Ornella Vanoni, milanese come il risotto, il panettone e il Duomo, ha avuto a che fare con quasi tutti sindaci di Milano, anni fa ne parlammo. Con Antonio Greppi, il sindaco della Liberazione, colui che fece rinascere, il Teatro alla Scala e fece nascere il Piccolo Teatro della Città di Milano, ebbe pochi rapporti, era giovanissima, semmai li aveva molto stretti il suo mentore Giorgio Strheler. Rapporti strettissimi con Aldo Aniasi, il partigiano Iso, sindaco dal 1967 al 1976, che volle Ornella ad alcuni dibattiti del Circolo De Amicis (lo ricordavo il 18 ottobre scorso in occasione del Premio Gigi Vesigna conferito a Giovanna Nocetti), analogamente con il picccolo ma grande Carlo Tognoli. In rete gira una fotografia di Ugo Finetti, Ornella si esibisce nel 1979 al Palalido nel corso di una manifestazione dei socialisti (presenti Tognoli, Claudio Martelli ed altri). Per quanto riguarda i rapporti con Paolo Pillitteri, amante della cultura, dell’arte, dello spettacolo, ne sono testimone diretto. Conobbi personalmente Ornella proprio grazie a Paolo Pillitteri, che ricorderemo il prossimo 5 dicembre, la Vanoni fece una richiesta a Pillitteri, come la fece poi a Letizia Moratti, che oggi lo ha ricordato. Il sogno di Ornella Vanoni era quello di cantare alla Scala, ma le regole del teatro milanese erano e sono molto stringenti sui concerti con artisti provenienti da altri generi musicali rispetto alla lirica. Paolo Pillitteri, ironico ed autoironico come Ornella, a tale richiesta cantò sulle note di un brano di Ornella “Vanoni hai un sogno nascosto, cantare alla Scala, magari in agosto”. Con il 1987 Ornella prese le distanze dal Psi, per fortuna io e ad altri pochi viventi possiamo ricordarlo e testimoniarlo e smentire alcune fake news. Nel 1987 rifiutò la candidatura nelle liste del Psi (io me ne rammaricai serviva una persona che ben avrebbe rappresentato la corrente anarchico-socialista come Ornella, libera, libertaria) lo fece soltanto perchè aveva impegni professionali (anche la lettera di Ornella è stata ritrovata). Poi vi fu una battuta di Ornella, sempre ai tempi del sindaco Pillitteri, su una presunta “overdose di socialismo”, Pillitteri, altrettanto ironico, rispose: “se la Vanoni si sente vittima di un’overdose deve solo farsi curare…” Ornella Vanoni con Tangentopoli si avvicinò a Mario Segni, poi a Letizia Moratti (candidandosi e prendendo soli 36 voti), lo ricorda oggi la stessa Moratti. Ma andò a trovare Bettino Craxi ad Hammamet. Era rimasta socialista nell’anima e, come ricorda Bobo Craxi, un’amica di famiglia. Ricordo ancora come nel corso di un’intervista radiofonica (che spero Cesare Borrometi recuperi per replicarla) divagai sulla politica, sui sindaci di Milano, lei ad un certo punto sbroccò invitandomi a parlare del suo nuovo disco e non di politica. Ma faceva parte del gioco, e comunque disse una grande verità: parlando di Charles Aznavour, considerato in Francia un’icona, mi chiese come mai in Francia si diventa icone, mentre in Italia si è rottamati e considerati una vecchia ciabatta. Io risposi che ero proprio la persona sbagliata per rispondere, il mio motto è “largo ai vecchi” e, riferendomi ancora alla classe politica che purtroppo abbiamo in Italia e a Milano dal 1994 in poi ribadii: mai lasciare il vecchio per il nuovo. Fra un suo brano e l’altro, una chiacchierata e l’altra riuscii a provocarla e ad ironizzare, dopo avere mandato in onda Ma mi, dissi: “Ornella cantavi questa canzoni molti anni fa, forse già sapevi che sarebbe finita così con noi socialisti” ahah anche se poi aggiunsi (e lei mi diede ragione) che i socialisti fecero grandissime cose per l’Italia e per Milano, poi cancellate e distrutte da tutti coloro che sono arrivati dopo, La Milano capitale della cultura, dell’editoria, dell’industria culturale, le case popolari, lo Statuto dei lavoratori, il servizio sanitario nazionale, il divorzio ecc. ecc.








