E’ morto Luciano De Crescenzo

Il giorno dopo la scomparsa di Andrea Camilleri un altro grave lutto per la cultura italiana. Si è spento a Napoli Luciano De Crescenzo, ingegnere, filosofo, scrittore, regista, conduttore televisivo.  Nato a Napoli il 20 agosto 1928, avrebbe compiuto 91 anni. .Si laureò in Ingegneria idraulica col massimo dei voti presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II e fu allievo del grande genio Renato Caccioppoli. Ma nel 1976 scoprì la sua vera vocazione, quella di scrittore divulgatore, motivo per il quale, dopo l’immenso successo del suo libro d’esordio, «Così parlò Bellavista», decise di lasciare la Ibm per la quale lavorava e intraprendere la carriera di scrittore. Fu Maurizio Costanzo a lancialo; anche grazie alla sua partecipazione al talk show «Bontà loro» condotto da Costanzo, fra il 1976 e il 1977 il libro vendette più di 600.000 copie e fu tradotto anche in giapponese, diventando un caso letterario senza eguali. Seguì una lunghissima serie di romanzi (Oi dialogoi del 1985, Sembra ieri del 1997, La distrazione del 2000),  opere di saggistica divulgativa (Storia della filosofia greca – I Presocratici del 1983, Storia della filosofia greca – Da Socrate in poi del 1986, Storia della filosofia medievale del 2002, Storia della filosofia moderna – da Niccolò Cusano a Galileo Galilei del 2003, Storia della filosofia moderna – da Cartesio a Kant del 2004, Il pressappoco del 2007, Il caffè sospeso del 2008, Socrate e compagnia bella del 2009), Ulisse era un fico del 2010, Tutti santi me compreso del 2011, Fosse ‘a Madonna del 2012, Garibaldi era comunista del 2013, Gesù è nato a Napoli dello stesso anno e Ti porterà fortuna del 2014].
Nel corso degli anni ottanta e novanta condusse sulle reti Rai una trasmissione televisiva (Zeus – Le Gesta degli Dei e degli Eroi) sui miti e sulle leggende degli antichi greci, pubblicata da Arnoldo Mondadori Editore e ritrasmessa anche da Mediaset. Nel 1995 Forza Italia gli propose di candidarsi tra le sue file, ma egli preferì rifiutare; negli ultimi anni si schierò più volte apertamente, invitando a votarli, con i Radicali di Emma Bonino.

Oltre cinquanta libri, 18 milioni di copie vendute nel mondo, di cui 7 milioni in Italia. Le sue opere sono state tradotte in 19 lingue e diffuse in 25 paesi. Per non parlare di pellicole indimenticabili come «Così parlò Bellavista» (1984) e «32 dicembre» (1988).

Così lo ricorda Renzo Arbore:

«Purtroppo Luciano ci ha lasciati. Ho tanti, tantissimi ricordi con lui. Abbiamo avuto un’amicizia che non si è mai incrinata nemmeno per un attimo». Arbore parla con la voce rotta dal pianto all’Adnkronos. «Abbiamo fatto insieme film, zingarate, trasmissioni tv e passato tanto tempo insieme. Quando lui scriveva i suoi libri, spesso io li presentavo. E in tanti anni non abbiamo mai avuto nemmeno una discussione, come due persone che si vogliono molto bene. Luciano era persona buonissima, non l’ho mai sentito parlare male di qualcuno, nemmeno quando un critico bocciava una sua opera. Gli unici litigi li faceva con i computer, con cui lui aveva a che fare, da ingegnere informativo, quando ancora noi non sapevamo nemmeno cosa erano».

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