Da anni avevo avanzato via radio, a mezzo stampa, su tv locali, l’ipotesi di una convergenza fra Lega e Movimento 5 Stelle, prendendomi insulti in rete (da parte di elettori, anzi li definirei fanatici, grillini), minacce, i più gentili mi davano del pazzo. Questa ipotesi l’avevo avanzata anche durante la campagna elettorale (come ne avevo avanzate altre prevedendo l’ingovernabilità del Paese). Non so cosa ne pensano gli elettori leghisti, fin troppo gentili con me, alcuni mi vedono come un’icona, ma io non sono leghista, lo possono confermare Matteo Salvini e tanti altri leghisti. Mi ritengo un battitore libero, fin troppo libero per qualsiasi partito ma, soprattutto per un Movimento, che ho visto nascere e che a tratti ricorda il Partito Comunista Sovietico. Conoscendo molto bene i 5 Stelle (meno la Lega) avevo notato sinergie che molti definiscono, dispregiativamente “populiste” ma che a parer mio hanno, dal punto di vista positivo quello di sapere raccogliere le esigenze della gente, non a caso Lega e Movimento 5 Stelle sono stati i vincitori del 4 marzo. Oggi Matteo Salvini ha escluso qualsiasi accordo con il Pd per dare vita ad un nuovo esecutivo: “tutto il resto è possibile” E, sempre il leader della Lega incontrando la stampa estera ha dichiarato: “Sento forte il dovere di tener fede al mandato di 12 milioni che hanno scelto il centrodestra e di quasi 6 milioni che hanno scelto la Lega: stiamo lavorando per dare un governo a questo Paese con un programma di centrodestra aperto ad arricchimenti, contributi e proposte, ma non stravolgimenti. Sarebbe irrispettoso coinvolgere chi ha perso le elezioni e quindi no a qualsiasi governo che abbia al centro Gentiloni, Boschi o Minniti”
Salvini ha anche risposto a molte domande su un possibile accordo di governo con il Movimento 5 Stelle non chiudendo affatto la porta a Luigi Di Maio: “Esclusa la collaborazione con il Pd, tutto il resto è possibile”.
Di parere diametralmente opposto Silvio Berlusconi: “Apertura ai 5 Stelle? Io ho aperto la porta solo per cacciarli”, l’ex Cavaliere ritiene invece possibile la nascita di “un governo di centrodestra con il Pd che appoggia singoli provvedimenti”.
Alla domanda “esclude di fare un governo con il Pd ma lo accetterebbe con i 5 Stelle?” così ha risposto Matteo Salvini:
“Non ho smanie di governo, voglio mantenere fede a quello che mi hanno chiesto gli elettori, lavoreremo e vedremo: esclusa una collaborazione con il Pd, tutto il resto è possibile. Lavoriamo per un esecutivo che abbia una solida maggioranza politica, non prendendo qualche transfuga qui e là. Di certo, non sarò disponibile a partecipare a un governo tanto per fare il ministro per un po’ “.
In merito alla rivalità fra Matteo Salvini e Luigi Di Maio per avere l’incarico di Presidente del Consiglio, l’uomo che potrebbe unire le due parti potrebbe essere Gianluigi Paragone. Sulla contesa e sui ruoli fra Salvini e Di Maio nonché su chi farà il premier, così ha risposto Salvini:
“Non mi interessa chi vince: abbiamo un programma e chiunque venga al governo con noi deve impegnarsi a cancellare la legge Fornero, a ridurre le tasse al 15%, a rendere l’Italia più federale e meno burocratica. Se ci sono altri suggerimenti a partire da questo presupposto siamo ben contenti di accoglierli. Sui nomi e sui ruoli non ci sono pregiudizi di partenza, mi interessa la condivisione del progetto. Ho già avuto contatti diretti con Di Maio? No, ma oggi lo cerco al telefono. Apertura a M5S, ma abolizione legge Fornero e flat tax irrinunciabili.”
Oggi Salvini e Di Maio si sono parlati, quel che è quasi certo è che il primo accordo potrebbe essere quello dell’elezione dei presidenti di Camera e Senato, rispettivamente ad un pentastellato e ad un leghista. E’ un primo passa per un incontro settimana prossima? Salvini vuole svincolarsi da Berlusconi e Di Maio dal Pd (che ha già rifiutato di fare da stampella ad un governo pentastellato) anche questa cosa li unisce. Berlusconi, dal canto suo, propone un governo di centro destra con l’appoggio del Pd (ma è contrario Salvini). “La convergenza delle parallele”, questo termine fu usato da Aldo Moro. Premesso che il povero Moro si rivolterà nella tomba se lo si paragona a Di Maio, vi è da dire che due parallele non possono convergere, e da tenere conto che in caso di “emergenza nazionale” Pd e Forza Italia hanno già governato assieme, i governi Renzi e Gentiloni hanno fatto politiche di destra, Lega e 5 Stelle sono ancora da sperimentare.
Fra Lega e 5 Stelle vi sono alcuni punti in comune: l’abolizione della legge Fornero (che vede invece contrari Pd e Forza Italia), forse la questione immigrazione, forse l’uscita dall’euro (anche se i pentastellati, e non solo sulla moneta, cambiano idea ogni giorno), una nuova legge elettorale ed altro. Vi sono però anche punti di contrasto, ad esempio il reddito di cittadinanza, il leader leghista si è dichiarato contrario. Non so cosa penseranno gli elettori leghisti o i deputati e senatori leghisti, alcuni di loro da me interpellati non si sono pronunciati, ma mi hanno dato attestati di stima professionale per la mia attività di docente e giornalista (pur non essendo io leghista). In merito agli elettori leghisti non ho molte frequentazioni né occasioni di dialogo con loro. Diversamente gli elettori pentastellati insultano, minacciano, urlano, in questo la penso come Silvio Berlusconi: “non hanno mai combinato nulla nella loro vita, non facendo nulla dalla mattina alla sera, non lavorano e non hanno voglia di lavorare, sfogano le proprie frustrazioni insultando chi non la pensa come loro ed esaltandosi con il Movimento, un modo anche per arricchirsi candidandosi”. Certo che però detto da Berlusconi, che ha in Forza Italia alcuni esponenti che in vita loro non hanno mai lavorato… Di fatto conoscendo gli elettori pentastellati, i pochi in buona fede, che leggeranno queste righe e non insulteranno, resteranno delusi se vi sarà un accordo Lega e 5 Stelle, convinti come erano di governare da soli. Inoltre gli elettori pentastellati (non solo in campagna elettorale) insultavano gli elettori leghisti e descrivevano Matteo Salvini come una sorta di Belzebù. Naturalmente queste persone non conoscono personalmente i politici, non conoscono fatti, luoghi, eventi e circostanze. Comunque per tranquillizzare tutti (leghisti e grillini) questo ipotetico governo Di Maio/Salvini potrà durare al massimo due anni e qualche mese, giusto il tempo per permettere ai neo eletti pentastellati di garantirsi quel vitalizio che a parole condannano ma che ai fatti interessa avere. Tornare al voto non conviene ai pentestellati (né alla quasi totalità dei neoeletti perché perderebbero stipendio, diaria e benefit vari), al Pd (che rischia di scendere ulteriormente stavolta verso il 10%), e nemmeno a Berlusconi. Questo pasticcio comunque l’hanno creato coloro che, invece di “turarsi il naso” e votare destra o sinistra, hanno preferito i 5 Stelle, non conoscendoli e sicuri che avrebbero cambiato tutto…
E Luigi Di Maio? Ricevuto un secco no dal Pd (un partito ormai in via di estinzione) che lui e tutti i pentastellati avevano sempre insultato e sbeffeggiato, vista la chiusura verso i grillini da parte di Silvio Berlusconi, pur non citando Salvini e la Lega,Di Maio non ha altra soluzione che dialogare con Salvini. A meno che riesca un’operazione a Silvio Berlusconi: “riunire il centrodestra (ma deve digerire la leadership di Salvini) prelevando parlamentari dai 5 Stelle, i soliti cambi di casacca all’italiana. Il teatrino della politica italiana continua, tale situazione è però stata esasperata dalla legge elettorale e, soprattutto, dal voto che gli italiani hanno dato ai 5 Stelle, duri e puri (solo a parole….), comunque vadano le cose i 5 Stelle dovranno e vorranno governare, a meno che si arrivi alla compravendita dei parlamentari berlusconiana, ma anche in questo caso l’artefice del capolavoro è Luigi Di Maio, con candidature improvvisate, come segnalato con congruo anticipo, di persone indagate, provenienti da altri partiti, in odore di eresia e, poiché nullafacenti, facilmente comprabili.
Venerdì 16 marzo alle ore 10 Radio Escandalo Musical (emittente della comunità latino americana di Milano) potrebbe replicare la puntata andata in onda da lunedì 19 marzo su altre cinque emittenti, segnalatemi l’eventuale non messa in onda. L’ultima replica sarà della puntata con l’attrice Floriana Uva, un apparentemente disarcionato Matteo Renzi e la docente universitaria Giuliana Nuvoli andrà in onda sabato 17 marzo alle 21,30 su Radio Hemingway.
Venerdì ore 10
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Sabato ore 21,30
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