Nel corso di un’intervista con Paolo Francisci per il mio libro L’avventurosa storia della radio pubblica italiana dalle origini ai nostri giorni, oltre a parlare di Supersonic e delle altre trasmissioni realizzate da Francisici, abbiamo anche parlato del GR2 e di Gustavo Selva.
«Tutti restiamo legati al ricordo di una persona negli ultimi anni. Gustavo – ha ricordato Francisci – ha commesso degli errori, ma quando fu direttore del GR2 mi lasciò totale libertà, è stato un grande direttore. La concorrenza con il Gr1 di Sergio Zavoli ci spinse a fare del nostro meglio»
Ecco alcune note biografiche su Gustavo Selva, per il resto rimando ai due volumi che usciranno dopo l’estate.
Gustavo Selva nacque ad Imola il 16 agosto 1926, inizio l’attività giornalistica con il quotidiano cattolico bolognese L’Avvenire d’Italia, nel 1953 si trasferì a Roma come giornalista parlamentare, collaborò con l’Agenzia Giornalistica Italia (AGI). Nel 1960 entrò in Rai inizialmente fu corrispondente da Bruxelles, successivamente venne mandato a Vienna, quindi a Bonn. Rientrò a Roma e fu nominato caporedattore del Tg unificato e conduttore dell’edizione delle 13,30, dal 1975 al 1981 fu direttore del GR2, per il suo acceso anticomunismo, venne soprannominato dai comunisti Radio Belva. Sulla sua esperienza al GR pubblicò due libri: Radio Belva e Cose dette da Radiobelva. Gli ultimi editoriali del GR2. Fra gli altri libri pubblicati da Selva ricordiamo: Aldo Moro. Quei terribili 55 giorni, La moglie di Cesare, Senza guinzaglio, Comunismo da non dimenticare, Il martirio di Aldo Moro.
Nel 1984 Gustavo Selva fu eletto eurodeputato nelle liste della Democrazia Cristiana fu vicepresidente della Commissione Cultura, gioventù e informazione, nel 1994 venne eletto nelle liste di Alleanza Nazionale, riconfermato alle successive elezioni, quindi fu Senatore sempre per AN, nel 2007 passò con Forza Italia. Morì a Terni il 16 marzo 2015.