Esiste ancora il Psi? era il titolo di un mio volume sulla storia del Partito Socialista Italiano nato nel 1892, il più antico partito d’Italia secondo gli storici, mentre alcuni tuttologi, leoni da tastiera sostengono siano altri i partiti più datati. Il Psi, partito al quale sono legate le più grandi riforme i difesa dei lavoratori della storia italiana (erroneamente attribuite al Pci che non ha mai fatto nulla se non urlare in piazza, e infatti molti ex elettori comunisti sono passati da osannare Berlinguer ad osannare Giorgia Meloni, da Tso…) esiste ancora. Dal 1994 con l’avvento della seconda Repubblica vi è stata una diaspora che ha visto i socialisti collocarsi o votare tutti i partiti della seconda Repubblica, fanno eccezione i pochissimi socialisti della corrente anarchico socialista (corrente di minoranza in un partito di minoranza) che dal 1994 ad oggi o si sono astenuti (da buoni anarchici) o hanno votato qualcosa che lontanamente, ma solo lontanamente, assomigliava al vecchio partito socialista. Con molto dispiacere ho constatato che a Milano (culla del riformismo e fautrice di gradi riforme cittadine) il partito è ormai ridotto a percentuali da prefisso telefonico, e così in altre realtà. Fa eccezione la Campania, forse grazie al segretario nazionale Vincenzo Maraio, dove in diverse realtà locali il partito è arrivato all’8%. Ora i socialisti si presentano alle elezioni campane con la lista Avanti Campania. La lista Avanti Campania, che il Psi ha promosso, sarà aperta, inclusiva di un’area riformista ampia, luogo di incontro tra liberali, laici e cattolici e soprattutto di energie nuove a partire dal mondo dell’associazionismo e del lavoro. Spero di potere intervistare il candidato capolista, fedele al mio motto “piccolo è bello”, “contro i duopoli televisivi, mediatici, politici ecc.”.





