Giorgio Gaber. Alcune rarità

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L’1 dicembre è uscito in dvd il primo frammento di una globale documentazione messo in cantiere dalla Fondazione Gaber, le successive saranno dedicate agli anni ’70 e ai decenni successivi, anche se poi Gaber diraderà le apparizioni in video. Il cofanetto dvd GIORGIO GABER – GLI ANNI SESSANTA è la prima sezione di un’opera prevista in quattro parti, ciascuna dedicata ad uno specifico decennio, il cui scopo è quello di ripercorrere la carriera artistica di Giorgio Gaber.
I dvd, accompagnati da un libro di 124 pagine a colori, comprendono oltre tre ore di filmati che documentano l’attività televisiva del grande Artista dal 1959 al 1969.

gaber musichiereGLI ANNI SESSANTA iniziano da un reperto antichissimo, risalante addirittura alla fine degli anni ’50, cioè alla prima apparizione di Gaber in tv a IL MUSICHIERE di Mario Riva, è Luciano Tajoli a dover indovinare il nome di Gaber che canta a scatti e frenesie il rock CIAO TI DIRO’.

Poi è la volta di GENEVIEVE interpretata a BUONE VACANZE nell’estate 1960, nel dvd si scoprono, come in un album di ricordi, le acute meraviglie del Gaber di allora, compresa una celebre versione, francamente irresistibile de LA BALILLA, in coppia con Maria Monti, il pezzo è in dialetto milanese, dove il malcapitato protagonista acquista una Balilla, ma parenti e amici gliela fanno letteralmente a pezzi (“e la cugina che sta in via Larga s’è mangià anca la targa).

gaber biancosartiFra le altre chicche i Caroselli interpretati da Gaber: Bianco Sarti (1961), Gillette (1963), Eldorado (1964) ecc. Ma anche trasmissioni delle quali Gaber fu mattatore come QUESTO E QUELLO, MILANO CANTATA, LE NOSTRE SERATE, DIAMOCI DEL TU condotto con Caterina Caselli.

Durante gli anni ’60, in compagnia di Gino Paoli, Luigi Tenco, Gianni Morandi, Ombretta Colli e molti altri personaggi si vede crescere la scomoda personalità di Gaber, troppo intelligente per rimanere confinato nelle canzoni, seppur bellissime, pronto ormai per il teatro-canzone. Così nel 1963 Gaber introduceva la trasmissione CANZONIERE MINIMO: “io non sono un intellettuale, anzi sono un poco sprovveduto – ma poi infila battute al vetriolo su Moravia e sulla canzone leggera. A parlare è un Gaber particolarmente faceto, gustoso, elegante, memoria di una televisione che non c’è più.   E’ questo uno dei pezzi pregiati del dvd.

Ancora qualche intermezzo spiritoso come ‘A PIZZA (presentata al Festival di Napoli edizione 1967) e a Senza Rete con altri suoi successi, GIOCHIAMO AGLI ANNI ’30. Il 1969 è l’anno dell’ultimo successo di Gaber come cantante con IL RICCARDO sul mondo del bar, brano con il quale partecipa al Cantagiro, quindi E NOI QUI, poi lo storico duetto a TEATRO 10 con Mina, il Signor G è ormai nato.

Il dvd è il primo atto editoriale della Fondazione Gaber che ha lo scopo non solo di catalogare e divulgare tutto il materiale che riguarda l’irripetibile vicenda artistica di Gaber, ma anche di produrre inediti, di stimolare in ogni modo nuove opere che si possano inserire nel solco della tradizione indicata dal teatro-canzone al quale saranno dedicati altri dvd.

Ma già in questo dvd dedicato agli anni ’60 si vedono i segni del Gaber che stava maturando. E’ un tipico errore di valutazione che si commette spesso. Si pensa a un Gaber “leggero” degli anni ’60 e a un Gaber più austero e importante, più politico ed impegnato, che comincia dal 1970. Nulla di più sbagliato. Rivedendo le sue cose degli anni ’60 è facile comprendere come fra i due Gaber ci sia invece una stretta continuità. E’ già affabulatore d’eccezione, quasi tutte le canzoni sono scenette, spesso impertinenti, recitate, amare e divertenti che siano; è già un fustigatore, un critico severo dei costumi del vivere quotidiano. Il suo, anche se non si chiamava ancora così, è già una forma di teatro-canzone. Fra lazzi e sberleffi tipici dell’epoca, fra un duetto con Little Tony ed uno con Gino Paoli, Gaber racconta di emigrazioni, canzoni di guerra, risponde polemicamente alle PIETRE di Antoine (insieme a Gian Maria Volontè) e al RAGAZZO DELLA VIA GLUCK di Celentano, descrive la periferia urbana e i suoi eccentrici protagonisti, parla di razzismo e di Vietnam.  Per tutti coloro che avessero voglia di mettersi in contatto la Fondazione Gaber, diretta e presieduta da Paolo Dal Bon, che è stato l’organizzatore di Gaber per tantissimi anni, e con la presidenza onoraria di Sandro Leporini, coautore dei suoi spettacoli, è situata oggi a Milano in piazza Aspromonte al numero 26. Ma c’è nell’aria un possibile spostamento, si parla di cambiare nome al Teatro Lirico, lo spazio dove ogni volta Gaber riproponeva i suoi spettacoli a Milano (con tanto di immancabili code per procurarsi un biglietto) potrebbe diventare Teatro Lirico Giorgio Gaber e in quel caso sarebbe naturale che i locali della Fondazione fossero collocati proprio li, vicino al palcoscenico che Gaber ha amato di più in tutta la sua carriera.

 

GIORGIO GABER IN TV

1959 IL MUSICHIERE (ospite di Mario Riva, canta CIAO TI DIRO’)

1960 BUONE VACANZE (ospite, canta GENEVIEVE)

1961 Festival di Sanremo, Gaber compare come cantante di gara, presenta in coppia con Maria Monti BENZINA E CERINI

1962 STASERA CETRA (Gaber veste i panni di un cow boy ed interpreta un brano country)

1962 CANZONI DI MEZZA SERA

1963 CAROSELLO (pubblicità per la Gillette)

1963 TEATRINO ALL’ITALIANA (ospite)

1963 CANZONIERE MINIMO

1964 CAROSELLO (pubblicità per la Eldorado, il gelato Camillo)

1964 FESTIVAL DI SANREMO Gaber compare come cantante in gara, presenta in coppia con Patricia Carli COSI’ FELICE

1964 MILANO CANTATA

1964 QUESTO E QUELLO

1964 CETRA CLUB (Gaber canta IL SOSPETTO)

1964 CAROSELLO (pubblicità per Bianco Sarti)

1965 LE NOSTRE SERATE

1965 CAROSELLO per la Eldorado

1966 FESTIVAL DI SANREMO presenta MAI MAI MAI VALENTINA in coppia con Pat Boone

1966 FESTIVAL DI NAPOLI compare come cantante nella finale trasmessa dalla tv, presenta A’ PIZZA in coppia con Aurelio Fierro e si piazza al terzo posto.

1967 DIAMOCI DEL TU spettacolo condotto con Caterina Caselli

1967 SANREMO compare come cantante, presenta E ALLORA DAI in coppia con Remo Germani

1968 CAROSELLO pubblicità Bianco Sarti

1968 GIOCHIAMO AGLI ANNI ’30 Gaber conduce con Gino Bramieri, Ombretta Colli e Rosanna Fratello

1969  CANZONISSIMA Gaber presenta la canzone COME E’ BELLA LA CITTA’

1969 SENZA RETE Gaber canta NON ARROSSIRE, SUONA CHITARRA, COME E’ BELLA LA CITTA’, IL TIC.

1969 STUDIO UNO Gaber presenta alcune battute legate allo spettacolo IL SIGNOR G che sta allestendo per il Piccolo Teatro

1970 CANZONISSIMA Gaber presenta la canzone BARBERA E CHAMPAGNE abbinato a Patty Pravo passa al secondo turno dove propone IL SIGNOR G, ma viene eliminato

1970 E NOI QUI

1972 SENZA RETE ospite canta con Ombretta Colli PAPARADIO

1973 CAROSELLO Pubblicità Associazione Ceramiche Italiane

1981 DUE RETROSPETTIVE (quattro puntate registrate per la televisione al Teatro Lirico di Milano in onda su Rai2, nel corso delle quali Gaber presenta il meglio dei suoi spettacoli teatrali)

26 ottobre 1989 Gaber appare in UNA DONNA TUTTA SBAGLIATA, film-tv per la regia di Mauro Severino

1992 Gaber interviene come ospite del programma ALTA CLASSE condotto da Gianni Minà in onda su Rai3 nella puntata dedicata alla moglie Ombretta Colli

1992 IL TEATRO DI GIORGIO GABER (Canale5)

1998 Intervento a PINOCCHIO, programma condotto da Gad Lerner, viene presentato un video nel quale Gaber canta QUALCUNO ERA COMUNISTA

12/1/1999 SERATA POP: GLI ANTENATI DEI VIDEOCLIP, programma realizzato da Michele Bovi. Gaber compare in immagini di repertorio nel cinebox GENEVIEVE.

2000 Gaber interviene a TARATATA intervistato da Vincenzo Mollica e canta DESTRA-SINISTRA

26/4/2001 Gaber è ospite della prima puntata di 125 MILIONI DI CAZ…TE di Adriano Celentano, canta DESTRA-SINISTRA e LA MIA GENERAZIONE HA PERSO e, in coppia con Celentano, CIAO TI DIRO’.

17/5/2001 Ospite della quarta ed ultima puntata di 125 MILIONI DI CAZ…TE

15/5/2001 Gaber è all’Università Bocconi di Milano, a riprendere l’evento, oltre ai network nazionali, c’erano alcune emittenti locali fra le quali ricordiamo: Sei Milano, Telenova, Antenna 3 Lombardia, TeleLombardia.

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gaber la notte 2Giorgio Gaber (all’anagrafe Gaberscik, Milano 25/1/1939 – Montemagno, Lucca, 1/1/2003) nato da una famiglia della media borghesia, diplomatosi in ragioneria all’Istituto Cattaneo di Milano, muove i primi passi come chitarrista in un gruppo jazz composto dai fratelli Reverberi, Paolo Tomelleri, e da Luigi Tenco al sax. Gaber accompagna Celentano come chitarrista, poi da vita ad un duo rock con Enzo Jannacci (I Due Corsari), e nei Rocky Mountains, intraprende l’attività di solista. La sua prima produzione, fra il 1958 e il 1960, è assimilabile al genere rock scatenato (Ciao ti dirò, Una fetta di limone) ed un sentimentalismo non privo di freschezza (Non arrossirre, Genevieve). Compare a Il musichiere dove provocatoriamente sfida il re dei melodici Luciano Tajoli, ricorda Maurizio Seymandi, allora funzionario in Rai, che Gaber arrivò in Corso Sempione, forse per pigrizia, poiché abitava a due passi dalla sede milanese della Rai, accompagnato dal padre, il signor Gaberscik, che indossava un cappello Borsalino, la popolarità che dava l’allora unico canale televisivo era tale che Gaber diventò subito un personaggio nazional-popolare. All’inizio degli anni ’60 Gaber, che già allora non riusciva ad accettare le condizioni del mercato, decide di rinnovare il suo repertorio, inizia lagaber colli collaborazione gaber oggicon Umberto Simonetta per i testi, e si dedica ad un repertorio ispirato alla realtà e alla cronaca del sottoproletariato e della malavita milanese, ma anche ai problemi esistenziali comuni agli abitanti di tutte le moderne metropoli. Nascono così, accanto a La ballata del Cerutti e a Porta Romana, La Balilla, Le strade di notte e Le nostre serate.  Gaber esordisce in teatro al Gerolamo accanto a Maria Monti, poi partecipa a spettacoli televisivi Canzoniere minimo (1963), un programma rivoluzionario per l’epoca nel quale presenta canzoni della tradizione accanto a novità, Milano cantata (1964), Canzoniere minimo, Le nostre serate (1965), Giochiamo agli anni ’30 (con Ombretta Colli, diventata nel frattempo sua moglie). Dopo alcune canzoncine simpatiche (Mai mai Valenina, Torpedo Blu, Barbera e Champagne, E allora dai, Il Riccardo, e ‘A pizza, con la quale si piazza al secondo posto al Festival di Napoli),  partecipa quattro volte al Festival di Sanremo (nel 1961 con Benzina e cerini, nel 1964 con Così felice, nel 1965 con Mai mai Valentina, nel 1967 con E allora dai) e a Canzonissima (dove proporrà Goganga), nella stagione 1969/70 la svolta: decide di cambiare genere. Il Piccolo Teatro di Milano gli da la possibilità di presentare uno spettacolo a cui egli pensava già da tempo. Nasce Il Signor G, un collage di canzoni e di testi recitati che hanno per tema la storia di un uomo di quei tempi. Nel 1971 Gaber torna in sala d’incisione pubblicando gli album I borghesi e Sexus et politica, ma in seguito Gaber prediligerà l’attività teatrale e sarà autore e unico protagonista di una serie di spettacoli costituiti da monologhi e canzoni caratterizzati da un acuto spirito ed osservatore della società. Nasce il teatro-canzone, scritto con Sandro Luporini, dove i monologhi si alternano a canzoni e a provocazioni sonore. Da questo momento verranno proposti album doppi registrazioni degli spettacoli che effettua nei teatri italiani: Il Signor G (1970), Dialogo fra un impegnato e un non so (1972), Far finta di essere sani (1973), Anche per oggi non si vola (1974), Libertà obbligatoria (1976), Polli d’allevamento (1978). Nel 1980/81 escono quasi contemporaneamente Io se fossi Dio, un extended play che Gaber produce in proprio, nel quale Gaber attacca tutto e tutti, segnatamente Dc e Pci, protagonisti del compromesso storico, e Pressione bassa, album registrato in studio dopo oltre dieci anni, e Anni affollati, registrazione dello spettacolo teatrale della stagione 1981/82. Negli anni ’80 e ’90 Gaber, prosegue nella formula del teatro-canzone, dando maggior spazio ai monologhi e impegnandosi in alcuni spettacoli interamente recitati: Il caso di Alessandro e Maria, Il grigio, Aspettando Godot. Nel 1983 un ritorno assieme a Jannacci, Ja-Ga Brothers è il titolo dell’album nel quale sono riproposte canzoni come Tintarella di luna e Una fetta di limone, che non risentono dell’usura del tempo. All’inizio degli anni ’90 Gaber è direttore artistico del Teatro Goldoni di Venezia. La sua produzione discografica viene venduta direttamente a teatro, si tratta di album doppi con registrazioni dal vivo, Io se fossi Gaber (1985), Parlami d’amore Mariù (1987), Piccoli spostamenti di cuore (1987), Il grigio (1989), Il teatro canzone (1992), Il Dio bambino (1994), Meno male che c’era il pensiero (1995), Un’idiozia conquistata a fatica (1998). Con i suoi spettacoli Gaber si trasforma nella coscienza critica degli italiani, pronto ad attaccare e a smantellare falsi miti e passioni esagerate come pure il marcio della politica, l’ambiguità e l’ipocrisia personale, la sinistra non gli perdonerà mai, questa sua “coscienza critica”. La sinistra, nemmeno post mortem, “perdonerà” a Gaber di avere smascherato le sue colpe: segnatamente quella di avere tradito le illusioni di un’intera generazione. Nel 2001 ritorna dopo vent’anni in sala d’incisione proponendo La mia generazione ha perso, bilancio realistico di una sconfitta generazionale, nel 2001 riappare, anche in questa occasione dopo molti anni di assenza, in televisione. Ospite dell’amico Adriano Celentano a 125 milioni di cazz…te, i due vecchi amici ricordano i loro esordi con nostalgia, poi di nuovo il silenzio. Gaber torna soprendentemente in testa alle classifiche dei dischi più venduti, stupendo tutti, iniziando da sé stesso. Con La mia generazione ha perso Gaber constata la sconfitta della generazione uscita dal dopoguerra vissuta negli anni della contestazione, e la sconfitta di tutte le ideologie. Dal maggio 2001, in occasione della sua ultima apparizione pubblica all’Università Bocconi di Milano, che lo aveva visto studente, ho cercato di rintracciarlo per un’intervista da fargli per un libro su di lui, il libro è uscito purtroppo postumo, Gaber, ormai ammalato, lontano da una Milano, da un’Italia e da un mondo che non riconosceva più, si spegne l’1 gennaio 2003 a Montemagno, in provincia di Lucca, la sua scomparsa, ancor più di quella di Fabrizio De Andrè, priva l’Italia non soltanto di un grande uomo, di un grande cantante e di un grande attore, ma di uno dei più grandi intellettuali del XX secolo. Al suo funerale, svoltosi all’Abbazia di Chiaravalle, dove anni prima si era sposato con Ombretta Colli, partecipano decine di migliaia di milanesi e di italiani, di tutte le estrazioni sociali e politiche, di tutte le età, non soltanto della sua generazione che “ha perso”.  Il 24 gennaio 2003 esce postumo Io non mi sento italiano, album che riscuote un grandissimo successo finendo in testa alle classifiche, sia per l’emozione suscitata dalla prematura scomparsa, ma anche per la profondità dei testi e per il messaggio che lascia alla nazione: Io non mi sento italiano, messaggio indirizzato al Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, nel quale analizza i vizi e le virtù degli italiani, e Non insegnate ai bambini, nel quale constata alla Montale che non abbiamo nulla da insegnare alle nuove generazioni. Il brano Non insegnate ai bambini viene eseguito per la prima volta al termine del suo funerale: Gaber da grande attore esce di scena lasciandoci l’ultimo fondamentale insegnamento. Nel 2004 esce postume un doppio cd raccolta, intitolato Giorgio Gaber. Rock n’roll, amore e storie metropolitane, contenente il brano inedito Amore ti chiedo un favore, e un libretto che riporta le rarissime copertine d’epoca dei 45 giri degli anni ’60.

IL SUO NOME ERA GIORGIO GABER: STORIA DEL SIGNOR G di Massimo Emanuelli, Milano, Greco & Greco Editori, 2003.

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