Piergianni Prosperini

piergianni prosperiniPiergianni Prosperini nasce a Vicenza il 27 ottobre 1946, si laurea in medicina e in lingue straniere, ed intraprende l’attività di medico dermatologo, simpatizza per i liberali e poi per i democristiani, aderisce alla Lega Lombarda di Umberto Bossi nel 1990 è eletto consigliere del Comune di Milano. Nel 1991 la rottura con Bossi e il passaggio alla Lega Nuova, la scissione leghista guidata da Franco Castellazzi, nel 1992 sarà assessore all’educazione, prima, e ai lavori pubblici, poi, nelle giunte di Piero Borghini, anche se poi smentirà spudoratamente tutto in diretta televisiva: “io non c’ero e c’ero ero all’opposizione”. Memorabile lo scontro con l’allora autista di Umberto Bossi, un altro gigante, Pino Babbini. Bossi arrivò in piazza San Babila accompagnato da Babbini, così racconta lo stesso Prosperini: “come si vede il bestione mi viene incontro e mi appioppa a freddo, la carogna, un gancio destro. Non mi sposta neanche il cappello. Gli salto addosso per spaccargli i denti quando vengo bloccato da un esercito di vigili urbani, mi fanno: lasci stare, venga a prendere un caffè con noi… Dico: lo uccido, un attimo e arrivo. Macchè mi hanno impedito la polpettazione. Nel 1993 Prosperini si avvicina alla Lega Alpina Lombarda con la quale si candida senza successo alla carica di sindaco di Milano, nel 1995 aderisce ad Alleanza Nazionale, partito con il quale sarà rieletto in consiglio comunale a Milano (1993/1997), consigliere regionale (dal 1995 ad oggi), dopo essere stato vice-presidente del consiglio regionale dal 2000 al 2005, dal 2005 è assessore al turismo della Regione Lombardia. 1,40 di torace, 46 di piedi, alto 1,90 cm., il “dottore” come lo chiamano tutti e come ama definirsi quando parla di sè stesso in terza persona. Prosperini ha passato come uno tsunami un’infinità di schieramenti politici: ex liberale, poi democristiano, infine leghista, poi “transfuga” (anzi “traditur” come lo definiscono gli uomini di Alberto da Giussano), poi aennino, quindi nel Pdl. Soprannominato “il Prospero” si definisce flagello dei centri sociali, baluardo della cristianità, difensore della fede, sradicatore di no-global, condottiero e protettore del Nord, come si legge nei suoi santini elettorali. Estremo, dissacrante, ingombrante, divertente. A Palazzo Marino è stato protagonista di scene da far west, del tipo “la città è troppo piccola per tutti e due”, si fronteggiano il consigliere forzista Milko Pennisi e il gigante Prosperini. Escono dall’aula e si rintanano nell’ex sala matrimoniale di Palazzo Marino. Cambio di scena. Aula, Pennisi chiede la parola tenendosi la guancia arrossata:”Prosperini mi ha dato un ceffone”. Replica: “il consigliere si è appoggiato con forza sulla mia mano”.
Prosperini è una presenza fissa dell’etere lombardo, la sua avventura televisiva come ospite fisso parte nel 1997 su Antenna 3 Lombardia con Ring, programma condotto dal giornalista Franco Rossi, da questo momento interviene spesso ai talk-show politici, e conduce il programma AFFONDI A NORDESTRA su diverse emittenti locali. Dalle tv intona il suo ritornello anti-immigrati: “non rispetti le leggi e i valori italiani? Camel e barcheta e te turnet a ca’” o anche: “ciapum el camel, ciapum la barca, ciapum quel che voerum e turnen indrè”. Per un paio d’anni fa coppia fissa in tv con Carla De Albertis, consigliere comunale e futuro assessore, ma poi litigherà.

Sulle copertine dei suoi calendari si definisce «Baluardo della Cristianità, Flagello dei centri sociali e condottiero del Nord» nonché «Difensore della Fede, Sradicatore dei No Global, Protettore del nord». Si è sempre caratterizzato per posizioni molto nette nei confronti degli immigrati, in particolare di quelli islamici, (nelle sue frequenti presenze in trasmissioni televisive, l’espressione ciapa il camel per invitare ad un rimpatrio forzato degli immigrati, divenne molto popolare) così come del riconoscimento legale delle unioni di fatto. Polemica c’è stata per delle sue dichiarazioni rilasciate al Giornale a proposito di una manifestazione a favore dei DICO: «Non ho niente contro di loro. piergianni prosperini manifestoConvivano pure. Ma l’omosessualità è una devianza. Quindi niente famiglia e niente adozioni. Il gay dichiarato non può essere né insegnante, né militare, né istruttore sportivo». Poi riferito al manifestante che esponeva una caricatura del Papa, «Ha visto il fotomontaggio di Benedetto XVI con il dito alzato? Ci provino con la faccia di Maometto se hanno i coglioni! Garrotiamoli, ma non con la garrota di Francisco Franco. Alla maniera degli Apache: cinghia bagnata legata stretta attorno al cranio. Il sole asciuga il laccio umido, il cuoio si ritira, il cervello scoppia». In seguito ha sostenuto che le sue affermazioni sono state prese troppo alla lettera ed in una sua dichiarazione in Consiglio Regionale si è scusato con quanti, al di là della sua volontà, si sono sentiti offesi dal tono e dal contenuto delle sue parole. «Da tempo conoscete la mia foga verbale che mi porta, assai spesso, ad esprimermi per paradossi ed iperboli, anche se, allo stesso modo, conoscete l’assoluta mitezza dei miei comportamenti personali». E ha aggiunto: «Le mie parole erano nelle mie intenzioni tanto esagerate quanto – proprio per questo – non suscettibili di essere letteralmente interpretate». Ha ulteriormente precisato il suo punto di vista in un’intervista al giornale gay Babilonia.

Prosperini è una persona schietta: nel 2008 lo incontro presso la stazione centrale di Mialno, a due passi dal Pirellone, sede del governo lombardo,  mentre parlo al telefono per l’organizzazione di un convegno sulle tv locali, lo saluto. Prosperini mi dice: “ma perché usi il cellulare, vieni a telefonare nella sede della Regione a spese del contribuente”….

Il 16 dicembre 2009 alcune agenzie stampa danno la notizia dell’arresto di Piergianni Prosperini, Prosperini viene contatto telefonicamente da Roberto Poletti in diretta televisiva su Antenna 3 Lombardia, e smentisce il tutto, ma poco dopo viene arrestato. L’accusa riguarda l’assegnazione dell’appalto di servizi del valore di 7,2 milioni di euro per la promozione turistica del territorio lombardo.

L’arresto di Prosperini e Lagostena

Sempre in Tv ma non solo a titolo di ospite ‘disinteressato’: l’assessore regionale lombardo Piergianni Prosperini, secondo l’accusa, ‘contrattava’ spazi in Tv in cambio di appalti su produzioni e pubblicità. Con lui è stato arrestato Raimondo Lagostena di Odeon.

Da Millecanali

Vediamo cosa ha scritto il sito del ‘Corriere della sera’:

«L’assessore regionale allo sport e al turismo della Lombardia, Piergianni Prosperini del Pdl, è stato arrestato nell’ambito di un’inchiesta sugli appalti relativi al marketing del turismo in Lombardia condotta dal pm Alfredo Robledo. Stando a quanto si apprende negli ambienti giudiziari, l’assessore della regione Lombardia Piergianni Prosperini è accusato di corruzione e turbativa d’asta nell’ambito di appalti a società che hanno gestito la pubblicità televisiva per la regione Lombardia.
Oltre a Pier Gianni Prosperini la Guardia di Finanza ha arrestato anche il proprietario di Odeon Tv, Raimondo Lagostena Bassi nell’ambito della stessa inchiesta sul marketing del turismo in Lombardia. Le accuse, a vario titolo, sono di turbativa d’asta, corruzione e truffa. La vicenda riguarderebbe pubblicità mandata in onda su Odeon Tv.
Lagostena è l’artefice del rilancio di Odeon Tv, network nato 20 anni fa e oggi multipiattaforma televisiva. Nato a Genova 58 anni fa, figlio di Tina Lagostena Bassi (l’avvocato celebre per la difesa dei diritti delle donne, scomparsa nel marzo 2008), nel 2001 l’imprenditore ha rilevato con il gruppo Profit la rete, fondata nel 1987 dal patron di Parmalat Calisto Tanzi, che ha ospitato, tra gli altri, personaggi come Fabio Fazio e il suo Forza Italia (1987), Vittorio Sgarbi con Sgarbi quotidiani, e Gianfranco Funari».
Resta da dire che anche altri editori o direttori di Tv milanesi sono indagati (ma assolutamente senza arresti) per il sospetto di possibili operazioni analoghe a quelle di Telereporter e, fra gli altri, sarebbe indagato anche Loriano Bessi per Radio Reporter.
Ma sulla figura di Prosperini, vero ‘animale televisivo’, ecco il divertente ritratto di Francesco Specchia nel ‘Telebestiario’ di TgCom:
«Nel mezzo della gragnola d’immagini televisive zoomate sul volto tumefatto di Silvio Berlusconi (un fotogramma di straordinaria forza evocativa, cha suscitato perfino l’humana pietas di Sabina Guzzanti), l’altro giorno è spuntato un altro faccione. Gonfio, pietroso, plasticamente falstaffiano, il volto di Pier Gianni Prosperini ha avvolto come carta da pacchi i principali telegiornali. Ora, a chi non dimori in Lombardia Prosperini, assessore regionale oggi arrestato per una questione di appalti truccati e mazzette in Svizzera, è solo uno spettro di carne e parole; è un nome che, al massimo, suggerisce qualcosa di riconducibile a un’idea muscolare e pittoresca della politica. In realtà Prosperini è molto di più. C’è tutta un’antropologia culturale dietro il suo arresto, che ha un cotè fortemente televisivo. Primo perché, per la prima volta nella storia, è avvenuta in diretta Tv sulla gloriosa Antenna 3, in una trasmissione condotta da Roberto Poletti. Secondo perché in tutta la faccenda è coinvolto un altro tycoon televisivo, Raimondo Lagostena editore di Odeon Tv. Terzo, perché Prosperini, “Prospero” per i fan (ebbene sì, ne ha), con il piccolo schermo ha sempre avuto un rapporto digitale, nel senso che prendeva metaforicamente la telecamera in mano come se fosse una paperella, ci urlava dentro e infine la prendeva a sberle lasciandole il segno delle cinque dita della manona.
Televisione digitale, appunto. Prospero fisicamente fa paura. Alto 1,90 per 140 chili di panza e muscoli era noto più che per la professione di dermatologo per quella di pugile dilettante, anche fuori dal ring; una volta, passando dalla Lega ad An ebbe uno scambio con l’autista di Bossi, anch’egli discreto peso massimo. “La carogna mi appioppa un gancio destro, non mi sposta neanche il cappello. Sto per spaccargli i denti e i vigili mi bloccano: ‘lasci stare, venga a prendere un caffè’ e io: ‘l’uccido un attimo e arrivo’..”. Ecco, Prospero è un tipo – diciamo – vivace. Anche troppo. Parlando di omosessuali un giorno si espresse: “Garrotiamoli, ma non con la garrota di Francisco Franco, con quella apache: cinghia bagnata stretta al cranio. Il sole asciuga il laccio umido, il cuoio si ritira, il cervello scoppia…”. Ai cittadini che lo volevano linciare, in seguito, spiegò che era un’iperbole e che la garrota Apache esiste solo nei fumetti di Tex Willer. Conoscendo Tex l’avrebbe sfidato in un duello al coltello, alla presenza di Navajos incazzatissimi, in un cerchio di fuoco. Ma Prospero, sedicente “Baluardo delle cristianità, Flagello dei centri sociali, Sradicatore di no global e Condottiero del Nord” è soprattutto noto dai frequentatori di Youtube per la ripresa di una serie di trasmissioni Tv autoprodotte sulle Tv locali nelle quali dava sfogo alla sua estrema e ingombrante vena dissacratoria. Aveva un ritornello simpaticamente anti-immigrati: “Non rispetti le leggi e i valori italiani? Camel e barchetta e te turnet a ca’ ”; “Ciapum el camel, ciapum la barchetta, ciapum quel che voerum e turnen indrè”; che, tradotto sarebbe: prendete cammello e barchetta e, andate…
Al di là dei contenuti, talmente pesanti da richiedere la censura di Gianfranco Fini e il blocco delle trasmissioni, le invettive di Prospero era assolutamente esilaranti. Certo, dovevano essere svuotate da ogni contenuto politico; ma tecnicamente, se montate e viste come un monologo di Renato Pozzetto ti sganasciavano dalle risate. Noi Prosperini l’abbiamo conosciuto durante un raduno militare; fu simpatico, ma stringergli la mano era come infilarla nella morsa di Braccio di Ferro, anche se l’assessore visto da vicino somiglia più a Obelix. Non sappiamo come procederà il processo, e abbiamo la solita fiducia nei giudici, la giustizia seguirà il suo corso, ecc… Ma siamo sempre convinti che per Pier Gianni Prosperini il destino non è nella politica. È nella Tv».

http://www.corriere.it/spettacoli/09_dicembre_19/eclettico-poletti-grasso_3b39ce9e-ec83-11de-a048-00144f02aabc.shtml

 

Il 25 marzo 2010 Pier Gianni Prosperini ha compiuto dei gesti autolesionistici e ha scritto una lettera alla figlia in cui, secondo parte della stampa, avrebbe parlato di una “persecuzione giudiziaria” nei suoi confronti. Il gesto autolesionistico di Prosperini non era tale da metterlo in pericolo di vita. I tagli autoinferti avevano cessato di sanguinare autonomamente e, trasportato in ospedale, le sue condizioni sono state giudicate come un “codice verde”, quindi senza nessun rischio.

Le accuse nei confronti dell’assessore regionale allo  Sport, ai Giovani e al Turismo, Piergianni Prosperini detto “il Prospero” sono di avere incassato una tangente da 230 000 euro su un appalto da 7,5 milioni di euro, per promuovere in tv il turismo in Lombardia tra il 2008 e il 2010. Secondo la ricostruzione dell’accusa, Prosperini, (che sarebbe stato chiamato il boss dai suoi accoliti), avrebbe ricevuto tali soldi tramite un meccanismo di sovrafatturazione in relazione a programmi televisivi a cui partecipava per attività istituzionale. Nella ricostruzione, Prosperini «aveva maturato con l’emittente televisiva locale Telelombardia un debito (non riconducibile alla Regione) di circa 100mila euro e l’espediente che veniva escogitato da Massimo Saini, in concorso con il direttore vicario dell’assessorato al Turismo Roberto Lambicchi, sarebbe stato quello di affidare a Telelombardia l’incarico di pubblicizzare la fiera BIT 2008 con alcuni spot e uno speciale il cui costo complessivo, ammontante a 152mila euro, sarebbe stato gonfiato al fine di comprendere anche il debito pregresso dell’assessore». Una vicenda simile avrebbe coinvolto Telecity «nei cui confronti Prosperini vantava altro debito personale di circa 100mila euro»; sarebbe quindi «emerso che in favore di tale emittente era stata commissionata una serie di 30 trasmissioni telematiche, della durata di 24 minuti ciascuna, che venivano messe in onda nel 2008: il costo stanziato per tale iniziativa, pari a circa 240mila euro per tutto il 2008, è risultato anch’esso appositamente gonfiato, in maniera tale da ricomprendere anche il pregresso debito personale dell’assessore».
Durante il primo interrogatorio tuttavia Prosperini ha respinto tutte le accuse di corruzione e turbativa d’asta, spiegando che i 230 000 euro avevano una causale diversa da quella prospettata dall’accusa.
Il 12 marzo 2010 Prosperini, tramite i suoi legali, ha avanzato una richiesta di patteggiamento a 3 anni a 5 mesi di pena, più 1500 euro di multa. Nelle settimane precedenti Prosperini aveva subito un sequestro pari a 430.000 euro.
Il 16 marzo 2010 La Repubblica rende note le nuove accuse che sarebbero rivolte a Prosperini da parte della procura di Milano. Secondo la procura, Prosperini gestisce un traffico di armi e munizioni in Eritrea, dove rifornisce il regime del dittatore eritreo Isaias Afewerki, eludendo i controlli internazionali e gli embarghi e garantendo all’Assessore un’entrata illecita semestrale; il ruolo di Prosperini emerge da un’intercettazione telefonica. Il 14 aprile 2015 viene condannato per questa vicenda a quattro anni di reclusione e all’interdizione dai pubblici uffici per tre anni.

Sono passati i tre anni, Piergianni Prosperini ha scontato la sua pena è può ricandidarsi. Viste le sue battaglie per l’onestò, visto che il suo ex elettorato oggi vota e milita fra i grillini, la logica dice che si potrà candidare nel Movimento 5 Stelle. A differenza di alcuni eletti e di tanti elettori grillini, Prosperini conosce il sistema e la dabbenaggine degli elettori.  Auguri Prospero, senz’altro più intelligente (come tutti i politici) di certi elettori.

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