L’1 luglio 1952 parte il Notturno dall’Italia, musica dei più vari generi (sinfonica, lirica, da camera, leggera), intervallata da una doppia edizione di notiziari in lingua italiana, francese, inglese e tedesca. La trasmissione va in onda da mezzanotte all’alba sulle onde corte grazie al trasmettitore di Prato Smeraldo, riprende una formula già molto diffusa in Europa: musica non stop alternata a brevi notizie. Il Notturno dall’Italia è ascoltato dal panettiere, dall’infermiere, dal medico alla guardia giurata, dal medico di guardia all’insonne, da tutti coloro che lavorano di notte. Trasmette ogni notte, inizialmente dall’1,05 alle 6,30, poi dalle 23,35 alle 7,00 del mattino, dalla stazione di Roma 2. Le condizioni favorevoli delle onde medie e la ridotta attività notturna delle altre stazioni rendono possibile una buona ricezione in gran parte d’Europa. Dal 30 gennaio 1968 si trasformerà in Notturno italiano. La trasmissione mandata in onda a reti unificate è ascoltata dai nottambuli, dai camionisti, dalle guardie giurate e da chi lavora di notte, la formula di musica e notizie resterà immutata fino alla riforma del 1975….
…. Nel 1974 sul Secondo Programma va in onda L’uomo della notte, sottotitolo “divagazioni di fine
giornata” a cura di Giorgio Viscardi, uno scrittore o intellettuale racconta qualcosa ai radioascoltatori partendo da sé stesso, da una sua esperienza personale, chiacchiere, confessioni, monologhi. In onda in due parti, la prima dalle 22,30 alle 23,30, la seconda dalle 23,30 alle 24 in apertura delle trasmissioni del Notturno italiano. La sigla de L’uomo della notte è The Windmills of Your Mind di Michel Legrand, Alan Bergman e Marilyn Bergman, all’interno del programma le musiche sono scelte e presentate dalla cantante e co conduttrice Alice Visconti (poi semplicemente Alice). Fra i conduttori de L’uomo della notte c’è anche il regista Vito Molinari che così ricorda quell’esperienza: “…”
Dal libro L’AVVENTUROSA STORIA DELLA RADIO PUBBLICA ITALIANA



Dalla prefazione di Umberto Broccoli
“Non ho mai incontrato Massimo Emanuelli, ma ne conoscevo la competenza e la passione, ambedue dedicate alla radio. Da anni dietro ad un microfono, Emanuelli appartiene a quel gruppo di professionisti legati a questo medium antico e sempre nuovo, perché agile, snello, efficace, immediato, fantasioso, originale, insuperabile, semplice e non facile. Semplice, perché agile, snello, efficace, immediato, fantasioso, originale, insuperabile. Non facile per gli stessi motivi da non ripetere ancora una volta. Chi fa la radio deve costruire un percorso, elaborare un pensiero, immaginare come comunicarlo, fare in modo di trasformare le parole in immagini nella mente dell’ ascoltatore. È il teatro della mente nel quale chi ascolta è parte attiva esattamente come chi parla dietro a quel microfono. Chi ascolta è al tempo stesso scenografo, regista e autore così come lo è chi parla…. Oltre 1200 pagine, ma non è un po’ troppo lo spazio dedicato alla radio da Massimo Emanuelli. Sono pagine ricche, dense, documentate, avvincenti, precise, preziose, curiose, colorate, musicali, autobiografiche, leggere, coinvolgenti, interessanti e potrei andare avanti in positivo. Naturalmente Con parole mie.”
Ringrazio tutti, radiofonici e non, per il grande interesse nei confronti dei miei due volumi dedicati ai 100 anni della storia della radio. Molti mi segnalano la difficoltà nel reperire i volumi, potete ordinarli alla vostra libreria di fiducia oppure online. Il mezzo forse più celere è scrivere alla mail paolo.paganetto@librioltre.it
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