Roberto Castelli lascia la Lega perchè? Eccolo

Roberto Castelli, nella Lega ancora prima che esistesse, allora si chiamava Lega Lombarda, vi entrò nel 1985 con una carriera partita dal basso come capogruppo in consiglio comunale a Como, segretario del Carroccio di Lecco. Nel 1992 è diventato deputato e poi senatore.

Dal 2001 al 2006 è stato ministro della Giustizia di due governi Berlusconi e poi viceministro alle infrastrutture dal 2009 al 2011.

Perchè lascia la Lega? Io do una mia personalissima interpretazione avendo conosciuto come allora giovane cronista a Palazzo Marino sia Umberto Bossi, che Roberto Castelli, Roberto Bernardelli e, anni dopo, un allora sconosciuto neoletto Matteo Salvini. Poi per ragioni famigliari (mia moglie è di Lecco) ho conosciuto anche Castelli.

La Lega di Bossi, quella fino all’avvento di Salvini, era cosa totalmente diversa, nel bene e nel male, da quella attuale.

Col senno del poi capisco (ci vuole obiettività storica per capirlo anche se, non sono uno storico, ma lo dice solo una persona al momento…) il perché, almeno su Lecco e Milano, certe scelte di candidati sindaco di Milano e di Lecco del centrodestra (poi bruciati perché ritenuti inadeguati, eccezion fatta per Albertini che però ha rifiutato lui) si rivelarono sbagliate e fecero vincere il centrosinistra.

Non entro nel merito di Lecco, ci sono lontano da anni, ma su Milano, non voglio bruciare nessuno (è ancora troppo presto per parlarne) vedo un solo candidato (al momento) in grado di competere con chi sarà il candidato del centrosinistra: cioè Matteo Salvini.

Ma di Salvini si può dire di tutto ma è intelligente, credo non si candiderebbe mai sindaco perché se per sbaglio uscisse sconfitto contro chiunque del centrosinistra, sarebbe bruciato politicamente.

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