Milano attraverso i sindaci da Pietro Bucalossi a Beppe Sala nei ricordi di Roberto Bernardelli e Massimo Emanuelli

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Ascolta l’intervista a Roberto Bernardelli

Correva l’anno 1980 io ero allora un giovanissimo studente che già faceva radio, mi spostarono casualmente dalle “canzonette” (ma non erano solo canzonette come cantava Edoardo Bennato) ad occuparmi della campagna elettorale per le elezioni amministrative del Comune di Milano. Devo ammettere che allora (ma c’erano uomini politici diversi da quelli di oggi, improvvisati, impreparati, parolai) non avevo con i politici i rapporti problematici (politici sia chiaro che conosco personalmente e non come molti elettori tifosi e ultrà di personaggi per loro virtuali).  In quella campagna elettorale radiofonica ebbi modo di intervistare diverse personalità che poi hanno fatto la storia di Milano e d’Italia: futuri sindaci, ministri, persone di cultura che la prima Repubblica sapeva esprimere. Fra i candidati vi erano Carlo Tognoli, Paolo Pillitteri, Ludovico Geymonat, Giancarla Re Mursia, Libero Mazza (allora Prefetto di Milano), Giuseppe Zola, Elio Quercioli (poi vice sindaco), il filosofo Ludovico Geymonat, Maria Luisa Sangiorgio, Giulio Cesare Polotti, Ugo Finetti (giornalista Rai), Francesco Ogliari, Pietro Longo, Alberto Zorzoli, Tommaso Staiti di Cuddia delle Chiuse, Pietro Bucalossi, Mario Capanna,  Raffaele De Grada.

All’inizio del 1980 ero uno studente che già era in radio, lavoravo dietro le quinte (a differenza dei giovani di oggi che vogliono tutto e subito) facevo da redattore, “negro” “, fattorino, factotum per grandi che hanno fatto la storia del giornalismo e dello spettacolo, non avevo la smania di andare in onda. Avevo si un programma di dediche, ma oggi mi accorgo che le cose migliori che ho fatto sono state quelle dietro le quinte di lista civica per milano bernardelligrandi da cui ho imparato tantissimo.  All’inizio degli anni ’80 lista rockFranco Moccagatta, uno dei miei maestri, cambiò radio lasciando spiazzati gli editori. Toccò a me, giovanissimo, con un collega più adulto, occuparmi della campagna elettorale in radio per le elezioni amministrative mialnesi del 1980. Il collega si occupava di grandi partiti e big nazionali (una volta c’erano a Milano fra i candidati insigni personalità e non scialbi personaggi traffichini e anonimi come oggi), a me toccarono le “liste minori”. Io non potevo votare, ero ancora minorenne, ma fra le liste (allora come oggi) avrei scelto due liste al di fuori dei partiti e degli schieramenti. Le mie simpatie andarono a due liste civiche che si presentarono per la prima volta: Lista per Milano e No Milano Lista Rock.  

lista per trieste il meloneIn quell’occasione incontrai per la prima volta Roberto Bernardelli, candidato per Lista per Milano, fui colpito dalle sue parole e dai discorsi dell’ex sindaco Pietro Bucalossi. Il Movimento 5 Stelle non ha inventato proprio nulla, il programma originario pentastellato (poi tradito in tutti i suoi punti) era già presente nella Lista per Milano del 1980 con Bucalossi ed altre personalità di altissimo livello professionale, culturale e politico, niente a che vedere pon l’ignroanza, l’inesistente esperienza professionale e politica e la non cosocenza della città dei candidati pentastellati.

I primi tentativi di lieste civche  di lista civica a Milano, come No Milano Lista Rock, poi bisognerà aspettare La Milano furono appunto la Lista per Milano e No Milano Lista Rock, bisognerà poi aspettare il 1997 per ritrovare a Milano altre due liste civiche: Fuori dalla menzogna (dei partiti) di Giovanni Fabbrini e una provocatoria fin dal nome Lega massimo-emanuelli-sindaco-di-milanoSocialista di Gianfranco Funari entrambe si candidavano contro destra e sinistra (lo ripeto i grillini non hanno inventato nulla, persino il parlare colorito e i vaffa arrivarono da Funari che però non usò mai i toni pentastellati che si avvicinano a quelli delle Brigate Rosse…). Conobbi anche gli altri candidati di Funari (io stesso ero candidato in consiglio comunale e presidente del Municipio 6) erano persone radicate in città, stimate, professionisti, milanesoni di nascita o di adozione.  Quando vidi i candidati pentastellati di Milano mi misi a ridere: salvo due persone (subito escluse perché indipendenti professionalmente, con una lunga storia milanese alle spalle, stimati e conosciuti in città) gli altri erano anonimi travet, nel 90% disoccupati, in molti casi residenti da pochi anni in città, e comunque persone che conoscevano (i migliori) a malapena una zona della città, anonimi, senza alcuna competenza. Per citare Alessandro Manzoni (i grulli non capiranno la citazione non avendo letto le sue opere) “poveri untorelli convinti di poter fare la rivoluzione a Milano”. Diceva Indro Montanelli che per fare il candidato sindaco di Milano (candidato non sindaco) bisogna vivere in città da almeno trent’anni, conoscere tutti i quartieri cittadini, sapere dialogare con tutti i ceti sociali, avere una professione, essere stimati.

sosteniamo milano emanuelli sindacoNel 2016 mi presentai candidato sindaco per Sosteniamo Milano una lista civica di soli cittadini senza movimenti e partiti politici alle spalle, i candidati erano cittadini, Inizialmente erano speaker, fonici, giornalisti e registi di radio e tv locali, disabili, studenti, insegnanti, a dire il vero pochi, uno è stato da me è stato poi querelato per diffamazione, sono in corso indagini giudiziarie non si capisce se agiva a titolo personale o per conto del Movimento a cui si pensa appartenga). Successivamente sono entrati in lista (48 candidati in consiglio comunale e 20 in ognuno dei 9 Municipi) impiegati, operai, liberi professionisti, pensionati, commercianti, artigiani. Non eravamo il “partito della radio, dei disabili e della scuola” come sostenevano alcuni avversari comunque corretti. Sosteniamo Milano aveva fra i candidati persone di diversa provenienza politica (come elettori ma tutte alla prima candidatura) proponeva un programma ben preciso, soluzioni logiche (e non ideologiche) ai tanti problemi della città di Milano. Quell’esperienza aveva le sue radici nella Lista per Milano del 1980 e nella Lega Socialista di Funari del 1997.  Nei quattro mesi di campagna elettorale dovetti subire di tutto non tanto da avversari dai quali dissentivo ma che furono corretti ma da chi avrebbe dovuto essermi vicino. Dapprima persone che mi avevano conosciuto, seppur di sfuggita, che pur apprezzando il programma elettorale di Sosteniamo Milano preferirono farsi ammaliare dai soliti politici decidendo di sottoscrivere per le “liste dei soliti” (quei soliti di cui si lamentavano) o addirittura candiddarsi un quelle liste. Successivamente i 48 candidati in consiglio comunale e i 20 in ognuno dei 9 Municipi erano poco avvezzi alla burocrazia essendo alla loro prima candidatura (serve per essere valida la candidatura una serie di certificati) e così si perse tempo nella raccolte firme. Quindi mossici in ritardo nella raccolta vi furono difficoltà sia per il ritardo sia per non avere i certificatori (gli altri partiti potevano avere consiglieri comunali gratuitamente) che per la mancanza di lobby e potentati economici degli altri (5 Stelle compresi).  Infine alcuni attivisti 5 Stelle mi accusarono di fare accordi politici con Matteo Salvini (mai fatti) quel Salvini da loro visto come “razzista, ladro” ora che i loro vertici ci hanno fatto un governo assieme (loro non io) tacciono… Infine, dulcis in fundo, la querela a tre persone: per diffamazione, uso improprio di Sosteniamo Milano e doppia candidatura da noi e in altro partito.

Comunque questa esperienza, che, ripeto, affonda le proprie radici nel 1980 e nel 1997, è stata importante. Come mi ha detto Roberto Bernardelli che ho ritrovato e che intervisterò in radio “essere stato candidato sindaco contro tutti ti fa onore”, così come apprezzamenti li ho avuti da tutti i miei avversari. Mancano due anni e mezzo alle elezioni amministrative in tanti mi dicono di rifare la lista, molti mi dicono “avevi ragione”, troppo presto per pensarci, ci sono anche altre “liste minori” che mi chiedono apparentamenti, disposte a sostenermi come candidato sindaco. Troppo presto mancano oltre due anni alla scadenza delle elezioni amministrative non so cosa farò ad ogni modo ringrazio tutti.  Farò tesoro degli errori, del resto ho evitato persone prive di ogni senso civico  e con odio che esprimevano (le ho lasciate volentieri ai 5 Stelle) per quanto riguarda i tre querelati per diffamazione, per uso improprio della denominazione Sosteniamo Milano e, per una candidata, candidatura in due liste (Sostenuamo Milano e altra lista) mi auguro che la giustizia faccia il suo corso e che si arrivi alla sentenza prima delle prossime elezioni.

grande nordTornando a Roberto Bernardelli lo trovo un uomo coerente, le cose che diceva lui quasi quarant’anni fa sono ancora attuali, senza avere la demagogia, l’odio, e l’incosistenza degli attuali grillini. Roberto Bernardelli è stato tante cose ma sempre con coerenza ed onestà, candidato in liste che hanno un denominator comune, un filo logico (Lega Pensionati, Lega Casalinghe e Pensionati, Lista per Milano, Lega Nord e Grande Nord), anch’io sono coerente: mi definisco un anarchico liberal-socialista con un grande amore per Milano. Estimatore di Bucalossi ma anche di tutti gli altri sindaci che Milano ha avuto e che ho conosciuto fino a Cassinis a livello storico e che ho conosciuto personalmente da Bucalossi a Sala. Con sette sindaci su dieci ho avuto un buon rapporto. Anche Bernardelli sa riconoscere la validità di avversari politici.

Roberto Bernardelli (Presidente di Grande Nord, fondatore nel 1980 della prima lista civica milanese, fondatore con Umberto Bossi della Lega Autonomia Lombarda nel 1983 e nel 1987 della Lega Lombarda, fondatore nel 2017 di Grande Nord) sarà intervistato sabato 8 dicembre 2018 alle ore 22 da Massimo Emanuelli su Radio Hemingway  nel corso della trasmissione L’angolo della scuola.

Per seguirci cliccate
http://www.radiohemingway.net

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