Gianfranco Funari il giornalaio più famoso d’Italia

Gianfranco Funari
LA TV DI TRAVERSO
(tratto da L’Opinione delle Libertà  9/12/2002)

di Massimo Emanuelli


Gianfranco Funari nasce a Roma il 21 marzo 1932, nel popolare quartiere di Trastevere, precisamente in via Orti d’Alibert:  “mio bisnonno faceva er vetturino, era er cocchiere de Pio IX, aveva l’appalto dei trasporti del Vaticano, aveva e scuderie, nel 1870 er fiume allagò tutte e scuderie, morirono tutti i cavalli, si sfasciarono tutte le carrozze, a quer tempo non c’erano le assicurazioni, diventammo poverissimi.” Tuo padre? “Papà mio faceva er proto, era un socialista, mi madre, che se chiamava Laura, invece era comunista, quanno ero pischello a scuola me vestirono da fijo de la Lupa, e papà me disse: tu sei peggio di un fijo de puttana. Mi tolse dalla scuola pubblica e me mannò a scuola da li preti per non fammè fa er balilla, io non capivo quei tempi, ma me ricordo che quanno veniva l’ispettore ce davano le domande e a noi ce devano la risposte”. Tempi duri? “Durissimi. Ho vissuto il fascismo, a guera, la fame nel 1943, ho vissuto a democrazia, ma il peggio doveva arrivare dopo, a cosa più brutta è stata quella di vivere nello stesso secolo in cui ha vissuto Maurizio Costanzo”. Che rapporto hai avuto con i tuoi genitori?  “Li conobbi poco, era sempre zitti, essendo antifascisti, quando nel 1944 arrivarono gli americani conobbi veramente i miei genitori perchè divennero dolci e permissivi”.  Nel 1946 la famiglia Funari, composta da madre, padre e due figli, si trasferisce in Via Famagosta al numero civico 8, al numero 10 abita Franco Califano, di cui l’adolescente Funari è amico e che gli fa ascoltare la sua prima canzone.   Gianfranco Funari inizia a lavorare nel 1948, l’anno delle elezioni che vedono contrapposte il Fronte Popolare alla Dc, il suo primo impiego è come rappresentante di una società di acque minerali: “dapprima lavorai per la Manetti Roberts, quindi passai alla Salus,che vendeva acqua Sangemini, Chianciano e Fiuggi.  Nel 1958 mio fratello, che porello è morto, faceva il comandante dei Carabinieri di Aosta e aveva come giurisdizione Saint Vincent, mi presentò un ispettore che mi insegnò a lanciare le fiches, un impresario, tale Buz di Monaco di Baviera mi ingaggiò unitamente ad un’orchestra, alcune entreneuse e alcuni impiegati”. Dopo tre anni a Saint Vincent Funari si trasferisce in Asia e lavora nei casinò di Bangkok e Singapore, poi si trasferisce ad Hong Kong: “sette anni di lavoro come direttore del casinò locale, lavorai 1386 di seguito, senza un giorno di festa, 13-14 ore al giorno, ricordo che dopo quattro anni presi un aereo, tornai a Roma e dopo 48 ore mio padre voleva farmi ricoverare perchè davo i numeri. Nel 1967, tornato a Roma, incontrai Luciano Cirri de Il Borghese, mi propose di fare del cabaret al Giardino dei supplizi, noto locale romano, dopo pochi mesi, accorgendomi delle posizione di estrema destra de Il Borghese, me andai. Alcuni giornalisti de Il Tempo, con un grosso commerciante di elettrodomestici ed un’agenzia di viaggi avevano nel frattempo preso in gestione il Sette per otto, il locale da cui era uscito Paolo Villaggio, mi esibii qui dove fui scoperto da Oreste Lionello. Verso la fine del 1968 venne a vedermi una signora milanese molto amica di Mina e di Gianni Bongiovanni, titolare del Derby, mi propose di trasferirmi a Milano. Appena arrivai a Milano ne fui subito affascinato: entrai nel Bar Motta che stava vicino al Derby, ordinai al cameriere un cappuccino freddo, mi rispose che l’avevano solo caldo, gli consigliai di servire il caffè caldo con il latte freddo, lui ringraziò. Continuavo a domandarmi: come farò questa sera a far ridere la gente? Il 30 aprile 1969 esordii nel locale di Via Monterosa, sei giorni per 30.000 lire a serata. A Milano ho cambiato diverse dimore: dapprima al quartiere cinese di Via Canonica, indi in piazza Amendola, poi in Corso Buenos Aires, a volte vivevo in hotel”. Per cinque anni Funari fa cabaret, incide un 33 giri Ma io non canto… faccio finta, ed è anche regista dello spettacolo Da dove vieni tu? interpretato da I Moromoranti, un formidabile composto dal povero Giorgio Porcaro, da Fabio Concato e da Bruno Graceffa, un terzo ragazzo che oggi è un funzionario delle tasse, dirige un altro gruppo di cui fanno parte Gaspare e Zuzzurro. “A quei tempi si faceva le quattro del mattino, dormivo durante la giornata. Del Derby mi è rimasta la brillantezza nel condurre: i miei grandi maestri di vita sono stati il casinò e il Derby”.  Dal 1967 al 1975 Funari lavora al Derby con monologhi incentrati sulla satira e sul costume.
Nel 1970 Funari fa il suo debutto in video in La domenica è un’altra cosa con Raffaele Pisu, “ebbi scarso successo perché volevo dimostrare di essere un conduttore brillante e non un comico, ma ero troppo avanti coi tempi. Nel 1974 fu la volta di Foto di gruppo su Rai1 di Castellano e Pipolo, sempre con Pisu, avevo un angolino per intrattenere il pubblico con un monologo”. Nel 1972 feci alla Rai la proposta di una trasmissione con scontro fra categorie del pubblico, mi dissero se ero scemo….” Nel 1975 Funari è a Torino per presentare Più che altro un varietà per la regia di Piero Turchetti con Minnie Minoprio e il Quartetto Cetra. “Nella seconda metà degli anni ’70 ebbi un periodo difficile: in televisione iniziavano ad apparire i comici, le serate diminuirono, il cabaret uscì dal Derby e dai locali, e lavorai molto meno”  Fino al 1975 Funari lavora al Derby, gli anni fra il 1976 e il 1977 sono i più difficili, la tv inizia a svuotare i locali storici, molti comici passano sul piccolo schermo, per Funari non vi è spazio.  Trova una sistemazione provvisoria a Radio Ambrosiana, piccola emittente locale milanese. Li risale il nostro primo incontro: “me ricordo ma fu un’esperienza occasionale”, Funari che propone un programma a quiz con i radioascoltatori unitamente a Pierino Mele, fa parlare i radioascoltatori al telefono, radioascoltatori favorevoli o contrari ad un determinato argomento. Esperienza occasionale, mi ripete a quai venticinque anni di distanza, ma in nuce vi è già il futuro Funari. A Radio Ambrosiana telefonava gente qualunque che interveniva su un tema e lo svolgeva.
Nel 1978 Funari scrive un romanzo, Famiglia svendesi, “l’editore era Edilio Rusconi che me disse: vede Funari si ricordi che ogni lettore un libro diverso, legge ciò che vorrebbe che accadesse nel libro, non ciò che accade”. Funari è quindi attore cinematografico nel film ad episodi Belli e brutti ridono tutti, diretto da Domenico Paolella e interpretato da Luciano SalceWalter Chiari, Cochi Ponzoni, e Riccardo Billi. Fra il 1977 e il 1978 è fra i mattatori di A mezzanotte va… programma cult di TeleAltoMilanese. Sul finire degli anni ’70 ha l’idea di Torti in faccia, un programma nel quale tre persone discutono con altre tre di opposta categoria (vigili-automobilisti, inquilini-proprietari, interisti-milanisti), che propone a Bruno Voglino, capostruttura di Rai1, risposta: “non è nello spirito della nostra rete”. “Nel 1979 incontrai Paolo Limiti, che allora si occupava dei programmi di Telemontecarlo, mi fece fare la puntata numero 0 di Torti in faccia, non avevo ancora finito di registrare, e la direttrice francese dell’emittente, Josette Cauvingy diede il suo benestare.” Torti in faccia va in onda sulle frequenze dell’emittente monegasca. dal maggio 1980 al maggio 1981, cinquantanove puntate con grande successo: “il programma era per me un passaggio per arrivare ad allargare da 3 persone a 30 i partecipanti. Nasce così Aboccaperta, argomento della prima puntata andata in onda nel settembre 1981, fu ‘favorevoli o contrari ai tagli economici del governo Spadolini’. Io ho sempre fatto televisione cercando di applicare l’articolo 21 della Costituzione che dice che ogni cittadino ha il diritto di esprimere la propria parola, i propri convincimenti attraverso la parola, lo scritto, la radio, e i vari mass-media a disposizione”. Gianfranco si erge a profeta e paladino degli indifesi, tre stagioni di grande successo, 128 puntate fino al 1984. “Nel 1983 contattai Giovanni Minoli che in Rai faceva i sondaggi, i sondaggi mi servivano per realizzare Aboccaperta, andai da Minoli credendo che fosse un collega gliè telefonai e gli dissi: ti dispiace se utilizzo i tuoi sondaggi per fare Aboccaperta perché mi aiutano. Minoli disse di si, poi un giorno lo incontrai in via Nazionale e gli dissi: che ci fai qui? Mi rispose: ma io so er capo struttura. Pochi mesi dopo Minoli mi offrì la seconda serata del venerdì. Avendo ancora un contratto con Telemontecarlo il mio passaggio in Rai fu gestito dai vertici di Viale Mazzini e di TMC: la Rai cedeva all’emittente monegasca film e telefilm, in cambio del 10% della proprietà di TMC alla Rai e del mio passaggio in Rai. Il mio contratto con Telemontecarlo sarebbe scaduto a giugno, ma si fece in modo che esordissi in Rai in gennaio, cioè in anticipo alla scadenza del contratto, ricordo che costai quanto Platinì” Gianfranco Funari a 52 anni, dopo avere fatto il rappresentante, il croupier, il cabarettista, approda in Rai con uno spettacolo tutto suo dove parla direttamente con la gente, a ggente, come la chiama lui. Il 20 gennaio 1984 inizia la prima edizione di Aboccaperta versione Rai2: “prima di me andava in onda il film, cui seguiva La camera dell’inconscio condotta da Claudio G.Fava, responsabile del cinema Rai, per quattro settimane non ho ascolti, dalla quinta in poi inizia il grande successo . “Argomento della prima puntata fu lo sciopero del meter, l’auditel non c’era ancora. Anche la seconda e la terza puntata furono dedicate ad altri scioperi, alla quinta puntata feci tre milioni e mezzo in seconda serata, una cifra record per quei tempi. Ero convinto che arrivando in Rai a Roma tutti me baciassero, ma trovai il vuoto. Andai da Pio De Berti Gambini che era er direttore, e gli domandai come mai tutti me isolavano con 22 milioni de costo faccio 3 milioni e mezzo de spettatori, con 120 milioni che costa un palinsesto avete un milione de telespettatori… E me rispose: è proprio per questo che te isolano…”
Nel dicembre 1984 condussi Jolly goal, gioco a premi con il pubblico in onda la domenica pomeriggio all’interno di Blitz, anticipai i tempi (allusione a QUELLI CHE IL CALCIO di Fabio Fazio), ma tolsi ascolto a Rai1 e a Pippo Baudo, la cosa non fu gradita”.
Nel 1987 Funari sposa in seconde nozze Rossana Seghezzi, ballerina della Scala, da cui si separerà nel 1997. Nell’autunno 1987 su Rai2 parte Mezzogiorno è, programma voluto da Agostino Saccà e Gianni Locatelli. Fra il maggio e il giugno 1988 Funari conduce Monterosa ’84 dieci puntate in seconda serata, tutti i giorni, tranne il fine settimana, rassegna degli artisti che hanno lavorato al Derby, fra gli altri Teo TeocoliMassimo Boldi, Enzo Jannacci, Renato Pozzetto e Diego Abatantuono.
“Nel 1989 Locatelli mi invitò a risolvergli il problema della fascia oraria del mezzogiorno, poco seguita in Rai, siccome prima del mio programma c’erano le lezioni di russo, che non seguiva nessuno, partivo svantaggiato. Cambiai il titolo da Mezzogiorno è in Aspettando mezzogiorno, e raggiunsi punte del 37% di share e di ascolto. L’espediente è stato poi usato da tutti: Aspettando la Carrà, Aspettando GrilloAspettando Mina, Aspettando GaberAspettando Patty Pravo ecc. Gli aumenti di share e di ascolto non furono graditi da Giampaolo Sodano, direttore di Rai2: “mi cacciarono sui due piedi avevo promesso a La Malfa di farlo venire in trasmissione, ma Sodano mi aveva telefonato: “Prima delle elezioni La Malfa non passa. Inventati quello che vuoi”. Io l’avevo invitato lo stesso. “E il giorno dopo mi hanno buttato fuor. Sodano mi offrì di condurre Scrupoli, e Il Cantagiro, ma io rifiutai e preferii stare un anno senza lavorare. Al mio posto arrivò Michele Guardì che fece precipitare gli ascolti”.All’inizio degli anni ’90 Funari si reca in America per interpretare un film-tv di Frank Furino, l’autore di Dynasty e Dallas, con Martin Landau, “ma poi non si ne fece niente. Rimasi comunque qualche mese negli USA, mi voleva George Carlini, un grande anchor man e opinion maker americano, mi offrì di fare coppia con lui per la televisione americana. Io je stavo per di de si, ma volevo riflettere, per questo me ne andai a Parigi dove incontrai Carlo Freccero, che mi disse: Giusti e quelli di Blob mi hanno consigliato Funari come uomo del rilancio di Italia1. Mi dimenticai dell’offerta di Carlini e tornai in Italia. Mi incontrai in Liguria con Freccero, venne nella mia casa di Boissano, non molto distante dalla sua casa di Savona, e firmai il contratto. Il 16 settembre 1991 parte Mezzogiorno italiano su Italia1, nel marzo 1992 idea, Conto alla rovescia, dedicato alle imminenti elezioni politiche, una tribuna politica alla maniera di Funari. Non volendo essere chiamato giornalista Funari si definisce “il giornalaio più famoso d’Italia”, dichiara di detestare i giornalisti televisivi e di stare dalla parte della ‘ggente, e in ciò influenzerà Berlusconi quando definirà Forza Italia “il partito della ggente”. Sigaretta perennemente fra le dita, abbondante andrenalina, Funari mette alla frusta i politici, ormai è un big, Aldo Grasso dichiara: “interpreta il suo ruolo come una missione, si vive come il fondatore di una nuova religione catodica: un bravo conduttore di talk show deve essere una spugna. Io assorbo tutto e sono in grado di ributtare il tutto nel momento ideale. Il concetto base del talk show è il seguente. Chiamare gente qualunque, dargli un tema, e farglielo svolgere indipendentemente dal linguaggio che questa gente usa”. La grande intuizione di Funari è stata quella di aver capito della televisione una cosa fondamentale: che per essere eccezionali bisogna mascherarsi da normali, abbassarsi al gradino più basso, corteggiare senza pudore le casalinghe”.
Nell’estate 1992 Funari, reo di avere espresso il suo disagio all’interno delle reti Fininvest, viene allontanato dal gruppo Fininvest a seguito di una polemica con Berlusconi. “Venni cacciato dalla Fininvest – ricorda Funari – proprio il giorno che ricevetti il più grande complimento mai avuto dalla segreteria di Confalonieri per una puntata sui funerali di Borsellino; rifiutai l’offerta di Angelo Guglielmi per andare a Rai3, attesi il verdetto del Tribunale di Monza che mi diede ragione. Nel frattempo decisi di autoprodurmi con Zona franca, un programma in onda su 75 emittenti locali sparse in tutta Italia, le videocassette erano prodotte da Sandro Parenzo, attuale editore di Telelombardia”.  ZONA FRANCA viene registrato su videocassetta con tanto di pubblicità all’interno e viene distribuito a diverse televisione locali. Io stesso diedi disposizione di mandarle in onda in differita, a pochi minuti di distanza l’una dall’altra, aggirando in questo modo la legge Mammì, e creando dal nulla una specie di tv nazionale che non esisteva.
Il 18 ottobre 1993 Funari, vinta la causa con il gruppo Fininvest, torna a Rete4 per presentare Funari news. prima parte in onda prima del TG4 di Emilio Fede e Punto di svolta, seconda parte in onda dopo il TG4. Ma ancora in Fininvest dura poco e deve nuovamente cambiare editore. Una delle cause del suo nuovo esilio fu la presentazione di un libro di David Grieco, I comunisti mangiano i bambini edito da Bompiani.   “David Grieco è er nipote de Ruggiero, uno dei fondatori del Pci nel 1921, giornalista de L’Unità, Grieco aveva pubblicato per la Bompiani un romanzo, I comunisti mangiano i bambini, ma, nonostante il lavoro dell’ufficio stampa nessuno l’aveva invitato in Rai o in Finvest, a me er libro mi era piacuto e, contro la volontà del mio editore, decisi di invitarlo in trasmissione. Mentre eravamo in camerino je dissi: “aho tu scrivi come un fio de ‘ na mignotta, lo scriveresti un libro su di me?”.  Nel 1994, dopo una breve e sfortunata parentesi alla direzione del quotidiano L’Indipendente, e il fallimento delle trattative con l’azienda di Stato e i grandi network, approda su Odeon Tv per presentare il programma del mezzogiorno L’edicola di Funari e la striscia quotidiana Funari live nel tardo pomeriggio. Funari alloggia all’Hotel Grand Milan, e si reca ogni giorno negli studi di Odeon per fare la sua trasmissione.  Nel 1995 esce il libro di David Grieco Funari è Funari? per i tipi della Bompiani, ma resta il volume nelle librerie poche settimane, giusto il tempo per farlo sequestrare dalla Magistratura.   Nel 1996 un fugace ritorno di Funari a Rai2 voluto dall’allora direttore Gabriele La Porta (presidente della Rai è Letizia Brichetto Moratti) come conduttore di Napoli capitale, talk-show politico che offre ai candidati alle elezioni un’arena per sfogare frustrazioni e rancori. “La mia idea originaria era quella di fare Milano capitale, era il periodo in cui Bossi voleva la secessione, volevo dimostrare che un conto è essere disoccupati a Milano, un altro a Napoli. Pensai ad un nuovo titolo Mantova capitale, Napoli capitale, Roma caput mundi. Intervenne pesantemente l’allora Presidente della Repubblica Scalfaro che disse: quell’uomo non deve andare in onda”.
Conclusosi anzitempo il contratto con la Rai, Funari riparte con Zona franca, e conduce Allegro… ma non troppo sugli schermi di Antenna 3 Lombardia. Qui ritrova Morena Zapparoli, figlia del suo psicanalista, che aveva conosciuto bambina.
Nel marzo 1997 Gianfranco Funari torna a far parlare di se: annuncia che intende candidarsi sindaco di Milano con una una Lista Funari. ‘Naa bomba! Ve sto a preparà ‘na bombaa! annuncia mentre i contendenti per Palazzo Marino si scontrano per programmi, campagna elettorale, e, prima di tutto, per trovare le firme necessarie per presentarsi, va a Parigi a festeggiare i suoi 65 anni. Da Parigi Funari esterna sulle comparsate televisive dei rivali “la politica non se fa così”. Ironizza su chi lo da in ritardo: “dicono che lascio, eh, eh, eh, certo che lo dicono… Sappia Milano che Funari sta per tornare, ho già mollato il residence, piazzerò il mio quartier generale in corso Monforte. Non ho una lista, ho un listone, e li saprete quando sarà il momento. C’è un capolista che farà parlare tutta l’Italia, e quando vi darò due notizie, una brutta e una bella, allora scoppierà una bomba. Boom eccola la bomba, un tardino, a scoppio ritardato” Per qualche settimana i sondaggi danno Funari ben piazzato: al quarto posto. Funari si reca ad Hammammet a trovare Craxi e gli chiede consigli su come si prendono i voti a Milano. Dopo tre giorni di chiacchierate con l’ex leader socialista Funari annuncia: “Bettino mi ha promesso quei 30.000-40.000 voti che controlla”, la notizia è però smentita da persone vicino a Bettino. Ma dopo una settimana durante la quale i giornali diffondono la notizia Funari si ritira e dichiara: ho una sola firma, la mia, sono costretto mio malgrado al ritiro. La mia candidatura è svanita nel nulla perché sono stato sottoposto a violentissima pressione” dichiara Funari al Corriere della Sera, in realtà – mi dice Funari oggi – iniziai a stare male, erano i primi segnali di un infarto. “Quando penso alla Milano socialista degli anni ’80 e la confronto con la Milano degli anni ’90 e di oggi, mi domando se vivo in un’altra città: la Milano socialista era brillante, elegante, che faceva tardi la notte, una grande capitale d’Europa, poi è diventata quella che è oggi: una città di provincia, molto spenta”
Nel 1998 Funari si dedica al cinema, compare in Simpatici e antipatici diretto da Christian De Sica: “io ho sempre fatto spettacolo, sono una star di nascita. Il cinema per me, può essere la grande soluzione. Christian De Sica, il regista, mi ha pregato: se non accetti non faccio il film”. Funari interpreta un tangentista, con tanto di galera: “chi meglio di me? Li ho visti tutti”  Funari fa il critico televisivo per IL BORGHESE e alcune ospitate in programmi altrui. Funari nella stagione 1997/98 propone sul circuito Cinquestelle QUARTA GENERAZIONE.
Nel 1999 un intervento chirurgico al cuore, e applicazione di by pass: “m’hanno aperto come n’abbacchio!”. Dopo l’intervento chirurgico la sua salute è diventata il punto di partenza per un attacco alla sanità pubblica durante la trasmissione del sabato sera Per tutta la vita condotta da Fabrizio Frizzi dove ha attaccato il ministro della Sanità Rosy Bindi, il tg1 aggiunge applausi virtuali del pubblico mentre la Bindi replica, e il caso viene denunciato da Striscia la notizia. Nel 2000 nuovo ritorno a Mediaset: Funari viene invitato come guest-star nel programma A tu per tu, condotto da Maria Teresa Ruta  ed Antonella Clerici. Un tavolo rotondo, gli ospiti e un argomento, Funari è un gigante al cospetto delle due conduttrici e dopo qualche puntata non è più l’ospite bensì il padrone. La Clerici se ne va, la Ruta rimane ma è annullata da Funari che padroneggia.
A partire dalla stagione 2001/2002 è ancora a Odeon Tv con Funari c’è, poi Stasera c’è Funari, si presenta in video con un nuovo look: barba, bastone, “mi davano per morto, e invece sono tornato più vivo che mai”, e in effetti Funari è un inossidabile “animale televisivo”, più gli sparano addosso, più si rialza, urla, inveisce, ride. E’ accompagnato dalla sua banda storica: il giornalista Alberto Tagliati, il comico Pongo, il maestro Dino Siani, la fidanzata Morena, Ivar De MitriEnzo De Mitri. A partire dalla presente stagione il programma si chiama Funari forever, ed ha un grandissimo successo. Nel grigiore della programmazione Rai e Mediaset, tanto da farci venire alla mente quanto cantava Gaber: “pronto pronto pronto stiam diventando tutti coglioni con Berlusconi e con la Rai”, Funari c’è, Funari forever, Funari si staglia dal grigiore generale.
Aldo Grasso definisce Funari “l’ultimo intellettuale”. Funari presenta un libro di Massimo Fini, e qualche giorno dopo Grasso sul Corriere della Sera scrive: “Mi è venuta voglia di leggere un libro – ha scritto Grasso – grazie alla tv. Sembra un controsenso, una bizzarria, una cosa impossibile, eppure è così. Perché raramente mi è capitato di assistere a una presentazione tanto bella quanto disinteressata. E’ successo a Funari forever, lo stesso giorno, tanto per aver un termine di paragone al contrario, in cui Vespa presentava il suo libro da Biscardi. L’ospite in studio parlava dell’attuale civiltà occidentale come della lepre del cinodromo, sempre inseguita dai levrieri e mai raggiunta. O come di un treno in corsa nella notte, lanciato a folle velocità verso non si sa dove. E Funari lo incalzava sapientemente, lo stimolava come pochi conduttori sanno fare, si fermava sulla soglia del suo sapere per lasciare spazio al sapere dell’altro. In questo Funari è insuperabile. Non come opinionista ma come conduttore; grazie a un fiuto infallibile, ha capito tutti i rituali della tv generalista e, in più, a differenza di altri conduttori, sa quando bisogna comportarsi da «ignorante» per rispettare l’altrui pensiero. I due, nonostante la diversità degli interessi e gli stili di vita, avevano qualcosa in comune: si sentono due bastian contrari «esiliati» (l’uno è fuori dal giro dei grandi network, l’altro della grande stampa), non si tirano indietro davanti ai mulini a vento, amano, come si dice nel gergo dei giocatori, «andare a vedere». Entrambi passano per rompicoglioni. Gianfranco Funari ogni mercoledì e giovedì interviene anche a Chiambretti c’è, in una di queste puntate è protagonista di vari screzi, con Platinette, con Luca Barbareschi: “mi ha interrotto ridendo, non so se rideva per me, ma comunque mi ha interrotto. Io stavo raccontando che di quando in una libreria di Roma, dove avevo appena acquistato Il Principe di Machiavelli incontrai Pietro Nenni col suo baschettino che mi disse: ah ragazzì vuoi fare da grande il politico? Mi raccomando sempre grandi sentimenti, mai nessun risentimento. Barbareschi forse si aspettava che io attaccassi Martelli, siccome non l’avevo fatto allora… ogni volta che parlavo rideva, e allora glie dissi: ma che cazzo ridi, Barbarè…”
Gianfranco Funari è ormai stabilmente a Milano: ha lasciato l’Hotel Michelangelo dove soggiornava, ed ha una casa sui Navigli dove vive con Morena Zapparoli, la giovane compagna che ha l’esatta metà dei suoi anni, con la quale ha una relazione affettiva dal settembre 1999. “E’ la miglior zona di Milano in cui ho abitato, perché il fascino dei Navigli è unico, e simile a quello di Trastevere a Roma, e dei Quartieri Spagnoli a Napoli, sembra di essere in luoghi simili”
Nell’autunno del 2002 si vocifera un passaggio di Funari in prima serata quale mattatore di una trasmissione con Piero Chiambretti e Vittorio Sgarbi, Gianfranco mi precisa: “ma sia chiaro, in Rai ci vado solo se non vogliono l’esclusiva e mi lasciano a lavorare a Odeon Tv, e chi si fida? A giugno me ne vado in Brasile, ormai ho 71 anni”. Funari mi dice che poco prima di Natale Funari pronuncerà il suo terzo “si” convolando con Morena.
In merito all’ennesima crisi all’interno della Rai (inverno 2002) Funari dichiara: “Mamma Rai è una gran troia, perché ad ogni elezioni cambia marito e amante, se il marito è il presidente, l’amante è il direttore generale, poi c’è il consiglio di amministrazione che sono gli incontri occasionali, ciò comporta una confusione generale… Le dimissioni del consigliere Staderini? Mi è giunta voce (non se si sia vero) che siano dovute al fatto della mancata assegnazione della presidenza della Sipra a un suo cuginetto…” E Berlusconi? Gianfranco mi sembra che con lui hai un rapporto di amore-odio? “E’ verissimo, amore perché in effetti la mia capacità di affrontare il video come animale di spettacolo è a lui congeniale, odio perché non essendo uno yes man non potevo durare con lui. Ho avuto un bellissimo rapporto con Silvio, gli ho voluto molto bene, come lui del resto. Gli ho combinato un po’ de casini, ma non potevo fare diversamente, io amo la mia indipendenza”. Funari, ma cosa guarda in televisione, cosa salva? “Ti rispondo come dice una mia amica regista francese, che ho amato: A Gianfrà, la televisione è come la merda, bisogna farla, non guardarla”.
Stagione 2002/2003 ancora su Odeon Tv ancora Funari forever, lo affiancano gli inseparabili Morena, Alberto Tagliati, ai quali si è aggiunto Enzo De Mitri, critico televisivo, amico di Funari dai tempi di Aboccaperta. Il successo è grande a tal punto che Funari da filo da torcere ai network, lo incontro una sera sui Navigli e ancora mi dice: “me ne torno in Rai a due condizioni: che me lasciano di quello che voio, e che nun vogliono l’esclusiva, resto su Odeon Tv in prima serata, e faccio la seconda sulla Rai assieme a Chiambretti.” Funari mi annuncia la trasmissione “sarà girata al parco di Via Palestro, discuterò de politica e de cultura con un giovane, è uno scoop”. Preparo un articolo ma il direttore di Rai2 Antonio Marano smentisce. Funari resta ad Odeon Tv, e riparte anche nel settembre 2003. Poi un nuovo stop, un’operazione alle carotidi. “Mi si era chiusa un’arteria, andai in ospedale e mi visitarono er cardiologo me disse: ma lei ha fatto mai un’operazione alle carotidi? Una carotide è chiusa al 98,5%, l’altra al 70%, ed urlò: in camera operatoria!”. “Me devono nuovamente aprì come n’abbacchio” mi dice, e in tv annuncia la sua dipartita “moio, moio”, ma poi mi aggiunge: “se Gianfranchì non more dopo questo intervento non more più”. Dopo che m’hanno aperto m’hanno dato una boccettina con dentro er grasso che hanno levato dalla vena, sembrava un ingrediente per na’ matriciana, le mie carotidi sono due autostrade…”.
Pochi giorni dopo l’intervento Funari è nuovamente in tv a condurre, rigorosamente in diretta, ma qualche mese dopo, inizio 2004, viene nuovamente oscurato. “Anche se avevo portato i sponsor me hanno cacciato, sono intervenuti i potenti”. Qualche mese di silenzio e Funari torna a far parlare di sé: candidato presidente della Provincia di Napoli, lista Magna Grecia, ma poi colui che aveva incaricato di raccogliere le firme lo raggira, non se ne fa nulla. Agosto 2004 Funari convola finalmente a nozze con Morena, poi si dedica al teatro: Candido soap opera musical tratto da Voltaire, indi cinema: Re Lear, otto flashback, adattamento dell’opera di Shakespeare, e un cameo nel film sugli ultimi cinque minuti di Tarzan. “Me hanno offerto una cattedra universitaria di comunicazione a Milano, non ho accettato, come avevo fatto anni fa a Salerno, non ho accettato perché avevo il disappunto di incontrare certa gente…”
Nel settembre 2004 rientra in tv, artefice dell’operazione Sandro Parenzo, editore di Telelombardia che ha da poco acquistato la storica Antenna 3 Lombardia. Me lo annuncia in anteprima in occasione della presentazione di un libro di Aldo Grasso sulle tv locali, ove lui e Sandro Parenzo sono relatori: “a metà degli anni ’90 avevo da poco acquisito  Telelombardia, in quel periodo incontrai Gianfranco, allontanato dalla televisione nazionale, e gli proposi de fare Zona franca, un programma che, tramite la cassettizzazione (come ai tempi goliardici delle prime emittenti private n.d.r.) andava in onda su diverse emittenti regionali. Parenzo me diceva: famo la tv che non c’è, io la chiamai molto più semplicemente telepannocchia. Facemmo più ascolti dei network nazionali, se non fosse stato per Parenzo avrei chiuso con la tv dal 1996. Io non so se ve rendete conto delle fregnacce che se vedono sui network… Er cardinale Tonini ha giustamente reclamato che mentre se doveva parlà dei bambini morti nella scuola, un canale Rai stava a parlà di Baudo che si separa dalla Ricciarelli… Sandro Parenzo mi ha convinto a tornà in tv, riparto da Antenna3. Naturalmente con l’articolo 21, sai è importante dare spazio alle gggente. Qualcuno mi ha fatto notà che la gggente dice spesso stronzate, e io ho risposto, e lasciamoglie dì, altrimenti le fregnacce le dicono solo i politici”
Il curioso è la nuova trasmissione su Antenna 3, ma dura pochi mesi, poi un nuovo stop. Ritorno al cinema Nessun messaggio in segreteria con Carlo Delle Piane. Nel maggio 2005, dopo cinque mesi di assenza dal video, riecco Funari ad Odeon Tv, con Extra omnes, “er titolo dove essè Fuori dai co… ma nun me l’hanno accettato”. Il vecchio leone carico di acciacchi (ma un po’ ci gioca) entra nello studio spinto su una poltrona mobile, tipo carrozzella, lo accompagna il suo avvocato: “nun se sa mai, partiranno tante di quelle querele”. Assistito dalla paziente moglie Morena, Funari inizia leggendo un brano del Vangelo (la scena dell’Annunciazione) e, per “par condiscion” e uno di Marx contro la religione. “Ho deciso così per reagire al fatto che la Rai in prima serata parla de fratulenze”. Funari preannuncia che annuncerà cosa Berlusconi abbia fatto di bene e cosa di male, poi “ve dirò per chi non votà”.
Funari è incontenibile, mi dice: “Gli ultimi anni della vita sono i più facili perché non te ne frega più nulla, dove è il futuro? A dirte er vero anche in passato nun me ne fregato niente, una giornalista ha detto: io invidio Funari perché il futuro ce l’ha alle sue spalle. La cosa del futuro non mi tocca”.
Lo risento dopo l’estate e mi dice: “ma che cazzo stai a fa nella televisione? Te sei messo a fa er marchettaro, da te nun me lo sarei mai aspettato”, spiego a Funari che anche lui ha avuto e ringraziato i suoi sponsor e lui mi risponde: “ahò, ascolta il consgilio di Gianfranchì, tu poi esser me fijo, e ricordate, mejo fijo de Funari che fijo de mignotta… Devi si accettà i sponsor, ma sono i sponsor a dover vivere sull’immagine tua, nun devi mai essere tu a vivere in funzione de i sponsor”.
Nell’autunno 2005 riparte su Odeon con Extra Omnes, due sera alla settimana, quindi interviene a Matrix condotto da Enrico Mentana, qualche mese dopo viene ripreso da Striscia la notizia in un fuori onda, Funari si rifiuta di intervenire come ospite a un’altra trasmissione Mediaset perché gli hanno offerto un gettone di presenza troppo basso.
E cos’è la televisione oggi per Funari? “Non esiste pluralismo, esiste lo schierantismo, o stai da una parte o stai dall’altra, se non sei dalle due parti non va bene. Io ho sempre detto quel che pensavo, invece di pensare quel che dico. Il mio idolo sulla verità è Aldo Moro che disse: “non doletevi di dire la verità perché quando dite la verità, la verità vi darà il coraggio di dirne altre e arrivare fino in fondo, e l’hanno ammazzato. La televisione oggi è ‘na volgarità, altro che la volgarità de Funari. La volgarità la fanno coloro che mentono al cittadino, la volgarità è la finta bonomia, io se mando affanculo uno… se dico stronzo, dimmi la parola stronzo quale sinonimo ha, non ha sinonimi, perché se uno è stronzo non glie posso dì stupidino, se crea illusioni, gli devo dì: stronzo e basta. Contrariamente a quello che si pensa la televisione non è ciò che si trasmette, ma è ciò che il pubblico legge. C’è della televisione impiegatizia che non si fa leggere, e c’è della televisione che invece si fa leggere, dove salta fuori la vita. Oggi guardo poco la tv, la vedo solo per rendermi conto dell’analfabetismo televisivo che è generale, si tende a far scendere verso il basso la qualità perché se esce fuori di colpa la qualità fa da cartina di tornasole. Aveva ragione quella mia amica francese che me so’ scopato in gioventù: la tv è come la merda, bisogna farla, non guardarla”.
Nel dicembre 2005 mentre continua ad essere mattatore su Odeon Tv ricompare su Canale5 dapprima a Matrix intervistato da Enrico Mentana, poi a Il senso della vita, intervistato da Paolo Bonolis. “Quanno me hanno richiamato Bonolis e Mentana hanno battuto Vespa e a’ sua Porta a Porta”. Funari è protagonista a Striscia la Notizia che gli vuole consegnare il Tapiro d’oro, in un fuori onda Striscia fa vedere che Funari non ha partecipato a un Matrix di Mentana per un disaccordo sul compenso. Funari spiega che un autore del programma gli aveva promesso un compenso per poi tirarsi indietro all’ultimo minuto: “in collegamento da Roma o da New York prendo sempre 12.000 euro in seconda serata e 25.000 euro in prima, il Tapiro andava portato a Mediaset”.
Funari il 15 dicembre 2005 a Il senso della vita in una lunga intervista-verità si confessa, si racconta a 360 gradi, parla della personale esperienza che lo ha visto ad un passo dalla morte e lancia un appello ai giovani perché evitino di fumare: “ho cinque bay-pass, ragazzi, vi prego, non fumate, fumate! Ve lo dice uno che fuma, già io me so giocato a vita. Se avete fra i 45 e i 50 anni e siete stati fumatori, fate un esame alle carotidi. Il ministero della Sanità non lo rende obbligatorio perché costa troppo, ma voi fatelo!” Durante l’intervista Funari sottolinea l’importanza dell’uso del preservativo: bisognerebbe diffonderlo per evitare che nascano bambini che poi muoiono di fame, ma è anche un gesto di civiltà e per il partner, i figli devono nascere quando i genitori lo decidono”. L’indomabile anchor-man televisivo loda Giovanni Minoli: “è un direttore coraggioso, venti giorni fa mi ha chiesto perché Funari fa tanti ascolti, e mi ha risposto: perché è meglio di tutti. Sei lui diventa direttore generale la metà di quelli che stanno in Rai vanno a fare il concorso all’Atac”. Funari se la prende con l’ex direttore di Rai3 Angelo Guglielmi: “”leggo un’intervista che mi ha dato dolore: nel parlare di censurati ha fatto il nome di Santoro, Biagi, Luttazzi e Chiambretti, mentre a me, che mi ero reso disponibile a 400.000 lire a puntata, non mi ha nominato”. Guardando una foto che ritrae Michele Santoro e Adriano Celentano durante la prima puntata di Rockpolitik sottolinea: “non è possibile che Santoro faccia come gli pare: lo licenziano dalla Rai e prende lo stipendio. Fa l’eurodeputato, dice che si è stufato e torna in Rai. Poi parla a quell’altro di conflitto d’interessi”.
Funari ironizza poi sui nuovi fenomeni mediatici. Di Loredana Lecciso dice: “sta in tv, tu spegni la televisione ma lei rimane lì. Come cazzo fa? Con Albano ce prendono per er culo…”. E poi, riferendosi alle liti con il marito Al Bano, ipotizza un nuovo duetto musicale in famiglia, come è già accaduto con Romina Power: “Romina giocava in difesa con la classe, lei gioca con la coscia. Forse però canteranno insieme”.
Per il conduttore tv, infine, tre sono i motivi per cui ha senso vivere la vita: “la vita medesima che è un dono enorme”. Poi, bisogna “tentare sempre di non fare del male agli altri”.
A chiudere la classifica, i piaceri: “mi sono sempre piaciuti e me li sono goduti tutti e se in paradiso danno l’ergastolo, io lo prendo”. L’ultimo pensiero è per Morena, alla quale è legato da sette anni, ma che conosce sin da bambina: “i miei sette anni con lei equivalgono a 21, perchè non mi ha lasciato mai. Lei crede che io sia eterno, ma sto morendo. Un grande chirurgo mi ha detto che mi deve riaprire”.

IL RITORNO DI “ER FUNARO”
(tratto da L’Opinione delle Libertà  19/05/2005)


Lo ritrovo a qualche mese di distanza dall’ultima intervista, il vecchio leone ruggisce sempre, mi riceve nel suo appartamento sui Navigli. “Questo – mi dice indicandomi il ballatoio della tipica casa di ringhiera – a Roma se chiama, se chiama… cazzo nun me ricordo”. Poi parliamo di Radio Ambrosiana, storica emittente locale ove feci la mia prima trasmissione, allora quindicenne, Funari, non ancora personaggio nazionalpopolare, ma già mattatore del Derby, era ospite, il primo vip che intervistai. “Come nun me ricordo, me ricordo si, caro”, poi lo guardo forse in modo strano e lui mi precede: “Nun ce fa caso figliolo, è l’arteriosclerosi, me ricordo di quello che ho fatto trent’anni fa e nun me ricordo come cazzo se chiama a Roma er ballatoio”.
Arriva l’inseparabile e paziente Morena Zapparoli, sua compagna, che cerca di ricordare. Allora dico, riprendiamo dalla stagione Stagione 2002/2003 ancora su Odeon ancora Funari forever, lo affiancano gli inseparabili Morena, Alberto Tagliati, ai quali si è aggiunto Enzo De Mitri, critico televisivo, amico di Funari dai tempi di Aboccaperta. Il successo è grande a tal punto che Funari da filo da torcere ai network. Funari urla a squarciagola “aho, te do un sgoop, me ne torno in Rai a due condizioni: che me lasciano di quello che voio, e che nun vogliono l’esclusiva, resto su Odeon in prima serata, e faccio la seconda sulla Rai assieme a Chiambretti.” Funari mi annuncia la trasmissione “sarà girata al parco di Via Palestro, discuterò de politica e de cultura con un giovane, è uno scoop”. Preparo un articolo ma il direttore di Rai2 Antonio Marano smentisce. Funari resta ad Odeon, e riparte anche nel settembre 2003. Una sera in tv ha alzato il bastone su cui si appoggia, non si sa se per necessità o per civetteria, e brandendolo ha cominciato ad urlare: “scippatori di tv, scippatori di tv”, riferendosi a Bruno Vespa e a Maurizio Costanzo che, a suo dire, gli hanno rubato il suo modo di condurre il talk-show. Un’altra sera, sempre da Odeon Tv, ha detto: “Vespa ha detto: un’impresa televisiva prima di mettersi in casa delle persone come Funari, Roberto Da Crema e Wanna Marchi ci deve pensare due volte. Ahò Vespa l’accostamento nun mè piaciuto e te vojo di che dovrebbero pensarci due volte quelli che se mettono in casa i Vespa, i Costanzo e i Fede”. E tante altre simili uscite, del resto lui è Funari, è fatto così.
Poi un nuovo stop, un’operazione alle carotidi. “Mi si era chiusa un’arteria, andai in ospedale e mi visitarono er cardiologo me disse: ma lei ha fatto mai un’operazione alle carotidi? Una carotide è chiusa al 98,5%, l’altra al 70%, ed urlò: in camera operatoria!”. “Me devono nuovamente aprì come n’abbacchio” mi dice, e in tv annuncia la sua dipartita “moio, moro, moio”, ma poi mi aggiunge: “se Gianfranchì non more dopo questo intervento non more più”. Dopo che m’hanno aperto m’hanno dato una boccettina con dentro er grasso che hanno levato dalla vena, sembrava un ingrediente per na’ matriciana, le mie carotidi sono due autostrade…”.
Pochi giorni dopo l’intervento Funari è nuovamente in tv a condurre, rigorosamente in diretta, ma qualche mese dopo, inizio 2004, viene nuovamente oscurato. “Anche se avevo portato sponsor me hanno cacciato, sono intervenuti i potenti”. Qualche mese di silenzio e Funari torna a far parlare di sé: candidato presidente della Provincia di Napoli, lista Magna Grecia, ma poi colui che aveva incaricato di raccogliere le firme lo raggira, non se ne fa nulla. Aprile 2004 Funari convola finalmente a nozze con Morena, poi si dedica al teatro. Aldo Nove e Andrea Liberovici mi dissero “piantala de fa la politica, mettiti a far l’attore perché non ce ne sono più. Aldo Grasso ha però scritto che è meglio che Funari non faccia er teatro, preferisco che faccia la tv, però è solo Grasso a volerlo, perché Berlusconi non lo preferisce, Del Noce non lo preferisce, e così er presidente della Rai. Io ho sempre questo dubbio terribile: ogni volta che arriva il momento caldo della politica, mi hanno fatto sparì”. Siccome a Liberovici e ad Aldo Nove non potevo dà buca durante uno stop de tv ho fatto teatro: Candido soap opera musical tratto da Voltaire. E pensà che dovevo anche darme nuovamente ar cinema: Re Lear, otto flashback, adattamento dell’opera di Shakespeare, ma er film non è stato finito per mancanza de soldi. E pensà che devo ancora fa un film per la regia de Pasquale Squitieri… Stavo al ristorante da Fortunato al Panteon, in quer locale c’erano a cenà anche Pasquale Squitieri, Daniela Santanchè, Fabrizio Del Noce e Lino Jannuzzi. Mi so avvicinato a Del Noce e quello ha fatto n’gestaccio, poi me avvicinai a Squitieri e gli dissi: A’ Squitiè me dai una parte nel tuo film, Squitieri me rispose: no, lo sai Gianfrà che so un vecchio frocione, era un modo come un altro per nun farme fa l’attore. Er film, o meglio quello che ce resta se chiama Re Lear-otto flashback, la regia è di Andrea Liberovici, sceneggiatura di Aldo Nove, abbiamo girato nove scene quest’estate fra Loano e Boissano. Ho lavorato molto bene con Aldo Nove e Liberovici per i quali mi ero già esibito al teatro Stabile di Genova in Candido. Un altro lavoretto che ho fatto è stato un cameo nel film sugli ultimi cinque minuti di Tarzan. “Quanno m’hanno telefonato Aldo Nove e Andrea Liberovici pe’ dirme: lei deve fa Tarzan, io gli ho attaccato er telefono in faccia dicendo: ma che so’ scemo?” Poi me hanno richiamato dicendo: “ma Tarzan che muore, muore pazzo” allora gli ho risposto: “mo ve capisco, allora ce sto”.
Johnny Westmuller, campione olimpionico, poi attore nei film di Tarzan, all’età di 65 anni cade per terra e impazzisce, inizia ad andare in giro per New York facendo l’urlo di Tarzan, verrà sfruttato dagli americani a Las Vegas mettendolo in una stanza ove vi era scritto Urlo di Tarzan, la gente entrava pagava, e Westmuller faceva l’urlo. Poi Westmuller venne ricoverato in un ospedale psichiatrico. Aldo Nove e Andrea Liberovici hanno scritto un monologo per questo vecchio signore interpretato da Funari. Er film è stato girato in un ospedale psichiatrico e in una piscina vuota.
Anche Morena, signora Funari, dice: “i miei genitori lavorano entrambi nella psichiatria, fin da bambina ho frequentato molto i manicomi, quando ho visto Gianfranco nella veste di Tarzan impazzito sono rimasta esterefatta e mi sono detta: o è un grandissimo attore o è pazzo, o tutte e due le cose”. “E’ un grandissimo attore” ribatte Andrea Liberovici.
“Me hanno offerto una cattedra universitaria di comunicazione a Milano, non ho accettato, come avevo fatto anni fa a Salerno, non ho accettato perché avevo il disappunto di incontrare certa gente…”
Nel settembre 2004 Funari rientra in tv, artefice dell’operazione Sandro Parenzo, editore di Telelombardia che ha da poco acquistato la storica Antenna 3. Me lo annuncia in anteprima in occasione della presentazione di un libro di Aldo Grasso sulle tv locali, ove lui e Sandro Parenzo sono relatori: “a metà degli anni ’90 avevo da poco acquisito Telelombardia, in quel periodo incontrai Gianfranco, allontanato dalla televisione nazionale, e gli proposi de fare Zona franca, un programma che, tramite la cassettizzazione (come ai tempi goliardici delle prime emittenti private n.d.r.) andava in onda su diverse emittenti regionali. Parenzo me diceva: famo la tv che non c’è, io la chiamai molto più semplicemente telepannocchia. Io glie portai sponsor come la Fiat, la Despar, Rizzoli, Il Tronchetto… Un grosso affare. Anche se andavo in onda su Telepannocchia, su Telecrusca, Telorzo, chiamala come te pare. Tu ce ridi, ma la tragedia fu questa, lo scandalo, l’ignominia fu questa, me toccò lavorà con le tv piccole piccole, ma comunque è meglio lavorò a Telorzo o a Telecrusca che in Rai o in Mediaset, dove ce stanno li verdurai. E’ questa è na’ cosa che non perdono a Berlusconi, non si può avere per mesi un rapporto diretto e personalissimo e poi ascoltare er parere delle calzette corte… Io con Pare’ e coi piccoli editori me trovo mejo, rapporto diretto, senza intermediari. Facemmo più ascolti dei network nazionali, se non fosse stato per Parenzo avrei chiuso con la tv dal 1996. Io non so se ve rendete conto delle fregnacce che se vedono sui network… Er cardinale Tonini ha giustamente reclamato che mentre se doveva parlà dei bambini morti nella scuola, un canale Rai stava a parlà di Baudo che si separa dalla Ricciarelli… “Quanno vedo Porta a Porta sto sdraiato su un letto co un catino poiché se me viene da vomità già sto de mano… Sandro Parenzo mi ha convinto a tornà in tv, riparto da Antenna3. Naturalmente con l’articolo 21, sai è importante dare spazio alle gggente. Qualcuno mi ha fatto notà che la gggente dice spesso stronzate, e io ho risposto, e lasciamogliele dì, altrimenti le fregnacce le dicono solo i politici”
Il curioso è la nuova trasmissione su Antenna 3, ma dura pochi mesi, poi un nuovo stop. Ritorno al cinema con Nessun messaggio in segreteria di Paolo Genovese e Luca Miniero, con Carlo Delle Piane ed Anna Falchi. E’ la storia ironica di un omo de 70 anni è solo che non riesce a parlà con nessuno, si offre allora come amministratore der condominio, quanno è disperato telefona ai numeri verdi, ma le signorine lo mannano a fanculo. L’omo pensa allora de vendere la sua casa ma quanno vengono gli acquirenti lui parla con loro ma la casa non se vende. Er film è delizioso, er film pur essendo malinconico, pur parlando di vecchiaia e de solitudine, è un grande racconto. Quanno i due me hanno proposto un cameo ho accettato subito. Io faccio a parte de Funari, poiché er pensionato ha er mito de Funari. Er pensionato incontra il suo divo sulla riva del Tevere in un momento in cui per una storia d’amore di altri personaggi è giù col morale. La mia battuta è quella della mia amica francese: la tv è come la merda, bisogna farla non guardarla. Me ricordo che dissi immediatamente la battuta, Delle Piane mi fermò e me disse: Gianfrà goditela. Questo rimarrà nella storia della mia carriera, un grande ammaestramento di un grande attore come Carlo Delle Piane. A dirte a verità Pasquale Squitieri ci ha poi ripensato, ma più che ar Lear, ci sono solo dieci minuti de quer film che non si è poi mai fatto, Squitieri ha pensato con Pippo Franco a me per interpretà un poliziotto in pensione che ha vive a Trastevere e che ormai non gliene frega più n’cazzo, i poliziotti vanno da lui a chiedergli consigli e li aiuta tutti e risolve sempre i casi”.
Nel maggio 2005, dopo cinque mesi di assenza dal video, riecco Funari ad Odeon Tv, con Extra omnes, “er titolo doveva essè Fuori dai cojoni ma nun me l’hanno accettato”. Il vecchio leone carico di acciacchi (ma un po’ ci gioca) entra nello studio spinto su una poltrona mobile, tipo carrozzella, lo accompagna il suo avvocato: “nun se sa mai, partiranno tante di quelle querele”. Assistito dalla paziente moglie Morena, Funari inizia leggendo un brano del Vangelo (la scena dell’Annunciazione) e, per “par condiscion” e uno di Marx contro la religione. “Ho deciso così per reagire al fatto che la Rai in prima serata parla de fratulenze, mi non siamo alla Rai e a Mediasette, nun se parla de fregnacce…”. Funari preannuncia che annuncerà cosa Berlusconi abbia fatto di bene e cosa di male, poi “ve dirò per chi non votà”. E continua “Papà mio, pace arr’anima sua, faceva er vetturino, me disse che ero un pischello na’ cosa che me ricorderò finchè campo…” poi esita, “me disse, me disse… o cazzo nun me ricordo che cazzo disse…”
Gli comunico che è oggetto di interesse di tesi di laurea e mi dice: “ah va bbè, ma me tocco i cojoni… E comunque se mojo vojo due tombe: una a Boisanno con una lapide con la scritta Ho smesso di fumare, l’altra ad Arcore con la scritta Silvio ti tengo d’occhio”. Il tuo nuovo programma si chiamerà Extra omnes?  “Si purtroppo”.  Perchè?    “Extra omnes, 
ma che cazzo sta a capì a ggente, è come er latinorum de Don Abbondio, fuori dai cojoni sarebbe stato più esplicito) darò spazio all’ultima generazione di autori, registi, poeti, scrittori, imprenditori, perché hanno mille difficoltà perché viviamo in un mondo di merda. Quando si parla dei politici devo dì che la partitocrazia e le tangenti non so er maggior reato, il reato molto più grave è stato quello di permettere carriere con poco talento o senza talento, e non permettere ai talenti de fare carriera. In Italia ce so state troppe carriere senza talento, e troppi talenti so rimasti senza carriera, in un mondo dove c’è la concorrenza noi stiamo nella merda. Io lo dico pur essendo soddisfatto della mia vita, ma io so soddisfatto perché un critico televisivo scrisse: Funari è stato come l’aereoplanino di Mosca, che atterrò nella piazza de Mosca. Non si erano accorti che li stavo a fregà, quando se ne so accorti me hanno cacciato”.
Sempre nel 2005 Funari riprende a scrivere per la carta stampata, editorialista de Il Gazzettino, quotidiano diretto da Luigi Bacialli, direttore responsabile de L’Indipendente ai tempi durante i quali direttore editoriale era proprio Funari.
E la politica di oggi? Che ne pensi Gianfranco? “So un pentito der centro-destra e un deluso der centro-sinistra. Da Roma in su noi abbiamo A.N. Udc, Lega e Forza Italia, er tavolo del potere se regge su quattro gambe, al sud abbiamo Forza Italia, A.N. e Udc, la quarta gamba è la camorra, per esperienza personale te dico che la camorra se sta istituzionalizzando come partito. Se vuoi poi te do i particolari di come fanno er partito, e non ho paura che m’ammazzano, è meglio morì ammazzato che in ospedale, almeno moro come un eroe.”
“Me ricordo che Bertinotti nel 1996 quanno venne ospite alla mia trasmissione Napoli capitale, non aveva un programma, continuava a dì: la cosa più importante è non far vincere Berlusconi, ma se è stato poi lui a farlo vincere… Rutelli anche se me fece incazzà venne a trovarmi in ospedale, però gli ho detto: A Francè, ma che cazzo è sta Margherita. Ce so’ molti ex democristiani che oggi stanno in Forza Italia e che hanno intenzione de uscire da Forza Italia e di annare o nella Margherita o nell’Udeur. Sai io sento puzza de Dc, non so se hai mai usato un deodorante al cesso dopo aver fatto a pupù. Non capisci più quale è la pupù e quale er deodorante, lo stesso è per me Casini. Berlusconi per questi cinque anni aveva due aspirazioni: quella de farsi li cazzi suoi e quelli dell’Italia, i cazzi suoi glie so venuti benissimo, quelli de l’Italia un po’ meno… Berlusconi è un ottimo politico ma un pessimo governante, Oggi ce stà un certo Gianfranco Rotondi ha fatto un partito che se chiama Dc, er suo obiettivo è quello de mettere dentro Buttiglione e Mastella, che è er più furbo de tutti, er più smaliziato…”
Funari è incontenibile, mi dice: “Gli ultimi anni della vita sono i più facili perché non te ne frega più nulla, dove è il futuro? Il mio futuro è alle spalle, per cui amo coloro che devono faticare per ottenere qualcosa, Enrico Lucci, Andrea Liberovici, i giovani della Quadrifoglio che hanno prodotto un film facendo una colletta… A dirte er vero anche in passato nun me ne è fregato niente, una giornalista ha detto: io invidio Funari perché il futuro ce l’ha alle sue spalle. La cosa del futuro non mi tocca”. E cos’è la televisione oggi per Funari? “Non esiste pluralismo, esiste lo schierantismo, o stai da una parte o stai dall’altra, se non sei dalle due parti non va bene. Io ho sempre detto quel che pensavo, invece di pensare quel che dico. Il mio idolo sulla verità è Aldo Moro che disse: “non doletevi di dire la verità perché quando dite la verità, la verità vi darà il coraggio di dirne altre e arrivare fino in fondo, e l’hanno ammazzato. La televisione oggi è ‘na volgarità, altro che la volgarità de Funari. La volgarità la fanno coloro che mentono al cittadino, la volgarità è la finta bonomia, io se mando affanculo uno… se dico stronzo, dimmi la parola stronzo quale sinonimo ha, non ha sinonimi, perché se uno è stronzo non glie posso dì stupidino, se crea illusioni, gli devo dì: stronzo e basta. Contrariamente a quello che si pensa la televisione non è ciò che si trasmette, ma è ciò che il pubblico legge. C’è della televisione impiegatizia che non si fa leggere, e c’è della televisione che invece si fa leggere, dove salta fuori la vita. Oggi guardo poco la tv, la vedo solo per rendermi conto dell’analfabetismo televisivo che è generale, si tende a far scendere verso il basso la qualità perché se esce fuori di colpa la qualità fa da cartina di tornasole. Aveva ragione quella mia amica francese che me so’ scopato in gioventù: la tv è come la merda, bisogna farla, non guardarla”.

Ecco una delle tanti frasi verità di Funari, argomento? La “vittima” Michele Santoro: “non è possibile che faccia come gli pare: lo licenziano dalla Rai e prende lo stipendio. Fa l’eurodeputato, dice che si è stufato e torna in Rai. Poi parla a quell’altro di conflitto di interessi”.

LA REDAZIONE DI FUNARI

Ecco i collaboratori di Gianfranco Funari nel corso degli anni.

ERMANNO CORBELLA

ALBERTO TAGLIATI

ENZO DE MITRI

MORENA ZAPPAROLI

IVAR DE MITRI

PONGO

ALESSANDRA SESTITO

ANDREA PENSOTTI

Fra il 2005 e il 2006 Funari è ospite a MATRIX condotta da Enrico Mentana, MARKETTE condotta da Piero Chiambretti.  Il suo testamento spirituale è nel dicembre 2005 a IL SENSO DELLA VITA condotto da Paolo Bonolis.  Tre sono per lui i motivi per vivere: “La vita medesima che è un dono enorme. Poi bisogna cercare sempre di non fare del male degli altri. A chiudere la classifica i piaceri: mi sono sempre piaciuti e me li sono goduti tutti e se in Paradiso danno l’ergastolo io lo prendo”.  L’ultimo pensiero è per Morena, alla quale è legato da sette anni, ma che conosce fin da quando era bambina: “i miei sette anni con lei equivalgono a ventuno, perchè non mi ha lasciato mai. Lei crede che io sia eterno, ma sto morendo”. Nella stagione 2006/2007 Gianfranco riparte su Odeon Tv,. LA STORIA SIAMO IO, nell’aprile 2007 il ritorno in Rai con APOCALYS SHOW, programma ambientalista, poche puntate.  Stupendo il promo, parafrasando una scena del film AMARCORD di Federico Fellini, quella durante la quale Ciccio Ingrassia urla: “voglio una donna”, Funari urla “voglio Rai1”.  Ma in Rai Funari non ha la libertà che ha ad Odeon, lo allontanano, così scrive, ma lui mi confida: “me ne vado, qui nun ce stà a libertà”, dopo qualche puntate manda via autore, collaboratori, rifiuta di leggere il gobbo e riparte e ruota libera con la fida Morena, il programma diventa VIETATO FUNARI (con allusione evidente a VIETATO FUNARI, il vizio del fumo non l’ha mai abbandonato), ma per la Rai non va bene un Funari libero, lui si congeda cantando una canzone del Pierangelo Bertoli, A MUSO DURO: “ho sempre odiato i porci ed i ruffiani, e quelli che rubavano un salario, i falsi che si fanno una carriera con certe prestazioni fuori orario”. Gianfranco Funari riparte su Odeon e all’inizio 2008 il ricovero all’ospedale San Raffaele di Milano, Gianfranco è fra la vita e la morte, l’ennesima battaglia, ma ce la farà, auguri Gianfranco, vecchio leone, torna presto, abbiamo bisogno di te.

Gianfranco Funari è morto all’Ospedale San Raffaele di Milano il 12 luglio 2008. Ciao Gianfranco ci hai lasciati soli a combattere contro destra e sinista, con lacchè, pennivendoli e traffichini.

Per sua volontà Gianfranco Funari viene sepolto con un pacchetto di sigarette, delle fiches e un telecomando, oggetti simbolo della sua vita.

“Gianfranco mi ha lasciata: era tanto più grande di me, ma mi ha dato l’energia che solo un ragazzo poteva darmi. L’ho amato tanto e mi ha insegnato tanto” sono le parole che Morena Funari ha affidato a un giornalista di DIVA&DONNA “perchè ci siete sempre stati vicini e amici in questi anni e soprattutto in questi mesi terribili”. Così lo stesso Funari prima di entrare in coma aveva salutato Morena: “mi dispiace lasciarla, con lei avevo conosciuto il grande amore, quello vero che da tutto e non chiede niente, da mesi Morena dormiva su una sedia, da lei volevo un figlio”.

Morena ha voluto dare l’addio al marito dedicandogli la canzone di Battiato LA CURA. Ecco il necrologio pubblicato dalla vedova sul Corriere della Sera:
“Amore mio te ne sei andato. Ti canto per l’ultima volta la nostra canzone: supererò le correnti gravitazionali, lo spazio e la luce per non farti invecchiare, e guarirai da tutte le malattie perchè sei un essere speciale. Io avrò cura di te, ti amo, Morena.

“Ciao Gianfrà, buon viaggio, la dove sei ora lasciali come sempre a bocca aperta”

LUCA LAURENTI

Un grandissimo professionista e un uomo buono e generoso che si è speso senza risparmio in tante ed inutili battaglie

MASSIMO FINI

Un grandissimo professionista. Con Tortora, uno degli uomini di tv più copiati.

GIOVANNI MINOLI

Un uomo bravo. Ci diede spazio in tv e la Lega è cresciuta anche grazie a lui.

UMBERTO BOSSI

Oggi è morto il giornalismo libero.

ENZO DE MITRI

Ciao Gianfrà stavolta nun je ai fatta, con te se ne va l’anarchia televisiva, il piccolo schermo ormai avrà soltanto impiegati.

MASSIMO EMANUELLI

Un personaggio carico di grande forza espressiva, anticipatore del reality e del confronto in tv fra la gente comune. Il dibattito con la gente comune in tv è nato con lui. In ABOCCAPERTA prendeva due categorie di persone, come portieri contro condomini, e le faceva scontrare. Con lui è partito anche il reality. Funari era un personaggio ecclettico, era uno che segnava lo schermo. Ha cambiato lo stile televisivo. Recentemente il suo male fisico lo aveva fatto arrabbiare, non era più sereno come prima. Si vedeva che era molto sofferente. Mi dispiace moltissimo. L’ho incontrato a Mialno quando faceva il cabaret, a Roma abitavamo vicino, a via dei Giornalisti, e mi raccontava la sua vita stramba. Funari ha fatto il croupier, il venditore di cravatte, poi la tv e la fama.

PIPPO BAUDO

RASSEGNA STAMPA

SE NE VA FUNARI, L’ANTIPOLITICA IN TV Corriere della Sera 13 luglio 2008

ADDIO A GIANFRANCO FUNARI, MARTEDI’ L’ULTIMO SALUTO Il Messaggero 13 luglio 2008

ADDIO FUNARI, IL TELEPROVOCATORE di Tony Damascelli Il Giornale 13 luglio 2008

FUNARI, L’URLATORE SOLITARIO CHE INVENTO’ LA RISSA IN TV di Michele Serra La Repubblica 13 luglio 2008

ADDIO A FUNARI, IL RIBELLE CHE INVENTO’ LA TV “CATTIVA” Il Giorno 13 luglio 2008

E’ MORTO FUNARI LA TV PROVOCAZIONE di David Grieco L’Unità 13 luglio 2008

FUNARI, IL RE DEI RISSOSI di Norma Arangere Il Manifesto 13 luglio 2008

ADDIO, SIGNOR TV – TRASH La Stampa 13 luglio 2008

ADDIO AL RE DELLA TV PROVOCATORIA di Alessandra Comazzi La Stampa 13 luglio 2008

IL SENZAVERGOGNA di Giancarlo Dotto La Stampa 13 luglio 2008

FUNARI, L’ANARCHICO DELLA TV Il Secolo XIX 13 luglio 2008

E MORTO GIANFRANCO FUNARI IL GIORNALAIO Italia Notizie 13 luglio 2008

ORA FUNARI SA COME VA A FINIRE La Stampa 13 luglio 2008

ADDIO A GIANFRANCO FUNARI, 20 ANNI DA PROTAGONISTA TV Ansa 12 luglio 2008

ADDIO GIANFRA’ ORA TUTTI LO RIMPIANGONO

CIAO GIANFRA’, L’ANARCHICO DELLA TV

di Massimo Emanuelli

Martedì 15 luglio alla Chiesa di San Marco di Milano a Brera, il quartiere degli artisti, si sono svolti i funerali di Gianfranco Funari. Alle 14 in una Chiesa già gremita di tanta gente comune, tantissima gente, il suo pubblico non lo lasciato solo. Ci sono anche alcuni amici del mondo dello spettacolo, e quasi nessun politico è entrata la bara con il suo cappello chiaro. il bastone, e un cuscino di girasoli, quelli del suo ultimo progetto, LA COMMEDIA DIVINA.  La funzione religiosa inizia con un brano di Bob Dylan, BLOWIN’ THE WIND,  poi si ascolta la voce di Funari che commenta una delle sue canzoni preferite: “quante volte deve un uomo guardare in alto prima di poter vedere il cielo. E quanti orecchi deve avere un uomo prima di potere sentire la gente che piange, e quanti morti ci vogliono perchè si sappia che troppi sono morti, la risposta amico soffia nel vento”.

Monsignor Osella del’Ospedale San Raffaele di Milano con il parroco Don Testori ha celebrato la funzione religiosa.  Si inizia dalla parabola dei talenti, sempre voluta da Gianfranco per disposizione testamentaria.   “Oggi siamo qui per salutare un uomo conosciuto, ma mi sento di dirvi di vivere questo momento come una preghiera, lasciamoci prima di ogni altra cosa guidare dalla parola di Dio, è l’unica parola che ha qualcosa da dirci di fronte alla morte… Il nostro fratello Gianfranco in questi ultimi tempi ha più volte espresso il mistero della morte. La parabola che abbiamo letto era particolarmente cara a Gianfranco, gli piaceva questo scagliarsi di Gesù contro l’ipocrisia, lui che si scagliava contro ogni potere, aveva coerenza, coraggio…  Tutti abbiamo visto in televisione quella sua dichiarazione di qualche anno fa quando disse: mi auguro di poter morire con tanta serenità da poter sottrarre a mia moglie con un sorriso il dolore che le darò. Credo che sua moglie che sempre gli è stata accanto nel dolore, nella malattia, nella sofferenza, abbia potuto cogliere questo sorriso in un uomo che, al di la del suo carattere, aveva certamente una grande capacità di condividere le sofferenze e le felicità e gli altri…  So che anni fa Gianfranco aveva incontrato il Papa Giovanni Paolo II e gli aveva detto di essere comandamento di amare il prossimo. Gianfranco pensava di amare cercando e dicendo la verità… Gianfranco sapeva parlare non con le autorità ma con il popolo. Chi parla a nome del popolo parla a nome di Dio, vox populi vox Dei, sapeva non solo parlare, ma sapeva ascoltare… Era un uomo vero, un uomo autentico, un vero cristiano. Gianfranco la ringraziamo.  Penso al suo ultimo messaggio ai giovani, io che ho vissuto all’ospedale so cosa lui voleva dire quando ha detto ai giovani di non fumare, questo è il suo testamento dopo una vita vissuta per Dio, per gli altri e per la famiglia.

Il sacerdote legge i passi della lettera di San Paolo ai Corinzi sui Farisei perche – ha detto il sacerdote – gli piaceva questo scagliarsi di Gesù contro l’ipocrisia, perchè lo avvertiva vicino al suo modo di sentire.

Toccante il discorso della vedova Morena, quasi intimidita da tanti fotografie e telecamere, Morena si toglie per un momento si toglie i grandi occhiali scuri e con parola appassionate, fra gli applausi, ricorda il suo grande amore: “Ciao Gianfranco. Dove sei adesso? Vorrei saperlo, vorrei sapere se mi ascolti. Se è così vorrei dirti che non sentire più la tua voce che chiama: Morena è come sentire il frastuono della solitudine, il  vuoto della realtà, il paradosso dell’esistenza. Vorrei avere le certezze incrollabili di chi credere per pensarti in mezzo ai girasoli delle infinite praterie del Paradiso, ma purtroppo non ce l’ho. Sei in un’altra dimensione? Oppure semplicemente non sei più. Avere la certezza incrollabile di chi crede e pensarti in mezzo ai girasoli in Paradiso. Chi non ha la fortuna di credere sa comunque che tu hai appartieni a quella categoria di uomini che sono messi fra i buoni. Una parte della tua vita l’hai passato nei casinò, ma l’intera tua vita è stata un azzardo, un rischio giocato in nome della libertà di pensiero, della verità, della giustizia, dell’onesta intellettuale. Agli altri dicevi: non fate come me che parlo prima di pensare, pensate prima di parlare. Non pentirti di nulla Gianfranco, sono fiera di te. Quante volte per istinto, senza rendertene conto, hai incarnato quello che dovrebbe essere il giornalismo, chi, dove, quando come, perchè. Hai raccontato i fatti così come sono, senza filtri, senza censure, nell’interesse della gente, senza mai venire a patti con il potere. Per questo l’hai pagata cara, sei tu il vero epurato del mondo della televisione, del mondo dell’informazione. Non pentirti di nulla Gianfranco, sono fiera di te.  Persino in queste ore qualcuno ha cercato di infangare la tua memoria con delle grandi menzogne, ti prometto che faremo di tutto per proteggerti da questi sciacalli.  Un telecomando hai voluto, sei e rimarrai per sempre un pezzo molto importante nella storia della televisione, predicatore dell’etere qualcuno ti definisce, è un’espressione che rende l’idea, ma io preferisco chiamarti aedo dei nostri tempi, perchè nessuno meglio di te ha avuto la memoria, la sintesi, l’improvvisazione che servono in televisione, hai cambiato il linguaggio della televisione, il modo di fare informazione, hai spiegato la politica alla gente comune. Hai creato una frattura che costituisce un punto di grande televisione. Per questo non sarai mai dimenticato, la gente che tanto ami, che ti ama, non ti ha mai abbandonato. Un pacchetto di sigarette, hai detto: ragazzi non fumate mai la prima sigaretta, l’hai urlato più volte. Durante questi cinque mesi tutti abbiamo creduto che ce l’avresti fatta. Quando ti sei svegliato dal coma farmacologico mi hai detto: forse è arrivato il momento di andare, ma ho chiesto a Dio di darmi solo dieci minuti, voglio chiederti scusa Morena per non averti ascoltato quando mi dicevi: non fumare. Ma sei stato un uomo libero fino in fondo, libero anche di farti del male, agli altri non ne hai mai fatto. Amerai il prossimo tuo come stesso. Giovanni Paolo II ti disse un giorno che eri fra quegli uomini che più hanno rispettato questo comandamento, e tu hai sempre portato nel cuore queste parole. Sei pieno di difetti, ma io ti amo ancora per questo.  Dove sei adesso? Vorrei saperlo, vorrei sapere se mi ascolti, se è così vorrei dirti che non sentire più la tua voce che chiama Morena è come sentire il frastuono della solitudine, il vuoto che mi hai lasciato. Lo sentirei ancora di più se non fossi circondata dai nostri amici che mi ricordano che siamo stati fortunati ad incontrarci e che abbiamo passato insieme nove anni di vita, momenti difficili, ma per me non sei solo un marito, lo sai, sei un pò anche un figlio, e quella canzone di Franco Battiato che ci piace tanto e chi ti ho cantato quando ha cessato il tuo cuore di battere voglio salutarti così.  E guarirai da tutte le malattie perchè sei un essere speciale ed io avrò cura di te. Ti amerò per sempre, ciao Gianfranco.

La cerimonia funebre si chiude con la canzone di Pierangelo Bertoli A MUSO DURO, cantata da Funari al termine di APOCALYS SHOW e scelta da lui per chiudere il funerale, canzone che rispecchiava la sua vita:

E adesso che farò non so che dire
fa freddo come quando stavo solo
ho sempre scritto i versi con la penna
non ho ordini precisi di lavoro
ho sempre odiato i porci ed i ruffiani
e quelli che rubavano un salario
falsi che si fanno una carriera
con certe prestazioni fuori orario
canterò le mie canzoni per la strada
ed affronterò la vita a muso duro
un guerriero senza patria e senza spada
con un piede nel passato
e lo sguardo dritto e aperto nel futuro
ho speso quattro secoli di vita
e ho fatto mille viaggi nei deserti
perchè volevo dire ciò che penso
volevo andare avanti ad occhi aperti
adesso dovrei fare le canzoni
con i dosaggi esatti degli esperti
magari poi vestirmi come un fesso
per fare il deficiente nei concerti
canterò le mie canzoni per la strada
ed affronterò la vita a muso duro
un guerriero senza patria e senza spada
con un piede nel passato
e lo sguardo dritto e aperto nel futuro
non so se sono stato mai poeta
e non m’importa niente di saperlo
riempirò i bicchieri del mio vino
non so com’ e’ però v’invito a berlo
e le masturbazioni cerebrali
le lascio a
chi e’ maturo al punto giusto
le mie canzoni voglio raccontarle
a chi sa masturbarsi per il gusto
canterò le mie canzoni per la strada
ed affronterò la vita a muso duro
un guerriero senza patria e senza spada
con un piede nel passato
e lo sguardo dritto e aperto nel futuro
e non so se avrò gli amici a
farmi il coro
o se avrò soltanto volti sconosciuti
canterò le mie canzoni a tutti loro
e alla fine della strada
potrò dire che i miei giorni
li ho vissuti…

In tanti lo hanno aspettato fuori per regalargli l’ultimo applauso prima della sepoltura al Cimitero Monumentale di Milano.  Una commozione fortissima e applausi ripetuti, ricordando il suo modo sincero e temerario di affrontare la vita e lo spettacolo.  Funari ha voluto accanto a sè delle fiche in ricordo della professione e del gusto dell’azzardo, un telecomando simbolo di libertà davanti alla tv, e un pacchetto di sigarette aperto, il suo vizio irrisolto. Sulla lapide la scritta Ho smesso di fumare.  Moltissima gente, a ggente che lui amava, il suo pubblico, gli hanno dato l’ultimo saluto. Presenti anche alcuni amici del mondo dello spettacolo.  Enrico Lucci, Claudio CecchettoPiero ChiambrettiRaimondo Lagostena, Carlo Feccero, Tony Dallara, Gaspare. 

Claudio Cecchetto, riferendosi alla gente presente ha dichiarato: “qui c’è la verità, è la dimostrazione che era un uomo libero, sono venute le persone che hanno apprezzato questa caratteristica”;  Cristiano Malgioglio,dal canto suo, ha aggiunto: “Era venuto ospite a QUELLI CHE IL CALCIO da Simona Ventura, mi aveva voluto vedere, io lo conoscevo da moltissimo tempo, è una grande perdita perchè come uomo di spettacolo era uno showman, poi mi piaceva molto perchè non aveva peli sulla lingua, diceva tutto quello che pensava, e questo a mio avviso è molto importante per uno che fa questo lavoro”. Tony Dallara: “di vip veri non ce ne sono più, oggi fanno tutti finta, credono di essere chissà chi, ma non sono nessuno”. Piero Chiambretti: “l’ultima volta che l’ho visto era sorridente, combattivo, sempre pronto a nuove sfide e battaglie, mi parlava spesso al telefono di quelli che sarebbero stati gli scenari della sua televisione, della televisione, e anche della mia televisione”.  Carlo Freccero: Gianfranco è stato un compagno di viaggio coraggioso, generoso e come sempre a volte un pò eccessivo, ma questo a causa della sua generosità e del suo temperamento, una grande esperienza sia a livello televisivo che a livello umano.

Niente politici, hanno avuto il pudore di non presentarsi, uniche eccezioni Giovanni De Nicola e Marco Ferrando, e, a pensarci bene, la presenza di due persone di orientamento politico diametralmente opposto testimonia ancora una volta l’indipendenza di Funari.   Sono sicuro che questo funerale sarebbe senz’altro piaciuto a Funari, perchè a salutarlo c’era sopratutto la gente comune, moltissima, quella gente che lo seguiva e lo amava per il suo modo brusco e così personale di fare tv.

Massimo Emanuelli saluta Gianfranco Funari, maestro di vita e di libertà, da te ho imparato a non piegarmi mai al potere, a non fare compromessi, a fare, nel mio piccolo giornalismo libero, ad avere libertà.  Anch’io, sempre nel mio piccolo, sono stato rifiutato dai grandi sistemi, ma ho avuto la libertà che è la cosa indispensabile per un uomo.  Gli editori con i quali ho lavorato mi hanno sempre lasciato totale libertà ed indipendenza.  Anche quando mi sono autoprodotto con sponsor commerciali, i sponsor come li chiamavi tu, mi hai dato una grande lezione dicendomi: “non devi essere tu a fa quel che dicono i sponsor commerciali, devono essere i sponsor commerciali a fa quel che dici tu”.  Ciao Gianfranco non ti dimenticherò.  Ben ha fatto Morena oggi a dire che vi sono alcuni personaggi, che cercano di infangare la tua memoria con delle grandi menzogne, ti prometto che faremo di tutto per proteggerti da questi sciacalli. Morena cercherà, e lo farò anch’io nel mio piccolo, di rispettare la tua memoria, di difenderti da questi sciacalli.  Ciao Gianfrà.

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NEL LIBRO GIANFRANCO FUNARI IL GIORNALAIO PIU’ FAMOSO D’ITALIA TROVERETE ANCHE INTERVISTE A MORENA ZAPPAROLI E AD ALTRI AMICI E COLLABORATORI STORICI DI FUNARI.

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GIGI VESIGNAROBERTO MARELLIROBERTO POLETTI

PAOLO PILLITTERI MASSIMO EMANUELLI

ALBERTO TAGLIATI PER VENT’ANNI SPALLA DI GIANRANCO FUNARI CON MASSIMO EMANUELLI

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TUTTE LE INTERVISTE DI  MASSIMO EMANUELLI A GIANFRANCO FUNARI (IN RADIO, IN TELEVISIONE E PER LA CARTA STAMPATA) SONO PUBBLICATE SUL LIBRO GIANFRANCO FUNARI IL GIORNALAIO PIU’ FAMOSO D’ITALIAGRECO & GRECO EDITORI MILANO.

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ECCO L’ARTICOLO DI ALBERTO MARTA CHE TRAMITE FACEBOOK E’IN CONTATTO CON MATTEO FUNARI

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IL LIBRO SARA’ PRESENTATO AD APRILE NELLE SEGUENTI CITTA’: PIACENZA. LIVORNO, VIAREGGIO, ROMA, FIRENZE, ANCONA. PRESTO ON LINE LE DATE.

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