Maurizio Barendson

maurizio barendson

Maurizio Barendson nacque a Napoli il 9 novembre 1923, dopo gli studi universitari si occupò di giornalismo e di cinematografia. Fece parte del gruppo di giovani intellettuali noto come il Gruppo di Chiaia da cui uscirono Raffaele La Capria, Giuseppe Patroni Griffi, Francesco Rosi, Achille Millo, Antonio Ghirelli e Luigi Compagnone. Nel 1943 vinse una borsa di studio per il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, ma la guerra interruppe questa attività. Barendoson crebbe professionalmente nell’emittente alleata Radio Napoli, nel dopoguerra entrò nella redazione romana del quotidiano romano IL TEMPO come inviato sportivo commentando l’incontro con l’Austria della nazionale di calcio alla sua prima ripresa agonistica dopo la guerra. Dal 1949 Barendson divenne caposervizio a IL GIORNALE D’ITALIA, coondusse diverse trasmissioni del ciclo AZZURRO COME ITALIA andate in onda negli anni ’50 sul terzo canale radiofonico, DOMENICA SPORT e la rubrica di satira e calcio KO. Nel 1956 esordì in televisione prima come documentarista poi con SPRINT, il primo rotocalco che si occupò di sport in chiave critica e di costume, SPRINT venne definito “il TV7 sportivo”, trasmissione con la quale aveva cercato di avvicinare il mondo dello sport a quello dello spettacolo, accostando alle competizioni sportive registi come Nanni Loy, Damiano Damiani e attori quali Vittorio Gassmann, Walter Chiari e Ugo Tognazzi. A partire dal 1963 venne affidato a Barendson il commento dei fatti sportivi del tg, nel 1968 diventò responsabile dei servizi sportivi del telegiornale della Rai. Nel 1970 ideò con Paolo Valenti NOVANTESIMO MINUTO e fu inviato del tg, Così Maurizio Barendson, in un’intervista concessa a TV SORRISI E CANZONI, allora diretto da Gigi Vesigna, ricordava le origini del programma: “NOVANTESIMO nacque come piccola cosa. Paolo Valenti ed io, che siamo i presentatori, partimmo da un’idea in un certo senso concorrenziale. Come uomini di televisione, non c’era sfuggita la sproporzione fin troppo evidente sul piano informativo fra radio e tv rispetto al campionato di calcio e allo sport in genere. E non ci andava giù, a riprova che la concorrenza può essere un ingrediente necessario per un’informazione rapida e completa. La radio doveva buona parte del suo orgoglioso rilancio proprio allo sport, e, specialmente, a TUTTO IL CALCIO MINUTO PER MINUTO, che è un perfetto esempio di trasmissione-staffetta, mentre la televisione, avendo costruito il suo successo sulla frequenza delle immagini, si era più addormentata sugli allori da questo punto di vista. Bisognava quindi rompere gli schemi. Da principio fummo visti con diffidenza e incredulità. Forse ci temevano senza dirlo, forse erano davvero convinti che il tentativo sarebbe fallito. Non è stato così. La trasmissione, che era cominciata cautamente con una lettura dei risultati, qualche telefoto e un paio di filmati, doveva in breve tempo rivelare le sue vere possibilità che erano quelle di dare una documentazione, sia pure incompleta in alcuni casi, di tutte le partite di serie A… C’è anche chi ha pensato e pensa tuttora che innovazioni televisive come questa possano essere alla larga un danno al calcio. Sarà un caso, ma da quando i programmi della tv sul campionato e sul resto dell’attività calcistica sono cresciuti, il diagramma segna l’affluenza del pubblico degli stadi è tornato a salire. La verità è che se una cosa piace (e il calcio, bene o male che sia giocato piace agli italiani), la tv non può che assecondarne il successo, aumentando la base dei conoscitori, da cui nasce l’esercito dei tifosi… Oltretutto le statistiche dicono che il pubblico di 90° MINUTO è composto dal 65 per cento da donne e tutto questo spinge i conduttori ad usare un linguaggio comprensibile anche a un pubblico di non addetti ai lavori… L’ambizione è quella di crescere. Pensate a un NOVANTESIMO distribuito lungo tutto l’arco della domenica, con tanti piccoli intervalli sportivi (non solo calcistici) fra un programma e l’altro.”
maurizio barendson copertina sorrisiCon la riforma della Rai del 1976 Maurizio Barendson divenne capo dei servizi sportivi del Tg2, sempre nel 1976 ideò e condusse con Renzo Arbore la prima edizione de L’ALTRA DOMENICA. Nel 1976 Barendson vinse il premio Saint Vincent, al mondo del pallone sono dedicate anche una sua commedia intitolata SLOW MOTION e un’antologia sul calcio italiano del dopoguerra IL MEGLIO DEL CALCIO 1946-1978 a cura di Antonio Ghirelli. Maurizio Barendson fu apprezzato collaboratore di TV SORRISI E CANZONI, Maurizio Seymandi avrebbe voluto coinvolgerlo in SUPERCLASSIFICA SHOW il programma prodotto dal settimanale più popolare d’Italia, con uno spazio apposito chiamato CANTACALCIO, purtroppo questo progetto non si realizzò poichè Barendson si spense prematuramente a Roma il 24 gennaio 1978, privando il mondo del giornalismo sportivo di uno dei suoi migliori uomini.

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