Lunedì 5 novembre alle ore 17,30 su Radio Free ospite il giornalista de LA STAMPA di Torino Jacopo Iacoboni, colui che per primo si occupò a livello giornalistico, nel 2008, di un allora sconosciuto a livello nazionale, Matteo Renzi, e che, sempre nel 2008, fu il primo giornalista a scoprire il nascente Movimento 5 Stelle. Intervistato da Massimo Emanuelli, colui che nel 1993 fece la prima intervista radiofonica ad un allora sconosciuto Matteo Salvini, nel corso della trasmissione si parlerà di scuola (Iacoboni si è laureato con il filosofo Lucio Colletti) si parlerà dei due Matteo e del Movimento 5 Stelle svelando i retroscena che quasi nessuno conosce.
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I sondaggi (che possono sbagliare) danno Lega e Movimento 5 Stelle molto graditi, seppur con qualche lieve perdita nelle ultime settimane. Vi sono infatti molte categorie di elettori (che a loro dire hanno votato Lega o 5 Stelle) molto delusi dal “governo del cambiamento” che non hanno rispettato il programma elettorale e il contratto di governo, anche se, come fossero ancora in campagna elettorale, continuano a promettere. Gli ultimi, in ordine temporale, a manifestare la propria criticità nei confronti del governo sono stati il Presidente di Assolombarda e il Presidente di Confindustria. L’economia non sarà rilanciata con la manovra finanziaria e la politica governativa, non si creerà occupazione, non si rilancerà l’economia, intanto lo spread è alle stelle (o alle 5 Stelle?). Bisogna temere conto che Assolombarda e Confindustria avevano creduto, soprattutto alle Lega di Salvini, anche se poi aveva aperto, dopo la nascita del governo Di Maio/Salvini (per la prima volta nella storia d’Italia abbiamo due premier) aveva aperto con ottimismo al “governo del cambiamento”. Se è scontento il ceto produttivo del Nord (alcuni stanno meditando di tornare a votare Silvio Berlusconi, altri sono attratti dal Grande Nord, gruppo politico nato da poco che si richiama alla Lega delle origini), ad altre formazioni politiche medie e piccole (Fratelli d’Italia, Energie per l’Italia, Partito Liberale Italiano, Movimento Disabili Italiani, Casa Pound), vi sono altre categorie deluse, arrabbiate o nere con Lega e Movimento 5 Stelle. Abbiamo ospitato in radio i rappresentanti del Comitato Lavoratori Uniti 41 per tutti, i rappresentanti dei diplomati magistrali e dei precari storici della scuola esclusi dalle Gae. In merto ai lavoratori che si aspettavano da Salvini (ma anche da Di Maio) l’abolizione totale della legge Fornero si denota che la quota 41 è rimandata (dichiarazione di Matteo Salvini a Rtl 102,5), si preferisce mandare in pensione coloro che lavorano da 38 anni (prevalentemente al Sud se poi ci sono) e lasciare al lavoro coloro che lavorano da 41 anni. Anche per i quota 100 (somma di età anagrafica più l’età) brutte sorprese, doveva essere quota 100 senza se e senza ma) invece vi sono paletti: MA bisogna avere 38 anni di contributi e 62 di età. Oltre a ciò vi saranno decurtazioni (si parla di 300 euro) per gli anni di anticipo rispetto alla legge Fornero. Ne abbiamo a lungo parlato in due puntate della trasmissione radiofonica L’angolo della scuola (credo unici a dare spazio al Comitato Lavoratori Uniti 41 per tutti). Alcuni precoci (e non solo) ci hanno scritto dicendo che tale Comitato Lavoratori Uniti 41 per tutti è una succursale del Movimento 5 Stelle, non sappiano se ciò corrisponda a al vero. Quel che è certo è che Francesca çemma, memnro del Comitato intervenuta in trasmissioen è anche consgiliere circoscirzionale a Torino per il Movimento 5 Stelle (come da lei dichiarato nel corso della trasmissione”- Altre dichiarazioni di Francesca Lemma “sono certa che i ragazzi lavoreranno bene”, e altre assurde sortite. Luciano Cecchin, esperto di pensioni e meno esaltato rispetto a Francesca Lemma, non ha invece dichiarato di essere del Movimento 5 Stelle, ma ha fatto capire di avere fiducia in Di Maio con il quale doveva avere un incontro. Massimo Emanuelli ha dichiarato che l’incontro sarebbe stato spostato (e così è stato) perché il vicepremier Di Maio doveva incontrarsi con l’altro vice premier Matteo Salvini per le nomine in Rai (fonte Ansa). Cecchin ha subito preso le distanze da Emanuelli faendo intendere che era resposabile di quel che diceva come se si fosse sognato l’incontro Salvini/Di Maio. Cecchin a questo punto ha sconfinato dal discorso pensionistico ed ha iniziato a fare valutazioni personali sconfindando su altri temi. Il gruppo editoriale de La Stampa di Torino, Enico Mentana non sono obiettivi, da quanto ci riuslta vi è ancora libertà di stampa in Italia (che La Stampa di Torino dia fastidio è risaputo da noi giornalisti in quanto il collega Jacopo Iacoboni, presto nostro ospite in trasmissione, è stato allontanato da un meeting grillino in quel di Ivrea su ordine di Davide Casaleggio). Tralasciando altre sortite di Cecchin fuori tema pensionistico (a breve potrete riascoltare il tutto tramite podcast) è emerso, sia pure con competenza in fatto pensionistico rispetto alla Lemma (lo stesso Cecchin ammette che per ottenere qualsiasi pensione passa altro tempo per intoppi burocratici) è emersa la simpatia di Cecchin per il Movimento 5 Stelle, lecitissimo sia chiaro, ma chi dovrebbe rappresentare i lavoratori non dovrebbe essere di parte… Fatto sta che una parte di coloro che si aspettavano quota 41 e quota 100 senza se e senza ma, si dichiarano delusi dall’avere dato il proprio voto a Di Maio o a Salvini, a parte logicamente gli eletti penstatellati (che guadagnano occupandosi di politica con i 5 Stelle come la signora Lemma) e coloro che, in buona o cattiva fede, hanno fiducia in Di Maio. Ci auguriamo che alle parole (sono sempre in campagna elettorale) seguano i fatti e sia varata 41 prima delle elezioni europee anche se, ne siamo certi, i lavoratori simpatizzanti dei pentastellati continueranno a votarli anche se non si farà nulla su quota 41 o con la quota 100 monca e con decurtazioni. Diverso è il discorso dei lavoratori elettori di Salvini, non essendo così faziosi e non avendo incarichi pubblici (a quanto ci risulta) nella Lega stanno manifestando la propria intenzione di togliere il voto a Matteo Salvini. Quel Matteo Salvini che disse nel corso di un’intervista che rimanderemo in onda: “se appena arrivo al governo non abolisco immediatamente la legge Fornero chiunque è autorizzato a darmi del buffone”
Scontentissimi del governo del cambiamento anche i diplomati magistrali (elettori del Movimento 5 Stelle e della Lega), Ettore D’Aleo, uno dei rappresentati dei diplomati magistrali (che sono un elevato numero) nel corso della trasmissione radiofonica L’angolo della scuola ha dichiarato il voltafaccia pentastellata e l’incompetenza del Senatore leghista Pittoni, infine ha segnalato il caso delle maestre Carla Traverso e Rossella Zeppi (rappesentanti dei dplomati magistrali della Regione Piemonte) alle quali Salvini, facendo selfie con loro ed usando la loro immagine pubblica (rappresentano diversi diplomati magistrali, più famigliari) promettendo ciò che poi non ha realizzato. “Siamo state usate da Salvini per prendere voti” dichiara una delle maestre (clicca e leggi quanto dichiarato dalle rappresentanti dei diplomati magistrali). Scontenti (dei 5 Stelle) anche i precari storici di seconda fascia esclusi dalle Gae, una loro rappresentante, sempre durante il programma L’angolo della scuola, ha dichiarato: “ci avevano promesso una cosa ed hanno fatto l’esatto contrario, si sono compopoortati peggio del Pd, i cui rappresentanti avevano espresso sempre chiaramente le loro posizioni e non hanno cambiato strada facendo”
Scontenti anche gli editori e i dipendenti delle tv locali, i 5 Stelle si sono sempre disinteressati delle tv locali ed anzi vorrebbero spegnere tutte le voci fuori dal verbo pentastellato (La Repubblica, L’Espresso, La Stampa, i giornalisti dei network non ligi ai 5 Stelle, fino a chiedere l’abolizione dell’Ordine dei giornalisti), la loro vita è sulla rete, anche se ormai hanno come amici alcuni giornalisti di network ed anche sulla rete è utiel porre un bavaglio a giornalisti ed emittenti critiche). Matteo Salvini, nata e cresciuto sulle tv locali aveva preso un impegno per non farle morire, unitosi con Di Maio ha deciso di azzerare i fondi per le emittenti private. Scontenti gli editori e i dipendenti a parte qualche citrullo che, senza capir quale sarà il suo destino professionale, dichiara: “confido in Matteo”, come se fosse suo fratello, naturalmente Salvini questa persona l’ha solo visto in tv.
Scontenti molti elettori leghisti che non si riconoscono nel reddito di cittadinanza, nell’assistenzialiismo e in altre operazioni che il “governo del cambiamento” annuncia (annuncia perché di fatto ha realizzato ben poco). Scontenti molti quadri storici della Lega (un tempo Nord) che hanno lasciato o stanno meditando di lasciare la Lega di Salvini. Ci sono alcuni opportunisti (professionisti della politica quanto i grillini che ormai vivono di sola politica, non hanno mai lavorato, non hanno combinato nulla di buono nella vita” sostiene Silvio Berlusconi) attratti dalla Lega di Salvini (sia al Nord che soprattutto al Sud) per avere poltrone e consulenze.
La Lega crescerà al Sud per via dell’assistenzialismo (ma bisogna vedere se i voti del Sud non andranno ai 5 Stelle, eccezion fatta per quelli di ras locali in passato con Forza Italia che ora sono passati con la Lega).
Meglio stanno i 5 Stelle i sondaggi li danno in lievissima perdita, in primo luogo perchè l’elettore 5 Stelle è talmente inquadrato che potrebbero anche uccidergli la madre ma continuerebbe a votarli, in secondo luogo poiché c’è un’opposizione non credibile, un Pd cheha fallito e che invece dir rinnovarsi è ancorato al renzismo, che rivendica con orgoglio clamorosi e fatali errori (buona scuola, job act, salvataggio di banche, privilegiare i poteri forti e dimenticarsi del proprio elettorato tradizionale).
Però vi sono alcuni elettori 5 Stelle non inquadrati che li avevano votati per protesta ma ora constatando i loro fallimenti o riscontrano che non hanno realizzato i punti cardine del loro programma facendo incredibili voltafaccia potrebbero non recarsi alle urne o votare altre formazioni politiche (Italia in Comune di Federico Pizzarotti, lista Varoufakis, Potere al Popolo).
Bisogna però stare attenti a quel che si dice e si scrive perchè l’elettorato grillino (statista della rete…, so tutto io) bolla chiunque dissenta come “esponente del Pd” poiché non va più di moda dare del razzista a Salvini (diventato loro amico), sindacalisti vetero comunisti (e non solo) bollavano come razzista Salvini e accusavano i giornalisti che parlavano con Salvini, ora è loro amico… (in realtà vi sono fortissimi mal di pancia della base grillina per l’alleanza con la Lega, come ve ne sono analoghi nella base leghista per l’alleanza con i grillini). Sempre attenzione ad esprimere il proprio parere in radio, in tv, in rete, c’è una lista di proscrizione grillina che non prevede solo la chiusura dei giornali del gruppo La Repubblica/L’Espresso, il gruppo editoriale de La Stampa di Torino, l’epurazione o il confinare in ruoli secondari giornalisti non graditi, l’abolizione dell’ordine dei giornalisti. Si va poi al caso assurdo di Grillo (non fa più ridere) che oltre a fare battute di pessimo gusto sull’autismo e sulla madre di Salvini, arriva a chiedere l’esautorazione del Presidente della Repubblica (nemmeno Benito Mussolini tolse i pochi poteri che aveva a Vittorio Emanuele III).
l bilancio di questi primi 5 mesi di governo? Proclami di Salvini, la nave Acquarius accolta dal governo spagnolo, la nave Diciotti è comunque sbarcata in Italia e i migranti sono sul suolo italiano, altri migranti sono arrivati, vi è si un calo dell’immigrazione ma ciò è dovuto anche al lavoro di Minniti. La legge Fornero non è stata abolita, quota 41 è rimandata, quota 100 ha avuto paletti (38 anni di contributi e 62 di età) ma nonostante ciò non è ancora stata realizzata, sono stati cancellati i precari di seconda fascia e i diplomati magistrali, il reddito di cittadinanza non è stato attuato. E, ancora, sono in atto alcuni ricorsi da parte di parlamentari per la questione dei vitalizi (al momento però gli ex parlamentari percepiscono ancora la medesima pensione), auguriamoci che gli ex parlamentari non vincano il ricorso, altrimenti saranno altri soli spesi inutilmente . La benzina è aumentata (nonsostante le promesse di Di Maio e Salvini), è aumentata la isoccuzpazione ( la crescita è zero (dati Istat non i “giornalisti i regime”. In tv imperano i grillini, Lo spread è allestelle, o meglio alle 5 Stelle, è stato votato il condono per Ischia, Genova è ferma. L’elettorato moderato è insofferente per il fatto che per la Flat Tax siano previsti 600,000 euro mentre 10.000.000 per il redditi di cittadinanza… L’unica cosa realizzata concretamente e celermente sono le consulenze (dal giglio magico renziano a quello vesuviano di Di Maio), le poltrone, gli incarichi vari nei ministeri, negli Enti pubblici per “grillini di provata fede”, senza curriculum.
Vi sono inoltre alcuni dissidenti del Movimento 5 Stelle in parlamento: da Nugnes a De Falco. Luigi Di Maio cerca di placare gli animi nonostante i dissidenti abbiano dato forfatit. Per loro si profila l’espulsione? La fronda però pare sia più ampia. Almeno nove parlamentari non sarebbero d’accordo con la linea assunta dal Movimento nelle ultime settimane. I motivi di contrasto sarebbero la Tap, la manovra finanziaria, il decreto per la sicurezza. Fra i critici oltre alla senatrice napoletana Nugnes vicina a Roberto Fico, i parlamentari Fattori e Mantero. “Siamo fuori tempo massimo per parlare del decreto sicurezza e per cercare un modo di partecipare e collaborare” dichiara la Nugnes. Elena Fattori diserta invece per motivi personali, mentre Mantero ha spiegato che non ci sarà per ragioni di tempo. Assenze che pesano e che potrebbero prefigurare una rottura definitiva. Una spaccatura era già nell’aria nei giorni scorsi, dopo le polemiche sul condono, sul mancato stop alla Tap in Puglia e sulla stretta contro l’immigrazione. A capitanare la corrente anti Di Maio (ortodossa al sacro blog) c’è Paola Nugnes, che si oppone alle nuove regole previste al Tap in Puglia e sulla stretta contro l’immigrazione. Contraria al provvedimento voluto da Salvini anche Elena Fattori che parla di “promesse non mantenute” Anche il comandante De Falco è contrario. Le ruspe care a Salvini non sono gradite nemmeno al Presidente della Camera Roberto Fico che a proposito della tragedia di Desirèe Mariottini ha invocato più “amore e partecipazione” al posto di leggi più severe. Poi vi sono altri motivi di contrasto: la manovra economica, il condono, contro i quali si sono schierati Carla Ruocco, Emilio Carelli e il senatore Elio Lanutti. Perplessità sulla decisione sul Tap da parte di Sara Cumial e del senatore Lello Ciampofillo che sostiene che il progetto per la costituzione del gasdotto possa essere bloccato senza il pagamento di alcuna penale. Tutti questi nomi sono nella black list di Di Maio e per alcuni potrebbe profilarsi l’espulsione dal Movimento anche se non conviene a Di Maio poiché gli espulsi potrebbero aderire al gruppo misto (ed essere minacciati e screditati dalla solita macchina del fango dei leoni da tastiera attivisti invasati) sorte capitata a Federico Pizzarotti, Marika Cassimatis e ad altri casi meno noti.
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