Gianluca Rossi

Gianluca Rossi
L’UOMO DEL QUI STUDIO A VOI STADIO

di Massimo Emanuelli

gianluca rossiGian Luca Massimiliano Rossi, nasce a Milano il 17 settembre 1966, frequenta le scuole medie al Convitto Nazionale Longone, la stessa dove aveva studiato Alessandro Manzoni. “Secondo una leggenda metropolitana – scrive Gian Luca con ironia sul suo sito internet – il Convitto Longone vanterebbe altri studenti illustri, come l’olimpionico di equitazione Raimondo D’Inzeo e il cantante Roberto Satti in arte Bobby Solo: mi pare strano visto che D’Inzeo è nato a Poggio Mirteto, in provincia di Rieti, mentre Bobby Solo è di Roma, e quindi non si capisce bene perché avrebbero dovuto fare le medie a Milano, ma forse lo si diceva solo per alleggerire un po’ l’ingombrante presenza dell’autore dei Promessi Sposi, che ovviamente perseguitava noi del Longone quasi come la fantozziana corazzata Potêmkin!” Terminate le scuole dell’obbligo si iscrive al liceo classico Manzoni (ancora una volta l’autore de I promessi sposi nella sua vita!), conseguita la maturità si iscrive alla facoltà di giurisprudenza dell’Università Statale di Milano. “Non c’è obbligo di frequenza e, lì per lì, mi pare solo una lunga passeggiata. Calcolo sbagliato stavolta! In realtà, entrando presto nel mondo del lavoro, finisco con il laurearmi tardi: nel 1999, anche grazie a Monica, che oggi fa l’avvocato e che nel 2001 è diventata mia moglie. Intanto sento il desiderio di conquistarmi una certa indipendenza economica, e allora cerco un lavoro che non mi distolga troppo dagli studi universitari. Il primo impiego me lo procura papà”.
Gian Luca inizia a lavorare grazie al padre, responsabile del marketing dell’Inter di Ernesto Pellegrini al fianco del direttore generale Paolo Giuliani: “non mi sono mai illuso: so che per l’ingresso nel mondo del lavoro, il mio soprattutto, terra dove la raccomandazione è sovrana, servono aiuti. Esistono le segnalazioni, quelle che se sei fortunato ti fanno partire mezzo passo avanti ma che, se non vali, ti riportano subito alla casella di partenza e le raccomandazioni, che a volte consegnano al beneficiario un posto di rilievo nel quale, se uno non è proprio coglione, può restarci a lungo. Io non chiamandomi Montanelli ma banalmente Rossi, ho in dono una semplice segnalazione”.
Il suo primo lavoro, per tre anni di fila da giugno a settembre, consiste nel vendere le tessere d’abbonamento del FC Internazionale presso gli sportelli della sede centrale della Banca Popolare di Milano. Un modo per prendere contatto con i dirigenti dell’Inter di allora. Nel frattempo legge molti quotidiani e guarda molti telegiornali, così si convince che potrebbe tentare la strada del giornalismo calcistico, anche se viene da una famiglia che non è tifosa dell’Inter, ma del Milan. La professione vera comincia a metà anni ’80, perché capita sempre più spesso che segua il padre e Paolo Giuliani nella quotidianità delle vicende nerazzurre.
Nell’inverno 1986 Gian Luca comincia a collaborare con Inter Football Club e con Radio Peter Flower’s, grazie all’interessamento di Bruno Longhi, che considera il suo maestro. Primi articoli, primi collegamenti e qualche radiocronaca: la prima in assoluto l’8 aprile 1987 per una radio di Empoli, Radio Fata Morgana, si chiamava proprio così, che cercava un radiocronista da San Siro per un Inter-Empoli di Coppa Italia finito 1-0 per l’Inter, con rete decisiva di Marco Tardelli a due minuti dalla fine.
GIANLUCA ROSSI 2Alla vigilia della stagione 1988-89, leggendaria per gli interisti, arriva la grande occasione: fresco di tesserino di giornalista-pubblicista, si presenta per un colloquio a Telelombardia con Paolo Romani, deputato e ministro di Forza Italia, allora semplice editore. “Per la verità quello con Paolo Romani non e’ proprio un colloquio, perché io non faccio nemmeno in tempo ad aprire bocca: <Domenica provi!> mi dice. TL cerca gente per un programma di calcio, Qui studio a voi stadio, partito un paio di anni prima. Lo conduce Michele Plastino. Paolo Romani, come tutti gli editori, cerca gente con tanto entusiasmo e nessuna pretesa, gente che non rompa i coglioni cominciando subito a parlare di soldi, orari di lavoro e contratto. Allora Telelombardia era una palestra per molti aspiranti giornalisti e, in un baleno, Gian Luca si ritrova dirottato sull’Inter, cioè su Trapattoni e i suoi ragazzi, quelli che, grazie alle frequentazioni di Appiano Gentile con il padre e Paolo Giuliani, un po’ conosceva. Telelombardia sa che Rossi ha un contatto preferenziale con l’Inter e giustamente prova a sfruttarlo.
qui studio a voi stadioDa questo momento Gian Luca Rossi diventa il mattatore di Qui Studio a Voi Stadio, programma con il quale viene identificato, il più longevo della storia delle televisioni private regionali, e Gian Luca Rossi è un esempio di fedeltà aziendale: da quasi 18 anni lavora a Telelombardia. Secondo l’Auditel Telelombardia è la prima emittente regionale in Italia, con punte di ascolto nel Nord vicine a RAI e Mediaset. “Girando per gli stadi – dichiara Gian Luca – mi accorgo che siamo seguiti da Udine ad Aosta e nella Svizzera italiana, via cavo. L’interconnessione con altre emittenti regionali è ormai una bella realtà che, nel corso degli anni, ha portato Qui Studio a Voi Stadio a Genova, a Bologna e fino a Pescara. A Telelombardia si fa tutto in diretta, dalle partite di calcio ai congressi di partito, dalla Stramilano alle manifestazioni cittadine. Il punto più alto di Qui Studio a Voi Stadio resta l’acquisizione dei diritti per la telecronaca, in diretta e in esclusiva in tutta Italia attraverso un pool di emittenti collegate, di Inter-Sporting Lisbona 2-0 (reti di Di Biagio e Recoba), preliminare di Champions League 2002-03. Un evento che ci ha fatto conoscere anche all’estero, attraverso le successive cessioni dei diritti. E’ stato un momento di grande crescita per TL, che ha superato trionfalmente la prova.Il giorno dopo sui quotidiani si è letto anche questo: ‘Il Record di ascolti di Telelombardia conferma che l’emittenza regionale è diventata grande: le Tv nazionali sono avvisate!’ E’ stato bellissimo, anche perché la telecronaca l’avevo fatta io!. TeleLombardia oggi resta la mia dimensione ideale: un’emittente fantastica che ti concede esperienze improponibili sulle Tv nazionali. Oltre al calcio, la mia grande passione sono le news e, fortunatamente, riesco ad occuparmene sempre più spesso”.
E infatti dal settembre 2003 al gennaio 2005 Gian Luca Rossi ogni giovedì e venerdì conduce Buongiorno Lombardia, un programma ideato da Ruggero Muttarini che ha avuto quali conduttori fra gli altri Paola Protasi, Roberto Poletti e Rocco Casalino. Buongiorno Lombardia alle 7 del mattino sveglia i lombardi con la lettura dei titoli di una trentina di quotidiani e aggiornamenti continui su meteo e traffico, affrontando ogni giorno un argomento diverso, dalla cronaca all’economia, dalla politica al costume. “Un bell’impegno, perché voleva dire svegliarsi prima dell’alba, quando a quell’ora, a volte, andavo a dormire. A Buongiorno Lombardia dovevo rimanerci tre mesi, ci sono rimasto quasi un anno e mezzo, finché TL non ha acquisito Antenna 3  Lombardia e il lavoro della redazione sportiva si è quasi raddoppiato. Buongiorno Lombardia rimane un’esperienza fondamentale nella mia carriera, perché ho sempre pensato che chi sa solo di calcio è un caprone, con tutto il rispetto per i caproni. Ricordo in particolare la diretta mattutina del 2 aprile 2004 per lo sgombero dello stabile di via Adda a Milano, coordinando i vari inviati da studio: lì mi sono sentito davvero un buon giornalista, capace di occuparsi anche di vicende assai più importanti di una partita di calcio!”
GIANLUCA ROSSI 3Giornalista professionista Gian Luca Rossi, oltre che con Telelombardia, ha collaborato e collabora con Il Giorno, Tuttosport e Radio Lombardia, ed è diventato giornalista professionista: “l’esame per accedere alla professione mi ha un po’ deluso: è più facile di qualsiasi prova universitaria e, tra i giornalisti, purtroppo, solo uno su cinquanta arriva alla laurea e solo uno su cento parla decentemente una lingua straniera. Non so se farò questo mestiere per tutta la vita, perché ho troppi interessi che non sempre coincidono: dalla storia romana a quella contemporanea, dai film alla musica, dagli scacchi al tennis, fino alla passione più grande, ai limiti della fissazione: quella per il turismo, negli USA soprattutto, dove vado un mese tutti gli anni.
Il suo amore, oltre alla moglie Monica, è Telelombardia: “A TL devo molto a molti: a Sandro Parenzo, un editore dalle idee geniali, una per tutte lanciare Gianni Rivera alla conduzione di Iceberg, a Fabio Ravezzani, che ha un senso della notizia che non ho mai visto in nessun altro, a Evaristo Beccalossi, compagno di mille avventure, e soprattutto a tutti quelli che non conoscete perché sono dietro le quinte. Ma, in particolare, sono legato ad un dirigente che non va in video e che non ama apparire, e per questo non lo cito. A lui voglio molto bene perché mi è stato vicino in momenti fondamentali della mia vita prima ancora che della mia carriera. E’ la pura verità e lui lo sa, anche se – faccio un po’ il ruffiano – spero che leggendo queste righe, che in realtà non leggerà mai, si commuova e mi regali un corposo aumento di stipendio, cosa che è assolutamente nei suoi poteri, anche se – conoscendolo – farà sicuramente finta di niente! Sono praticamente in chiusura ma vorrei che fosse chiaro che mi diverto un mondo a fare quello che faccio: il mio modello di vita è Peter Pan, e con questo credo di aver detto tutto. Se proprio devo aggiungere qualcosa che mi riguarda al di là degli aspetti professionali, scrivo alla rinfusa tutte le banalità che mi vengono in mente: sono alto 1,83 e peso 85kg, ma lotto per perderne almeno 8; tra una notte con la Bellucci e una finale dell’Inter in Champions League, ho sempre scelto la prima ma, dal 28 febbraio 2001, giorno del mio matrimonio, devo rispondere diversamente. Detesto quelli che si prendono troppo sul serio perché il giornalista non è un missionario né un maestro di vita!”

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