Chi semina vento raccoglie tempesta. Il Movimento 5 Stelle è allo sbando, il reggente Vito Crimi ha spostato gli stati generali previsti per marzo, la confusione è totale. Diviso e dilaniato in correnti (altro principio originario tradito, non dovevano esistere le correnti…) il Movimento 5 Stelle assomiglia alla miglior Dc, o al peggior Pd… Luigi Di Maio (che tornerà presto sulla scena, “a rieccolo” diceva Indro Montanelli su Amintore Fanfani, il quale si rivolterà nella tomba sentendo il paragone con Di Maio) vorrebbe tornare a governare con la Lega, dal canto suo non ha tutti i torti, amicissimo di Matteo Salvini, buona parte dell’elettorato 5 Stelle veniva da destra, quelli che venivano da sinistra sono rientrati nel Pd o (cose da cerebrolesi) dopo avere odiato Berlusconi, dopo essere stati antifascisti, dipietristi, grillini, ora si sono gettati nella nuova salvatrice della Patria: Giorgia Meloni. Un’alleanza con la Lega, con Giorgia Meloni, e magari anche con il vecchio Silvio Berlusconi, questo darebbe a Luigi Di Maio e ai suoi posti di potere. Dall’altro lato vi sono il premier Conte, Patuanelli, defilato Roberto Fico, che vorrebbero invece un’alleanza granitica con il Pd, il premier Conte inoltre vorrebbe ulteriormente allargare la propria area di consenso, dialogando con i parlamentari di Forza Italia e con le sardine.
Vi infine una correte, minoritaria, che intende tornare ai principi originari (niente alleanze, niente consulenze, niente spese inutili, niente famigliari e candidature di persone che abbiano militato in altri partiti) correndo da soli. Primo obiettivo di questa corrente è tornare sul territorio, ma quando ai ci sono stati, erano in rete, se fossero stati sul territorio non avrebbero ottenuto i deludenti risultati delle amministrative, non solo nelle ultime, ma da quando sono nati i 5 Stelle nelle consultazioni regionali e in alcune città come Milano, ma a Milano siamo strani, non hanno mai avuto successo. Nel capoluogo ambrosiano, dove le tre correnti sono ripartire equamente, i sondaggi attribuiscono ai 5 Stelle percentuali addirittura inferiori a quelli di una lista civica, lista civica alla quale i 5 Stelle guardano con attenzione, visto che la linea alternativa a destra e sinistra potrebbe essere quella di un’alleanza pentastellata con liste civiche, questo a livello locale.