Giorgio Aiazzone
IL RE DEL MOBILE, IL RE DELLA VENDITA IN DIRETTA
di Massimo Emanuelli
(da Millecanali)
Giorgio Aiazzone nacque a Tollegno Brivio, in provincia di Biella il 3 aprile 1947, figlio di Mario Giuseppe un artigiano intagliatore, che si era messo a far banchi sedie ed armadi. Giorgio diplomatosi geometra Giorgio iniziò ad occuparsi personalmente delle vendite, dando all’attività commerciale del padre un’impronta di notevole sviluppo. “Fu lui – ha ricordato la sorella Enrica – a pubblicizzare il negozio famigliare in tutti i negozi della città”. Giorgio si sposò con Rosella Piana, figlia di un industriale biellese, nella seconda metà degli anni ’70 intraprese una piccola attività artigiana nel settore dei mobili. Tre figli Elisabetta (1972), Marcello (1976) e Giorgia (1978), Aiazzone si dedica alla famiglia e al lavoro. La sua piccola azienda cresce ogni anno e già nella seconda metà degli anni ’70 passa dalla fase artigiana a quella della media impresa, l’età media dei collaboratori è di 25 anni, “di ogni assistente – ricorda sempre la sorella – dal venditore al semplice operaio, Giorgio seppe diventare amico: così, spesso, i ricordi si trasformavano in mix di privato e di vita lavorativa”. Già all’inizio degli anni ’70 Aiazzone aveva informatizzato la sua azienda, e aveva iniziato a fare pubblicità sui giornali locali e nelle sale cinematografiche. Gran lavoratore, sempre presente nella sua azienda, si sentiva poco artigiano e molto artista Aiazzone sceglie di fare pubblicità su Telebiella, diretta da Peppo Sacchi, ma poi decide di andare oltre il locale. Da Telebiella (che secondo alcuni storici della tv sarebbe poi stata acquistata dallo stesso Aiazzone, ma Peppo Sacchi ha categoricamente smentito tale voce), Aiazzone passa ad altre emittenti locali del nord Italia: Telecity, Antenna 3 Lombardia, Telemilano58, per finire nell’intera penisola. Primantenna, TeleCupole, TeleNord Genova, TeleGenova, Quarta Rete, Rete Canavese, Rete Saint Vincent, TeleStudio, Globo, Canale 54, Canale55, TelesiciliaTelespazio Calabria, Telecolor Catania, Videolina, TeleRadioCittà Bianca di Ostuni e il network nazionale Rete A. E proprio negli studi di Rete A venivano registrate 40 ore alla settimana, dalla mattina fino a sera inoltrata. “Esci dall’autostrada a Carisio, un mare di cartelli ti porterà fino a Biella”, “gratis un architetto a casa vostra per il vostro arredamento”, “Aiazzone per i mobili è il massimo”, Aiazzone infila una serie di slogan di successo e di formule di acquisto. A contribuire alla fortuna ci furono anche gli slogan e i testimonials scelti personalmenteda Aiazzone: Giusy la ragazza che presentava il leprotto Milcaro, Dino Crocco, Walter Carbone, Fausto Banino, Massimo Nardi, Enzo Baldon, Silvia Donadoni. Nel 1980 vi è il primo collaudo del “regalo senza obbligo d’acquisto”, un orologio da polso, nasce il leprotto Milcaro, un pelouche che in televisione, dagli schermi di Telecity invitava gli spettatori ad andare a comprare al Mobilificio, il leprotto veniva regalato senza obbligo di acquisto, il sabato pomeriggio un giovanotto travestito da Leprotto Milcaro attendeva i visitatori, in particolare i bambini, fuori dal negozio, e faceva spettacolo. Fra il 1982 e il 1983 nascono i network e Aiazzone punta su di essi e su un uomo, Guido Angeli, che si rivelerà testimonial vincente. Nonostante avesse scelto di mandare in onda la propria pubblicità (di li a poco sarà coniato il termine televendita) su altre emittenti, Guido Angeli (testimonial di Aiazzone) continua a registrare gli spot, poi mandati in onda su altre emittenti, a Telebiella.
http://www.youtube.com/watch?v=ZZSjSk7xRGA&feature=related
http://www.youtube.com/watch?v=P8wx5WD2O_
A metà degli anni ’80 il periodo pionieristico delle mille antenne è terminato, vi è già il duopolio Rai-Fininvest, la “torta degli ascolti” fra Rai e Fininvest costringe le altre reti a sopravvivere a colpi di televendite, nel marasma vi sono maghi, pentole, diete dimagranti, “colpi grossi”, ma qualcosa fa breccia nell’immaginario degli italiani: il mobilificio Aiazzone con il suo celebre imbonitore Guido Angeli: “mi raccomando quando arrivate al mobilificio dite che vi ha mandato Guido Angeli: provare per credere”. E la scritta Aiazzone al sabato la grande festa. Nelle immagini si vedono camion che arrivano a Biella, la cittadina piemontese (nota anche per la prima emittente privata italiana) diventa meta turistica grazie ad Aiazzone che porta nel suo mobilificio molti italiani, con tanto di giro turistico in città. “Aiazzone, Aiazzone, per i mobli è il massimo”, è uno degli slogan lanciati da Guido Angeli, Ma molte sono le scelte vincenti come quella di offrire una cena ai clienti. la creazione del cartone animato Lallo il Castoro del Canadà che diceva: “Aiazzone, Aiazzone saggia decisione”. Nasce la Città del Mobile, un imponentissimo edificio, viene aperta una succursale a Calenzano, in provincia di Firenze, quindi ne nascono altre in diverse città italiane. Nel giro di pochi anni Aiazzone costruisce un impero (160 dipendenti e 60 miliardi di fatturato a metà degli anni ’80) e diventa il venditore di mobili più famoso d’Italia, compra le frequenze di TeleMontepenice , rileva Trm2 (l’ex Telemilano2), il canale 48 (strategico perché in grado di raggiungere chiaramente Milano città, Lombardia e parte di Veneto ed Emilia) e inizia la scalata a una decina di emittenti, da lui rilevate, che iniziano a mandare in onda, a partire dalle dieci del mattino, monoscopi con la scritta Aiazzone. Quindi diede vita a Globo consorzio che raggruppava storiche emittenti come Televisione Commerciale Italiana (Tci), Televaltellina, Tvr Rovereto, Teletorino, Alassio Rete Azzurra, quindi fu la volta di Gat (Gruppo Televisivo Aiazzone). Aiazzone continuò comunque a fare pubblicità anche su emittenti non di sua proprietà ma con le quali aveva sottoscritto contratti pubblicitari in esclusiva: Rete A e Telecity, in primis. Aiazzone inventò la formula dell’esclusiva merceologica: dietro il pagamento di un supplemento di prezzo si assicurò presso le emittenti l’esclusiva per il settore arredamento, con il conseguente oscuramento mediatico dei suoi concorrenti. Aiazzone fu anche l’unico mobiliere ad accedere ai canali Rai e Finivest. Aiazzone aveva anche progettato la costruzione di un enorme edificio di 15.000 metri quadrati a Verrone, a pochi chilometri da Biella La città del mobile, nel 1985 a pochi anni dall’inaugurazione, tale struttura era diventata insufficiente ed obsoleta e Giorgio pensava ad un nuovo magazzino di 50.000 metri quadri con annessa mega-esposizione. Grazie ad Aiazzone e a Peppo Sacchi cambiò la mentalità biellese: fino a quel momento si era considerati soltanto se si lavorava nel settore tessile, Biella diventa una città diversa grazie ad Aiazzone e a Telebiella. Un suo ex collaboratore, che mi ha chiesto di mantenere l’anonimato, mi ha confidato che Aiazzone era un decisionista, curava lui stesso tutte le strategie, a noi collaboratori ci lasciava il ruolo di yes-man, non avvalse mai di agenzie pubblicitarie. Fu lui ad inventare gli spot, le promozioni e i mille trucchetti che ogni giorno drenavano a Biella da tutta Italia potenziali acquirenti. Il chiodo fisso di Aiazzone era quello di far diventare Biella una zona turistica, con più esercizi aperti (compresa l’esposizione) la domenica, e i pellegrino diretti al Santuario d’Europa che si innamorano di divani e camerette. Aiazzone non voleva apparire il re dei mobilieri, piuttosto amava definirsi “il re della vendita in diretta” o “il boss della pubblicità”. Del laboratorio da falegname e dei suoi attrezzi in realtà conosceva poco o nulla, i suoi salotti e le sue cucine saranno stati fatti anche di “pesce azzurro” come insinuavano molti nemici, ma lui sapeva venderli. “Poi, se dico che è noce, è noce, state tranquilli” diceva ai clienti che andavano a frotte nel centro sulla tangenziale di Biella. Aiazzone aveva comprato terreni adiacenti alla Città del Mobile sui quali costruire una specie di Gardaland, per fare divertire grandi e piccini. Nel 1985 furono circa 70.000 le persone che visitarono il mobilificio. Un altro progetto fu quello della Villa Reda, lussuosa dimora nel centro di Biella, che sarebbe diventata la sede del Credito al Consumo, una specie di Banca Aiazzone, che avrebbe operato attraverso una nuova società costituita ad hoc per trattare direttamente l’erogazione del credito alla clientela. Giorgio Aiazzone fu anche sponsor del Seregno Calcio.
Aiazzone aveva la passione degli aerei, amava molto partire all’improvviso per passare qualche ora al mare o in località turistiche, coinvolgendo spesso amici e famigliari. Tale passione gli risulterà fatale, quello del 6 luglio 1986, fu l’ultimo volo del “re dei mobili”. Nella mattinata del 6 luglio 1986 aveva noleggiato un Piper dalla compagnia di aereo-taxi Ali-Genova, di cui l’industriale biellese era cliente abituale, destinazione Versilia, dove Aiazzone aveva una villa a Forte dei Marmi. Dopo avere trascorso il pomeriggio in Versilia, Aiazzone e la sua amica erano tornati al piccolo aereoporto di Massa Carrara Cinquale. Il pilota, prima di partire, aveva verificato le condizioni metereologiche. Bollettino sfavorevole: una perturbazione di notevole entità si stava formando proprio su Piemonte e Lombardia. Pilota e passeggeri si consultarono sul da farsi, finchè alle 19,45 decisero di partire comunque. Alle 20,45 di domenica 6 luglio 1986 su gran parte di Piemonte e Lombardia pioveva a dirotto, un nubifragio violentissimo. A Sartirana, paesino della Lomellina, era appena tornato il sereno, quando un fulmine solcò verticalmente il cielo, centrando un piccolo aereo da turismo. Il pilota comunicò il suo piano di volo e decollò, l’atterraggio era previsto dopo poco più di un’ora all’aereoporto di Verrone in provincia di Vercelli. Trascorso però un quarto d’ora dal decollo, il pilota si rese però conto che il volo presentava forti rischi, si mise in contatto con il centro regionale del controllo aereo di Linate e chiese assistenza. L’ultimo messaggio, il piano di volo venne modificato, ma tutto fu invano. Giorgio Aiazzone morì nel cielo di Sartirana domenica 6 luglio 1986 in un incidente aereo. Il suo Piper colpito dal fulmine si disintegrò, con lui persero la vita l’amica Clelia Allegretti, moglie del suo notaio e magistrato a Biella, e il pilota Giacomo Cravera Ramella. L’aereo esplose precipitando sull’abitato e sulla ferrovia, mentre i corpi dei passeggeri e del pilota vennero catapultati a centinaia di metri di distanza. Uno spettacolo raccapricciante: c’erano brandelli umani ovunque, sul selciato, sugli alberi, sulle case antistanti: “Ho sentito un rumore d’aereo, poi uno scoppio. Un sibilo come di un siluro e qualcosa che si schiantava qui davanti, sul cancello della mia ditta” così raccontò l’artigiano Giuseppe Pisani, testimone del tragico evento. Quel “qualcosa” che si andava ad infrangere sulle inferriate, spargendo pezzi dilaniati tutto intorno era il corpo dell’industriale.
Morto Aiazzone l’azienda venne rilevata dalla moglie, il gruppo televisivo Gat vivacchiò per un anno poi venne venduto a Giorgio Tacchino che fece partire così Italia7. Il mobilificio proseguì invece con gli eredi la propria attività con i suoi undici punti di vendita e, seppur un po’ appannato, nonostante le difficoltà e le vicissitudini seguite alla tragica scomparsa del fondatore, ha continuato a lavorare, pur con minore visibilità. Nel 2002 anche i mobilifici sono stati ceduti dagli eredi Aiazzone al gruppo Semeraro.
Cosa rimane ancora oggi di Aiazzone? “Provare per credere”, le tre parole pronunciate da un ammiccante Guido Angeli, che hanno permesso all’Italia intera di conoscere il mobilificio Aiazzone di Biella. Il mobilificio che invitava i clienti a scegliere camere da letto e cucine per poi pranzare con gli architetti. Primo clamoroso esempio di telepromozione vincente. “Giorgio Aiazzone ha insegnato a tutti come vendere i mobili” ha dichiarato Renato Semeraro, Presidente e amministratore unico dell’azienda concorrente che nel 2002 ha rilevato lo storico marchio biellese.
“La mia vita? Uno spot sensazionale o un titolo a tutta pagina. Fate voi” aveva detto nel corso di un’intervista e aveva aggiunto: “il mio segreto? Stupire, scocciare, farmi odiare, fare sempre boon, giorno e notte, martellando il potenziale cliente fino a conquistarlo”. Se Biella è uscita da un certo provincialismo, se è diventata nota in tutta Italia (e non solo) come capitale dei mobilifici al punto da fare concorrenza alla Brianza, se la città che veniva definita “la città della lana” ha aumentato a sua produttività industriale, il merito è indubbiamente di Giorgio Aiazzone.
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