LA STORIA DELLE TV VIA CAVO
Nel 1956 nasce giuridicamente l’emittente romana Tempo TV, che è collegata al quotidiano il Tempo, inoltra al Ministero delle Telecomunicazioni un’istanza contenente la richiesta di poter usufruire dei canali televisivi al di fuori della concessione esclusiva accordata alla Rai. Ma il dicastero delle Telecomunicazioni rigetta l’istanza e così alla prima televisione privata italiana non viene data la possibilità di trasmettere.
Nel corso del 1957 nasce TVL–Televisione Libera, emittente di Milano a capitale privato di Gianvittorio Figari, trasmette prove tecniche di trasmissione, più che altro test per tarare gli impianti, dal grattacielo di Piazza della Repubblica, in UHF con pochi watt di potenza. Per la storia è la prima televisione privata italiana che trasmette. Il 24 ottobre 1958 ha però sequestrati gli impianti con provvedimento del Procuratore della Repubblica per “mancanza di possesso di licenza di servizio”. Nello stesso anno, a Milano, viene fondata Europa Radio Televisione, che però mai trasmetterà. Altre iniziative si registrano a Roma, Napoli e Palermo.
Nel 1959 a Torino, i fratelli Achille e Giovanni Battista Judica-Cordiglia realizzano uno studio televisivo nella cantina di casa, Tch-tv, con il quale effettuano programmi sperimentali a circuito chiuso per le abitazioni vicine. Trasmettono da via Accademia Albertina 3 con la collaborazione di altri giovani della città un documentario dal titolo “Un’oasi di tranquillità” ambientato in una villa seicentesca di San Maurizio Canavese. Il 4 novembre 1961, alle 21.05, la Rai inaugura il Secondo Programma tv. Nel palinsesto: “1915 –’18: la guerra e la vittoria”, “Itinerario quiz”, “Piccolo concerto”, Balletto”. Nel 1964 Tele Distribuzione Italiana di Alfredo Bini trasmette film a circuito chiuso a mezzo di onde herziane e cavi coassiali.
Il 24 dicembre del 1966, un geniale ingegnere-inventore di Napoli, Pierangelo Gregorio, collegando a catena amplificatori e matasse di cavo riesce a trasmettere immagini fino a mezzo chilometro di distanza. Nasce in Italia Tele Diffusione Italiana – Tele Napoli. Gli studi in via Toledo, poi via Roma, e una redazione composta da: Angelo Maggi, Antonio Scotti (speker del telegiornale), Agostino De Cristoforo (primo annunciatore maschile) e Rossana Della Valle. Un impianto via cavo che raggiunge piazza Cavour e collega soprattutto i locali pubblici con trasmissioni più che altro di notizie locali e pubblicità. Tra i programmi il “Videogiornale”, “I periodici della Campania”, trasmesso alle 11 del mattino, “Cronache sindacali”, “Spettacoli in città”, “Le comiche”, “Prima visione a Napoli”, spettacoli e film. Come in un film di Totò (siamo a Napoli…) nessuno boicotta l’impresa e anche i giornali ignorano ciò che succede (tanto da far dubitare, anni dopo, che ciò sia veramente successo).
Il 15 gennaio 1967 inizia trasmissioni sperimentali a circuito chiuso e via cavo Tele Torino 1. L’emittente è gestita dalla società Video Color: 15 persone tra tecnici, presentatrici e registi tra cui Guido Leoni diretti da Ornella Zanelli. Dall’albergo Turin trasmettono per 50 televisori distribuiti nella stazione ferroviaria di Porta Nuova. La tv dispone di 4 telecamere, un ampex, e un’apparecchiatura per trasmettere film. Le spese sostenute per i cavi sono ingenti, ma nella fredda domenica migliaia di incuriositi viaggiatori di passaggio possono vedere, oltre alla pubblicità, la cronaca di alcuni avvenimenti sportivi domenicali e un programma di musica. La polizia la chiude 24 ore dopo, nonostante sia stata rilasciata l’autorizzazione per la posa del cavo e l’impiego audiofonico.
Nel 1968 l’ingegner Italo Riccio, titolare della più nota azienda che impianta ripetitori privati in Italia, l’Elettronica Industriale di Lissone alle porte di Milano, quasi per caso si accorge che il segnale della TV Svizzera Italiana può essere (se pur debolmente) ricevuto nella zona e decide di impiantare a Montevecchia il primo relay (dal costo di 20 milioni) che serve Milano e la Brianza. E’ un esplosione di polemiche, sequestri ma anche boom di antenne (fuori banda) vendute per la ricezione delle trasmissioni della TSI. Terreni acquistati, tralicci sistemati, una persona incaricata per il controllo, costi dai 2 ai 20 milioni coperti abbondantemente con ricavi dei convertitori del segnale e delle antenne richieste dal pubblico per poter ricevere i nuovi programmi ( gli impianti singoli possono costare da 50 a 80 mila lire, decisamente non poco per i tempi). Se in Italia non è possibile trasmettere su vasto raggio e al momento ci sono soltanto le realtà descritte, ci pensano le televisioni straniere a confine del nostro territorio a farsi vedere anche dai telespettatori italiani che scoprono il pluralismo televisivo grazie ai duemila ripetitori privati che costellano il nostro paese e portano le immagini delle lontane emittenti d’oltre confine. Ci si accorge anche che altri segnali esteri possono essere captati. In Veneto il 10 marzo 1968 arriva dalla Jugoslavia TV Capodistria. E’un fenomeno inarrestabile su cui nessuno avrebbe scommesso. E’ una catena. L’imprenditore di Firenze Mauro Montagni, decide di installare i ripetitori per rilanciare i programmi stranieri che raggiungono l’Italia. In un batter d’occhio altri pionieri dell’etere si collegano, e tra questi ci sono i fratelli Marcucci della Garfagnana (Lucca). Così, in breve, gran parte della penisola da Bolzano alla Sicilia è collegata.
Il 14 giugno 1968 parte ad Ancona CSC RADIO TELEVISIONE EMMANUEL di Sergio Emmanuele Anastasio. Trasmette un film al giorno e il monoscopio dove compare la scritta Csc – Centro Studi Cinematografico. Come a Napoli anche ad Ancona inspiegabilmente nessuno interviene ad interrompere l’iniziativa. Il 13 settembre TV Libera trasmette a Bologna a circuito chiuso e in diretta tv nel corso del Festival dell’Unità trasmissioni sperimentali. A San Benedetto del Tronto Alfredo Giammarini riprende le partite di calcio della Sambenedettese e le ritrasmette in sale e ritrovi cittadini, nasce Telecavo. A Cesena Gilberto Dardari fa lo stesso con quelle del Cesena, è il primo nucleo di Telerubicone.
Il 19 aprile 1969 TID – Tele Italiana Democratica trasmette film a circuito chiuso a Milano.
Nel 1970 pirati dell’etere interferiscono sulle frequenze della televisione di Stato. Dal 17 aprile voci di Radio Gap – Gruppi d’Azione Patriottica con un trasmettitore di 2 watt per nove volte nel corso di alcuni mesi interrompono le trasmissioni del Programma Nazionale Rai. Nel dicembre a Salerno da un idea di Franco Cappelli inizia via cavo Tele Laser. Trasmette da via Quaranta al n. 3 il TG, le partite di calcio, film.
Il 20 aprile 1971 nasce Telebiella dalla storia televisiva consacrata erroneamente la prima emittente televisiva privata italiana. Il regista televisivo della Rai, Peppo Sacchi, ottiene dal Tribunale di Biella la registrazione (n.181) del suo piccolo impianto di televisione via cavo (pochi televisori installati in un bar e parrucchieri e qualche centinaia di metri di cavo) come “Giornale periodico di informazioni e cronache riprodotte a mezzo video della testata TeleBiella A 21 Tv”.
Sulla scia dell’emittente altre realtà sorgono in tutta la penisola. Babelis Tv nasce in via Sordi a Rimini nell’ottobre 1971. Riprende e trasferisce su nastro (videocassetta) eventi e manifestazioni della riviera che vengono trasmettessi a circuito chiuso all’interno di bar o abitazioni. Per prima la telecronaca di una partita di calcio Rimini-Spal. E’ fondata dagli amici Bagnolini, Bedetti, Liuzzi e Soci (dalle iniziali il nome) con la collaborazione di Montebelli, Bonizzato, Morsetti, De Donaro, Sardi. Telediffusione Italiana trasmette a colori con 6 anni d’anticipo rispetto alla RAI.
Nel febbraio 1972 Tv Trastevere Roma trasmette a circuito chiuso una mezzora di videogiornale replicato ogni giorno.
Dal 1973 nascono come funghi le tv libere italiane. Nascono via cavo o a circuito chiuso. I pionieri dell’etere si organizzano con mezzi di fortuna e danno vita all’inizio di uno spendido romanzo. A Forte dei Marmi (Lucca) viene attrezzata in un pulmino la Tele Troupe Stazione Televisiva di Emilio Tarabella studio mobile televisivo che dispone della regia video e di un complesso sistema di cavi che registra le immagini riprese dala telecamera e poi le ritrasmette a circuito chiuso in sale e ritrovi. A Camaiore (Lucca) Ansano Lombardi riprende e archivia su bobina centinaia di metri di immagini. Nel febbraio inizia Telepiombino. L’idea viene a Roberto Fidanzi coadiuvato dal giornalista Ivo Barlettani, direttore dei programmi, uno dei fondatori con il tecnico elettronico di Piombino Ing. Rossi Ferrante, seguiti dal commercialista Marcello Guastino. I programmi sperimentali partono da una stanza in Corso Italia 95 nel centro della città da dove vengono proiettate cartoline ricevute da una trentina di televisori allacciati via cavo posti in gran parte nei negozi. Dura due mesi, poi la tv è raggiunta il 4 maggio 1973 dal decreto legge n. 156 dell’allora ministro delle Poste e Telecomunicazioni Gioia che mette fuori legge tutte le stazioni via cavo sorte in Italia. Sono una miriade, tra queste: Teleromagna Cavo, Telebari, TeleUdine, Teleroma Cavo, TeleAbruzzo, TelePescara, TeleChieti, TeleAquila, TeleRoseto, Tele Teramo, Tele Sulmona, Tele Avezzano, Tele Vasto. Altre realtà sono già state ideate: Televersilia, Tele Porto San Giorgio o sono in fase di realizzazione. Partecipano nel maggio 1973 al primo convegno delle tv via cavo che si svolge a Venezia anche: TeleVeneto, Tele Sud, Club Amatori Nuovi Sistemi Televisivi Prato, Tele Forlì, Tele Toscana Firenze, Tele Regione Friuli, Tele Chiavari, Tele Rapallo, Tele Camogli Golfo Paradiso, TeleMilano, TeleLario, Etv Milano, Sapro Film Tv Piacenza. Molte di queste tv, nate soltanto giuridicamente, non trasmetteranno mai ma saranno da traino per altre che nascono nel medesimo anno: Video R Pordenone, TeleReggio (Reggio Emilia), Canale 3 Torino – Piemonte 73, Tele Trieste, Tele Foggia, Tele Adria,, Telearena, TeleTerni, TeleAquila, Tvc 4 Mori, VideoSiracusa, TelecavoSiracusa, TeleReggio (Reggio Calabria), Tele Adriatica, Telescandiano, TeleRavenna1, Tele Ancona Conero, Audiovision, Telefano, L’Emittenti, Tele Via Veneto, TelePontedera, Tele Latina, Bari Catv.. Le trasmissioni sperimentali via etere di TeleToscana Firenze, le prime in Italia, hanno inizio nell’ottobre 1973 per mezzo di due radioamatori: Carlo Luigi Ciapetti e Valerio Anglani in un rudimentale ma efficiente “studio”, ricavato nel retrobottega dell’officina di elettrauto dell’Anglani in Via San Zanobi. I segnali vengono trasmessi ad un ripetitore autocostruito installato sul Monte Secchieta, ritrasmessi verso Firenze e ricevuti nella “Mostra della Radio e della Televisione” tenuta al Parterre sugli apparecchi esposti da “Morandi Radio”, di proprietà Michelozzi. La nuova televisione italiana nasce dunque a Firenze e trasmette per quasi due anni, creando, inventando ed entusiasmando i pochi ascoltatori in grado di riceverne la trasmissioni a colori in un periodo in cui i televisori erano ancora in bianco e nero ed avevano solo due pulsanti, uno per il primo ed uno per il secondo canale, RAI ovviamente.
Del 1974 sono tra le altre: TeleRossano, Telebologna, Televercelli, A.I.A., Tele Chiavari, Tele Sarzana, Tele Pino. TeleBari trasmette via etere prove di trasmissione. Forti di due sentenze della Corte Costituzionale (la 225 e 226) che affermano la legittimità degli impianti di ripetizione dei segnali televisivi esteri (TeleCapodistria, Rts Televisione della Svizzera Italiana, TeleMontecarlo ) e la legittimazione dell’esercizio privato dei sistemi televisivi via cavo, numerose altre emittenti sorgono in Italia. Il 10 agosto 1974 (in contrasto con la sentenza 226) Firenze Libera (per alcuni erroneamente la prima tv a farlo) infrange nuovamente il monopolio delle trasmissioni via etere della Rai. Il fenomeno è inarrestabile. E’ il tempo dei “Mille canali”