Beppe Sala si riconferma sindaco di Milano, parafrasando il titolo di uno stupendo libro di Gabriel Garcia Marquez è stata la “cronaca di una vittoria annunciata”. Il sindaco uscente aveva infatti annunciato la sua ricandidatura il 7 dicembre 2020, giorno di Sant’Ambrogio, patrono cittadino. La sera stessa il centrodestra aveva candidato Roberto Rasia Dal Polo, civico puro, comunicatore, giornalista, non compromessa con il pessimo governo del centrodestra (e in parte del centrosinista), totalmente slegata da logiche partitiche (lo stesso Beppe Sala stima Rasia). La candidatura di Rasia è presto tramontata a causa delle lotte di potere fra i partiti di centrodestra che da allora hanno bruciato ben 32 candidati fra i quali altri due eccellenti come l’ex sindaco Gabriele Albertini e Fabio Minoli (indicato dallo stesso Albertini), persone troppo indipendenti per le logiche partitiche. Sala per sette mesi è stato in campagna elettorale e ciò lo ha favorito, oltre al fatto di essere il sindaco uscente, di avere dalla sua ben otto liste a suo sostegno, uno staff di eccellenti collaboratori, portavoce, addetti stampa e comunicatori molto bravi. Soltanto il 4 luglio il centrodestra ha deciso di candidare Luca Bernardo, non certo il migliore fra i 32 candidati (per usare un eufemismo, alcuni elettori di centrodestra lo hanno definito, il peggior candidato scelto dalla destra e dal centrodestra dal 1946 ad oggi)… Scarso feeling con i milanesi, scarsa notorietà, presenza in alcune liste a suo sostegno di candidati impresentabili, di voltagabbana, carrieristi, una serie di gaffes, la questione della pistola (e degli elettori di Sala pistola, secondo Bernardo…), mesi di svantaggio, alcuni voti disgiunti ad altri candidati sindaco, il portavoce e addetto stampa che si dimettono ed altri innumerevoli errori.
I candidati alternativi a Sala e Bernardo (erano ben 11) sono stati ben nascosti dai grandi media, vi è poi stato il disinteresse la scarsa voglia di informarsi degli elettori (sfiduciati), e l’essere sempre divisi in due fazioni, vizio degli italiani (guelfi e ghibellini, Coppi e Bartali, democristiani e comunisti, centrodestra e centrosinistra) hanno nuociuto agli undici candidati alternativi. Certo quasi tutti i candidati alternativi, pur penalizzati, hanno sbagliato (chi più chi meno) le candidature dei consiglieri (i milanesi attenti guardano ad ogni cosa), errori nelle nomina di collaboratori (addetti stampa, comunicatori, portavoce) e scarsi mezzi economici, hanno penalizzato gli alternativi. Il Movimento 5 Stelle non ottiene il quorum: Milano, città per tradizione storica moderata e produttiva, non ha mai amato gli estremisti e i nullafacenti, i pentastellati non hanno mai attecchito a Milano, nemmeno quando erano all’apice dei consensi in Italia. La storia millenaria della città ci dimostra che i milanesi preferiscono proposte concrete e un’opposizione costruttiva e leale, non demagogica e poltronara. Alcuni elettori pentastellati non hanno votato, oppure (visto che si parlava di un accordo con Sala) hanno preferito votare direttamente Sala o una delle liste a sostegno di Sala.
Anche Gabriele Mariani non ottiene il quorum e non entra in consiglio comunale, c’è sempre stata una sinistra più a sinistra di Sala (rappresentata in passato da Basilio Rizzo), lo avevo detto fin dall’inizio nel corso di un’intervista al prof. Giacomo Negri (primo della lista, ho indovinato): Mariani non è Rizzo…. Evito di spiegare (l’ho già fatto in radio e lo rifarò) perchè Mariani non è voluto intervenire nella mia trasmissione, io stesso non l’avrei voluto…
Poi vi erano altre liste comuniste (Partito Comunista, Partito Comunista dei Lavoratori, Partito Comunista Italiano, Potere al Popolo) ma Milano non è mai stata comunista (né democristiana) semmai, nella prima Repubblica era liberale e socialista. Fra tutti i candidati sindaco da me intervistati, esulando dal discorso politico (anche se qualche sconnesso mi ha dato del comunista, “definire Emanuelli comunista è come definire Vladimir Luxuria eterosessuale” ha dichiarato un ex sindaco di Milano…) il migliore come persona è stato Alessandro Pascale, che ha battuto Azzaretto.
Gianluigi Paragone ha forse sottratto alcuni voti al centrodestra e ai 5 Stelle, ma ha avuto la concorrenza di Teodosio de Bonis, e forse non aveva presente che i no vax e i no green pass non sono tantissimi a Milano. Bryant Biavaschi si è presentato come civico e ha paragonato la sua lista a Sosteniamo Milano, cosa assurda per chi ha conosciuto Sosteniamo Milano nel 2016. In privato dirò a Biavaschi le differenze abissali fra la sua lista e la mia del 2016, tanto di cappello anche a Biavaschi però. Mauro Festa (Partito dei gay) gli avevo fatto notare nel corso di un’intervista che la diaspora dei gay è peggiore di quella dei socialisti e di quella di Sosteniamo Milano, non mi risulta che persone di Sosteniamo Milano e dei socialisti (ma sui socialisti intervenga Giorgio Goggi) siano state candidate con partiti di estrema destra…
Poi ci sono Festa e Pascale però che non mi hanno mai mancato di rispetto e che non mi hanno insultato, come hanno fatto i candidati di un altro candidato sindaco (perbene), da manuale che Festa e Pascale abbiano superato altri candidati sindaco…
Infine Giorgio Goggi, una persona perbene, moderata, che ha cercato di riportare in consiglio comunale la voce dei socialisti e dei liberali che diedere alla città i più grandi sindaci della sua storia (dal 1861 al 1922 e dal 1945 al 1991). L’impresa era ardua, la questione socialista (e la diaspora) è ancora aperta, Goggi ci ha provato, un plauso a Giorgio Goggi, purtroppo ha pagato errori non suoi, candidature sbagliate (nella lista dei socialisti), molti elettori si sono spaventati, altri hanno scambiato il partito socialista per il Movimento 5 Stelle o per una formazione di destra eversiva o di sinistra estremista) oltre ad altre questioni che se vorrà spiegherò a Goggi. Un plauso comunque a Giorgio Goggi, non certo per colpa sua i socialisti non sono riusciti ad intercettare i delusi da Sala e da Bernardo. Come ho detto allo stesso Giorgio Goggi nel corso di una puntata di Passeggiando per Milano citando Gino Cassinis (Rettore del Politecnico e grandissimo sindaco di MIlano): “un sindaco, o un candidato sindaco, può fare miracoli ma non può alzare di un millimetro lo spessore intellettuale politico e culturale dei suoi consiglieri e dei suoi candidati”. Poi qualche fanatico invasato mi ha dato del comunista perchè intervistavo Alessandro Pascale, e un altro sedicente socialista mi ha minacciato perchè intervistando Filippo Barberis ho detto che egli avrebbe preso più voti lui da solo della lista socialista…. (qui ho sbagliato, però sommando i voti di Barberis a quelli di Diana De Marchi, altra mia intervistata ci si avvicina al risultato della lista socialista…)
Dopo avere parlato degli sconfitti un accenno ai vincitori. In primis l’astensionismo: tanti milanesi erano spaventati da Luca Bernardo e dalla coalizione a suo sostegno ma altrettanti era fortemente delusi da Beppe Sala, il sindaco lo tenga presente, ascolti di più la gente ed eviti alcuni errori fatti sia dal 2016 (non ascolto e non rispetto di alcune promesse) che, soprattutto, dal covid in poi. Diciamo che Beppe Sala e i suoi avevano maggiori fedelissimi disposti a votare a sinistra anche se delusi, cosa che non hanno avuto Bernardo e i candidati di centrodestra. Alcune liste minori e candidati sindaci minori, pur oscurati dai media, pur non esenti da errori, hanno fatto miracoli, continuano a ringraziarmi, non so perchè, io ha dato in radio solo voce “a chi voce non aveva e non ha”. Un altro vincitore è un ragazzo il quale, pur non avendo la sua lista il quorum, nel suo Municipio è riuscito ad ottenere più voti di preferenza lui da solo che tutti gli altri candidati della sua lista messi assieme… Un mito questo ragazzo, cresciuto in quel di Baggio, sul quale ho ironizzato dapprima con la canzone del compianto Leone di Lernia, Baggio, poi con autoironia. Sia chiaro ironico nei miei confronti non di quelli del ragazzo che merita. Dicevo, scherzando che se Caligola aveva nominato senatore il suo cavallo, Silvio Berlusconi alcuni miracolati, e Beppe Grillo Vito Crimi e Gigino Di Maio, io sono riuscito a fare arrivare primo questo ragazzo, che, credetemi, fosse stato eletto avrebbe lavorato molto meglio di Crimi e di Di Maio… Alla prossima tornata elettorale (avrà 30 anni) lo candidiamo sindaco…
Il vincitore incontrastato però è lui: Beppe Sala. Non ha alzato mai i toni, ha sopportato tutti gli attacchi violenti che gli venivano da destra (ma non solo), e pare abbia anche gradito alcune critiche costruttive rivolte a lui in maniera civile e democratica, oltre che a cogliere l’ironia (dono di pochi sapere cogliere l’ironia). Il 57,72% è una vittoria incontrastata, siamo lontani dalla risicata vittoria del 2016 (una leggenda metropolitana fino a poche settimana fa sosteneva che qualcuno fece perdere Stefano Parisi, o vincere Beppe Sala). Stavolta la vittoria è incontrastata, non si tratta di poche migliaia di voti, se poi qualcuno, infastidito dagli attacchi che alcuni candidati di una lista alternativa ponevano alla sua persona, abbia spinto alcuni (pochi o molti che siano) a votare Beppe Sala, questo è ininfluente: che differenze passa fra vincere con qualche decimale in più o in meno?
Auguro buon lavoro al sindaco Sala, e gli ricordo che troverà qualche oppositore leale e costruttivo anche fuori da Palazzo Marino, non è necessario essere eletti o candidati per fare un’opposizione (o una collaborazione) leale e costruttiva. Buon lavoro signor sindaco, si ricordi di essere il sindaco di tutti i milanesi e non solo di una fazione politica.
Mercoledì e giovedì su Radio Hemingway puntata di commento alle elezioni milanesi su Radio Hemingway alle ore 20 con tutti i candidati sindaco e consiglieri (eletti o non eletti) che ho intervistato nel corso del mese di settembre, coloro che parteciperanno, molti mi hanno scritto, altri no, beh c’è sempre qualcuno che non sa perdere. Mi riservo di agire per vie giudiziarie nei confronti di due candidati in una lista di un sindaco perdente (perbene).
Chi volta el cu a Milan volta el cu al pan (detto popolare milanesei)
Vai povero untorello non sarai tu a spianar Milano (Alessandro Manzoni)
Gran bella cosa sarebbe il socialismo se non ci fossero i socialisti (Filippo Turati)
Se qualcuno pensa di spegnere la voce che mai nessun regime ha spento, si sbaglia di grosso (Angelica Balabanoff)
Il destino cinico e baro (Giuseppe Saragat)
Mercoledì 6 ottobre verso le ore 13 sarò in onda su Radio Blu Italia con L’angolo della scuola, il mio format storico. Con la prof.ssa Giuliana Nuvoli parliamo di letteratura, scuola e perchè no? Anche di politica, socialismo, liberalismo, riformismo e anarchismo. Replica sabato 9 ottobre alle ore 22,30 su Radio Hemingway (www.radiohemingway.net)