di Massimo Emanuelli
Oggi, 28 luglio 2017, è morto Enzo Bettiza, giornalista e scrittore. Bettiza era nato a Spalato il 7 giugno 1927, cresciuto nel crocevia di quattro civiltà, parlando tre lingue, croato, italiano e tedesco. Bettiza da giovane aveva aderito al Partito Comunista Italiano subendone il fascino, poi ne denunciò in anticipo sui tempi l’inevitabile totalitarismo. Dal 1957 al 1964 fu corrispondente per il quotidiano «La Stampa», prima da Vienna e poi da Mosca. Poi passò al «Corriere della Sera» per il quale lavorò, sempre come corrispondente dall’estero, per dieci anni, Nel 1964 passò al Corriere della Sera dove rimase per dieci anni. Nel 1974 fondò con Indro Montanelli Il Giornale di cui sarà condirettore vicario fino al 1983. Bettiza è stato anche direttore del «Resto del Carlino» e della «Nazione» e autore di numerosi libri. La sua attività s’è incentrata soprattutto sullo studio dei paesi mitteleuropei, ha osservato il “secolo breve” dal crinale est/ovest.
Nel 1971 viene eletto senatore nelle liste del partito liberale, successivamente fu anche eurodeputato sempre per il Pli, passò quindi al Psi di Bettino Craxi, ancora eurodeputato per il gruppo socialista dal 1989 al 1994, in anticipo sui tempi aveva creato la formula lib/lab oggi molto attuale. Conclusa l’attività politica era tornato a quella giornalistica come editorialista de Il Giornale, prima, e de La Stampa, poi.
Fra i suoi libri ricordiamo: La campagna elettorale” (1953), “Il fantasma di Trieste” (1958), “Il diario di Mosca” (1970), “Il mistero di Lenin” (1982), “L’anno della tigre” (1987), “I fantasmi di Mosca” (1993), “Esilio” (1996, premio Campiello), “L’ombra rossa” (1998), “La cavalcata del secolo” (2000), “Il libro perduto” (2005), l’introduzione al Meridiano dedicato a Guido Piovene (1976), “Corone e maschere”, “Viaggio nell’ignoto”, “1956”, “La primavera di Praga”, “La distrazione” (2013).