TeleBiella

TELEBIELLA, LA PRIMA TELEVISIONE PRIVATA ITALIANA

di Massimo Emanuelli

E TUTTO COMINCIO CON TELEBIELLA

Correva l’anno 1971, un regista della Rai e della Televisione Svizzera Giuseppe Sacchi, per gli amici Peppo, famoso per i suoi programmi musicali e non, ma anche per non avere peli sulla lingua (è la sua caratteristica anche oggi, e ciò non può che fargli onore) da inizio alla straordinaria avventura delle televisioni private in Italia. Fino a quel momento c’era stata solo la Rai (due canali in bianco e nero, il colore arriverà parzialmente soltanto nel 1976 e integralmente all’inizio degli anni ’80).

All’inizio degli anni ’70 in alcune zone d’Italia si potevano vedere alcune emittenti televisive straniere (la Televisione della Svizzera Italiana,TeleCapodistria, emittente in lingua italiana della Jugoslavia, TeleMontecarlo, emittente del Principato di Monaco e l’emittente francese Antenne2), ma nessuno aveva pensato di dare vita ad una televisione alternativa alla Rai. Una legge del 1924 stabiliva il monopolio dell’Eiar (Ente Italiano Audizioni Radiofoniche) per la messa in onda delle trasmissioni radiofoniche per un cinquantennio, convenzione che era stata allargata anche alla televisione con l’inizio degli anni ’50.  Il monopolio della Rai (nuovo nome dell’Eiar col secondo dopoguerra) stava per scadere. L’articolo 21 della nostra Costituzione stabiliva (e stabilisce) che ogni cittadino ha il diritto di esprimere le proprie idee con qualunque mezzo e quindi anche con la tv. Da questo presupposto parte  Peppo Sacchi,, per dare vita al favoloso mondo della tv privata italiana.

Si racconta che l’intransigente Peppo Sacchi abbia lasciato il suo posto in Rai per non cedere a pressioni politiche e disgustato dai comportamenti di taluni dirigenti milanesi e che quindi decise di fare tutto da sè.

Qualcuno sostiene che la prima trasmissione via sperimentale risale addirittura al 24 dicembre 1967, altri posticipano la data di tre anni e mezzo. Nell’archivio di Telebiella c’è ancora un video storico: 20 aprile 1971 Ivana Ramella, moglie di Peppo Sacchi annuncia: “da questo numero il nostro videoinformatore inizia la sua pubblicazione periodica con scadenza settimanale, verrà presentato al pubblico il sabato, il lunedì e il martedì, con edizioni speciali sportive la domenica”.  L’1 maggio 1971 viene registrata la testata in Tribunale, atto n.171 del 1971 per la precisione.

http://www.youtube.com/watch?v=0d4sGppjZ5I&feature=related

Sacchi, in Rai e alla Tv Svizzera ha fatto di tutto, ha un’incredibile dimestichezza e padronanza con le apparecchiature, da qualche tempo dal Giappone sono arrivate incredibili novità tecnologiche e Sacchi acquista un videoregistratore portatile da un quarto di pollice dell’Akai, inizia a filmare partite di calcio, comizi elettorali, feste di paese. Poi la sera tutti al bar della piazza, il bar Fortunio, uno dei più famosi della città;  sotto gli archi, per vedere le facce, i goals, le ragazze di quartiere. La voce si sparge in poco tempo e il bar è fin troppo piccolo, la gente resta fuori protestando. Si capisce allora che c’è tanta voglia di “locale”, di cose semplici e di casa nostra. Il problema dunque non è cosa registrare, ma come far vedere tutto questo al bar e alla gente a casa. A dare l’idea a Sacchi è Enzo Gatta, uno che aveva trascorso buona parte della sua vita a riparare apparecchi televisivi.  Visto che non si possono trasmettere via etere quelle immagini, la legge lo proibisce esplicitamente, trasportiamole di cavo in cavo, di casa in casa, di televisore in televisore, ci vorrà un pò di tempo ma tutto è perfettamente legale e potrebbe anche diventare un businness.  Biella è una città ricca, ricca anche di imprenditori, e il sogno di Peppo trova molti amici pronti anche a collaborare.  Anche le istituzioni all’inizio sembrano dargli una mano. Le trasmissioni regolari di Telebiella iniziano il 15 dicembre 1972, allo scadere della convenzione fra lo Stato italiano e la Rai per la concessione dei servizi radiotelevisivi. La prima sede è uno scantinato in via XX Settembre a Biella.

Un paio di minitelecamere, un paio di miniriflettori per illuminare il volto degli annunciatori, un registratore delle immagini, un cavo per collegare la sede con un televisore collegato con la vetrina di un negozio del centro. I soldi per fare la televisione sono arrivati dai soldi di Sacchi e dei suoi amici (qualcuno mi ha raccontato che fra i finanziatori vi fu anche l’Unione Industriali di Biella, ma Sacchi ha categoricamente smentito: “semmai erano alcuni piccoli e medi imprenditori che decisero di investire singolarmente sulle pubblicità). Altri proventi derivarono dalla pubblicità: da tre a cinque minuti inseriti in ogni trasmissione, qualcuno ha parlato di 2.000.000 di costo per singolo spot, ma Sacchi non ha mai confermato tale cifra. Altri giunsero dagli allacciamenti per cui era richiesto un contributo variante da 5000 a 20.000 lire, a seconda della distanza dalla stazione televisiva. I proventi servivano comunque a coprire le spese vive poichè, come ho scritto sopra, chi lavorava a TeleBiella era volontario, solo successivamente iniziarono ad essere retribuiti conduttori, registi, operatori ecc.  Nel 1973 3000 metri di cavo trasportavano i programmi agli apparecchi installati nelle strade e in piazza, sotto la galleria, in bar, ristoranti o abitazioni private. Sacchi auspicava il raggiungimento dei collegamenti con 5000 apparecchi e 20.000 spettatori.

Telebiella in breve si attrezza con studi e telecamere, personaggi della politica e dello spettacolo fanno a gara per partecipare a dibattiti e a programmi vari. Certo siamo agli inizi, la qualità del segnale lascia molto a desiderare, così come le immagini e l’audio, ma la Rai di allora non offriva di meglio.
Telebiella ospitava poeti dialettali, cantanti e politici locali (che presto abbandonarono le loro iniziali diffidenza): ” anche se eravamo una piccola cosa – ricorda Peppo Sacchi – chi veniva nel nostro studio si comportava come se era al Teatro delle Vittorie”. Per un attimo il pubblico si sente protagonista, non ha importanza se lo guardano 1000 o 10000 persone.

Le annunciatrici erano Ivana Ramella, moglie di Sacchi e Ivana Ravetti, una bella ragazza biellese, Franco Bonino, un rappresentante di wisky e champagne fu il primo conduttore maschile. Fra i registi, oltre al già citato Enzo Gatta e a Peppo Sacchi, c’erano anche Adriano Gandolfo e i cameraman Piergiorgio e Bruno. Fra i programmi un quiz in onda il sabato sera, basato esclusivamente su argomenti biellesi, CAMPANILE IN BARCA un gioco a premi fra squadre diverse (tutte della provincia di Biella), il gioco si richiamava al mitico CAMPANILE SERA della Rai, con gare sportive e giochi vari veniva proclamata la squadra vincitrice. Altro pezzo forte di Telebiella era lo sport della domenica, natualmente anche in questo caso grande spazio al locale. A volta in sovraimpressione compariva la scritta “avviso ai telespettatori: per motivi di manutenzione il segnale esce a potenza ridotta. Se volete trasmettere film, super8 telebiella sacchi tortoraa Telebiella telefonateci al 34.687″. Cantanti, musicisti ecc. partecipate alle nostre trasmissioni. A dar man forte a Peppo Sacchi arrivarono Bruno Lauzi, Enzo Tortora (amici personale di Sacchi allora esiliati dalla Rai) e Beppe Recchia (vicino di casa di Peppo Sacchi).

TeleBiella anticipò la “voglia di locale”, dal 1970 erano state istituite le Regioni (previste dalla Costituzione), e in alcuni consigli regionali (come ad esempio quello della Lombardia e del Piemonte) si era discusso sull’avvento di una rete Rai regionale che si occupasse di informazione, cultura e programmi locali. TeleBiella anticipò Rai3 che nascerà nel 1979 come rete regionale, ma che durerà lo spazio di un mattino, già negli anni ’80 da rete regionale diventerà rete di “area Pci”. Sacchi invece con Telebiella, come si legge in PEPPO SACCHI: CREPUSCOLO DELLA TV ROMANZO-DOCUMENTO SULLA STORIA DI TELEBIELLA, voleva dar voce all’Italia “delle province, delle culture diverse. L’Italia dei cittadini onesti, tartatassati, sfruttati, sottomessi”.

Sacchi ricorda che Telebiella poteva pagare ben poco, date le scarse risorse finanziarie disponibili, si economizzava su tutto. In effetti vedendo ad anni di distanza alcuni programmi di Telebiella ho notato che vi erano pochi effetti luminosi, nessun confronto con “mamma Rai” che sfornava programmi ricchi e patinati. Telebiella con poveri mezzi dovette quindi focalizzare l’attenzione sulle novità. La prima fu il pubblico presente in studio. Mentre il pubblico dei programmi Rai era quello che stava in studio immobile, irrigidito, incartapecorito, quasi una sfilata di cadaveri con il vestito della festa, docili agli ordini degli assistenti di studio, il pubblico di Telebiella era tutt’altra cosa: arrivava negli studi di XX Settembre a piedi, con la maglietta e magari in ciabatte (niente giacca e cravatta) e si divertiva moltissimo. Il pubblico stesso suppliva alla carenza di scenografia, diventando esso stesso scenografia, trasformandosi in protagonista del programma stesso e non, come era accaduto in Rai fino a quel momento, un fruitore passivo.

greggio telebiellaAltra novità di Telebiella fu quella delle ragazze che apparivano negli spettacoli:  belle e prosperose, allegre, sgargianti, generose, il tipo di ragazza che poi verrà usata da DRIVE IN. Altro pezzo forte erano i comici, molti dei quali mossero i primi passi artistici nell’emittente di Sacchi.  A Telebiella, tanto per fare un nome, passò Ezio Greggio, sia per ragioni di vicinanza geografica (è nato a Cossato in provincia di Biella) sia perchè la sua comicità non era apprezzata in Rai. Greggio qualche anno dopo, prima di passare in Fininvest, darà vita a un’emittente radiofonica in Piemonte.  Ma intanto Greggio si esibisce in quel di Cossato, suo paese natale, in spettacoli di piazza. Un giorno Greggio chiama al telefono Telebiella, dal centralino rispondono e comunicano a Sacchi: “ha telefonato un certo Greggio ha detto che domani si esibirà a Cossato in piazza, uno spettacolo di imitazione all’aperto, ha preannunciato che oltre alle sue imitazione avrebbe parlato di Telebiella,,,”  Era un palcoscenico improvvisato quello della piazza di Cossato, sormontato da una scenografia squallida, che ricordava le recite negli oratori parrocchiali   Le lampade buttavano fasci disordinati di luce sui personaggi, schiaffeggiandoli senza rispetto, deformandone i lineamenti”. La sera successiva il giovane Greggio sparò battute, barzellette, imitazioni. Si agitava instancabile e parlava, parlava, parlava, nononstante non usasse pause, non calibrasse i tempi, andò in onda la sera successiva su Telebiella che era nata anche per dare spazio come questi.

http://www.youtube.com/watch?v=fpGWEVd8Apw

Telebiella proponeva anche giochi a premi, molto diversi da quelli della Rai.  “La Rai – ricorda Peppo Sacchi – dava premi consistenti in gettoni d’oro, noi non potevano. Noi avevamo pubblico, conduttori e registi che avrebbero pagato (invece di essere pagati come accadeva in Rai) per intervenire in Rai, ma non chiedemmo mai un soldo, la partecipazione è sempre stata gratuita. Chi vinceva i giochi aveva dei premi messi a disposizone da sponsor.”

A Telebiella infine c’erano i dimenticati, gli esiliati, gli epurati, i sottovalutati dalla Rai. Enzo Tortora fece da testimonial alla rete, poi arrivarono Daniele Piombi, Memo Remigi, Anna Maria Rizzoli, Ugo Zatterin, la regista Carla Ragionieri, Febo Conti, Bruno Lauzi e altri. “Bruno Lauzi – ricorda sempre Sacchi – era un mio vecchio amico, lo avevo conosciuto in una vecchia edizione del Cantagiro di cui ero regista. Lauzi venne a Telebiella e mi disse: voglio fare qualcosa con te, ho in testa una trasmissione. Gli diedi carta bianca e nacque LE CANZONI CHE NON SI CANTANO PIU’ IN TELEVISIONE, sei puntate, con grandissimo successo. Lauzi fu il primo a opporsi contro la Rai: anche Lauzi, uomo che pure lui dice “pane al pane e vino al vino” dichiarò: in Rai mi dicono che io faccio una tv cretina, ma qui a Telebiella posso cantare ciò che voglio”.  Anche lo scrittore e regista Mario Soldati, esiliato dalla Rai, si divertiva ad intervistare Peppo Sacchi a Telebiella.  C’era infatti la voglia di divertirsi, di fare a Telebiella quello che non si poteva fare in Rai. La scenografia era fatta con tendine, con librerie, con mobili casalinghi, ma il pubblico la apprezzò moltissimo: a Telebiella finalmente erano rappresentate le cosiddette piccole facce, cioè le realtà piccole, le realtà famigliari, le realtà di quartiere, cittadini, che anche attraverso il racconto del quotidiano, attraverso la cronaca, entreranno a pieno diritto nel quotidiano televisivo. I volti noti dell’emittente (oltre ai già citati Adriana Ramella, Adriana Ravetti e Franco Bonino) erano Fausto Angelico e Adriana Delmastro. In totale a TeleBiella fra conduttori, giornalisti, tecnici, registi, e impiegati lavoravano una ventina di persone, tutti volontari. Anche Diego Della Palma e Fatma Ruffini (poi dirigente Mediaset) proposero a Telebiella una trasmissione a puntate per spiegare alle signore come ci si trucca.

Anche l’informazione era un punto forte: dal 1973 Telebiella inizia a fare un telegiornale della durata di 45-50 minuti, sei giorni su sette: il Tg Biella iniziava alle 19,30-19,40 (anche in questo TeleBiella anticipò la Rai: il Tg3 regionale inizierà infatti nel 1979 proprio alle 19,30-19,40).

Lavorano al tg e nella redazione sportiva Gianni e Mario Papa, che poi fonderanno Tele Iblea. Il sabato alle 10 andava in onda un rotocalco settimanale in diretta, che per i biellesi era ormai diventato un appuntamento fisso tradizionale, come la Santa Messa.  Sacchi inoltre inventò il talk-show ancora prima di Maurizio Costanzo e la sua BONTA’ LORO. Altro scoop giornalistico fu un’intervista di Enzo Tortora realizzata per Telebiella con Edgardo Sogno (il leggendario capitano Franchi), allora ricercato e scappato in Svizzera, quando l’Ansa la lanciò, la notizia fece subito il giro delle redazioni: “Telebiella intervisterà in diretta Edgardo Sogno”.  Scovato nel suo rifugio l’ex comandante partigiano si confida con Enzo Tortora difendendosi dalle accuse mossegli dal magistrato Luciano Violante. “La piccola emittente piemontese – annunciava l’Ansa – ha scovato il presunto golpista al quale danno la caccia cronisti e forze dell’ordine”. I cronisti iniziano ad arrivare a Telebiella in tarda mattinata per avere notizie su Sogno, ma arriva anche la polizia a Telebiella… Altri personaggi intervistati furono un certo Salvatore Francia che voleva rifondare il Partito Nazionale Fascista e Frate Mitra: “a un certo punto – ricorda ancora Peppo Sacchi – ci accusarono di essere fascisti, di attentare alla Costituzione, ma non era vero, noi facevamo solo informazione”. L’emittente era entrata nel tessuto sociale cittadino divenendo punto di riferimento per i politici, gli sportivi e la gente comune.  Telebiella denunciava, plaudiva, informava. Un altro strano personaggio ospitato da TeleBiella fu Silvano Girotto.
A Biella arrivò perfino una delegazione basca per vedere quali erano le possibilità di mettere in funzione una televisione analoga nel loro paese, per vedere quali erano le specialità linguistiche, tecniche e culturali dell’emittente. La fama di Telebiella cresce e l’emittente inizia a dare fastidio, non per l’audience, come si potrebbe pensare oggi, ma per il principio.  A dare una mano a Peppo Sacchi e a Telebiella fu Gigi Vesigna che da poco aveva assunto la direzione di TV SORRISI E CANZONI, giornale nel quale lavorava dal 1967. Vesigna fece pubblicare il palinsesto di Telebiella sotto i programmi di Rai1. “Fu uno scandalo – ricorda Vesigna, amico e collaboratore del nostro sito – come faceva una tv “fuorilegge” a trovare spazio in un giornale popolare come SORRISI?.  Ma il giorno delle tv private era ormai nell’aria, inarrestabile, riuscii a convincere il mio editore, che allora era Rizzoli, a dare lo stesso spazio delle emittenti Rai anche alle emittenti straniere, a Telebiella e alle altre emittenti via cavo che nascevano come i funghi”. 

Oltre a TV SORRISI E CANZONI anche la stampa quotidiana inizia ad interessarsi di Telebiella, un giorno telefona a Telebiella un giornalista de LA STAMPA:   “buon giorno sono Franco Sartori, vorrei descrivere un pezzo sulla vostra televisione”.  Sacchi ricorda che Sartori non chiese la solita intervista, ma chiese di seguire la preparazione, le riprese, la messe in onda di alcune trasmissioni, Sacchi gli rispose: “va bene, ma non avremo molto tempo per starti dietro. Per noi il tempo è veramente prezioso. siamo in pochi e non posso staccare nessuno per seguirti… Sartori sembrava soddisfatto, gli andava bene. Munito di un blocchetto per le note Sartori rivolse domande alla troupe, fece domande educate nella sua parlato toscana, e si complimentò con i lavoratori con aria mite, dolce. I lavoratori dei Telebiella lo invitarono a pranzare presso un ristorante locale, e il professore colse l’occasione per tenere banco ed informarsi su un mucchio di cose, ripartì per Torino dopo la trasmissione della sera, non prima di avere rim,arcato la sua soddisfazione per l’esperienza positiva.

telebiella articoloMa nonostante gli sforzi di Vesigna  e di Sartori, la Rai aveva il monopolio e quindi nessuno poteva permettersi di scalfire questo “patrimonio”. E così scendono in campo gli avvocati, tirano fuori gli articoli di legge, non fanno differenza fra il cavo e l’etere e Peppo Sacchi viene bloccato. L’1 giugno 1973 un funzionario del ministero delle Poste taglia e sigilla i cavi dell’emittente e Telebiella diventa ufficialmente fuorilegge con un decreto del ministro Gioia.   I cavi di Tele Biella vengono recisi, gli impianti sigillati. Sul CORRIERE DELLA SERA il giurista Paolo Barile commenta: “resta il fatto, assai grave, di uno straripamento del potere politico ed economico in uno dei gangli più preziosi della vita democratica nazionale:  quello dell’informazione, che è allo stesso tempo un diritto fondamentale del cittadino che vuole dare l’informazione, e un diritto fondamentale di colui che vuole riceverla”.

Sulle tv libere cala il sipario nero. L’avventura si conclude ma non per Tele Biella che continua a battersi nelle aule giudiziarie. Il caparbio Sacchi non si arrende: si appella all’articolo 21 della Costituzione italiana che permette ad ogni cittadino di esprimere le proprie idee e con qualunque mezzo e quindi anche con la tv. Contatta l’avvocato Alberto Dall’Ora e fa ricorso, decide di difendersi con tutte le armi legali possibili.

Nel frattempo in altre città d’Italia, seguendo l’esempio di Telebiella, erano sorte analoghe esperienze via cavo. Sacchi a 32 anni di distanza ha ricordato che durante il periodo di inattività di Telebiella lui e i suoi collaboratori insegnarono tecnicamente ad operare ad un gruppo di bolognesi: “così battezzai Telebologna cavo, emittente che durò però solo un giorno, perchè all’indomani dell’inaugurazione i cavi vennero sigillati”.  In altre città italiane sorsero analoghi esperimenti, nacque ReteA21, associazione delle tv via cavo. 17 stazioni televisive via cavo, con in testa TeleBiella, si sono federate e riunite a Venezia a Palzzo Sceriman.

Sacchi organizza un Convegno Nazionale sulla tv via cavo, e la stampa nazionale è presente con oltre 500 testate, oltre a varie agenzie e cinegiornali, il convegno si svolge presso la palestra del Convitto Biellese, sono presenti gli esponenti di numerose città italiane intenzionate a ripetere l’esperienza di Telebiella, uomini politici, parlamentari ed amministratori regionali e locali, la palestra è gremita. Interviene il sindaco di Biella, Franco Borri Brunetto, che esordisce: “voglio portare i saluti della città a tutti gli intervenuti a questo convegno e ricordare che l’Amministrazione si è schierata a favore di questa iniziativa”.   Davanti al microfono sfilano gli aspiranti imprenditori televisivi, domande, chiarimenti, dubbi.  Tutti aspettano l’intervento dell’avvocato Alberto Dall’Ora.  

La vicenda di TeleBiella e delle emittenti federate nell’associazione ReteA21, travalica i confini nazionali e investe gli organi della giustizia dell’Europa comunitaria. Il Tribunale di Biella trasmette gli atti di un ennesimo processo a carico di Peppo Sacchi alla Corte di Giustizia della Cee, perchè dica se il monopolio della Rai-Tv in Italia è compatibile con il Trattato di Roma.

Nel giugno 1974 Sacchi ha partita vinta:  la Corte Costituzionale sancisce che trasmettere via cavo programmi televisivi non è reato, ma ribadisce la differenza fra cavo ed etere lasciando quest’ultimo sistema, cioè quello attraverso l’aria e le antenne di sola pertinenza dell’Ente di Stato.  E’ una sentenza che molti definiscono “storica”, un quotidiano di Torino intitola su cinque colonne TELEBIELLA HA VINTO LA BATTAGLIA.  Davide (TeleBiella) ha battuto il Golia del monopolio (la Rai).

Telebiella può quindi riprendere le trasmissioni il 10 luglio 1974, “qui è ancora la voce di Telebiella” è l’incipit.  Niente trionfalismi, nè esaltazione, ne spirito revanchista in Sacchi e i suoi. Nel palinsesto della rinata TeleBiella, oltre alle trasmissioni già citate sono presenti alcune novità:  le comiche di Febo Conti che interpreta Ridolini e la rubrica NOI GENTE DI SICILIA dedicata ai siciliani immigrati a Biella. Viene migliorata la tecnica delle news e delle trasmissioni, l’audience diviene altissima, visitano Telebiella Jas Gawronski, Ugo La Malfa, Giovanni Spadolini, Marco Pannella, Enzo Bettizza.  La notizia della riapertura si sparge in tutta Italia, da nord a sud si registrano altre esperienze televisive: a Livorno inizia le sue trasmissioni Telelivorno, poi è la volta di Telepiombino, quindi Babelis Tv a Rimini, nel novembre 1974 nasce a Ragusa Tele Iblea per iniziativa dei fratelli Papa, già collaboratori di Telebiella. Fra la fine del 1974 e i primi mesi del 1975 (attualmente sono ancora in fase di ricerca per avere le date precise) nascono: Telemilano cavo (titolare è Giacomo Properzy, che poi la venderà ad un certo Silvio Berlusconi...), Tv Roma cavo, Teleancona Conero, TeleSanremo cavo, Tele Acireale, Tele Venezia, Tele Ivrea, Tele Genova cavo, Tele Arena cavo, Tele Belluno, Tele Padova, Qui Telemodena, Teletruria, Tele Varese cavo, Tele Po Pavese via cavo, Telelibera Firenze, Tele Lazio, Tele Ancona, Tele Terni;  anche Alessandria, Vercelli, Giulianova, Roseto degli Abruzzi hanno la loro tv via cavo.   “Nel 1975 – ricorda Sacchi – effettuammo un collegamento tra Telebiella e Telelivorno“.   Intanto alcune emittenti nascevano o si convertivano all’etere (la sentenza liberalizzava le emittenti straniere e quelle via cavo): Tele Napoli, Tele Firenze (di Mauro Ballini), Tele L’Aquila, Tele Arena, Tele Venezia, Tele Belluno, Tele Rovigo, Tele Padova, Tele Treviso, Tele Verona, Tele Vicenza, Tele Mestre, Canale 3 a Torino.

Qualcuno ha però paura per il sorgere di troppe emittenti, e allora paga Telebiella che il 6 maggio 1975 subisce un secondo sequestro.  Sacchi fa nuovamente ricorso e lo vince, non solo per sè ma anche per tutti gli altri: nel giugno 1975 una seconda sentenza liberalizza anche le tv via etere. Telebiella riprende le trasmissioni e si converte all’etere (uhf 21 e uhf 59), viene inaugurata una nuova sede in via Novara 9/D a Biella.  Nel corso della stagione 1975/76 il palinsesto riprende con i suoi programmi ormai tradizionali; nella stagione 1976/77 una novità: CAMPANILI IN VASCA, gioco presentato da Adriana Ramella;  se il precedente,  CAMPANILI IN BARCA, si richiamava, fin dal titolo a CAMPANILE SERA, CAMPANILI IN VASCA si ispirava sia il gioco fra cittadine della Rai, che a un’altro programma della tv di Stato (GIOCHI SENZA FRONTIERE) le squadre invece di essere eruopee erano della provincia di Vercelli (allora Biella non era ancora provincia autonoma, lo diventerà nel 1992), ospiti d’onore i sindaci, i parroci, personaggi sportivi e dello spettacolo.

Nella stagione 1977/78 ha inizio un altro gioco presentato questa volta da Daniele Piombi, poi è la volta di CARTA D’IMBARCO, sorta di “gratta e vinci ante litteram”: in alcuni esercizi commerciali che sponsorizzavano l’emittente veniva rilasciata ai clienti una carta che conteneva un numero segreto che andava cancellato, se corrispondeva a quello estratto in diretta a TeleBiella il fortunato possessore aveva diritto a un premio.

Altro programma cult di fu BAR STADIO, un talk-show sportivo ante litteram condotto dall’ex giornalista Rai Guido Oddo, e anche in questo caso Telebiella anticipò il PROCESSO di Aldo Biscardi.  E, ancora, IL SONDAGGIO DI LUIGI COPPO, talk-show sui problemi dei cittadini biellesi che partecipavano in studio e telefonicamente (antenato degli exit poll…), OGGI SPOSI, programma nel quale i novelli sposi parlavano dei loro primi mesi di vita matrimoniale.

Ma Telebiella ormai non è più sola: nel 1978 sono ormai quasi 500 le televisioni private in Italia. Ai pionieri come Sacchi, i “tupamaros del video”, telefili, agli appassionati pionieri subentrano dapprima imprenditori medi, e poi gruppi editoriali della carta stampata, poi arrivano i network. 

“Dopo ogni guerra si contano i morti – ha ricordato Peppo Sacchi – e noi, pur vincendo la guerra, avevamo avuto perdite gravi”.  

Anni ’80:  tutto ha ripreso a funzionare, le immagini di TeleBiella sono tornate da qualche anno sul piccolo schermo, le emittenti sono ora tantissime, sono arrivati i network, a Tele Biella non c’è più l’entusiasmo di un tempo, l’emittente non è più sola, i costi di gestioni sono troppo alti, la società che assicurava il budget pubblicitario non rinnova il contratto. Ma. nonostante ciò, Sacchi non si da per vinto e tenta di ampliare l’area di copertura dell’emittente che irradia i propri programmi anche dai canali uhf 36, 38 e 64.  Ma i tempi sono cambiati, ormai vanno per la maggiore i network e i grandi gruppi editoriali, nel 1982 per sopravvivere Sacchi stipula un accordo con Sergio Rogna di Videogruppo, accordo che mira ad una maggiore copertura regionale riducendo in modo sensibile i costi sempre in aumento, un paio d’anni dopo Sacchi affilierà TeleBiella al circuito PrimaAntenna.   Nel 1986 Peppo Sacchi il pioniere decide di cedere la testata i tempi sono cambiati. Ecco cosa si legge su  MILLECANALI (n.136/1986):  “Dopo tanti anni la testatata Telebiella e alcune frequenze sono state vendute. Giuseppe Sacchi pioniere dell’emittenza televisiva privata italiana, ha recentemente deciso di cedere il famoso marchio della sua emittente a un nuovo gruppo che sarebbe collegato alla televisione milanese Globo e al mobilificio Aiazzone.  Esso farebbe rinascere su nuove basi TeleBiella.  “A noi restano altre frequenze, gli studi (che stiamo peraltro per trasferire) e le attrezzature. Non per questo cesseremo l’attività che continua sotto il marchio di Primantenna.  Me terrò d’occhio anche questa nuova Telebiella se non altro per ciò che questo nome ha rappresentato nella mia vita”.  Durante il periodo della gestione Aiazzone l’emittente trasferisce la propria sede nel capannone di due piani della Maxi Mobili di Verrone (strada Trossi 14), al primo piano venivano registrati i programmi, al secondo piano venivano invece registrate le mitiche televendite di Aiazzone.  Dopo la morte di Aiazzone la vedova Rossella Piana affida la direzione dell’emittente a Peppo Sacchi, ma tale incarico dura poco, gli succederà Renato Calderola, direttore di Rete A.  La sede di Rete Biella viene intanto trasferita a Liscate dove vi è la sede del gruppo Gat (Gruppo Televisivo Aiazzone). Dopo la prematura scomparsa di Giorgio Aiazzone l’emittente ribattezzatasi Rete Tele Biella Rtb, l’emittente vivacchia. A questo punto vi è un’intricata vicenda di passaggi societari che stiamo cercando di ricostruire, viene costituita una nuova società fra l’assicuratore Leandro Burgay, Roberto Cappio (cognato di Giorgio Aiazzone) e Giovanni Previde Prato. Alla fine degli anni ’80 vi è una vertenza per il canale uhf 48 con Antennna 3.

Alla fine del 1991 entra nella proprietà, con il 48% l’iraniano Rhiaoui, già proprietario di Vco e di altre emittenti, nel 1992 TeleBiella inoltra al Ministero delle Telecomunicazioni la richiesta di concessione, richiesta che viene accolta, ma, nonostante ciò, l’emittente fallisce. MILLECANALI (n.220/1993) riferisce che è stata addirittura tagliata la luce all’emittente che ha oltre un miliardo di debiti.  L’11 dicembre 1992 viene nominato un curatore giudiziale, il CORRIERE DELLA SERA del 18 dicembre 1992 annuncia la chiusura di TeleBiella. Nel marzo del 1993 la testata viene messa all’asta ed acquistata dalla Pirenei srl. Ribattezzata Rete Biella l’emittente riprende ad esistere.   Ma Sacchi non si arrende e continua si trasferisce a Gaglianico, piccolo comune poco distante da Biella, e apre un’agenzia giornalistica e una scuola per tecnici televisivi. Alla fine degli anni ’90 Peppo Sacchi da vita a una Telebiella che opera a livello provinciale sul finire degli anni ’90, l’emittente dal 2000 è una onluss.   Nonostante i tentativi (dovuti per difendere certi interessi oppure originati da incompetenza) di mass mediologi, titolari di rubriche su quotidiani nazionali, docenti universitari di storia della tv e dei media, di nascondere tutto ciò. C’è perfino chi è arrivato a scrivere che la prima tv privata italiana fu Canale5 di Silvio Berlusconi (commettendo ben quattro errori: saltando cioè Sacchi, le emittenti via cavo, TeleMilanoCavo gestione Properzy, e Telemilano 58), c’è chi invece non cita nemmeno Sacchi ne Telebiella, vi è chi (come Aldo Grasso e Vittorio Giovanelli) spiegano le cose con veridicità ma dedicano Sacchi e a Telebiella pochissimo spazio. Sono convinto che Grasso e Giovannelli avrebbero potuto scrivere molte più cose, se non l’hanno fatto è per ragioni editoriali, e cioè è per non aumentare la già ampia mole di splendidi volumi.  Comunque Grasso ha un background televisivo, nulla a che vedere con una docente di un’altra università milanese che insegna storia della televisione e che ha confuso Peppo Sacchi con Arrigo Sacchi (ex allenatore del Milan) e che insegna per le solite baronie che fanno male all’università italiana. Analogo discorso lo si può estendere al campo televisivo: molti conduttori, impiegati, funzionari, presentatori ecc. che lavorano in televisione non solo non conoscono Peppo Sacchi e Telebiella, ma nemmeno personaggi come Marcello Marchesi, Febo ContiDaniele Piombi, Cino Tortorella e molti altri ancora.   Infine c’è chi (un ragazzino millantatore) conosce l’esistenza di Telebiella e di Peppo Sacchi, e sostiene di averlo intervistato per 15 ore consecutive, salvo poi plagiare un mio articolo e scaricare su Sacchi le responsabilità dei suoi plagi, vicenda che lo stesso Sacchi ha definito, non senza l’ironia che è sempre stata una delle sue doti, “di bassa lega”.  Il silenzio, il relegare Peppo Sacchi e Telebiella in poche righe, o, peggio ancora, l’ignorarli, hanno originato oblio negli ignoranti, ma in coloro che hanno un minimo di cultura di storia televisiva o di buona memoria:  Peppo Sacchi  e TeleBiela sono entrati nel mito.  L’ultimo cavo che univa due palazzi in via Oberdan a Biella, risalente al 1973. è stato scoperto nel 1997, quasi un reperto archeologico.

Le democrazie odierne non esisterebbero senza l’antica democrazia greca, la telecrazia odierna (sia quella spazzatura, che la televisione utile, oggi ormai rara) non sarebbe possibile senza Peppo Sacchi e Telebiella. Se la storia di Telebiella è un’Odissea, Peppo Sacchi è il suo Omero, ribadisco: Peppo Sacchi, e Telebiella sono un mito e sono entrati nel mito.

Palinsesto tipo di Telebiella sul fine degli anni ’70 (25 febbraio – 3 marzo 1979)

Domenica Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato
19 Videoinformatore sport23 Domenica sport 12,30 Videogiornale13 Sport

 

19,30 Videoinformatore

21 Videomusica

22 Videogiornale

22,15 Quasi un rotocalco

12,30 VG (1° edizione)13 Cineteca

 

19,30 Videoinformatore

21 Conoscere

22 VG (2° edizione)

22,15 Casella postale 99

12,30 VG (1° edizione)13 Conoscere

 

19,30 Videoinformatore

21 Parlöma d’nui

22 VG (2° edizione)

22,15 Il teatrino

12,30 VG (1° edizione)13 Il teatrino

 

19,30 Videoinformatore

21 Anni verdi

22 VG (2° edizione)

22,15 Donna oggi

12,30 VG (1° edizione)13 Anni verdi

 

19,30 Videoinformatore

21 Telefilm

22,15 Rotovideo

12,30 VG (1° edizione)13 Rotovideo

 

18 Un sabato tutto ani… matto

19,30 Videoinformatore

21 Cineteca

22 VG (2° edizione)

22,15 Spettacolo

Palinsesto tipo di Telebiella inizio anni ’80 (28 giugno – 4 luglio 1981)

Domenica Lunedì Martedì Mercoledì
Riposo 20  Noi, gente di Sicilia. Usi, costumi  e tradizioni. Rubrica settimanale per i siciliani che risiedono in Piemonte.20,30 Videogiornale

 

20,45 Rubrica

21,15 Scenegiato

22,15 Dibattito

23,45 Video giornale

— Domani a Telebiella  

— Oroscopo

— Buonanotte in musica

19,50 Qui Telebiella20 Rubrica

 

20,30 Videogiornale

20,45 Filmato Usa. Documentario

21,15 Filo Diretto

22 “Maxivetrina”. Anticipazione dal mondo della produzione.

22,30 FILM

23,45 Video giornale

— Domani a Telebiella  

— Oroscopo

— Buonanotte in musica

19,50 Oggi a Telebiella: presentazione dei programmi— Intervallo musicale

 

20 Filmato Usa. Documentario

20,30 Videogiornale

20,45 Spettacolo

22,45 Sceneggiato

23,45 Video giornale

— Domani a Telebiella  

— Oroscopo

— Buonanotte

— Monoscopio in musica

Giovedì Venerdì Sabato
19,50 Oggi a Telebiella: presentazione dei programmi— Intervallo musicale

 

20 “Maxivetrina”. Anticipazione dal mondo della produzione.

20,30 Videogiornale

20,45 FILM

22,15 Quiz

23,45 Video giornale

— Domani a Telebiella  

— Oroscopo

— Buonanotte in musica

19,50 Oggi a Telebiella: presentazione dei programmi— Intervallo musicale

 

20 TELEFILM

20,30 Videogiornale

20,45 TELEFILM

21,45 Spettacolo

23,45 Video giornale

— Domani a Telebiella  

— Oroscopo

— Buonanotte

— Monoscopio in musica

9,50 Oggi a Telebiella: presentazione dei programmi— Intervallo musicale

 

20 Rubrica

20,30 Videogiornale

20,45 Qui regione

21,30 TELEFILM

22 Dibattito

23,45 Video giornale

— Domani a Telebiella  

— Oroscopo

— Buonanotte in musica

PER LA STORIA DI TELEBIELLA vedere anche: 

Fabio Felicetti  Il crepuscolo della tv. Romanzo-documento sulla storia di Telebiella.

L’idea di mettere in rete (impresa titanica) la storia delle radio e delle televisioni locali nasce nel 2005 per iniziativa di Gigi Vesigna (giornalista, direttore storico di Tv Sorrisi e Canzoni), Massimo Emanuelli (docente e giornalista di Millecanali, pioniere della radiofonia), Maurizio Seymandi (giornalista e mitico conduttore di Superclassifica Show), Pino Callà (regista e produttore televisivo), Enzo De Mitri (giornalista, critico televisivo de La Notte, collaboratore di Gianfranco Funari).  L’avere vissuto da angolazioni diverse (carta stampata, radio e tv) il periodo pionieristico, l’avere visto nascere e crescere tante emittenti locali, l’avere conosciuto ed intervistato molti dei protagonisti, oltre agli archivi dei fondatori, rende agevole (anche se infinito) il lavoro dei nostri.  Con il passare dei mesi i fondatori vengono contattati da molti pionieri che forniscono ulteriori testimonianze, ricordi e materiale. Si uniscono al gruppo Massimiliano Marchi, Ruggero Righini, Gianfranco Guarnieri, Agostino Rosa ed altri.  Per ogni regione d’Italia viene individuata una memoria storica/corrispondente, aumenta il numero delle interviste mensili e dei contatti del portale. Nascono intanto (giustamente e citando la fonte) analoghe iniziative a livello regionale, con scambi di link e collaborazioni proficue (particolarmente interessante il lavoro di un altro pioniere, Massimo Lualdi).  Nel 2015 scompare Gigi Vesigna, in segno di lutto e di rispetto il sito non viene più aggiornato. Dopo un lungo periodo di silenzio i pionieri superstiti decidono di riattivare il sito (è in ristrutturazione, sarà aggiornato e rilanciato con nuova grafica su un nuovo dominio). Molto è ancora il materiale da pubblicare ed inserire, molte sono ancora le interviste da fare, pian piano accontenteremo tutti.  Al momento alcune schede vengono rilanciate su due blog

https://storiaradiotv.wordpress.com/ (radio)

https://massimoemanuelli.wordpress.com/ (tv ed interviste varie)

Gradualmente sarà inserito anche materiale audio e video del nostro archivio e materiale che i pionieri ci stanno inviando.

Purtroppo qualcuno nel frattempo aveva copiato l’intera linea editoriale del portale (e non solo gli articoli) senza ritegno e non rispettando il diritto d’autore dei collaboratori che vantano tantissimi anni di lavoro e ricerca (molti degli articoli erano usciti su testate nazionali). Già in passato avevamo fatto una causa (vinta) per la copiatura di alcune schede, ma copiare l’intera linea editoriale annunciando di copiare l’intero sito è a dir poco folle. Disponibili a collaborare con chiunque citi le fonti e ci proponga scambi e confronti, non possiamo però transigere con chi plagia pedissequamente. Tutti coloro che hanno ulteriori notizie o proposte farci scrivano alla mail storiaradiotv@tiscali.it provvederemo ad integrare le schede e a citare gli autori.

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Contattateci alla mail storiaradiotv@tiscali.it per fornirci ricordi e testimonianze, provvederemo a pubblicarle.

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