Lucio Battisti

Lucio Battisti

Lucio Battisti (Poggio Bustone, Rieti, 5/3/1943 – Milano 9/9/1998): giovanissimo si trasferisce a Roma dove consegue il diploma di perito industriale, poi, armato di chitarra, che aveva imparato a suonare fin da piccolo da un amico elettricista, si trasferisce a Milano e diventa il chitarrista del complesso de I Campioni, accompagnatori di Tony Dallara e suona in numerosi locali in Italia e all’estero. Battisti inizia a comporre canzone che sembrano a Christine Leroux buone dal punto di vista musicale, ma deboli nei testi. Fatte ascoltare le musiche al paroliere Mogol nacque un sodalizio che durerà fino all’inizio degli anni ’80. Giulio Rapetti (in arte Mogol) è figli d’arte, il padre Mariano, diplomato al Conservatorio Giuseppe Verdi, si era abilmente mosso al mondo della Galleria del Corso, fino a raggiungere la posizione di direttore del settore leggero delle edizioni musicali di Casa Ricordi, che fra l’altro rappresentavano per l’Italia numerosi e importanti cataloghi stranieri. Diplomatosi in ragioneria Mogol inizia a tradurre brani stranieri, scegliendo lo pseudonimo di Mogol (da Moghul deriva da “mongolo” l’appellativo con cui furono chiamati i discendenti di Gengis Khan e di Tamerlano che regnarono sull’India musulmana dal 1526 al 1828 con momenti di grande splendore). Qualche anno dopo inizia a collaborare con il compositore Carlo Donida (Al di la nel 1961 vinse il Festival di Sanremo, prima nelle hit parade statunitensi nella versione di Emilio Pericoli), il suo nome apparve fra gli autori dei maggiori successi dal 1963 al 1965 (Il tangaccio di Adriano Celentano, Stessa spiaggia stesso mare di Piero Focaccia, Una per tutte di Tony Renis, Una lacrima sul viso di Bobby Solo, La casa del sole dei Marcellos Ferial, Un anno d’amore di Mina, Se piangi, se ridi di Bobby Solo). Nel 1965 Mogol, già affermato paroliere, accetta di scrivere per Lucio Battisti, le prime canzoni furono lanciate dal complesso dei Dik Dik, la prima canzone di Battisti-Mogol apparsa in classifica è però Uno in più incisa da Ricky Maiocchi, un pezzo di Battisti-Mogol Non prego per me venne mandato senza fortuna al Festival di Sanremo del 1967 interpretata da Mino Reitano e dal complesso inglese degli Hollies.  Il primo grandissimo successo sarà 29 settembre brano con il quale alcuni fanno coincidere l’inizio del pop italiano. Nel 1966 Battisti incide il suo primo 45 giri Per una lira/Dolce di giorno,  il secondo singolo è Luisa Rossi/Era, ma è con Balla Linda, presentata al Cantagiro del 1966 che esplode definitvamente, mentre furoreggiano altre sue canzoni del composte con Mogol: Il vento (Dik Dik) e Nel cuore nell’anima (Equipe 84).  Altri due brani di Mogol-Battisti sono presenti a Sanremo edizioni 1967 e 1968: Non prego per me (presentata da Mino Reitano) e La farfalla impazzita (interpretata da Jonny Dorelli e Paul Anka a Sanremo), nel 1969 è l’anno della prima e unica apparizione di Battisti come cantante a Sanremo, presenta Un’avventura, con il prestigioso interprete straniero Wilson Pickett, stella del soul negro. Il 1969 fu soprattutto l’anno del suo primo lp, che oltre alle canzoni fin qui citate presentava: Nel sole nel vento (nel sorriso, nel pianto), La mia canzone per Maria, Io vivrò (senza te), Non è Francesca, Battisti spopola anche con il 45 giri Acqua azzurra acqua chiara, che spopola durante l’estate e che vince il Festivalbar, che Battisti vince anche nel 1970 con Fiori rosa fiori di pesco.  Sempre nel 1970 Battisti porta al successo Mi ritorni in mente, Anna, Emozioni. Quest’ultima canzone da il titolo al suo secondo lp che nel 1971 balza subito in testa alle appena istituite classifiche dei 33 giri. Con una mossa abbastanza a sorpresa Rapetti padre e figlio lasciano la Ricordi per creare assieme a Battisti una nuova casa discografica, la Numero Uno, la cui distribuzione viene affidata alla Rca. Nel 1971 Battisti ha anche in classifica i 45 giri Pensieri e parole e Dio mio no, e gli lp Amore e non amore Lucio Battisti volume 4. Per la Numero 1 Bruno Lauzi e la Formula3. Battisti porta al successo il 45 giri con La canzone del sole/Anche per te, spopolano anche Vendo casa (Dik Dik) e Amor mio, Insieme (Mina), Il paradiso Per te (Patty Pravo). E’ del 1972 il primo lp per la Numero Uno (in precedenza aveva pubblicato Lucio Battisti nel 1969, Emozioni del 1970 e Amore non amore sempre del 1970, e del 1971 Umanamente uomo il sogno, che contiene E penso a te I giardini di marzo. Lasciata la Ricordi e fondata la Numero Uno, produce la Formula3, poi incide gli album: Il mio canto libero (1972), Il nostro caro angelo (1973), Anima latina (1974), La batteria, il contrabbasso ecc. (1976).    Nel 1976 svolge l’ultima trionfale tournèe con la Formula 3, poi insieme a Mogol attraversa l’Italia a cavallo per testimoniare l’amore per i temi ecologici e per l’avventura. Da questo momento la sua carriera scorre lontano dal pubblico, in direzione di un progressivo e isolamento. Nel 1977 esce l’album Io tu noi tutti, cui segue Images (con brani cantati in inglese per il mercato americano), Una donna per amico (1978), Una giornata uggiosa (1980). In occasione della presentazione di quest’ultimo lp Battisti concede al giornalista di Tv Sorrisi e Canzoni Gherardo Gentili la sua ultima intervista, uscita il 5 dicembre 1978, poi Lucio scompare dalla scena. Divorzia da Mogol, presenta album con testi di Velezia (pseudonimo della moglie) prima, e di Pasquale Panella poi:  E’ già (1982), Don Giovanni (1986), con quest’ultimo album si completa la “sparizione fisica di Battisti”, da questo disco scompare infatti anche il suo volto dalla copertine, sostituito da disegni ermetici che egli stesso realizzerà. La collaborazione con Pasquale Panella prosegue anche nei dischi successivi: L’apparenza (1988), La sposa occidentale (1990), Cosa succederà alla ragazza (1992), Hegel (1994) , ma gli album post-mogoliani, pur vendendo bene, non hanno il successo di un tempo. Su Battisti c’è sempre il mistero, è inavvicinabile, non appare più in pubblico. Di lui si occupa nel giugno 1997 Paolo Limiti in uno special, riproponendoci immagini di repertorio, alcune inedite, un fotografo dilettante riesce ad immortarla mentre va a fare la spesa ad un supermercato nella Brianza lecchese. Alla fine di agosto del 1998 il telegiornale da la notizia del suo ricovero in ospedale, morirà all’Ospedale San Paolo di Milano il 9 settembre 1998. La prematura scomparsa ne fa ulteriormente crescere il mito. Ancora oggi, tutti i giorni dell’anno, il piccolo cimitero di Molteno è visitato dai fans di Lucio Battisti, ogni anno a settembre (mese della morte di Battisti e titolo di una sua nota canzone) l’amministrazione comunale organizza una rassegna in memoria di Battisti. Nel 2002 la Bmg avvia una trattativa con gli eredi per la pubblicazione di alcuni inediti che spesso Battisti scartava non ritenendoli all’altezza del suo repertorio: Il paradiso non è qui (tagliato da Una giornata uggiosa), Il girasole (scritto con la moglie nel 1982 e non apparso in E’ già), Il gabbianone Il bell’addio, con i testi dei Pasquale Panella, scartata da Don Giovanni (1986) e L’apparenza (1988), nonché altre canzoni scritte con Mogol e Roby Matano incise da altri gruppi e cantanti come Gene Pitney, I Dik Dik, Jonny Dorelli, Iva Zanicchi e Paul Anka.  Nel 2006 la vedova Battisti si dichiara intenzionata a far causa al Comune di Molteno poichè la rassegna canora in memoria di Battisti non sarebbe, a parer suo, alla sua altezza.

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