Maria Monti: 90 anni e una straordinaria carriera. Giorgio Gaber? Passò dai monti ai colli… Chiediamo scusa se parliamo di Maria

Massimo Emanuelli e Cesare Borrometi nell’ambito della trasmissione Stile italiano, la storia della canzone italiana raccontata dai suoi protagonisti, ripercorreranno in due puntate la straordinaria carriera di Maria Monticelli, dialogando con lei e proponendo molti dei suoi brani.

Ecco anticipo, l’intervista integrale, con tanto di brani musicali, andrà in onda martedì 16 dicembre alle 16,10 su Radio Free Live

Signora Monticelli, in arte Monti, ci parli della sua infanzia:

“Sono nata a Milano il 26 giugno 1935, in via Solferino, di fianco al Corriere della Sera, mio padre Aldo Monticelli, dirigeva un’azienda, la Texaco, all’età di due anni la mia famiglia si trasferì a Firenze. Abitavamo vicino a dei giardini dove i miei mi portavano a correre. Mi ricordo anche Piazzale Michelangelo, si mangiava poco per via della guerra, ricordo solo ricotta e patate. Mio padre la sera strimpellava il pianoforte, ci lasciò quando io avevo sei anni, ricordo il giorno del funerale. Ero con la tata su un marciapiede quando arrivò la banda che accompagnava il feretro. Perché mio padre era ufficiale. Lei mi chiese se ero triste. La mia risposta fu: Ma no, tanto stasera viene a cena. Non volevo accettare… Con mia mamma e le mie sorelle maggiori, Graziella e Silvia, ci trasferimmo a Cassano d’Adda, in una cascina, La Gabbana, avevamo un giardino, c’erano le galline, si uccideva il maiale, non ho più patito la fame… Li frequentai le scuole elementari, la maestra era severa, parlava in italiano, i figli dei contadini parlavano in dialetto e stentavano a capirla. Io traducevo ai compagni quello che diceva. Un giorno la maestra, che usava un bastone che picchiava sulla cattedra, si arrabbiò e lo lanciò, era diretto ad un mio compagno, ma venni colpita io sulla testa, tornai a casa sanguinante. Mia madre mi cambiò scuola, per crescere le sue tre figlie mia madre vendette la cascina, tornammo così a Milano, dove ho proseguito gli studi alla scuola di avviamento al lavoro. A quindici anni ero pronta per impiegarmi. Facevo la stenodattilografa, divenuta poi segretaria. Non è che mi piacesse molto quel mestiere, ma mi serviva. Iniziai a lavorare a quindici anni alle Distillerie Italiane, una consociata della Eridania con sede in via Chiaravalle al numero civico 9, rimasi li fino al 1955.”

E poi nella seconda metà degli anni ’50 iniziò a lavorare nel mondo dello spettacolo: l’esordio fu al Santa Tecla, recitò nel cast di Quando la luna spunta all’idroscalo con Lucio Flauto e nel varietà Uno scandalo per Lilli di Scarnicci e Tarabusi con Ugo Tognazzi e Lauretta Masiero, quindi appare in tv a Primo applauso trasmissione condotta da Enzo Tortora e Silvana Pampanini, che possiamo considerare il primo talent show della storia della televisione italiana:


“L’esordio fu al Santa Tecla, locale che frequentavo, ero timida, però mi piaceva cantare, cantavo nel bagno che stava vicino all’orchestra. Con una porta davanti, così nessuno mi vedeva. Io ci andavo per divertimento. C’era tutta questa gente che ballava, erano balli acrobatici, la donna veniva sollevata, fatta girare vorticosamente. Volava. Ricordo che cantavo canzoni americane, come Stormy Weather. Andava lo swing, la musica da intrattenimento. Venni scritturata dalla casa discografica Carish, quindi della Rca, successivamente incisi anche per la Ricordi e I Dischi del Sole. Il mio primo brano fu Non arrossire, cantata da me e da Giorgio Gaber. Mi venne spontanea visto che arrossivo sempre.”

Signora Monti lei ha anche lavorato come attrice, ha interpretato il primo telefilm della televisione italiana, ha inventato la parola cantautore, è stata la prima cantautrice italiana, la prima a cantare un certo tipo di canzoni.

“Canzoni popolari cantate nelle osterie, brani surreali, le canzoni della mala, alcune di protesta e femministe, quasi tutte censurate. Ricordo Zitella cha cha, un brano autobiografico, tuttora sono zitella, anche se ho avuto grandi amori. Un altro mio brano è Non sono bella, con esso demolivo lo stereotipo della donna, oggetto di desideri maschili, lo facevo con ironia.”

Ogni volta che cita una canzone Maria la intona, la voce è sempre stupenda.

Nel 1961 partecipa con Giorgio Gaber al Festival di Sanremo con il brano Benzina e Cerini che si piazza all’ultimo posto, ma, intitola il settimanale L’Espresso, per noi è prima.

“Dopo Sanremo io e Gaber ci esibimmo al Teatro Gerolamo di Milano nello spettacolo Il Giorgio e la Maria, sottotitolo in Piazza Beccaria, dove aveva sede il teatro. Ricordo che venivano poche persone, io e Gaber facevamo cose strane, anche se era l’origine del teatro-canzone.

Il cinema, il teatro recitando per e con Carmelo Bene, Paolo Poli, Gino Bramieri, Sergio Leone, Bernardo Bertolucci, Salvatore Nocita, Giorgio Albertazzi, Alberto Lattuada, Mauro Bolognini.

“Io dovevo campare, molte cose le ho fatte perché dovevo guadagnare, essendo orfana di guerra, mi pagavano e quindi ho fatto anche l’attrice, abitavo in via Castelfidardo a Milano, dovevo campare quindi ho fatto recital, dischi, ma anche cinema, teatro e televisione…”

Il mondo del cinema la porterà a trasferirsi a Roma dove è rimasta oltre trent’anni:

“Ero innamorata dell’acquedotto romano, anche il periodo vissuto nella capitale fu intenso.”

Ha mai rivisto Gaber dopo che vi eravate lasciati?

“Si, andavo sempre a vederlo a teatro, una sera, per caso, mi trovai nello stesso ristorante dove lui cenava dopo lo spettacolo. Appena mi vide disse a voce alta: “Ma tu perché mi hai mollato venticinque anni fa?” Io avevo in mano un bicchiere di vino e gli risposi: “Perché ti amavo”. Avevo 22 anni e non andavo d’accordo con mia madre, sarei stata contenta se lui mi avesse aiutato mollare mia madre e ci fossimo sposati. Non è successo e ho dovuto lasciarlo. Era troppo giovane per me. Poi Gaber passò dai Monti ai Colli, ma ho continuato a seguirlo come artista».

Io ho sempre pensato che la canzone Chiedo scusa se parlo di Maria di Gaber sia ispirata a lei.

“Bisognerebbe chiederlo a lui, ma io penso proprio di si”.

Cosa fa di bello oggi signora Monti?

“Da qualche anno, dopo oltre trent’anni passati a Roma, sono tornata nella mia Milano, vivo nelle Casa di riposo per musicisti Giuseppe Verdi in piazza Buonarroti, qui si organizzano anche concerti ed eventi, ascolto la radio, sempre sintonizzata su Radioi3, non guardo la televisione, chiacchiero con i colleghi musicisti, e rispondo a cordiali interviste come la vostra.”

Franco Tettamanti, tempo fa, sul Corriere della Sera, scrisse un articolo intitolato Maria Monti la dimenticata, noi non l’abbiamo dimenticata, signora Monti, e la ringraziamo per l’intervista che ci ha concesso.

“Grazie a voi”.

L’intervista a Maria Monti andrà in onda marteedì 16 dicembre alle 16,10 su Radio Free Live

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