roma umbertina), la seconda unità della regia di GUERRA E PACE, e la collaborazione alla regia collettiva di BEN HUR, nel 1964 fu l’autore dei dialoghi italiani de LA BIBBIA di John Huston.
Il suo rapporto con la televisione risale agli inizi degli stessi programmi televisivi in Italia, infatti la sera del 3 gennaio 1954 mandò in onda quale primo film LE MISERIE DEL SIGNOR TRAVET per la regia dello stesso Soldati. Altri film di Soldati mandati in onda dalla televisione: E’ L’AMORE CHE MI ROVINA (andato in onda il 6 gennaio 1954), POLICARPO UFFICIALE DI SCRITTURA (15 febbraio 1956), PICCOLO MONDO ANTICO (25 aprile 1956), DANIELE CORTIS (25 settembre 1957). Era un periodo durante il quale veniva mandato in onda solo un film alla settimana, il lunedì sera.
Il 3 novembre 1957 iniziò VIAGGIO NELLA VALLE DEL PO ALLA RICERCA DI CIBI GENUINI, programma da lui ideato, diretto e condotto, in onda sul Programma Nazionale (l’unico canale allora esistente in Italia). Come ha giustamente osservato Aldo Grasso, Soldati “si rivelò brillante intrattenitore culturale, grazie a questo viaggio. Nelle dodici puntate realizzate in breve lasso di tempo, Soldati volle scoprire e far conoscere la vita della valle del Po”, si trasformò quindi in esperto gastronomo, convinto che nella tradizione culinaria di un paese si decanti tutto lo spirito della gente che vi abita. “Con il microfono in mano e l’ombrello nell’altra, Soldati passa da un caseificio a un laboratorio di panettoni; intervista dopo intervista, percorre la campagna padana con i potenti mezzi messi a disposizione dalla tv italiana, sconfinando volentieri nella letteratura”. Ugo Tognazzi e Raimondo Vianello proposero una memorabile parodia di Soldati in UN DUE TRE, Achille Campanile fece delle critiche impietose sulle colonne de L’EUROPEO, ma ciò servì a consacrare Soldati divo televisivo. Nel 1960 fece un ospitata a IL MUSICHIERE, mitica trasmissione condotta da Mario Riva, il bonario presentatore romano introdusse Soldati come faceva con gli altri ospiti, obbligandolo a cimentarsi in una canzone famosa e Soldati si esibì in duetto con Totò in una canzone degli anni ’30. Sempre nel 1960 Soldati Soldari curò un altro programma per la tv italiana: CHI LEGGE?, trasmissione sull’alfabetizzazione e la cultura dell’italiano medio all’inizio del boom economico; nel 1962 Soldati fu sceneggiatore di Daniele D’Anza, realizzò quindi due piccoli sceneggiati della serie RACCONTI DELL’ITALIA DI OGGI. Ma il suo programma cult è la serie di telefilm I RACCONTI DEL MARESCIALLO, tratti dal suo omonimo libro e interpretati da Turi Ferro nel 1968, remake nel 1984 stavolta con l’interpretazione di Arnoldo Foà per la regia di Giovanni Soldati, figlio del grande regista, I NUOVI RACCONTI DEL MARESCIALLO. Nel 1976 Soldati, che teneva una rubrica di critica televisiva su IL GIORNO, accusò i tg della Rai di grigiore, monotonia, di totale insensibilità al gusto dello spettacolo, utilissimo invece al giornalismo televisivo, ed ebbe un match verbale con l’allora direttore del Tg2 Andrea Barbato. Chissà cosa direbbe oggi Soldati vedendo i tg di oggi….Lo stesso Soldati si divertì ad intervistare Peppo Sacchi (e fu da questi a sua volte intervistato) quando ebbe inizio l’avventura di Telebiella; ma le critiche alla Rai costarono a Mario Soldati l’esilio dalla tv di Stato per un quindicennio, nel 1969 Soldati espresse un giudizio sul brano presentato a Canzonissima da Ombretta Colli, LA MIA MAMMA, tratta da un’antica filastrocca di origine piemontese, rifatta dal grande Giorgio Gaber.
mario soldatiSoldati fu uno dei primi intellettuali a superare l’hortus conclusus della letteratura e ad accorgersi che la cultura poteva essere benissimo trasposta con le immagini, costante fu il suo rapporto fra letteratura, critica, cinema e televisione. Mario Soldati morì a Tellaro, in provincia di La Spezia, il 19 giugno 1999.
GRANDI FESTEGGIAMENTI PER IL CENTENARIO DELLA NASCITA DI MARIO SOLDATI (ANCHE IN TV)
Il centenario della nascita di Mario Soldati è stato festeggiato a Bologna, Roma, Torino, Milano, Novara e in molti altri luoghi d’Italia. Mostre, dibattiti, proiezioni di film non sono mancati. I romanzi di Soldati sono stati riproposti da Sellerio a cura di Silvano Nigro. La Mondadori ha fatto uscire un bel volume dei Meridiani curato da Bruno Falcetto, con una nutrita scelta di romanzi. Sul versante del Soldati regista è uscita la biografia di Luca Malavasi edita da Il Castoro e il libro di Emiliano Morreale MARIO SOLDATI. LE CARRIERE DI UN LIBERTINO per i tipi de Le Mani.
Il programma completo della manifestazioni, fortemente volute dai figli Volfango e Giovanni è disponibile sul sito http://www.comitatosoldati.it. Anche la televisione non è stata ferma. Su Rai3 è andato in onda ALLA RICERCA DI MARIO SOLDATI VIAGGIO LUNGO IL PO, un programma in due puntate di Emiliano Monreale, Maria Paola Quaglia, produttore esecutivo Miriam Poddi, regia di Paolo Aleotti.
Grazie al documentario in due puntate proposto da Rai3 abbiamo potuto vedere (o rivedere) spezzoni relativi alla vita del grande scrittore ed approfondirne la biografia. Nell’ambito delle due puntate sono state proposte interviste e testimonianze di: Wolfango e Giovanni Soldati (figli di Mario), e dell’editore Roberto Cicala, di Tullio Kezich, Lucio De Caro, Antonio De Rosa (un amico di Mario Soldati, pittore), Italo Moscati, Stefania Sandrelli (nuora di Soldati) che ha ricordato: “Mario mi cantava vecchie canzoni quali, ad esempio, UN’ORA SOLA TI VORREI, era una persona piacevole, mi manca molto”,
A narrare la propria vita è stato lo stesso Soldati in immagini di repertorio. In DIECI MINUTI CON MARIO SOLDATI (1955), ad esempio, intervistato da una giornalista Soldati dichiara: “finito il liceo sono entrato nella vita. Da ragazzo ad un certo punto ho mollato tutto e sono andato in America. L’America è sempre un salto enorme; ad un certo momento i soldi della borsa di studio sono finiti ed io ho cominciato a lavorare, l’ho scritto anche nel capitolo di un libro autobiografico: in America ho fatto perfino lo sguattero.” In America Soldati si era illuso di poter fare carriera in qualche università statunitense, ma, tradito da Prezzolino e dai professori-italo americani rientrò in Italia, pubblicherà poi lo sfolgorante romanzo di delusione AMERICA PRIMO AMORE.
Tornato in Italia Soldati abita due anni sul lago d’Orta in un piccolo paese di 90 abitanti, Tortoglio, un posto ideale per uno scrittore, qui in due anni scrive tre libri: AMERICA PRIMO AMORE, LA VERITA’ SUL CASO MOTTA, L’AMICO GESUITA. Soldati fu uno dei pochi intellettuali antifascisti durante il ventennio: dopo il delitto Matteotti era diventato socialista, e pur non facendo nessuna attività politica lo rimarrà anche sotto il fascismo. Al ritorno dagli Stati Uniti per non prendere la tessera del fascio si trova sbarrata la porta dell’Università, tenta di trovare lavoro alla Olivetti, ma non ci riesce e finisce a Roma a lavorare nel cinema. Comincia come ciakkista poi Mario Camerini, il maestro della commedia all’italiana dell’epoca, lo vuole accanto a sé come sceneggiatore. Andrea Camilleri, altro testimone illustre che lo ha ricordato, ha dichiarato: “Soldati aveva un fiuto maledetto: sapeva scegliere le persone dalle quali imparare, seppe imbattersi in Ruttmann, seppe imbattersi in Camerini all’apice della sua carriera. Dopo la parentesi di Orta, Soldati torna al cinema, ma per la prima volta dovrà piegarsi al compromesso con il regime e scriverà un film di propaganda, IL GRANDE APPELLO, del 1936, film di propaganda colonialista, Soldati, intervistato da Cesare Garboli nel 1974 dirà: “fu un film di propaganda fascista, antietiopica, è la mia macchia, ciascuno ha la sua macchia, io mi vergogno di questa cosa, è una delle cose di cui mi vergogno di più nella mia vita”.
E’ un periodo intenso per il Soldati uomo e il Soldato artista, alla soglie della seconda guerra mondiale incontra i tre grandi amori della sua vita: una ragazza olandese da cui è costretto a separarsi per lo scoppio della guerra, l’attrice Alida Valli, e, infine, quella che sarà la compagna della sua vita, Iucci Kellerman. Proprio Alida Valli sarà la protagonista di PICCOLO MONDO ANTICO, tratto dal romanzo di Antonio Fogazzaro, il film fu un trionfo e lo trasformerà nel regista italiano più famoso del momento. Soldati firmò il contratto per fare PICCOLO MONDO ANTICO, gli avevano proposto film sui corrispondenti di guerra, ma essendo molto seccato nel dover fare questa cosa, pensò di accettare la proposta per PICCOLO MONDO ANTICO, anche se non aveva ancora letto il romanzo. Corse in libreria a comprare il libro e se lo lesse in una notte.”
Altra persona che ha ricordato Soldati è stata Lucio De Caro, il suo terzo aiuto-regia, pimo era Alberto Lattuada, il secondo Dino Risi, entrambi poi divenuti grandi registi, De Caro ha ricordato: “conobbi uno strano tipo, che faceva tante domande. Era un’agente dell’Ovra spedito da Novara per sorvegliare costantemente Soldati che era considerato un pericoloso sovversivo. Eravamo infatti a quattro chilometri dal confine con la Svizzera, Soldati era considerato un pericolo se fosse fuggito e si fosse unito coi fuoriusciti. Cercai Soldati e gli spiegai il tutto, lui mi guardò stralunato con gli occhi, poi mi abbraccio fortemente dicendomi: allora sei dei nostri”.
Secondo Tullio Kezich l’arrivo in casa dei gendarmi in casa di Franco, il protagonista di PICCOLO MONDO ANTICO non è altro che la trasposizione dell’arresto di Carlo Levi avvenuto nel 1934 a Torino effettuato dalla polizia fascista, arresto al quale Soldati aveva assistito poiché si trovava in quel momento a casa dell’amico. Soldati lo ha raccontato nell’ambito del programma televisivo INCONTRI DELLA NOTTE andato in onda nel 1982, un cui spezzone è stato rimandato in onda. Kezich ha definito PICCOLO MONDO ANTICO “una gran pagina di letteratura, Soldati era il contrario dell’intellettuale chiuso nella torre d’avorio: era pieno di vita”.
Abbiamo visto un documentario inedito, ORTA MIASINO, una piccola stazione sulla linea Novara-Domodossola dove il traffico ferroviario non è molto intenso, dove passano una decina di treni al giorno. Mario Soldati con Mario Bonfantini caricarono su due biciclette sgangherate i loro libri preferiti, qualche quaderno da scrivere, un po’ di indumenti, e alla fine scoprirono vicino alla stazione di Corcognio un alberghetto il cui proprietario era molto affabile, disponibile. In una stanza soleggiata che si affacciava ad ovest sul lago Mario Soldati scrisse i suoi primi racconti importanti. L’atmosfera del lago gli favorì l’ispirazione, Soldati si era qui rifugiato dopo un’esperienza cinematografica disastrosa: ACCIAIO scritta da Luigi Pirandello.
Ed ecco spezzoni di film divenuti ormai dei classici come DORA NELSON (1939), PICCOLO MONDO ANTICO e MALOMBRA. Nel 1942, mentre infuria la guerra, Soldati firma un altro adattamento da Fogazzaro, MALOMBRA è un film gotico che ai critici sembrerà quasi una metafora del destino a cui il fascismo sta conducendo l’Italia.
L’8 settembre 1943 l’esercito italiano è in rotta, il futuro della nazione è incerto. Dalla stazione Tiburtina parte assieme all’amico e produttore Dino De Laurentis verso l’Italia del Sud già liberata dagli alleati, attraverso un viaggio rocambolesco che passa fra le montagne dell’Abruzzo e del Sannio, i due approderanno a Napoli dove, assieme a Leo Longanesi scriveranno i testi per la radio libera organizzata dall’esercito americano, lo speaker della radio era Arnoldo Foà che ha ricordato: “Mario Soldati e Leo Longanesi avevano comprato due coperte americane bucate in mezzo, se le infilavano nella testa e andavano in giro con queste coperte, io ero capoannuniciatore di questa radio americana, mi occupavo dell’articolo di giornale più importante che leggevo a mezzogiorno e di sera, tutto ciò mentre i tedeschi passavano sopra Napoli con gli aerei e bombardavano la città”.
Nel dopoguerra l’attività registica di Soldati si intensifica, ma dai raffinati adattamenti letterari si sposta verso un genere più commerciale: firma film di cappa e spada, comici, musicali, melodrammi. La critica è spiazzata e lo considera in decadenza. Dopo avere girato il film JOLANDA LA FIGLIA DEL CORSARO NERO, uscito nelle sale cinematografiche nel 1952, Soldati inizia a girare uno dei suoi migliori film del dopoguerra, LA PROVINCIALE del 1953, tratto da uno dei lavori dell’amico Alberto Moravia, è il film che lancia Gina Lollobrigida come attrice drammatica. In quel periodo arrivano anche i grandi successi per il Soldati scrittore: A CENA COL COMMENDATORE (che contiene uno dei suoi capolavori, il racconto LA GIACCA VERDE) e soprattutto il racconto LE LETTERE DA CAPRI, con cui vince il premio Strega, e che si rivela uno dei primi best-sellers del dopoguerra. Andrea Camilleri considera LA GIACCA VERDE uno dei più bei racconti del ‘900 italiano, uno dei più compiuti, dei più chiusi, dei più sferici, pur nella sua straordinaria ambiguità.
Sempre negli anni ’50 Soldati gira per conto di King Vidor alcune delle scene finali di GUERRA E PACE, ad esempio la ritirata della Beresina: “le campagna intorno a Torino hanno il Po, che è l’unico fiume abbastanza grande su cui cade la neve, speriamo che venga presto”
Poco spazio è stato dedicato nel documentario televisivo è stato dedicato al Mario Soldati scrittore, ma è naturale trattandosi di un ricordo televisivo, maggior spazio è stato quindi dedicato al Soldati cineasta, regista e conduttore televisivo. Ricordo comunque alcune opere letterarie di Soldati: TENTAZIONI, LE LETTERE DA CAPRI, SALMACE, LA GIACCA VERDE, LA BUSTA ARANCIONE, AMERICA PRIMO AMORE, EL PASEO DE GRACIA, LA CONFESSIONE, L’ARCHITETTO, AH IL MUNDIAL! (1986), VENTIQUATTRO ORE IN UNO STUDIO CINEMATOGRAFICO, LE DUE CITTA’, LO SMERALDO, I NUOVI RACCONTI DEL MARESCIALLO, LA CASA DEL PERCHE’ (1982), AMERICA PRIMO AMORE, RAMI SECCHI, LA FINESTRA, e quelle degli ultimi anni: LO SPECCHIO INCLINATO (1965), L’ATTORE (1971), LO SPETTATORE (1973), UN PRATO DI PAPAVERI (1973), LE LETTERE DA CAPRI (1976), ADDIO DILETTA AMELIA (1979), QUATTROCENTO NOVELLE PER L’ESTATE (1979), LA CARTA DEL CIELO (1980), LA SPOSA AMERICANA (1980), L’INCENDIO (1981)
Il rapporto fra Soldati e la tv è stato naturalmente al centro dell’attenzione del documentario. La neonata tv italiana trasmette nel suo primo giorno di vita un film di Soldati (LE MISERIE DEL SIGNOR TRAVET), poi, nel corso del 1954, manderà in onda gli altri film di Soldati anteguerra. Nel 1955 lo scrittore compare in DIECI MINUTI CON MARIO SOLDATI. Arriva il 1957: sono passati tre anni dall’inizio delle trasmissioni televisive in Italia, la Rai aveva bisogno di capire gli italiani che contava di trasformare in abbonati, cioè in consumatori di televisione. Chi meglio di Mario Soldati, che aveva fatto tantissimi generi cinematografici era più adatto per svolgere questa funzione? Nasce VIAGGIO NELLA VALLE DEL PO, l’idea nacque a Torino, vicino alla Canottieri Armida, la più antica società di Torino, il 17 marzo 1922 con un Po ghiacciato due barchette: n una c’era il nipote del cardinale di Torino Lello, molto amico di Mario Soldati” Mario aveva 15 anni e si trovava in un’altra barchetta, ad un certo punto la barca di Lello si capovolge e Mario, senza esitare, si tolse la giacca, si gettò in acqua e salvò la vita all’amico. Il lungo viaggio d’amore fra Soldati e il Po inizia a Torino quando Soldati si tuffò per questo salvataggio eroico per il quale ebbe anche una medaglia al valor civile. Il Po resterà per Soldati sempre simbolicamente un segno del Nord, delle sue origini, metafora delle due città, Torino e Roma, che sarà l’argomento del suo romanzo IL 1964.
E’ stato ricordato che Soldati aveva un modo di comunicare chiaro e conciso, esemplificato in questo dialogo: “Se vi fosse la possibilità di fare un viaggio gratis, anzi, come dicevano i nostri vecchi con una frase sacramentale “un viaggio pagati e spesati di tutto” e con possibilità di scelta, che viaggio fareste? Che cosa è viaggiare? Viaggiare è conoscere luoghi, paesi, e qual è il modo più semplice, il modo più elementare di viaggiare? E’ quello di praticare la cucina del paese in cui si viaggia. Se ci pensate bene nella cucina c’è tutto: c’è la natura del luogo, il clima, l’agricoltura, la pastorizia, la caccia, la pesca, nel mondo di cucinare c’è la tradizione di un popolo, la storia, la civiltà di questo popolo” Soldati girava varie trattorie, come la trattoria delle Alpi, le osterie della Bssa, l’abbiamo rivisto con un giovanissimo Gianni Brera in quel di San Zenone Po intervistare i contadini che “mondano” le rane.
Soldati comprese immediatamente le potenzialità della televisione, comprese subito che cosa sarebbe successo, forse perché l’aveva già vista in America, o forse semplicemente perché aveva un dono di natura di capire che il mondo sarebbe andato in quella direzione.
Semplice il suo saluto finale: “cari telespettatori, buonasera” in VIAGGIO NELLA VALLE DEL PO.
Soldati fu il primo grande media man, capace di sceneggiare sé stesso e le situazioni in cui si trovava, quindi un uomo di spettacolo, un giornalista, un conduttore, un sapiente analizzatore in maniera sorridente e ironica, di quella che è stata la realtà italiana degli anni ’60.
Nel 1960 Soldati si è trasferito a Milano, il figlio Wolfango ha ricordato che “fu una grande emozione, poiché Roma a mezzanotte era tutta finita, cupa e borghese, Milano invece, aveva una borghesia commerciale vivissima, per cui piazza del Duomo a mezzanotte era piena di gente”. Lo scrittore e regista prese in affitto una casa in via Cappuccio, nella Milano antica, nella Milano centrale, i suoi luoghi erano Corso Magenta, passava dall’enoteca Provera, dal barbiere Schicchi, dal pasticcere (Barbieri e Schicchi) in via San Maurilio. Ecco quindi Soldati fare un viaggio nei MESTIERI ARTIGIANI. Soldati passava anche dal lustrascarpe di piazza dei Mercanti, iniziava a lavorare nel pomeriggio. La vita di Milano era allora molto diversa da quella di Roma, Milano era moderna, era tutto un altro mondo. Wolfango: “mi ricordo mia madre che aveva steso le lenzuola all’interno del cortile della casa, subito il portiere le disse: tolga le lenzuola non si può stendere a Milano”.
Ecco un Soldati d’annata che intervista un giovanissimo Gianni Brera nell’ambito di un viaggio nel pavese, Brera spiega, unitamente ai contadini di San Zenone Po, come si mondano (puliscono) le lumache. Spezzoni di un’Italia ancora contadina abbiamo rivisto. Se oggi l’Italia non è più contadini, se solo il 2% dei suoi abitanti vivono ancora coltivando le terra, il 60% della popolazione mondiale è ancora oggi prevalentemente contadino, per questa ragione i servizi di Mario Soldati sono ancora attuali.
Il 19 novembre 1960 parte CHI LEGGE?, un viaggio culturale di Mario Soldati e Cesare Zavattini che vanno alla ricerca delle lettura degli italiani. Durante la realizzazione di CHI LEGGE? Soldati scopre il paese di Tellaro, che fra il 1913 e il 1914 aveva ospitato David Herbert Lorenz, scrittore inglese che ha lasciato lettere bellissime in cui parla con amore del posto, un angolo estremo di Liguria.
Ogni Ferragosto si ritrovava con Giorgio Bassani a Tellaro e insieme scrivono pagine memorabili.
Nel 1972 Soldati interviene a IERI E OGGI presentato da Arnoldo Foà rievocava i tempi di VIAGGIO NELLA VALLE DEL PO, Foà disse: “gli italiani non conoscono l’Italia buongustaia, la cucina italiana, l’hanno conosciuta grazie a Soldari”
Gli ultimi anni della sua vita Soldati li passò a Tellaro, un luogo ideale per la riflessione la scrittura, ma non rinuncerà fino agli ultimi anni a viaggi, incontri, piccole e grandi avventure: dalla Spagna dei Mondiali di calcio alla Valtellina, dagli Stati Uniti al Giappone.
Nel 1996, una sera d’estate il figlio Wolfango: “era tardi, tutti erano andati a dormire, io e mio padre eravamo seduti in giardino nella villa a Tellaro, al tavolo di marmo rosa che lui tanto amava. Ebbi finalmente il coraggio di fargli la domanda: papà, ma secondo te c’è qualche cosa dopo? Lui ci pensò un po’ sopra e poi mi rispose: te lo dico con l’ultimo verso del canto del Paradiso di Dante: “è l’amore che muove il sole e l’altre stelle”

VIAGGIO NELLA VALLE DEL PO ALLA RICERCA DEI CIBI GENUINI, inchiesta (dal 3 dicembre 1957) martedì ore 21,05, Programma Nazionale. Ideazione, regia e interpretazione di Mario Soldati. Collaborazione: Carlo Musso, Lorenzo Rocchi, Tino Roscelly. Musiche: Nino Rota. Mario Soldati, già scoperto dalla tv (le sue pellicole rimpolpano la scarna filmografia della neonata televisione, sin dal 3 gennaio 1954) si rivela brillante intrattenitore culturale grazie a questo “viaggio”. Nelle dodici puntate, analizzate in un breve lasso di tempo, Soldati vuole scoprire e far conoscere la vita della valle del Po: si trasforma quindi in esperto gastronomo, convinto che nella tradizione culinaria di un paese si decanti tutto lo spirito della gente che vi abita. Con un microfono in una mano e un ombrello nell’altra, Soldati passa da un caseificio a un laboratorio di panettoni; intervista dopo intervista percorre la campagna padana con i “potenti mezzi” messi a disposizione dalla tv italiana, sconfinando volentieri nella letteratura. La memorabile parodia di Soldati proposta da Vianello e Tognazzi in UN DUE TRE e le critiche impietose e divertite di Achille Campanile dalle pagine dell’EUROPEO consacrano definitivamente Soldati divo televisivo. Il programma resta a distanza di tanti anni un piccolo gioiello di antropologia culturale conservato dalla cineteca della Rai.

A.GRASSO Enciclopedia della televisione, Garzanti, 2006 pag.892

I RACCONTI DEL MARESCIALLO (dal 12 gennaio 1968, martedì ore 21,00 Secondo Programma) regia: Mario Landi, sceneggiatura: Romildo Craveri e Carlo Musso Susa. Interpreti: Turi Ferro, Aurelio Marconi, Renato Baldini, Romano Malaspina. Scenografia:Giuseppe Ranieri. Fotografia: Angelo Dotti.
La serie, ricavata dall’omonima raccolta di Mario Soldati (1967), è imperniata sulla figura del maresciallo Gigi Arnaudi (personalmente conosciuto da Mario Soldati durante le riprese di VIAGGIO NELLA VALLE DEL PO ALLA RICERCA DEI CIBI GENUINI) che svolge la sua attività in provincia; e casi che, come autore dell’ordine, non sono affatto spettacolari e coinvolgono gente comune alle prese con piccoli problemi quotidiani che un uomo di legge può contribuire a risolvere. Pur capace di forte indignazione di fronte all’ingiustizia e alla violazione del diritto, il maresciallo conserva sempre vivo un senso di umana solidarietà e pietà anche nel momento in cui arriva a scoprire il colpevole e si trova di fronte il delinquente, spesso solo una vittima di un contesto sociale degradato. I 15 racconti di Soldati sono stati sceneggiati e riuniti in una serie televisiva. Apre la serie IL MIO AMICO GIGI che presenta il protagonista dei sei episodi, il maresciallo Gigi Arnaudi, interpretato da Turi Ferro. Seguono: I BEI DENTI DEL SCIUR TINO (con Nino Besozzi, Ugo Pagliaia, Duccio Musumeci), IL SOSPETTO (con Rocco D’Assunta, Sara Ridolfi, Wanda Benedetti), IL BERRETTO DI CUOIO (con Aldo Baberino, Giulio Maculani, Maria Marchi), IL RAVANIN (con Mario Silenti, Emy Eco, Antonella Della Porta), CUORI SEMPLICI (con Vera Silenti, Luciano Marin e Tuccio Musumeci). Dal 28 marzo 1984 Rai2 ha mandato in onda un nuovo ciclo di racconti: delle cinque storie trasmesse, quattro sono state scritte da Mario Soldati, appositamente per la televisione, una si ispira a un racconto apparso in precedenti raccolta; alla sceneggiatura hanno collaborato Lucio De Caro e Giovanni Soldati, regista della serie. Il maresciallo è interpretato da Arnoldo Foà e gli episodi sono ambientati nel 1981. SUGGESTION DIABOLIQUE (con Stefania Sandrelli e Lou Castel); LA FINE DI FLOCK (con Carol Andrè e Paolo Malco), L’OROSCOPO (con Renzo Palmer e Carlo Romanelli), IN LOVING MEMORY (con John Steiner e Raffaella Azzi), LA CONQUISTA DELL’ISOLA (con Caterina Boratto e Francesco Gerini).

Tratto da A.GRASSO Garzantina della televisione, Edizioni Garzanti, 2006, pag.647

CHI LEGGE? VIAGGIO LUNGO LE RIVE DEL TERRENO. (dal 19 novembre 1960, sabato ore 22,45 Programma Nazionale). Il viaggio “culturale” di Mario Soldati e di Cesare Zavattini alla scoperta delle letture degli italiani ripercorre a ritroso quello dei garibaldini da Quarto a Marsala. In otto gustosissime puntate Soldati risale la penisola fermando le persone in cui si imbatte e intrattenendole sul leggere libri. L’avventura inizia dall’estrema punta occidentale della Sicilia, Capo Lilibeo, e prosegue fino in Liguria. Ogni puntata tocca una diversa regione e si sviluppa senza uno schema fisso, secondo le situazioni e gli incontri di Soldati. Dal punto di vista linguistico, si avverte profondamente l’impronta dello scrittore-regista; inquadrature preziose, stacchi arditi, montaggi accurati. La macchina da presa viene usata con grande agilità per catturare l’immagine del paesaggio italiano, Ma la caratteristica più curiosa del programma sono le decantate e reitereate avventure della troupe televisiva (automobili e bus col marchio Rai) e soprattutto della stessa macchina da presa. Ogni qual volta Soldati si presenta in un luogo come incarnazione vivente della televisione, mostra anche l’anima tecnologica del mezzo. L’apologia della cultura diventa impercettibilmente apologia della televisione: nasce la leggenda dei “potenti mezzi tecnici della Rai”. La trasmissione non ha assolutamente un tono informativo, ma si distingue piuttosto per gli accenti entusiastici, passionali, a tratti esaltanti in cui racconta libri, luoghi, persone, situazioni. Annotava Campanile sull’EUROPEO (1960): “si, è vero, finora dalle inchieste risulta che in Italia chi legge è Mario Soldati. In una puntata legge il proclama rivolto da Crispi ai marsalasi. In un’altra puntata una pagina di G.C.Abba. Poi legge un pezzo del VIAGGIO IN ITALIA di Goethe. Indi legge un canto di Virgilio. Eccettuato lui, almeno, nella rubrica “non legge nessun altro”. Nel libro CANZONETTE E VIAGGIO TELEVISIVO (1962) si trova la risposta di Solati: “Achille Campanile credette bene di biasimare la mia inchiesta, scrivendo scherzevolmente che avevo fatto tutto questo grande sforzo (soltanto per dimostrare che gli analfabeti non sanno leggere”, ma, purtroppo, il ne croyoiait a si bien dire. Non avrei dubbi del successo del mio viaggio televisivo se fossi riuscito a persuadere gli spettatori della gravità di questo semplice fatto: chi non sa ancora leggere circa un terzo degli italiani”

Tratto da A.GRASSO Garzantina della televisione, Edizioni Garzanti, 2006, pag.146 e 147

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