Oscar Carboni

oscar carboniOscar Carboni nacque a Ferrara il 9 settembre 1914, ventesimo figlio di una sterminata famiglia, ex garzone di una merceria ferrarese, inizia a cantare nelle festicciole fatte in casa distinguendosi per una contagiosa e salutare bonomia che manterrà per tutta la sua carriera. Si esibisce negli anni ’30 nella balere emiliane diventando un mattatore nel liscio, nel 1939 si sottopone ad un provino presso la sede bolognese dell’Eiar con tre amici, e il maestro Petralia lo sceglie come cantante. Esordisce in radio la sera di Capodanno del 1940 accompagnato da Pippo Barzizza e la sua orchestra. Di li, l’ascesa inarrestabile. Si esibisce a Torino, coglie i primi successi con La mia canzone al vento e Chiesetta alpina, interpretata in duetto con Silvana Fioresi. Poi è la volta di Quell’uccellin che vien dal mare, Ti-ti-tin con il Trio Lescano, Cavallino corri e va e Stelle di Spagna. Passa poi all’orchestra Angelini ed esplode con Tango del mare, negli anni della guerra passa di successo in successo interpretando brani come Firenze sogna (diventata una specie di inno della città toscana), Piccola Santa, Una chitarra nella notte, E zitto amore e Mamma buonanotte. Chiamato alle armi nel 1942 si esibì negli spettacoli destinati alle Forze Armate e dopo l’8 settembre 1943, fallito un tentativo di fuga, si trova ad interpretare canzoni di propaganda per l’Eiar repubblichino. Nel dopoguerra sposa Giorgia Valeri, un’artista di varietà, con la quale riprende il giro delle balere romagnole. Incide quindi nuovi successi come Cantando con le lacrime agli occhi, Com’era verde la nostra valle, Ignota bruna, Cantando all’italiana, Canzone alla notte, Corimà, Serenata serena, Domani, Foglie d’autunno, Ho lasciato il paese del cuor, Limoni d’oro, Lucia Lucì, Ma quando pensi a Napoli, Mandolinatella, Stanotte non si dorme, strada delle mimose, Tarantella sorrentina, Triste serenata, Acquarello napoletano, Il vagabondo delle stelle, Vola e va, Com’era verde la nostra valle, Cuore napoletano, Madonna amore, Il pianino di Napoli, Quando la luna gioca a nasconderella, Serenata celeste, Madonna delle rose, Vent’anni, Barca lucente, Perché le donne belle, Luna lunatica, Serenata serenata. La sua voce melodiosa e sottile – a tratti quasi femminile – gli valse l’appellativo di “usignolo della canone”. (Nilla Pizzi ricordò in un’intervista che da ragazza si metteva in ginocchio abbracciando la radio di casa per poter cogliere meglio le sfumature musicali del suo idolo). Nonostante questi successi l’avvento del boogie-woogie (che fa esplodere cantanti come Ernesto Bonino, Natalino Otto e Alberto Rabagliati) e le prime affermazioni di Claudio Villa, Dopo avere girato l’Italia con grosse compagnie di rivista, nel 1947 inizia a una tournèe in America Latina che si trasforma in un lungo quadriennio in giro per Argentina, Uruguay e Brasile. Quando torna in patria, Luciano Tajoli e Claudio Villa lo hanno spodestato. Angelini lo vuole comunque alla seconda edizione del Festival di Sanremo (1952) dove canta Madonna delle rose (di Ruccione e Fiorelli) con la quale si piazza al quarto posto e ottiene grandi vendite, Perchè le donne belle e Cantate e sorridete. Nello stesso anno in coppia con Sergio Bruni incide Nostalgia e arriva secondo al Festival della Canzone Napoletana con Varca lucente. Carboni è stato comunque per molti anni un simbolo nazionale della melodia sentimentale, della grande tradizione degli usignoli popolareschi, divisi fra le reminiscenze del melodramma e le tradizioni contadine dello stornello. Voce infiorettata e vibrante, ricca di gorgheggi e slanci, Carboni, idolo delle mamme e delle fidanzate romantiche, è da considerare come ponte, e non solo cronologico, fra lo stile di Carlo Buti e quello di Claudio Villa. Negli anni ’50 Carboni effettuata un tour in Nord America e in America Latina, nel 1952 parteciperà alla seconda edizione del Festival di Sanremo spopolando con Madonna delle rose, ancora nel 1952 partecipa al festival di Napoli con Barca lucente, successivamente prenderà parte al Festival della Canzone di Parigi, al Concorso Voci e volti della fortuna legato alla Lotteria di Capodanno, e a centinaia di manifestazioni canore, continuando ad esibirsi fino al 1960. Negli anni ’60 Carboni divenne impresario di altri cantanti e organizzatori di manifestazioni revival anni ’40, negli anni ’70 si esibirà in Romagna in un repertorio di lisco. Muore il 29 marzo 1993 ormai dimenticato.

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