Salvini/Di Maio pace fatta. Ecco il perché lo avevamo previsto in radio. Come una canzone di Jimmy Fontana L’AMORE (IL GOVERNO) NON E’ BELLO, SE NON E’ LITIGARELLO

Vi aspettiamo mercoledì 24 ottobre alle 13 su Radio Blu Italia per ascoltarci

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Come avevamo previsto in radio nel corso della trasmissione L’angolo della scuola, il governo non cade, ha un collante inossidabile: il potere, spartirsi le poltrone (lunedì sarà la volta della Rai, lottizzazione grillina e leghista), poi sia Di Maio che Salvini sarebbero matti a fare cadere il governo prima delle elezioni europee.  L’apparente litigata è durata poche ore, Matteo e Giggino hanno fatto pace.

Ripercorriamo le tappe salienti del condono, della manina, di Conte che legge e Di Maio che scrive…

“Ma è normale che loro abbiano montato tutta ‘sta panna e poi neanche abbiano una proposta?”. A poche ore dal Consiglio dei ministri che vedà una vera e propria resa dei conti, Matteo Salvini attacca i Cinque Stelle dopo il caos sul decreto fiscale.” Matteo Salvini.

Massimo Emanuelli con Pardo Fornaciari e Gianfranco Guarnieri nel corso della trasmissione L’angolo della scuola con la satira avevano anticipato tutto.
“Se stiamo insieme ci sarà un perché e vorrei riscoprirlo stasera, se stiamo insieme ci sarà un perché che ci unisce ancora stasera (il potere), mi manchi sai (Salvini a Berlusconi)” Riccardo Cocciante

“Parole, parole, parole, soltanto parole, parole fra noi” (Salvini e Di Maio) Mina e Alberto Lupo.

“Oh elettor che voti 5 Stelle lo piglierai in cul” Pardo Fornaciari da un brano liberamente tradotto di George Brassens.

“Io sono un pescatore, mio nonno mi ha insegnato che non si deve mollare mai”, dice al Corriere Matteo Salvini smentendo l’ipotesi di una crisi di governo, “E poi, nei comizi tutti mi dicono la stessa cosa: ‘Matteo vai avanti, Matteo tieni duro’”. Però le parole di Luigi Di Maio sulla presunta “manina” proprio non gli vanno giù: “Io sono a Mosca al convegno di Confindustria. Addirittura, il povero Conte, un galantuomo a cui va tutta la mia stima, è a Bruxelles a difendere la manovra da quelli che ci vogliono male. Proprio nello stesso momento, c’è qualcuno che va in televisione a parlare di manine misteriose, a dire che sulla manovra c’è il trucco, che andrà in procura… Il problema è che intanto lo spread va a 3402”, dice, “Ma a me che mi frega del condono? Io non sono stato eletto per fare il condono, mi creda. Io domani (oggi, ndr) avrei dovuto essere alla Coldiretti. E poi avrei dovuto vedere mia figlia. Vorrà dire che la caricherò sull’aereo e me la porterò a Roma. Ci andrei anche a piedi, se potesse essere utile agli italiani. E il decreto possiamo riscriverlo da zero. Buttarlo e riscriverlo. Ma passare per scemo, questo no”.
Intanto, dalle colonne del Fatto Quotidiano, Giuseppe Conte prova a ricucire lo strappo. “Una crisi di governo non è assolutamente nell’ordine delle cose”, ha detto il premier, “non può essere un passaggio, pur critico, a mettere in discussione il cambiamento che stiamo apportando al Paese. La Lega e il Movimento 5 Stelle hanno a cuore i cittadini onesti e vogliono perseguire duramente chi pratica il riciclaggio. Torneremo in Consiglio e chiariremo questo passaggio pervenendo a una soluzione che, come nelle intenzioni iniziali, mira a offrire ai contribuenti la possibilità di mettersi in regola senza alcun favore ai grandi evasori”.
Al di là di proclami e slogan elettorali (Salvini e Di Maio anche dal governo sono ancora in campagna elettorale…) il “governo del cambiamento” non ha ancora realizzato uno dei punti programmatici ma ha già fatto tanti danni:
spread alle stelle
cancellazione dei precari storici della scuola dalle Gae (invece di abolire il precariato Di Maio ha abolito i precari)
cancellazione dei diplomati magistrali
la quota 41 (mandare in pensione coloro che hanno 41 anni di contributi è rimandata parole di Matteo Salvini) i lavoratori precoci insorgono: altro che abolizione della legge Fornero, ai precoci conviene andare in pensione con la legge Fornero, il duo Di Maio e Salvini li vuole tenere al lavoro fino a 62 anni.
Azzeramento finanziamenti alle tv locali (Salvini prometteva un aiuto, una parte del canone Rai a quelle tv grazie alle quali è mediaticamente nato). Ma si chiudiamo le tv locali (intanto Giggino e Matteo si spartiscono la Rai) e licenziamo tecnici, conduttori, giornalisti, fattorini, impiegati e segretarie. Altre 300.000 persone disoccupate, e soprattutto spegniamo le voci fuori dal coro. Gli amici sono ora Fabio Fazio (che i grillini volevano licenziare), Bruno Vespa (definito in precedenza “di regime”), Mediaset? Vedremo, al governo c’è Salvini che garantisce sull’amico Silvio (se fossimo in Berlusconi non ci fideremo di Salvini…)
evasori fiscali? Premiati
Sud. Doverosamnte premiato grazie ai 5 stelle e a Salvini (la Lega guadagnerà voti al sud ma li perderà al Nord, il ceto produttivo e laborioso del Nord inizia ad essere stanco dell’assistenzialismo penta leghista. Ma il ceto produttivo deve stare calmo, siamo sicuri che faranno veramente il reddito di cittadinanza? Anche per il Sud si prevede un’amara presa in giro.

Di tutti questi problemi, ma anche satira, parleremo mercoledì 24 ottobre alle 13 su Radio Blu Italia

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Quando scatta la domanda “ma allora c’è la possibilità di dichiarare il nero?” Giuseppe Conte ci gira attorno ma Matteo Salvini annuisce soddisfatto. E quando viene chiesto “ma allora il massimo condonabile arriva a 500mila euro?” Luigi Di Maio annuisce a fatica, alza gli occhi al cielo come per pensarci su, per poi quasi sussurrare il suo sì.
Sta qui il cuore di un lunghissimo sabato di passione per la maggioranza di governo. Convogliatasi a Palazzo Chigi per risolvere l’affaire decreto fiscale. E conclusa con quello che al massimo può essere definito un armistizio. Una fonte presente a palazzo nelle concitate ore pre e post Consiglio dei ministri spiega: “È tutt’altro che una pace fatta. Diciamo che ci hanno messo una pezza”. Al punto che non è affatto escluso che domenica si tenga un altro vertice tutto politico tra i due leader.
Il buco da tappare nell’immediato è quello del decreto fiscale. Il capo politico 5 stelle deve cedere sul testo ideale che si era immaginato appena lunedì scorso. Ma sostanzialmente incassa una vittoria. Via lo scudo penale per chi evade, via la possibilità di far rientrare capitali dall’estero. Ottiene lo scalpo da sventolare a Italia 5 stelle, la festa del Movimento che si sta svolgendo in linea d’aria appena a un chilometro dall’ufficio del presidente del Consiglio.
Il segretario della Lega ha mostrato per tutta la giornata i muscoli. Fin dalla mattina. “Non c’è nessun bisogno di fare vertici politici”, ha ribadito in pubblico. “Noi facciamo un passo indietro, ma dovranno pagare un prezzo salato”, il ragionamento fatto ai suoi. Ma che la volontà fosse quella di chiudere senza drammatizzare la situazione portandola sull’orlo della rottura lo si è capito a 11mila metri di quota. Quando ha preso insieme a Giancarlo Giorgetti un aereo in direzione Fiumicino. I due amici di vecchia data passano l’ora di volo a discutere di fatti personali, in un clima molto disteso. Non proprio l’umore di chi sa di andare alla guerra. “Io non voglio aiutare nessun evasore – ha ribadito più volte a chi lo ha sentito – ma il problema è che loro non hanno capito l’accordo, e ora ci proponessero una soluzione”.

La spartizione delle poltrone in Rai (già hanno dato tantissime consulenze ad amici, trombati, parenti ecc. dal giglio magico renziano al raggio vesuviano di Di Maio), ci sono altri posti chiave di potere da spartirsi.  Pace fatta quindi come nella canzone di Jimmy Fontana interpretata da Matteo Salvini. La ascolterete in apertura della prossima puntata de L’angolo della scuola, vi aspettiamo lunedì 22 ottobre alle 17,30 su Radio Free

 

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“Il governo non è bello, se non è litigarello,

con Gigino c’è amore se non c’è un po’ di batticuore,

il  governo senza lacrime non è fatto per me,

ma quanto mi piace, ma quanto mi piace

con te litigare per poi fare pace.

Lo sai che i tuoi grulli mi piacciono sempre

ma dopo un litigio li adoro di più

Amore a tutto spiano

guarda Gigino che io sono ancora berlusconiano,

amore a catinelle

ma con i nervi sotto pelle

e i miei leghisti amano i 5 stelle

Il governo senza ostacoli non dura credi a me

Ma quando sei arrabbiato ti voglio più bene

perché il governo non è bello se non è litigarello,

perché il governo non è governo senza te Giggino”

 

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