Con una cerimonia intensa e partecipata Rimini ha reso omaggio ad uno dei suoi figli più illustri, Sergio Zavoli, intitolandogli uno dei luoghi più iconici della città: la piazza che si staglia tra viale Tiberio e la Piazza sull’Acqua nel cuore del Borgo San Giuliano. Presenti la figlia Valentina e la moglie Alessandra oltre al sindaco Jamil Sadegholvaad e all’assessore Francesco Bragagni. La Piazzetta Sergio Zavoli affaccia sul suggestivo Ponte di Tiberio, nel cuore del Borgo San Giuliano noto per la sua atmosfera felliniana e per i colori vivaci che riflettono l’essenza della cultura romagnola. I lavori radiofonici e televisivi di Sergio Zavoli sono studiati nelle scuole di giornalismo ma, come ho più volte detto e scritto, andrebbero studiati in tutte le scuole superiori ed Università italiane.
Nel XX secolo ci sono stati pochi uomini di cultura in Italia che abbiano potuto vantare una produzione di articoli, libri, trasmissioni radiofoniche e televisive così significative come quella di Sergio Zavoli. Dal fascismo all’alluvione del Polesine, dal terrorismo a Tangentopoli, dalle monache di clausura alle memorie di Bettino Craxi, dalla nascita della seconda Repubblica alla sua agonia. Lo scrittore-giornalista di origine ravennate e riminese d’adozione ha registrato più di sessant’anni della storia, piccola e grande, del nostro Paese.
Zavoli è sempre stato in tutti i suoi passaggi, radio e televisione, uno sperimentatore, era un grande giornalista che stava molto attento alla correttezza dell’informazione e ai principi classici della professione giornalistica, In tutta la sua carriera ha letteralmente inventato delle grandi novità sia per quanto riguarda il giornalismo sportivo con il Processo alla tappa che ha cambiato la narrazione del ciclismo in Italia, sia con Clausura, un importante documentario, ha contribuito in modo particolarmente rilevante al giornalismo radiofonico documentaristico. Ha introdotto una sperimentazione di grande importanza con Nascita di una dittatura e La notte della Repubblica. Ha raccontato la storia e la cronaca del nostro Paese, ma anche lo sport e le trasformazioni del costume. I suoi programmi hanno cambiato in modo radicale lo sguardo degli italiani, sulla malattia mentale, sul terrorismo, ma anche sulla scuola, sul fascismo e sulla democrazia.
E’ stato uno degli artefici della radio italiana prima di passare in televisione, tornerà poi in radio negli anni ’70 come direttore del Gr1 per poi diventare Presidente della Rai.
All’alba del nuovo millennio ha dato il suo contributo alla politica nell’aula del Senato, si è scoperto poeta (fu definito “il poeta del chiaroscuro”), ma la sua vita restò il “diario di un cronista”, mestiere da mettere al riparo dai poteri che lo vorrebbero limitare.
Giornalista, scrittore, poeta, letterato, uomo di punta della Rai, uomo politico. La vita di Sergio Zavoli è stata ricchissima, lunga e complessa.
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