E’ morto l’ex ministro socialista Franco Reviglio

Mentre l’attuale centrodestra litiga, stavolta sono i due vicepremier Salvini e Tajani per la manovra finanziaria e non solo, mentre il centrosinistra continua con azioni e frasi suicide, apprendo la notizia della scomparsa di Franco Reviglio ex ministro del bilancio e della programmazione economica.

Nato a Torino il 3 febbraio 1935, laureatosi in giurisprudenza presso l’Università di Torino, insegnò economia politica nella stessa Università diventando docente ordinario nel 1971. Socialista lombardiano fu ministro delle finanze dal 1979 al 1981 nei governi Cossiga e Forlani, quindi fu ministro del bilancio e della programmazione economica e di nuovo ministro delle finanze nel governo Amato I. Fu anche ministro per gli interventi straordinari nel Mezzogiorno. Dall’ala sinistra lombardiana passò nella corrente liberal-socialista. Introdusse in Italia  l’obbligatorietà dei registratori di cassa per i commercianti, il libro rosso degli evasori e la ricevuta fiscale, quest’ultima motivo per cui Reviglio è tutt’oggi considerato il “padre” dello scontrino in Italia. Franco Reviglio fu anche Presidente dell’Eni.

Reviglio formò una generazione di economisti, era un intellettuale rigoroso ed austero che credeva nella responsabilità civile prima ancora che nei conti pubblici. “Se tutti pagano le tasse, le tasse si riducono”, amava ripetere con quel tono calmo, ma inflessibile, che gli aveva guadagnato rispetto e diffidenza in egual misura nei palazzi romani. In un Paese dove l’evasione fiscale è sempre stata terreno minato, Reviglio rimarrà nella memoria collettiva come il “padre dello scontrino”, colui che agli inizi degli anni Ottanta tentò di rendere la fiscalità una questione di equità sociale e non solo di burocrazia.

Era un’Italia quella di Reviglio, diventata la quinta potenza mondiale, un’Italia ora allo sfascio per via dei vari governi di centrodestra e centrosinistra. I due vicepremier litigano sulla finanziaria, Giorgetti non è certo all’altezza di Reviiglio anche se si deve barcamenare (non lo invidio), meloniani, salviniani e forzisti litigano. Ad ogni modo sono riusciti ad alzare l’età pensionabile, a peggiorare la legge Fornero, ad aumentare il numero dei migranti (gli imprenditori e agricoltori di destra li richiedono alla Meloni, che naturalmente li fa arrivare ma poi racconta altro…), ad aumentare le tasse e anche in politica estera e in altre vicende a fare il contrario di quanto avevano promesso in campagna elettorale. Ma nonostante i litigi e la presa per i fondelli agli elettori restano in sella per le poltrone ed hanno sempre stante i sondaggi la maggioranza. Questo per l’inconsistenza dell’opposizione, sempre con i soliti uomini (e donne) pronti a sparare idiozie lontane dalle esigenze reali della gente, tipo la Palestina, la Flotilla ec.

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