Non riesco a condividere un post di Maurizio Sacchi (che saluto) inerente la legge Fornero. Io nonostante avessi già raggiunto i 42 anni e 10 mesi previsti dalla Fornero (alla quale ho chiesto scusa per averle fatto una campagna radiofonica contro) proseguii a lavorare. Iniziai a lavorare a 14 anni studiando di sera, partendo da lavori umili (e me ne vanto) fino ad arrivare alla docenza e ad altri traguardi, non sono mai stato disoccupato un minuto. A differenza di tanti disoccupati, sotto occupati, frustrati dal proprio lavoro che si sfogano in rete insultando personaggi politici e scrivendo altre idiozie sempre in rete.
Avevo da un anno raggiunto i requisiti della legge Fornero e proseguivo a lavorare, poi fu un sindacalista a consigliarmi: visto che hai qualche problema di salute (oggi i problemi di salute sono gravissimi) vai in pensione perché se cambiano la legge poi dovrai lavorare di più e con decurtazioni/penalizzazioni. Io dissi: “ma dai come è possibile fare peggio della Fornero?” eppure ci sono riusciti, ma è appena l’inizio. Esistono dei deficienti, si non li posso chiamare che deficienti, che oggi sparano a zero su Landini (che non amo) e sui sindacalisti, eppure essi erano iscritti alla Cgil (io mai iscritto alla Cgil) e votavano Pci. Osannavano Berlinguer (evito commenti su Berlinguer mi arriverebbero querele e non si può insultare un Santo…) ed oggi stravedono per Giorgia Meloni. Da Tso.
Sia chiaro conosco anche alcuni passati da destra a sinistra, ma questa è un’altra storia, che racconterò in un’altra articolo e allora ci sarà da ridere, in ogni senso.
Giorgio Gaber nel brano Caro vecchi zio fascista cantava: “l’uomo è sempre meglio rispetto alla propria ideologia” ed aveva ragione, conoscendo per ragioni di lavoro personalmente molti politici (di tutti gli schieramenti) devo ammettere che le brave persone si trovano ovunque, come le cattive persone. Ma mi riferisco a politici e non ai loro ultras, non sono mai stato tenero con molti politici della seconda Repubblica, ma credetemi il peggior politico della seconda Repubblica è senz’altro meglio dei leoni da tastiera odiatori seriali che attaccano una parte politica (fra l’altro senza argomentare, ma con solo slogan non propri) tacendo le malefatte della fazione sua.
Purtroppo è il clima dei social: curva Nord contro curva Sud (e le curve dello stadio mi sembrano più moderate nel linguaggio degli ultras elettori politici). La maggior parte di questi ultras ripeto sono frustrati, analfabeti letterari, analfabeti politici (non sanno nemmeno come si vota, come si vota, non per chi si vota, non conoscono le competenze di Stato, Regione e Comune), falliti nella propria vita professionale e privata.
Poi ci sono i politici, che però fanno il loro mestiere e che, mi riferisco sempre a quelli che conosco personalmente, non giudico politici che vedono in tv (come fanno altri, simbolo di infantilismo, per usare un eufemismo…) sono molto molto meglio di certi elettori.
Anche oggi ho avuto la dimostrazione della stima che i politici di tutti gli schieramenti hanno di me, la cosa è reciproca. Io resto comunque un cane sciolto, devo dire che di me aveva capito tutto (ancor prima dei politici e di me stesso) Giorgio Gaber nel 1981. Ero un ragazzino in onda su una radio ultralocale, lui era già il grande Giorgio Gaber, non amava i giornalisti, non si faceva intervistare facilmente. Lo avvicinai nel foyer del Teatro Carcano di Milano, avevo un registratorino, e gli feci una domanda. Non ricordo quale fosse la domanda (senz’altro stupida che non andava fatta ad un grande come Gaber) ma ricordo la sua reazione e la sua risposta. Si rivolse ad un suo collaboratore e sorridendo disse: “ma cosa dice questo ragazzino? Mi sembra un po’ matto, però gli rispondo perché non è di destra e non è di sinistra”. Ciao Giorgio non ti ho dimenticato.


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