Lutto nel mondo della cultura e della politica: è morto il professor Ettore Adalberto Albertoni

ettore adalberto albertoniNel pomeriggio di mercoledì 4 luglio 2018 è morto Ettore Adalberto Albertoni, docente universitario e politico lombardo. Nato a Sesto San Giovanni il 7 aprile 1936, il nonno Ettore era direttore generale del Ministero delle finanze, il padre Giovanni, noto avvocato antifascista, venne insignito della medaglia d’argento nel 1961 dal sindaco di Milano Gino Cassinis, la madre una musicista veneta. Ultimati gli studi superiori Ettore Adalberto Albertoni si iscrive alla facoltà di giurisprudenza dell’Università Statale di Milano, la stessa Università frequentata da Bettino Craxi che abita nella sua stessa strada, via della Besana, il padre del futuro segretario nazionale del Psi, l’avvocato Vittorio Craxi, conosceva il padre di Albertoni, avvocato Giuseppe. Mentre Bettino Craxi, assorbito dalla vita politica non terminerà gli studi universitari, Ettore Adalberto Albertoni si laurea in giurisprudenza ed inizia l’attività forense (avvocato civilista e d’impresa) e si dedica allo studio. Le sue ricerche su Carlo Cattaneo, il padre del federalismo italiano, del quale era uno dei massimi esperti, gli valgono la cattredra di Professore ordinario di Storia delle politiche all’Università Statale di Milano. Alla fine degli anni ’50 Albertoni milita nel Partito Socialista Italiano di Pietro Nenni, Riccardo Lombardi e Francesco De Martino. E’ un autonomista, riformista e federalista. Alle elezioni del novembre 1960 viene eletto consigliere comunale a Lecco nella fila del Psi, di cui sarà capogruppo fino al 1970. Quindi sarà responsabile degli Enti Locali e animatore culturale del circolo De Amicis di Aldo Aniasi. Nel 1976 entra nel comitato centrale del partito e diventa vicesegretario della federazione milanese del Psi, alle elezioni  politiche del 1976 Albertoni è candidato per il Senato nel collegio Milano 3, senza essere eletto, il collegio andrà alla giornalista Vera Squarcilupi, candidata dal Pci. Con l’avvento di Bettino Craxi alla segreteria nazionale del partito Ettore Adalberto Albertoni lascia l’attività politica per concentrarsi sull’attività universitaria. Con Albertoni si laureano generazioni di studenti, Carlo Cattaneo, Gian Domenico Romagnosi, Giovanni Mosca, sono oggetto dei suoi studi e delle sue ricerche, vastissima è la bibliografia di Albertoni, fra i tanti volumi scritti dal professore ricordo la sua Storia delle dottrine politiche in Italia. La politica attiva per il professor Albertoni resta solo un ricordo fino alla seconda metà degli anni ’80 quando si imbatte in un giornalino, Autonomia Lombarda, Albertoni inizia a seguire con curiosità la Lega, si reca a Pontida, prende appunti, in aereoporto conosce Umberto Bossi. Unitamente a Gianfranco Miglio, Albertoni diventa l’ideologo della Lega. Nel 2000 Albertoni si candida consigliere della Regione Lombardia, è eletto ed è nominato assessore alle Culture e alle Autonomie della Regione Lombardia. Rieletto nel 2005 consigliere regionale fu confermato assessore fino al 2006 allorquando diventato l’attuale Presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana sindaco di Varese, Albertoni lo sostituì nel ruolo di Presidente del Consiglio regionale lombardo. Nei suoi anni da consigliere, assessore e Presidente del consiglio regionale, Albertoni fu il padre e promotore del percorso lombardo verso l’autonomia, grazie al suo lavoro il 3 aprile 2007 la Regione Lombardia e il Consiglio regionale avviarono il confronto con il Governo nazionale per richiedere maggiore autonomia. Albertoni fu anche uno dei padri costituenti dell’Università dell’Insubria nata il 14 luglio 1998, Università dove insegnò dottrine politiche. Dal 2002 al 2003 fu membro del coniglio di amministrazione della Rai, dal 2011 fu membro laico del Consiglio Superiore della Magistratura. Albertoni aveva lasciato negli ultimi anni l’attività politica, anche se non aveva voluto far mancare il suo sostegno alla campagna elettorale di Attilio Fontana che così l’ha ricordato:
“Oggi ci ha lasciato un grande lombardo, un amico, colui senza il quale non saremo ad un passo dall’autonomia.
Da assessore e da presidente del Consiglio regionale non ha mai smesso un attimo di amare profondamente la nostra terra e più di recente, pur già colpito dalla malattia, non ha mancato di dimostrare pubblicamente, con tutta la passione che lo animava, il suo sostegno alla mia candidatura. Il mio sincero ringraziamento al professor Ettore Albertoni e il mio profondo cordoglio per la sua scomparsa si uniscono a quelli di tutti i cittadini della Lombardia”.

Anche l’attuale assessore alla Cultura ed Autonomia della Regione Lombardia, Bruno Stefano Galli, successore ed erede politico ed accademico di Albertoni ha ricordato il professore scomparso:

Con la scomparsa di Ettore Adalberto Albertoni per me non se ne va solo un mio autorevole predecessore alla guida dell’assessorato alla Cultura di Regione Lombardia (2000-2005), che lui trasformò nell’assessorato alle Culture, Identità e Autonomie. Se ne va pure uno dei miei maestri di studi e di ricerca. Con lui ho lavorato infatti per tutti gli anni Novanta nell’ambito della sezione di Storia delle Dottrine e delle Istituzioni Politiche del Dipartimento giuridico della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Milano. Ricordo ancora i seminari, le affollate sessioni d’esame, le lezioni a due voci, le discussioni delle tesi di laurea dei nostri studenti, gli studi e le ricerche da intraprendere, le discussioni e le chiacchierate nel giardino della sua casa di Barni. Quando, nel 1998, si trasferì a Como mi portò con se a insegnare Dottrina dello Stato. Ricordo ancora la sua felicità – che era anche la mia – quando vinsi il concorso universitario. Studioso di Gaetano Mosca e della teoria della classe politica, della storia delle dottrine politiche in Italia e delle dottrine del federalismo, di Gian Domenico Romagnosi e del suo allievo prediletto, Carlo Cattaneo, Ettore era un professore vecchio stampo, un uomo dalla vasta cultura e dalla profonda erudizione, molto formale e legato alle gerarchie accademiche eppure affabile. Sinceramente autonomista e fortemente legato allo spirito lombardo, ha interpretato i ruoli pubblici che ha ricoperto in Regione, ma anche in Rai e al Csm, con grande spirito di servizio, con sensibilità e intelligenza, con garbo istituzionale. Ci siamo regolarmente frequentati sino alla fine dello scorso mese di aprile, andavo a trovarlo mensilmente e lui voleva che gli dedicassi un’intera giornata. Da domani andremo avanti nel solco dell’autonomia anche per lui, che da lassù festeggerà con noi quando vedrà attribuite alla sua amata Lombardia tutte le materie previste dalla Costituzione vigente. Ciao, Ettore!

 

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