Luciano Rispoli

 

Luciano Rispoli
L’UOMO DI PAROLA MIA E TAPPETO VOLANTE, UNO DEI PADRI NOBILI DELLA TV (MA ANCHE DELLA RADIO)

di Massimo Emanuelli

Luciano Rispoli nasce a Reggio Calabria 12 luglio 1932, la sua infanzia coincide con la guerra, il padre è deportato in Germania, il fratello Luigi, partigiano, viene ucciso a luciano rispoli 1Bologna. Nel 1952 Luciano si trasferisce a Roma, inizia la sua attività in Rai nel 1954, anno di inizio dei programmi ufficiali della televisione, superando una selezione per “cronisti” delle Radisquadre e delle Telesquadre, nuclei operanti all’interno del territorio nazionale per la realizzazione di programmi radiotelevisivi locali e a carattere dimostrativo e propagandistico. Dai programmi locali passa poi a quelli nazionali. Rispoli debutta con la rubrica La radio per le scuole, dal 1959luciano rispoli 2 al 1961 conduce Il buttafuori, nel corso degli anni ’60 Rispoli è ideatore, conduttore e regista di numerose trasmissioni Radiostop, Il vostro Juke-Box, Il vostro spettacolo. Rispoli debutta in tv con Piccola ribalta. Diviene poi, nell’ambito della Direzione Programmi Radiofonici, capo del settore Rivista Varietà. A lui si deve, in questo ruolo, la nascita di trasmissioni destinate a divenire popolarissime come , Gran varietà, La corrida, Chiamate Roma 3131 Bandiera gialla. Con Il sabato del villaggio porta per la prima volta alla radio Paolo Villaggio. Anche Maurizio Costanzo inizia la sua attività alla Rai grazie a Rispoli che lo lancia come autore di Canzoni e nuvole, programma condotto da Nunzio Filogamo.
“LA CORRIDA nacque da una mia idea: proposi a Corrado di condurre un programma in cui la gente poteva esibirsi cercando di prendere il pubblico per le corna, come un toro, per conquistarlo. Corrado era perplesso, preferiva un varietà, ma io riuscii a convincerlo.
Luciano Rispoli è sempre stato un precursore: nel 1969, con Leone Piccioni, Luciano Rispoli nella sua veste di caposervizio inventa il CHIAMATE ROMA 3131: “il programma nacque dall’ascolto che io feci di una psicologa che trasmetteva per la Radio francese e rispondeva ai quesiti degli ascoltatori su argomenti di sessuologia avendo un notevole successo. Fui impressionato da due cose: “intanto dall’argomento che era estraneo alla radiofonia di allora, molto contenuta, se vogliamo un pò perbenista, e poi da un fatto tecnico, dal rapporto diretto fra una persona qualificata (la psicologa) e il pubblico. Questo mi impressionò molto. E con Leone Picconi convenimmo che quella era la rivoluzione, la radio del futuro. Quando comincia a parlare nelle riunione di questa mia intuizione, mi accorsi di provocare il nucleo storico della radiofonia nazionale, cioè quei dirigenti che avevano certo un grande ruolo, ma non erano più una guida, avevano solo una posizione di peso per il loro status. Le prime domande alle quali dovetti rispondere furono: “ma lei vuole fare arrivare in onda la voce della gente e non la voce degli ascoltatori dopo anni che spendiamo centinaia di milioni per formare queste voci? Noi abbiamo una tradizione ortofonica e lei vuole buttare a mare tutto, e poi, ci dica, i testi delle telefonate che arrivano, chi li scrive?” Nonostante le resistenze Rispoli la spunta e il 7 gennaio 1969 parte CHIAMATE ROMA 3131, conducono Franco Moccagatta, Federica Taddei e Gianni Boncompagni: “avevo bisogno di una voce femminile, gradevole, graziosa ma non incisiva, non fu facile trovarla. però Federica, vincitrice alla fine del 1968 di un corso per presentatrici, corrispose esattamente alle mie attese. Nel primo incontro con i tre conduttori fissai un criterio generale che è stato poi disatteso prima in radio e poi in televisione, fino al punto di cambiare, oggi sostengo non per il meglio, la radiofonia e la televisione. Io dissi ai tre: sia chiaro che voi siete niente di più e niente di diverso di telefonisti che, con garbo, passano la domanda a una persona che per titoli o competenza ha il diritto, la facoltà e la possiblità di rispondere al quesito. Che non appaia mai la vostra opinione, che il vostro punto di vista non sia mai, non dico sovrapposto a quello degli interlocutori, ma non entri nemmeno. La prima puntata andò in onda il 7 gennaio 1969, il giorno del mio onomastico, fu una scelta fortunata”. CHIAMATE ROMA 3131 è una trasmissione che ha segnato un’epoca e il costume del Paese. “io ho solo il merito di avere inventato la trasmissione, avevo saputo che in Francia c’era un programma radiofonico in cui si interveniva telefonicamente su temi sessuali. Lo proposi. Mi dissero 44 minuti ogni mattina, ricordo che dissi ai conduttori di avere un’identità e di essere uno strumento al servizio del pubblico; lo fecero ed ebbero successo”
E’ ancora Rispoli, grazie a Maurizio Costanzo, a scoprire al 7 x 8, locale di cabaret romano, Paolo Villaggio al quale affida la conduzione del programma Il sabato del villaggio.
Negli anni ’70 Rispoli è vicedirettore dei programmi per giovani e famiglie della direzione programmi culturali, ma non interrompe l’attività di ideatore e conduttore, è di questo periodo infatti Il gioco dei mestieri. Altri programmi ideati e condotti da Rispoli in quegli anni sono: La partita e Ma che tipo è?
Nel 1977 è nominato Direttore del Dipartimento Scolastico Educativo (Dse), incaricato della programmazione didattica e culturale della Rai, carica che ricoprirà per dieci anni, e conduce due serie di trasmissioni di incontri con personalità del mondo scientifico dal titolo Intervista con la scienza.
Nel 1979 idea e conduce L’ospite delle due, conversazione-spettacolo che anticipava gli attuali talk-show. A L’ospite delle due partecipò, fra gli altri, Ingrid Bergman, in una puntata memorabile.
Fra gli ultimi programmi ideati e condotti da Rispoli per la Rai:luciano rispoli 4 (1982), Pomeridiana (1983), Il gioco dei mestieri (1984), La grande corsa, e le tre fortunatissime edizioni di Parola mia. “Gli studenti universitari gareggiavano fra loro mettendosi alla prova con la lingua italiana, con Gian Luigi Beccaria, docente di lingua italiana all’Università di Torino a fare da esperto”
Per Rai Due, che gli ha anche affidato la presentazione di Una grande occasione, Rispoli ha ideato e condotto dagli studi di Torino Argento e oro, e dagli studi di Roma La rete.
luciano rispoli radiocorriereLuciano Rispoli ha pubblicato con la Eri, con Sergio Paolini, Impara l’arte e A pranzo con, e con Le Monnier Andrea ragazzo tv. Ha collaborato a lungo con La domenica del Corriere, Tv Sorrisi e Canzoni, Film Tv e con L’indipendente.
Con Enrico Vaime, Rispoli idea e conduce La più bella sei tu. 30 anni di canzoni italiane, trasmissione che nel 1991 ha un grande successo di critica e di ascolto e che contribuisce ad alzare l’audience di Telemontecarlo.. Luciano Rispoli è stato assistente del vice-direttore generale della Rai, in radio ha condotto anche Impara l’arte e Il Signor Buonalettera.
Nel 1993 Luciano Rispoli ha ideato e condotto Tappeto volante in onda su Telemontecarlo, prima, La7, dal 2001 su Odeon Tv, dal 2002 su Raisat album, e, infine, dal 2004, a CanaleItalia. Il suo TAPPETO VOLANE ha compiuto 15 anni di vita ed è giunto luciano rispoli 5al traguardo delle 1200 puntate, nel suo salotto Rispoli ha accolto e intervistato oltre 15.000 personaggi del mondo della politica, della cultura e dello spettacolo. Fra le partner di “zio Luciano”:Roberta Capua, Melba Rufo di Calabria, Eliana Miglio, Tania Zamparo, Michela Rocco di Torre Padula. Rifugiatosi nell’oasi felice di CanaleItalia. per Rispoli,”oggi la Rai è un’azienda governata male da gente di modeste capacità professionali”. IL TAPPETO VOLANTE va in onda da 16 anni per un totale di oltre 1200 puntate: “il programma funziona e ho ospiti di altissimo livello”. Nel 2008 cessa anche l’esperienza CanaleItalia e Rispoli dovrebbe godersi un meritato riposo, ma è sempre un vulcano.

Nell’estate 2012, in occasione dei suoi 80 anni, si sfoga con Silvia Nucini di Vanity Fair facendo un bilancio agrodolce (e spietatamente sincero) dei suoi 80 anni, di cui 60 passati in tv, la storia che più di ogni altra racconta chi è Luciano Rispoli è quella del suo pacemaker:
“Me l’avevano messo e non andava mai bene: a volte i battiti cardiaci erano troppi, a volte troppo pochi. C’era solo un momento in cui la frequenza era perfetta: quando il tecnico abbassava il braccio, la spia sulla telecamera si accendeva e io ero in onda”.
Lui, in onda, ci sarebbe stato 24 ore al giorno. Non potendo, ha spalmato negli anni il suo amore per la Tv: 60 legati al piccolo schermo. Che, su 80 che sta per compiere, sono parecchi. E per l’estate ha una mezza idea di proporre un programma a una rete locale zona Circeo, dove sarà in vacanza:
“con il passare degli anni ha ridimensionato le sue ambizioni, ma non l’amore per quello che «ha assorbito l’ottanta per cento della mia vita”.
«Novantacinque», corregge la signora Teresa, sua moglie da 50 anni tra pochi giorni, conosciuta salutandola da una finestra di piazza del Popolo (lui palazzo Rai, lei palazzo Inam) e chiesta in sposa con un gesto impulsivo.
“Io non c’ero mai, sapevo che aveva iniziato a uscire con un altro. L’ho chiamata e le ho detto: ti sposo io. E lei: quando? Io: a luglio. Era aprile. Non potevo sopportare l’idea che vedesse quell’imbecille con cui trescava».Rispoli, sul grande divano, è sempre lui: la voce di naso, la dizione scandita.”
“Non si lasci ingannare: questa camicia fuori dai pantaloni e queste scarpe da ginnastica sono un trucco che non può nascondere l’evidenza dei miei 80 anni”

Non la sta prendendo bene.

«Sono stati 80 anni interessanti e felici. Ma non ci sono né Santi né Madonne, sono tantissimi. È c’è un appuntamento che si avvicina, quello con la morte, che non mi crea ansia, ma irritazione».

Con questo 95 per cento di vita dedicato al lavoro, è stato un padre presente?

«Ho molto rispettato i miei figli, e non sono stato così invadente da pretendere di gestire la loro vita».

Ed è stato un buon amico, nella vita?

«Non lo so: poche persone hanno occupato uno spazio nella mia esistenza. Ho avuto molti rapporti professionali arricchenti, come quello con Rita Forte».

La sua pianista: che cosa fa?

«È viva, e già questa è una buona notizia».

C’è qualcosa di bello nella vecchiaia?

«La vecchiaia fa schifo»
Il 12 luglio 2013 Luciano Rispoli compie 81 anni, gli auguri glieli fanno Alessandra Comazzi su La Stampa con uno stupendo articolo, Mariano Sabatini su Radio Montecarlo nell’ambito della trasmissione Tempo reale condotta da Max Venegoni, Monica Sala e Teo Teocoli, Serena Bortone e Giovanni Aversa su Rai3 (Iva Zanicchi intona Tanti auguri a te), Sara Tardelli su Rai2 e Marco Liorni su Rai1. Mi unisco al coro degli auguri e a Mariano Sabatini che ha dichiarato: “Zio Luciano meriterebbe di diventare Cavaliere della Repubblica”.

Luciano Rispoli muore a Roma il 26 ottobre 2016, a darne la notizia è Mariano Sabatini.

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