E’ morto Nanni Svampa, un ricordo dell’uomo, del “Gufo”, del traduttore di Brassens

Martedì 29 agosto alle ore 14,30 l’ultimo saluto a Nanni Svampa con funerale civile. Purtroppo ci si rende conto della grandezza degli artisti (e non solo) quando ci lasciano. Me ne sono accorto poco fa guardando le letture del mio blog e aprendo le mail. Una mia vecchia intervista/biografia di Nanni Svampa ha avuto un record di lettura. Con Nanni Svampa mi sono visto per un paio d’anni, non dico che eravamo amici (parola molto impegnativa) ma buoni conoscenti, cercammo di fare (invano) un progetto scolastico, bocciato dall’ennesimo coglione politico di turno. In quei due anni di lavoro culturale e didattico (poi bocciato dai politici arroganti e incompetenti) si consolidò un rapporto umano. Poi Nanni lasciò Milano per Portovaltravaglia. Quando tornava a Milano per presentare libri o per un recital lo vedevo. Sempre disponibile. Negli ultimi anni avevo purtroppo perso i contatti, avevo saputo da amici comuni che non stava bene, ma mai avrei immaginato fosse grave. Se ne è andato un grande (non è retorica) non solo dal punto di vista artistico, ma anche dal punto di vista umano.

Oggi 26 agosto 2017 ci ha lasciato Nanni Svampa. Da tempo non stava bene, ricoverato all’ospedale Circolo di Varese è spirato in serata. Nanni Svampa aveva abbandonato Milano da una ventina d’anni per tornare nella natia Portovaltravaglia, l’avevo comunque intervistato in occasione dei suoi ultimi recital milanesi e avevo recensito un suo libro.  Presto on line l’intervista che gli feci per la trasmissione televisiva Mestieri Artigiani, in onda su Telenova nel 2004.  Nel 2005 aveva scritto il libro Bisogna saperle raccontare, cui era seguito Boff de Canoeubina – Poesie in dialetto Cannobiese di Nino Svampa, l’ultimo suo lavoro da protagonista il documentario di Simone Del Vecchio del 2009: Nanni 70 – I miei peggiori 70 anni. Una delle ultime performance di Nanni Svampa (l’ultima milanese) è stata al Teatro della Memoria di Aleardo Caliari. 

Per ricordare Nanni Svampa pubblico due mie vecchie interviste per il quotidiano L’Opinione delle Libertà e, in fondo alla pagina, l’intervista per Telenova, Mestieri Artigiani.

UNA VITA DA SVAMPA

di Massimo Emanuelli

(tratto da L’Opinione delle Libertà 1/12/2002)

NANNI SVAMPA COPERTINA LIBRO BIOGRAFIA

In televisione Nanni Svampa è apparso, oltre che come cantante, come attore, autore e coprotagonista. Rai e Televisione della Svizzera Italiana sono le prime due emittenti sulle quali è comparso come autore di serial sulla canzone popolare lombarda e di serial sul repertorio di Georges Brassens, e di tre serie sulla canzone: popolare lombarda, caffè chantant, canzone d’autore. Ha recitato in Il calzolaio di Vigevano tratto dal romanzo di Mastronardi per la regia di Fenoglio, al fianco di Maria Monti, ed ha condotto con Otello Profazio E noi qui, una rubrica sulla canzone popolare. Negli anni ’80 si è poi esibito, sempre sul piccolo schermo, in Verdi (regia di Castellani, RaiDue, 1982), Wojtzeck (regia di Pressburger, RaiDue, 1982), Storia d’amore e d’amcizia (di Franco Rossi, RaiUno, 1982), Conte di Carmagnola (regia di Gregoretti, RaiDue, 1983), Melodramma (regia di Sandro Bolchi, RaiUno, 1983), Quei trentasei scalini (regia di Luigi Perelli, RaiDue, 1984), Voglia di cantare (regia di Vittorio Sindoni, RaiUno, 1985), Scarpette di gomma (regia di Baldi, RaiUno, 1988), Quando c’erano i Beatles (regia di Aliprandi, RaiUno, 1988), Giudice istruttore (di Imposimato, RaiDue, 1989).
E’ apparso in diverse televisioni private, dalla mitica Antenna 3 Lombardia, allorquando, proprio grazie ad Antenna 3 si ricostituirono i Gufi, ed è spesso ospite del programma Storie di Lombardia dell’amico Roberto Marelli.
Nel 2005 interviene a Mestieri Artigiani, programma realizzato dall’Unione Artigiani della Provincia di Milano, in onda su Telenova.

Giovanni Svampa nasce a Milano, a Porta Venezia, il 28 febbraio 1938, sotto il segno dei pesci: “sono nato in casa, come si usava prima della guerra” Il mio umorismo – dichiara Svampa nella propria autobiografia uscita recentemente – è una reazione alla sopravvivenza: ho passato l’infanzia e l’adolescenza in un’abitazione tristissima. Mio padre era un compagnone, un brillante e ricercato barzellettiere: sul treno Milano-Luino aveva un posto sempre riservato per lui, un altro era per Dario Fom che studiava a Brera e viveva a Portovaltravaglia. Così i passeggeri ingannavano l’attesa standoli a sentire”.
Nanni Svampa debutta in teatro a cinque anni: “dovevo raccontare una barzelletta, ma era così forte l’emozione che non vedevo l’ora di finire la mia performance. Così la battuta finale la dissi fuori scena. Poi con gli anni sono migliorato”.
Per volere paterno Svampa si iscrive all’Università Bocconi di Milano, facoltà di economia e commercio, “ma subito mi accorsi che sarei stato un commercialista mancato”. Nell’estate del 1959, in vacanza all’ostello per studenti all’isola di Ponza, Nanni da vita ad una parodia goliardica sulle magie erotiche che Circe realizzò con Ulisse. Svampa si reca a Roma per assistere ad un concerto tenutosi all’Università da Georges Brassens, poeta della canzone francese, e ne rimane folgorato: “nessuno lo considerò e da allora si rifiutò di tornare a cantare in Italia. Io, estasiato, lo seguii in tv e cominciai a tradurlo in meneghino” Svampa si esibisce nell’autunno 1959 in una rivista goliardica bocconiana Teatro e Cabaret (1959-1960), è il debutto sulle scene milanesi. All’inizio degli anni ’60 Nanni porta sulle scene al Piccolo Teatro la rivista-cabaret Prendeteli con le pinze e martellateli, con uno sketch di grande impatto contro il reattore nucleare di Ispra appena inaugurato. Svampa fonda successivamente il cabaret El Lanternin in zona stazione Centrale, e intanto consegue la laurea tanto voluta dal padre. “Mio padre credeva che stessi mettendo la testa a posto, avevo conseguito la laurea, fatto il militare. NANNI SVAMPA GUFI 1964E invece no. Io, testardo, volevo dimostrargli di fare seriamente un lavoro per far ridere gli altri. Allora il comico era considerato un mestiere da perdigiorno.” Sono gli anni del boom del cabaret a Milano: Bruno Lauzi, Gino Negri, Paolo Poli e i giovanissimi Cochi e Renato si esibivano al Cab ’64, Enzo Jannacci, Walter Valdi, Felice Andreasi e il piccolo Diego Abatantuono si esibivano all’Intra’s Club, altri si esibivano al Nebbia Club. “Si esisteva ad un processo di osmosi fra osteria e cabaret. Il mio grande maestro fu il Berto al tranin di Precotto: si cantava, si beveva e si mangiava rane fritte, pane e salame. Il Berto era un cantore a getto continuo, un omone, ex-ferroviere che interpretava tutto: dagli stornelli alle vecchie canzoni milanesi. Aveva un repertorio vastissimo, mi ha rinfrescato e, in parte, tramandato il grande patrimonio della tradizione orale. Un mostro di bravura.”  Nel 1962, mentre prosegue la sua carriera di cabarettista si sposa con Dina, i coniugi Svampa vanno ad abitare in Via Pacini, a due passi dal Politecnico.
Dal 1964 al 1969 Svampa è fondatore, coautore, coprotagonista del gruppo di cabaret teatrale I GUFI. Un quartetto composto, oltre che da Svampa, da Gianni Magni, Lino Patruno e Roberto Brivio, tutti “milanesi”, ma con un back-ground completamente diverso. Il quartetto inizia la propria carriera nei locali e nelle cantine milanesi, ma giungono ben presto una popolarità che li porta a livello nazionale, anche grazie a passaggi televisivi a La fiera dei sogni e a Studio Uno. I Gufi devono la propria notorietà nazionale anche ai Caroselli pubblicitari e al film Idoli controluce. Svampa è il cantastorie della formazione che si esibisce nei locali Capitan Kid e Derby, scrivendo pagine indimenticabili nella storia del teatro leggero moderno e del cabaret. Gianni Magni e Nanni Svampa vestono in calzamaglia nera e bombetta. Molti furono i loro successi discografici,  cabarettistici e teatrali, il successo dura cinque anni, poi i Gufi, “i Beatles dei Navigli” e Nanni il John Lennon dei Gufi, si sciolgono nel 1969 come i quattro di Liverpool. “E’ sempre meglio – ricorda Svampa a tanti anni di distanza – che i rapporti finiscano al momento giusto. Ciascuno di noi stava già pensando a lavorare in proprio. A me l’idea del gruppo andava troppo stretta, e ci sciogliemmo in modo naturale. Oggi Magni è morto, Patruno fa jazz, soprattutto a Roma, Brivio ha un teatrino a Milano, ogni tanto ci vediamo, con Lino più spesso, con Brivio un po’ meno. Sono trent’anni che vorrebbe rifare i Gufi, ora comincia a capire che non abbiamo più l’età per rifare quello spettacolo”.
Scioltisi i Gufi Svampa torna a lavorare alla canzoni di Brassens, in pochi mesi prepara un recital delle sue canzoni tradotte in meneghino: “mi sentivo vicino a lui anche nelle scelte di vita: anticlericale, pacifista, con la voglia di cantare storie di amicizia, solidarietà e amore verso i diseredati. Non mancava il gusto dell’ironia e un umorismo fine, a cavallo fra surrealismo e grottesco. Svampa è autore, registra ed interprete del Piccolo di Milano in due spettacoli sulla canzone in lingua milanese Nanni Svampa canta Brassens (1968, con Lino Patruno) e La mia morosa cara (1969 con Lino Patruno e Franca Mazzola). “Fu un trionfo il mio recital al Piccolo. Oggi cantando El gorilla, Quand pensi a la Cesira, sull’amore solitario dei maschi, El Bamborin de la mie d’on ghisa, sento le stesse emozioni di trentacinque anni fa. Ogni sera una canzone può trasformarsi”. Un ricco e articolato programma quindi in omaggio al grande Tonton Georges, maestro non solo di Nanni, ma di numerosi cantautori italiani (primo fra tutti Fabrizio De André ).
NANNI SVAMPA E BRASSENSFra il 1970 e il 1972 è protagonista di recitals teatrali con Franca Mazzola e Lino Patruno, nella stagione 1973/74 è ancora al fianco di Lino Patruno. Nel 1974 è coautore e protagonista dello spettacolo di cabaret satirico XI non abrogare, sulla campagna referendaria a favore del divorzio. Nella stagione 1974/75 è al Teatro Nuovo di Milano come coautore e protagonista della commedia musicale Pellegrin che vai a Roma, portata poi nei maggiori teatri italiani. Autore e protagonista di due spettacoli-concerto sulla canzone popolare d’autore, portati in scena al Teatro Uomo di Milano: Nanni Svampa canta Brassens Nanni e Milano Svampa cantata. Nella stagione 1976/77 affronta una tournèe per tutta l’Italia con un trio diretto da Ettore Cenci. Nella stagione 1977/78 è protagonista al Teatro Stabile Milanese della commedia Desgrasii del Giovannin Bongèe, nel 1980 è al Teatro Poliziano di Milano, autore, regista e protagonista dello spettacolo satirico musicale Riflusso Riflesso, con il quale se la prende con la tendenza culturale in atto negli anni ‘70. Nella prima metà degli anni ‘80 è direttore artistico e protagonista del nuovo cabaret Ca’ Bianca Club di Milano. Sempre negli anni ’80 si riunisce provvisoriamente agli altri Gufi che per poco tempo si esibiscono su Antenna 3 Lombardia, emittente lombarda che va per la maggiore, in trasmissioni televisive di revival degli anni ’60.
NANNI SVAMPA IL CALZOLAIO DI VIGEVANONella stagione 1986/87 è protagonista della commedia di WoodySVAMPA VERDI 1982 Allen Morte, dapprima al Teatro della XIV di Milano, indi in una tournèe portata nei maggiori teatri italiani. Dal 1985 al 1989 si esibisce in Concerto per Milano e Archi, un grande concerto di canzoni milanesi con quartetto d’Archi e Trio diretti da Ettore Cenci.
Svampa recupera la tradizione popolare milanese registrando ben tredici album, raccolti in tre cofanetti dal titolo Milanese, fra le canzoni cult riadattata da Svampa alla sua maniera ricordiamo: Porta Romana bella, La Povera Rosetta, Il moro della Vedra, Risotto d’osteria, El sindac de Precott, E mi la donna bionda, La ballata del Martino e della Marianna, La bella la va al fosso, Donna lombarda, Verrà quel dì di lune, L’uva fogarina, Viva l’osteria, La mensa collettiva, I sartin de Milan, O mia bela Madonina, Crapa pelada, La balilla, Quand sonan i campan, Il tamburo della banda d’Affori, La gagarella del Biffi Scala, A mi (me dan de l’egoista), Faceva il palo, Ma mi, Si chiamava Ambroeus, Senti come la vosa la sirena, Hanno ammazzato il Mario Prendeva il treno, Andava a Rogoredo, El purtava i scarp de tennis ed altre.
Dal 1980 è manager e art director di Ganivell sas, e autore di progetti speciali per la Promozione Turistica e Culturale di Enti locali e la Promozione dell’Immagine Aziendale. Ideatore, realizzatore e conduttore di Milano Europa per Brassens, grande manifestazione internazionale dedicata al grande poeta francese della canzone Georges Brassens nel decennale della sua scomparsa. Il 6, 7 e 8 dicembre 1991 si esibisce al Teatro Lirico di Milano, il concerto viene ripreso e mandato in onda da Rai2 e dalla Televisione della Svizzera Italiana. Nel 1992 è la volta de Il mio concerto per Brassens nel 1992 al Teatro Smeraldo di Milano, al Teatro Ariston di Sanremo e al Palacongressi di Milano, ideatore e conduttore di tre stagione di programmazione di cabaret musicale a Portovaltravaglia, in provincia di Varese, nell’estate 1992 e 1993.
Swvampa ha sostituito a Parigi le contraddizioni di una Milano cinica e poetica. “I tentativi di tradurre Brassens in italiano sono falliti per le caratteristiche della nostra lingua troppo ingessata. Il milanese mi permetteva di trasporre temi, personaggi, atmosfere da Parigi a Milano, dando nuova linfa ai testi originali, permettendomi pure alcune libertà a vantaggio delle diverse situazioni. Tradurre significava ricercare. Nel rifare Brassens ho dato il meglio di me stesso”.
Ancora diversi spettacoli nel corso degli anni ’90: dal 1993 al 1998 è a Chiasso e a Lugano, in storici ristoranti dell’alto lago Maggiore e del Ticino con poeti, musicanti  narratori e arte culinaria. Sul finire degli anni ’90 si trasferisce definitivamente a Portovaltravaglia sul lago Maggiore, un ritorno alle sue origini, appena un tantino lontano da Milano: “di mattina presto esco con la mia barca e mi metto a scrivere. Qui è tutto più tranquillo, più sereno. Faccio il pendolare, tanto Milano è proprio dietro l’angolo. Mi muovo all’alba così non trovo neanche traffico e le code. Quando sono in giro per i concerti prima punto sempre su una cantina o su una fattoria, poi si suona.”
SVAMPA SUL LAGO ANNI 90Nel settembre 1995, 1996 e 1997 è alla Festa dell’Unità al Palavobis di Milano con il suo Omaggio a Brassens. Nel maggio 1999 è al Palavobis di Milano per la festa spettacolo per i 40 anni di Teatro con gli altri due Gufi, i giovani del cabaret, gli artisti della sua generazione.
Il lago, la campagna, il silenzio, i ritmi meno stressanti, ma poi la città incombe: “Di Milano non mi piace la maleducazione dilagante, le automobili ovunque, l’inquinamento, mi sembra più noiosa, forse più grigia. Forse sono invecchiato ma nei locali non mi diverto più. Un po’ di teatro, un po’ di jazz, tutti a casa. Però bisognerebbe chiedere ai giovani, chiedere a loro come passano le serate e se si divertono. Inutile guardarsi indietro. Il Derby, il Ca Bianca, gli anni ’60. Si deve vivere il presente. A che serve lamentarsi perché ormai la comicità nasce solo in tv e tutto è mirato allo sfruttamento televisivo, se poi ci si piazza per ore e ore davanti alla televisione?”
All’inizio del 2000 riprende le repliche del Cabaret Concerto in grandi spazi, tiene lezioni-concerto sulla canzone popolare milanese e lombarda, membro del Comitato scientifico dell’Assessorato all’Istruzione del Comune di Milano per la realizzazione di corsi sulla cultura milanese Le lezioni-concerto di Nanni Svampa: la materia fondamentale del programma è costituita dal patrimonio tradizionale di canzoni popolari milanesi e lombarde, classificate per argomenti e commentate nel contesto storico (la guerra, il lavoro, la mala, l’osteria, ballate e storie, canzoni sull’amore, conte, filastrocche e canti rituali). Si prosegue con le canzoni d’autore divenute popolari (dagli anni ’30 ai giorni nostri). C’è uno spazio dedicato alla poesia dialettale, anche con la presenza di ospiti, si spazia in altri aspetti della tradizione popolare con l’aiuto di audiovisivi. Una parte delle lezioni diventa “interattiva” con gli auditori che si esercitano nel canto e presentano canzoni e testi che fanno parte del patrimonio e della memoria delle loro famiglie grazie anche al supporto musicale di un grande chitarrista-concertista: Antonio Mastino.
Nel 2001 si esibisce in Concerto in memoria di Brassens nel ventennale della scomparsa. Il 7 dicembre 2001 Nanni Svampa ha ricevuto dal sindaco di Milano Gabriele Albertini l’ambrogino d’oro, medaglia d’oro di benemerenza civica, per la carriera artistica.
Fra i suoi album, oltre alla già citata Milanese, ai dischi del repertorio di Brassens tradotti in milanese, e agli innumerevoli live, ricordiamo Canzoni d’osteria, Barzellette live,  e Il meglio,  cd compilation.
Nanni ha alle spalle anche un’intensa attività cinematografica, televisiva e teatrale. Nel cinema recita in Dimmi che fai tutto per me di Pasquale Festa Campanile con Jonny Dorelli e Pamela Villoresi, Il cappotto di Astrakan di Marco Vicario (tratto da un romanzo del suo conterraneo Piero Chiara) sempre con Jonny Dorelli, Un povero ricco di Pasquale Festa Campanile con Renato Pozzetto e Ornella Muti, e Kamikazen ultima notte a Milano di Gabriele Salvatores, con Paolo Rossi.
E’ stato autore e conduttore di importanti trasmissioni radiofoniche sulla Rai e sulla Radio della Svizzera Italiana, e autore di soggetti cinematografici. Per la televisione e la radio è stato coautore e coprotagonista di special televisivi sul repertorio dei Gufi (Rai e RSI), serial sulla canzone popolare lombarda (RSI), serial sul repertorio di Georges Brassens (TSI), e di tre serie sulla canzone: popolare lombarda, caffè chantant, canzone d’autore (Rai). In televisione negli anni ’70 ha recitato in  Il calzolaio di Vigevano tratto dal romanzo di Mastronardi per la regia di Fenoglio, al fianco di Maria Monti, ed ha condotto con Otello Profazio E noi qui, una rubrica sulla canzone popolare. Negli anni NANNI SVAMPA COPERTINA LIBRO’80 si è poi esibito, sempre sul piccolo schermo, in Verdi (regia di Castellani, NANNI SVAMPA LATO SIDERaiDue, 1982), Wojtzeck (regia di Pressburger, RaiDue, 1982), Storia d’amore e d’amcizia (di Franco Rossi, RaiUno, 1982), Conte di Carmagnola (regia di Gregoretti, RaiDue, 1983), Melodramma (regia di Sandro Bolchi, RaiUno, 1983), Quei trentasei scalini (regia di Luigi Perelli, RaiDue, 1984), Voglia di cantare (regia di Vittorio Sindoni, RaiUno, 1985), Scarpette di gomma (regia di Baldi, RaiUno, 1988), Quando c’erano i Beatles (regia di Aliprandi, RaiUno, 1988), Giudice istruttore (di Imposimato,  RaiDue, 1989). In radio è stato co-protagonista di una serie comico-musicale Una bella domenica a Gavirago sul Lambro di Gigi Lunari e Vito Molinari (RAI 1975),  autore e conduttore per TSI di Musicalmente (1978), Riflusso riflesso (1981), Paese che vai (1982), conduttore e interprete di Milano Europa per Brassens (RAI 2 , 1991 e TSI, 1992), autore e unico protagonista di venti puntate in diretta per Radio Radio della rubrica Dentro la sera (1994), ospite fisso musicale nella serie TSI I segreti dei cognomi (1996). Ha pubblicato i libri: Canzoni e risate, La mia morosa cara, Giobbiann, Brassens, W Brassens, ha in preparazione Svampate, ovvero io in Bocconi ci andavo a spizzichi.
Nel 1998 un intervento al cuore e quattro by pass: “ho un cuore nuovo e tanta voglia di cantare Milano nei Palasport. Non ho rimpianti, la vita è una sola, me la sono goduta. Ritengo con il sudore della mia fronte di essermi ritagliato un briciolo di creatività, magari a discapito della mia creatività. Passo per avere utilizzato la genialità di Brassens? Sarò ricordato. Mi sono messo al servizio di un grande poeta, come si fa con Dante e Leopardi”. Si sente un umorista di razza, sempre con l’occhio vigile a registrare i momenti più surreali della vita quotidiana, a registrare per opposti con abile assurdità. Svampa si è sempre adirato contro le ingiustizie della società e dei potenti,
Nanni pensa alla sua Milano: “così cambiata rispetto a quella del dopoguerra. Ha passato decenni duri. Dal terrorismo al riflusso, dalla Milano da bere all’era berlusconiana. Non ci sono più i nebbioni né le utopie. Ma è meglio non vivere di nostalgia. Io l’ho lasciata per andare a vivere con mia moglie Dina nella casa delle vacanze a Portovaltravaglia. Oggi la mia città non la riconosco più… Nonostante l’operazione al cuore del 1998 con quattro by pass sono felice di essere entrato nella mia terza giovinezza. Ho dovuto superare un tremendo trauma soprattutto dal punto di vista psicologico, poi ne sono uscito.”
Scherza come al solito Nanni: “Ultimamente ho un po’ di paura a cantare El gorilla al termine dei miei spettacoli, potrebbe essere interpretata come una canzone di Berlusconi contro i giudici…” E quindi: “A Milano oggi vengo solo per lavoro, mi hanno dato l’Ambrogino d’Oro alla carriera, la Provincia di Milano mi ha dedicato una videocassetta, adesso aspetto che Formigoni faccia stampare delle mie immaginette per la Regione. E se mi capitasse di passeggiare in centro posso sempre dire di essere andato a fare quater by pass in Galleria”. E ancora: “sono anticonformista, ho la stessa moglie da quarant’anni”, “non digerisco i digestivi, non sopporto gli ascensori che si aprono alle spalle”, “mi stanno sulle balle gli imitatori, le majorettes, le insalate miste, e anche i fuochi d’artificio”, “siccome non lecco mai nessuno non ho peli sulla lingua”, “l’importante è morire incazzati, preferirei l’infarto secco”.
Nel maggio 2002 l’assessorato alla Cultura della Provincia di Milano ha presentato allo Spazio Oberdan il video Nanni Svampa. Cantare Milano. Svampa si è recentemente esibito al Teatro Smeraldo di Milano in un recital, ha appena finito di dare alle stampe l’autobiografia Scherzi della memoria, sottotitolo I peggiori sessant’anni della mia vita (Ponte alle Grazie, € 13.50). “Il mio libro contiene molto di quello che mi ha fatto ridere da quando avevo due anni ad oggi. Racconto aneddoti, storie, ambienti, umori, atmosfere. Dentro c’è un po’ di tutto: dalla guerra ai personaggi del paese dove eravamo sfollati, dal ritorno in città, caratterizzato da malinconie del distacco dalla campagna all’adolescenza. Il periodo del liceo, le feste da ballo, dove non si cuccava mai. Poi i primi anni a strimpellare, il periodo della naia (di cui avevo scritto un pezzo per cabaret che mi proibirono di mettere in scena), le esperienze goliardiche, i Gufi. Dell’ambiente teatrale racconto storie che vanno dagli impresari alle signore che venivano in camerino a farsi fare l’autografo su una tetta.” Dopo avere presentato venerdì 22 novembre alla libreria Feltrinelli di Milano il suo volume, si è esibito al Teatro Smeraldo sabato 23 sera e domenica 24 al pomeriggio “per consentire agli anziani, come me, di venire a vedermi”. A gennaio e febbraio sarà al Ciak per dei salotti: “presenterò dei bravi cantanti giovani”.
In merito alle sue battute, da qualcuno definite pesanti, ha dichiarato: “credo sia necessario distinguere fra volgarità e trivialità. Per me ciò che è volgare ha sempre un valore positivo, deriva da vulgus, dal popolo. La trivialità è tutta un’altra cosa, è l’uso ripetuto e fuori luogo di parolacce gratuite, usate spesso dai comici d’oggi per far ridere, quando manca l’intelligenza per raccontare situazioni divertenti”.
Nel 2004 esce Conti, gorilla, fantasmi e lillà, un cd di canzoni di Brassens tradotte questa volta in italiano. Nell’ottobre 2005 esce il libro Bisogna saperle raccontare. Piccolo trattato della barzelletta in 160 esempi pratici, cui fa seguito un nuovo doppio cd, Una serata con Nanni Svampa. In Bisogna saperle raccontare Svampa offre il meglio del suo reportorio, inframmezzato da ricordi, aneddoti e nostalgie. Una serata con Nanni Svampa è un lungo recital-concerto presentato nell’autunno-inverno 2005, per l’occasione Svampa incontra il pubblico e festeggia il meglio di mezzo secolo di musica, teatro e cabaret.

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NANNI SVAMPA L’ULTIMO BARZELLETTIERE

di Massimo Emanuelli

in L’OPINIONE DELLE LIBERTA’ 18/10/2006

svampa bisogna saperle raccontare

E’ uscito per i tipi della Ponte alle Grazie, che già tre anni orsono aveva stampato una sua autobiografia, il nuovo libro di Nanni Svampa Bisogna saperle raccontare. Piccolo trattato della barzelletta in 160 esempi pratici. Si tratta di un breve trattato della risata, per imparare i tempi, i luoghi, i trucchi, i come e i perché di quest’arte semplice e antica, intramontabile e così indispensabile. “In un’epoca inflazionata dalle barzellette (libri, concorsi, tv, cabaret, cinema) solo due pazzi – scrive Svampa – l’Editore ed io – potevano pensare a un libro sull’argomento. Credo comunque che oggi valga la pena di rivalutare la tanto bistrattata barzelletta (come ha è avvenuto per l’altrettanto snobbato avanspettacolo o certo cinema di grandi attori comici), se non altro come elemento di comunicazione fra le persone, per creare simpatia, nuove relazioni, allegria.”

Del resto – scrive sempre Svampa – l’argomento “barzelletta” è stato trattato anche da grandi filosofi e scrittori, da Platone a Socrate, da Freud a Bergson, e naturalmente anche dai grandi umoristi moderni, primo fra tutti Achille Campanile.

La domanda cruciale è: chi le inventa?  In generale direi le persone che hanno spirito di osservazione, fantasia, senso dell’umorismo, piacere di raccontare, gusto della battuta. Si tratta, per esempio, di prendere spunto da aneddoti della vita di ogni giorno, dando loro la struttura di storielle, inventando e esagerando il risvolto comico.

Oppure mettere a confronto parole o frasi che possano avere più significati, farne un “gioco di parole”. O ancora, usare battute o strafalcioni sentiti al bar o in salotto e costruirvi attorno una storiella.  E così via.  Svampa, che da sempre fa il battutista, il comico, l’umorista, è capitato spesso di costruire storielle mettendo assieme le tre fonti citate, ma – dice Svampa – dopo qualche tempo non mi ricordavo più da che punto iniziava la parte da me inventata che portava alla conclusione, al risvolto comico.

Bisogna saperle raccontare. E allora Nanni Svampa elenca i principali errori da evitare, fornisce consigli.  Bisogna anche saperle scrivere, ed ecco altri consigli. Nanni Svampa è rimasto fra i pochi barzellettieri esistenti in Italia. Oggi gli attori non fanno più ridere, non sanno raccontare le barzellette, la scena viene loro rubata dai politici.  “Ad esempio io alla fine dei concerti non canto più Il gorilla, perché mi hanno fatto notare che sembra un discorso di Berlusconi contro i magistrati…” Bisogna saperle raccontare. Ricordo a Nanni che un grande barzellettiere come Gino Bramieri disse che non esistono barzellette vecchie o nuovo, ma che tutto dipende dalla memoria di chi le ascolto.

In 142 pagine Nanni Svampa insegna l’arte della barzelletta, ne propone di vecchie, di nuove. Non ne trascrivo nemmeno una, leggete il libro e imparerete a raccontare barzellette, oltre ad apprenderne di nuove.  Stavolta recensendo un libro non rischio nessuna querela a mezzo stampa, semmai rischio una querela a mezzo Svampa…

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MASSIMO EMANUELLI INTERVISTA NANNI SVAMPA A MESTIERI ARTIGIANI IV PUNTATA.

 

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