Giancarlo Cobelli nasce a Milano il 12 dicembre 1929, dopo avere studiato alla Scuola del Piccolo Teatro di Milano, sotto la direzione di Giorgio Strehler, e ad avere avuto come maestro anche Etienne Decroux, Cobelli è ancora studente ma già si cimenta in prova significative come La pazza di Chaillot di Giraudoux, nel Revisore di Gogol’ e in Il dito nell’occhio (1953), allestito dalla compagnia Parenti-Fo-Durano. Nel 1955 esordisce sul grande schermo come attore in Lo svitato per la regia di Carlo Lizzani (sceneggiatura di Dario Fo), nel 1956 è interprete de Il marziano per la regia di Cesare Emilio Gaslini e Guendalina di Alberto Lattuada, cui seguirà Souvenir d’Italie per la regia di Antonio Pietrangeli nel 1957. Sempre nel 1957 è protagonista dell’Histoire du soldat di Stravinskij, messo in scena per la regia di Strehler alla Piccola Scala, sempre nel 1957 Cobelli è uno dei quattro mimi (gli altri sono Gianni Magni, Ferruccio Soleri e Nino Castelnuovo) che si esibisce al Teatro Convegno di Milano nello spettacolo Zurlì mago del giovedì per la regia di Cino Tortorella. Nel 1958 approda in tv con Il teatro dei ragazzi e subito diventa un beniamino dei bambini con il personaggio di Pippotto, un mimo malinconico. Unitamente a Giancarlo Fusco dà vita a un Cabaret e propone al Teatro Gerolamo di Milano Cabaret ’59, il successo dello spettacolo è replicato nel dicembre dello stesso anno in Cabaret 1960 : la forma del cabaret diviene spazio privilegiato per annullare il diaframma fra sperimentazione e spettacolo, campo di battaglia nel quale il regista riesce a far esplodere le tensioni mauditesdella sua arte. La versatilità dell’artista è sottolineata a metà degli anni ’60 dal continuo passaggio dalla scena alla regia e alla scrittura, e dalla sovrapposizione di generi e forme: dal cabaret Cabaret n. 3 di Fusco, Arbasino e Mauri (1963) alla commedia musicale: Un cannone per Mariù di Giancarlo Fusco e Fiorenzo Carpi (1961) e soprattutto La caserma delle fate (1964) di cui, oltre a essere protagonista e regista, fu anche autore in collaborazione con Badessi, Nel 1962 la sua commedia Raccomandato di ferro viene proposta in televisione per la regia di Edmo Fenoglio e l’interpretazione di Pina Cei, Michele Malaspina, Manlio Busoni, Claudio Ermelli, Gianna Giachetti, Luigi Pavese, Alberto Lionello, sempre nel 1962 è fra gli interpreti dello sceneggiato televisivo I Giacobini. Poi è ancora attore cinematografico: Bianco, rosso, giallo, rosa regia di Massimo Mida e Gli eroi di ieri oggi domani regia di Enzo Dell’Aquila (1964), cui seguiranno Io non protesto, io amo per la regia di Ferdinando Baldi (1967), La bisbetica domata per la regia di Franco Zeffirelli (1967), H2S per la regia di Roberto Faenza (1968), Barbarella di Roger Vadim (1968).
Ma è con il teatro di prosa che si affermerà definitivamente come regista: gli spettacoli da lui allestiti in questo primo periodo sono gli Uccelli di Aristofane, Woyzeck di Büchner (1969), poi è la volta di Antonio e Cleopatra di Shakespeare (1972), La pazza di Chaillot di Giraudoux (1972). Dopo un rientro nel cinema nel ruolo di regista con Fermate il mondo voglio scendere (1970) e in quello di attore Jus primae noctis per la regia di Pasquale Festa Campanile (1972), riprende a fare il regista teatrale iniziando a lavorare per lo Stabile dell’Aquila e portando La figlia di Iorio di D’Annunzio, poi è la volta della replica di Antonio e Cleopatradi Shakespeare, L’impresario delle Smirne di Goldoni (1974), L’Aminta del Tasso rielaborata da Cobelli con Giancarlo Palermo (1974), il collage Soprannaturale, potere, violenza, erotismo in Shakespeare (1975), dirige anche tre edizioni al Teatro Stabile dell’Aquila (con Piera Degli Esposti e Valeria Moriconi) allestendo numerosi testi shakesperiani: Pericle, Il mercante di Venezia, Il racconto d’inverno. Nel 1978 dirige La locandiera con Carla Gravina, Pino Micol (avrà anche un’edizione televisiva nel 1979 della quale lo stesso Cobelli sarà regista). Per Ater/Emilia Romagna Teatro Cobelli dirige Turandot di Gozzi (spettacolo vincitore di tre Premi Ubu nella stagione 1980/81: come miglior spettacolo, per la miglior regia, e per la miglior scenografia) e Vite immaginarie di Marcel Schowb. Nel 1982 altro successo (e altro premio Ubu) con Turandot di Carlo Gozzi con Valeria Moriconi. Nel 1985 è il regista televisivo di Teresa Raquin, sceneggiato tratto dall’omonima novella di Emile Zola, con Marina Malfatti nel ruolo della protagonista. Per il teatro Eliseo di Roma mette in scenaj Sei personaggi in cerca d’autore di Luigi Pirandello con Turi Ferro, Carla Gravina e Massimo Belli. Nel 1991 allestisce al Teatro l’Orologio di Roma Un patriota per me di John Osborne. Nella stagione 1992/93 dirige Troilo e Cressida di William Shakespeare per Emilia Romagna Teatro, con il quale gli viene assegnato il premio Ubu per la maggiore regia, ed Ifigenie en Tauride di Gluck per il Teatro alla Scala di Milano. Nell’estate 1993 a Montepulciano dirige Edoardo II di Cristhopher Marlowe che riallestisce nel 1994 per Emilia Romagna Teatro. Nel 1994 presenta L’angelo di fuoco di Prokorfiev. Nell’aprile 1995 mette in scena, sempre per Emilia Romagna Teatro L’illusion comique di Pierre Corneille. Quindi è la volta di Dialogo nella palude di Margherita Yourcenar diretto per il Festival di Benevento, nello stesso periodo dirige Il Piccolo teatro del mondo di Hofmannsthal. Nel gennaio 1996 ritorna al Teatro Carlo Felice di Genova e cura la regia della messinscena di Salomè di Richard Strauss, diretta dal Maestro Spiros Argiris. Nel febbraio 1997 debutta il riallestimento di Un patriota per me di John Osborne, una coproduzione Emilia Romagna Teatro – Teatro Stabiile di Palermo, Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia. L’anno successivo dirige per il teatro Eliseo Morte di un commesso viaggiatore di Arthur Miller protagonisti Umberto Orsini e Giulia Lazzarini. Nel febbraio 1999 debutta Vita e morte di Re Giovanni di William Shakespeare prodotto dal Teatro di Messina, e riprende L’angelo di fuoco di Prokofiev. Nell’estate 2000 a Macerata firma la regia del Satyricon di Maderna, con l’Orchestra Regionale Toscana diretta dal Maestro Donato Renzetti. Nel febbraio 2001 a Modena debuttano due eventi teatrali differenti e, al tempo stesso, uniti: la doppia messa in scena del Machbet e la versione di Giuseppe Verdi, Kim Rossi Stuart e Sonia Bergamasco sono i protagonisti della versione in prosa, mentre l’opera di Verdi è diretta dal maestro Massimo De Bernard. Il Machbet viene proposto con la regia televisiva dello stesso Cobelli, lo spettaclo è uno degli eventi clou delle celebrazioni verdiane del 2001. Nel 2003 Cobelli cura la dodicesima edizione dell’Ecole des Maitres avvalendosi della collaborazione di Giovanna Marini che firma le musiche. Il laboratorio teatrale con giovani provenienti da tutta Europa è incentrato su Wojzeck e sfocia nella messa in scena di un testo di Georg Buchner. Cobelli ha diretto vari teatri in Italia e nel mondo: San Carlo di Napoli, Teatro Comunale di Bologma, Carlo Felice di Genova, La Fenice di Venezia, La Scala di Milano, Teatro Massimo Bellini di Catania. Ha inoltre curato la regia de Il turco in Italia di Rossini, Le trachinie, La venexiana, Romeo e Giulietta, Re Giovanni, e, nella regia operistica, Tosca, Rigoletto, L’angelo di fuoco, Salomè, Tristano e Isotta, Orfeo e Euridice, Un ballo in maschera.
L’ultima sua grande regia teatrale è stata una nuova versione de La locandiera nel 2007, la sua ultima regia lirica Die vogel (Gli uccelli) musicata da Walter Braunfels (nel 1920) che scrisse anche il libretto ispirandosi all’omonima commedia di Aristofane. L’opera, prima di allora mai rappresentata in Italia, debutta nel Teatro Lirico di Cagliari con Claudio Abbado direttore d’orchestra. Cobelli ha diretto attori di grande profilo come Rossella Falck, Valeria Moriconi, Piera Degli Esposti, Giorgio Albertazzi, Alida Valli, Carla Gravina, Gigi Proietti, Ottavia Piccolo, Turi Ferro, Umberto Orsini, Marisa Fabbri, Giulia Lazzarini, Kim Rossi Stuart, Elisabetta Pozzi, Corrado Pani. Giancarlo Cobelli è morto a Milano il 16 marzo 2012.