TELEBASSO NOVARESE
L’emittente nacque a Novara il 12 aprile 1977, per iniziativa del parroco Don Germano Zaccheo, giornalista e futuro vescovo di Casale, emittente di ispirazione cattolica, irradiava i suoi programmi dal canale uhf 47, proponeva il notiziario Novara Oggi, film, telefilm, le rubriche Telemarket, Fuori campo, Tbn giovani (programma per ragazzi), il quiz Controcrazy, le rubriche Antenna libera, Agricoltura e il programma per ragazzi Smarck. Conosciuta con l’acronimo Tbn, rese un servizio informativo alla città. L’emittente cessò di esistere nel 1982. “Eravamo una piccola emittente parrocchiale, con i poveri mezzi che avevamo, con l’avvento dei network – ricordava Monsignor Zaccheo – consci di non poter reggere la concorrenza, prendemmo la decisione di cessare l’attività”. Fra i pionieri di TeleBassoNovarese i registi Mario Tosi, Vanni Vallino e Paolo Taggi. Questo il ricordo di Paolo Taggi: “Mettere su una televisione privata, allora, costava 20 milioni di lire. L’ideatore era don Germano Zaccheo, futuro vescovo di Casale Monferrato, socio fondatore insieme ad altri 20 editori che vi investirono un milione a testa. Certo, eravamo una tv piccola, trasmettevamo in bianco e nero. Per imparare a usare le apparecchiature, nel pomeriggio facevamo i rappresentanti per la ditta che le produceva. E poi la Tv Svizzera Tsi ci diede la possibilità, di imparare con i suoi tecnici“. Della programmazione, assolutamente centrata sul territorio (“La nostra piccola emittente – ricorda Paolo Taggi – divenne un luogo di incontro, organizzavamo corsi per tecnici, raccoglievamo storie e idee“), non sono reperibili testimonianze scritte fino al 3 gennaio 1978, quando cominciarono ad apparire i palinsesti sulle pagine locali de La Stampa e di Stampa Sera, dai quali si può tracciare a grandi linee la storia dell’emittente. I programmi iniziavano generalmente alle 19.30 per terminare verso le 23, dal martedì al sabato. Nel 1979 la domenica veniva osservato il riposo settimanale, come era comune all’epoca anche per tv più importanti,… Sporadicamente era indicata la trasmissione a colori, in particolare per i cartoni animati; non c”è tuttavia chiarezza su questo punto. Tra i programmi più importanti e longevi era da annotare Smack, realizzato da Elve Fortis de Hieronymis già autrice per Rai e televisione svizzera (concepito come un laboratorio aperto, vedeva protagonisti i bambini in studio con la Fortis impegnata a creare sul momento giochi davanti alla telecamera); la rubrica settimanale di fotografia Fotoincontri. Antenna libera rubrica settimanale di attualità poi molte trasmissioni autoprodotte e una tantum (“Un anno con Tbn”, immagini e avvenimenti principali del 1978 trasmesso il 27 dicembre di quell’anno; “Al castello di Carimate”, spettacolo condotto da Mike Bongiorno di cui sembra essere stata trasmessa una sola puntata il 29 dicembre 1978, e la trasmissione sulle elezioni comunali del maggio 1978, con un collegamento diretto col municipio in occasione dello scrutinio dei voti). Naturalmente una rete cattolica non poteva mancare di celebrare le principali festività ed ecco dunque – caso più unico che raro per questa tv che trasmetteva solo la sera – alle 12.30 del 22 gennaio 1979 comparire in palinsesto “Fiori e Marroni per un giorno di festa dedicato alla festa del patrono San Gaudenzio”, e gli “speciali” del 24 e 25 marzo 1978, “La Sindone” e “Pasqua 1978”, che occuparono tutta la programmazione di quei due giorni. Curiosamente, invece, non sembra essere mai stata trasmessa da T.B.N. la celebrazione della Messa domenicale a cui diverse altre reti, prima fra tutte la Rai, non si sottraevano. Anche lo sport sembra essere stato trattato poco dalla stazione novarese: troviamo solo traccia del programma “Notizie sportive” nel 1978, mentre l’anno successivo, saltuariamente, la rubrica “Fuori campo” e un paio di non identificate telecronache sportive. Maggiormente presenti erano piuttosto cartoni animati, telefilm e film. Tra i primi si annoveravano Space Angel, Clutch Cargo e Capitan Fathom (serie quest’ultima che allo stato attuale della ricerca sembra avere avuto il suo battesimo italiano proprio su Telebassonovarese, il 30 aprile 1978.. Per i telefilm, si registrava la presenza delle serie Bonanza, Panico, Evasione bianca, Il magnifico King, Il ragazzo di Hong Kong, Loretta Young, La legge del Far West e l’immancabile Dr. Kildare. Le antenne che trasmettevano in omnidirezionale sul canale UHF 47 vennero issate poco sotto la statua di 5 metri del Cristo Salvatore che domina la cittàᅠgarantendo una copertura ottimale di Novara e oltre (numerosa era l’utenza nella provincia ovest e nord-ovest di Milano, nella provincia sud di Varese e in quelle di Pavia, di Alessandria e di Vercelli). Gli studi si trovavano 100 metri pi←n basso, in alcuni locali della casa di Maria Immacolata di proprietà della diocesi, al numero 4 di via Dominioni. Quello di trovare la posizione migliore per trasmettere sempre è stato un problema serio per ogni televisione, ma a Novara la cosa era più complicata che altrove. Ne fanno testo le difficoltà dell’altra tv dell’epoca, Tele Novara International (UHF 21 e 43), che avendo installato i ripetitori sul più laico monte San Salvatore, a Massino Visconti (800 m. ca. s.l.m., sopra Stresa, in provincia di Novara, oggi VCO) aveva ottenuto come risultato di far giungere il segnale in tutta la Lomellina ma non a Novara, che veniva in gran parte scavalcata. La cupola di San Gaudenzio sembrava quindi la soluzione ideale. E lo fu, anche se divenne allo stesso tempo la causa dei guai che portarono Telebassonovarese alla chiusura. Le polemiche infatti nacquero contemporaneamente alla rete e si trascinarono per mesi, alimentate da chi considerava deturpata la linea della guglia dai pannelli trasmettitori, pur piccoli e poco visibili all’altezza a cui si trovavano. La prima testimonianza scritta di ciò un articolo de La Stampa del 22 gennaio 1978 in cui si lamentava come “il Cupolone per liberarsi dai fastidiosi ripetitori debba ricorrere addirittura al Tribunale”. E fu il pretore di Novara, dottor Antonio Baglivo, che il 6 aprile 1978 archiviò la denuncia a carico del direttore di T.B.N. Luciano D’Atri, deferito dall’Escopost di Torino per l’installazione abusiva di un ponte radio. L’ottima posizione infatti permetteva al segnale di giungere ben oltre quello che veniva genericamente definito “confine di carattere locale“, che le televisioni private teoricamente non avrebbero dovuto violare. Ma il pretore di Novara affermò ̄che non sussistevano estremi di reato in quanto mancava una normativa che delimitasse con esattezza il carattere locale entro cui era legittimo irradiare i programmi. Saltato a piari il primo ostacolo, la tv inciampò rovinosamente sul secondo: la Soprintendenza ai monumenti e alle belle arti del Piemonte. Alla richiesta della rete, infatti, l’ente piemontese aveva dato inizialmente il suo assenso alla installazione, salvo cambiare definitivamente la propria posizione nell’ottobre del 1977.
Tutto tacque fino all’inizio di maggio 1979 quando una lettera, inviata dalla Soprintendenza al comune di Novara, impose la rimozione entro 15 giorni delle antenne dalla cupola in quanto non davano “garanzie di corretto inserimento e si rilevano di disturbo al completo godimento della struttura antonelliana”. Pur aspettandosi qualcosa del genere, dal momento che la diatriba andava avanti da quasi 2 anni, i responsabili di T.B.N. si trovarono perresi alla sprovvista con il limite del 19 maggio, termine ultimo per lo smantellamento dell’impianto. La rete si era già mossa nel 1977, chiedendo al comune un nuovo sopralluogo per individuare una soluzione che non danneggiasse l’estetica del cupolone, ma da allora non c’erano stati più contatti con gli organi responsabili. Ora, di punto in bianco, avrebbe dovuto rinunciare a quella soluzione creando dal nulla un proprio impianto per una spesa prevista di 200 milioni di lire (senza pealtro garanzie di godere di un’analoga copertura, anzi con buone probabilità di una forte penalizzazione di iilluminazione), che una tv basata su pubblicità che il volontariato non poteva permettersi. Su La Stampa del 6 maggio 1979 è riportata anche una polemica politica seguita all’interpellanza di un esponente del Pdup in consiglio comunale in cui “reduce dall’audiovisione di una cronaca di Tbn in cui con opportuni ritocchi veniva risaltato il ruolo trionfante ed invincibile della dc, chiedeva l’ottemperanza immediata alla disposizione della Soprintendenza ai monumenti“. “Guarda caso“, aggiunsero a T.B.N., “due giorni dopo la risposta del Sindaco in Consiglio comunale ci è giiunta la notifica dell’imposizione”. A parte alcune voci di fusione tra T.B.N., Tele Novara e una terza emittente lombarda che non ebbero riscontro, la situazione rimase invariata fino alla fine di giugno del 1979 quando Telebassonovarese gettò la spugna e smantellò i ripetitori, di fatto decretando la propria morte.