
Giancarlo Santalmassi era nato a Roma il 20 ottobre 1941, all’inizio degli anni ’60 collabora con il settimanale PANORAMA diretto da Lamberto Sechi, arriva in Rai prendendo parte con successo a un concorso per radiocronisti dell’emittente pubblica bandito nel 1968. Inviato di Tv Sette (il primo settimanale del tg unico) segue i viaggi di Paolo VI in Uganda, Italia e Palestina. Negli anni ’70 collabora con il Corriere della Sera, dopo la riforma della Rai è conduttore del Tg2 della sera, curatore di varie edizioni straordinarie come quelle dedicate al sequestro e all’assassinio di Aldo Moro, alla tragedia di Vernicino, all’attentato a Papa Giovanni Paolo II. Per tali inchieste e telecronache riceve il Premio Cronista dell’anno nel 1982. Inviato speciale al processo di Catanzaro per la strage di piazza Fontana, nel corso degli anni ’80 lavora sempre al Tg2 e alle sue rubriche speciali. All’inizio degli anni ’90 diventa responsabile della struttura cinema della Rai3 di Angelo Guglielmi, è Santalmassi nel 1993, nell’ambito del programma Italiani brava gente da lui condotto, in piena Tangentopoli, allorquando Silvio Berlusconi non è ancora “sceso in campo” a trasmettere per la prima volta in tv il film di Roberto Faenza Forza Italia.
Nel 1994 passa alla radio in veste di condirettore di Livio Zanetti per i gr giornalistici di tutte e tre le reti Rai. Varie le trasmissioni condotte e curate da Santalmassi in radio da Radio per tutti (Radio1, 1993), a Zapping (1994), fino a Radio Camion (programma notturno del 1994) e Radio anch’io (1996). Nel 1996 parte anche Italia no Italia si. Nominato direttore generale dei programmi radiofonici Santalmassi nel 1998 lascia la Rai per approdare al gruppo Il Sole 24 Ore, per il quale contribuisce al lancio di Radio 24. Sue le interviste in diretta con il detenuto Rocco Dereck Barnaber dal braccio della morte.
Dal 2000 Santalmassi diventa direttore di Radio 24, inventando le rubriche Lettera al direttore (novità assoluta nel mondo della radiofonia), Viva voce, Helzapopping e Una poltrona per due. Docente del primo corso di laurea in Scienza della Comunicazione a Salerno e del master in giornalismo della Luiss, nonché del corso di laurea in media e giornalismo a Firenze nel 2001, Santalmassi nel 2003 ha ricevuto il Premio Arrigo Benedetti per il giornalismo radiofonico.
Dal 2013 ha diretto il quotidiano di informazione digitale Inpiù.
Equilibrato, obiettivo, impossibile oggi trovare in Italia un giornalista simile a lui. Denunciò l’asservimento dei giornalisti alla politica e la morte del giornalismo (“basta un tweet per cancellare un’inchiesta”). Per Santalmassi la radio era un mezzo più libero, sereno, democratico, A differenza della TV, assolutista.
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