Bruno Filippini nasce a Roma il 3 marzo 1945, nel popolare quartiere di Pietralata: “ho iniziato a cantare alle scuole elementari che frequentai dalle suore, qui organizzai alcuni spettacolini, in parrocchia partecipai ad alcune recite teatrali”.
Quali sono stati i suoi primi idoli musicali?
“La prima canzone che ho apprezzato è stata Arrivederci Roma, poi alcune canzoni napoletane come Guaglione, Chellalà, ed altre, negli anni successivi il mio idolo era Neil Sedaka”.
Bruno si diploma in solfeggio parlato, solfeggio cantato e canto: “All’età di dieci anni sono entrato a far parte. come solista contralto. del coro della Cappella Sistina come solista contralto, ho studiato per cinque anni pianoforte ed ho cantato in Vaticano, ho anche incontrato Papa Giovanni XXIII che era un grande estimatore della musica della Sistina, a lui piaceva molto che noi portassi in giro la musica nel mondo, ci ha fatto girare tantissimo.”
Nel 1962 Bruno presta la sua voce nei doppiaggi di famosi lungometraggi animati della Disney, quali ad esempio Biancaneve e i sette nani, nel ruolo del principe, e La spada nella roccia, nel ruolo del bardo che introduce col suo canto la narrazione. Sempre per la Disney, ha inoltre cantato la canzone La stella dei desideri nella colonna sonora del 1963 del classico Pinocchio. Quindi compare come attore nel musicarello Canzoni bulli e pupe per la regia di Carlo Infascelli del 1963.
Bruno Filippini arriva per caso al grande successo: “Mi ero iscritto ad un concorso indetto dal Clan di Celentano, cantando Il re dei pagliacci di Neil Sedaka, vinsi le selezioni del Lazio, dovevo fare la finalissima ad Abano Terme, ma la sera prima incontrai Sandro Gagliardini, il segretario di Gianni Ravera. Ravera appena mi sentì cantare mi abbracciò e mi volle a Castrocaro dove vinsi tutte le selezioni e dove presentai due brani Il re dei pagliacci di Paul Anka e Baci, brano cantato da Remo Germani. Per la finale I giornali anticiparono la mia vittoria, e così accadde, seconda arrivò Gigliola Cinquetti, quell’anno erano in gara anche Iva Zanicchi e Caterina Caselli che è scoperta e lanciata da Alberto Carisch. Io e Gigliola Cinquetti andammo di diritto in finale al Festival di Sanremo.”
Dopo aver vinto il Festival di Castrocaro nel 1963 Bruno Filippini ottiene un contratto discografico con la MRC, per cui pubblica i primi dischi. il suo primo 45 giri è La ragazza nell’acqua/L’anno venturo.
Nel 1964, come vincitore del Festival di Castrocaro Bruno partecipa di diritto al Festival di Sanremo presentando, in coppia con Gil Fields e The Fraternity Brothers Sabato sera (il suo maggiore successo, scritto da Bruno Pallesi e Walter Malgoni). E’ l’anno della vittoria di Gigliola Cinquetti con Non ho l’età, Filippini si piazza al secondo posto con Sabato sera, Bobby Solo presenta Una lacrima sul viso, fra gli altri cantanti in gara Domenico Modugno, Tony Dallara, Gino Paoli, Pino Donaggio, Little Tony, , Giorgio Gaber, Tony Renis, Milva ,Claudio Villa, fra gli stranieri Frankie Laine, Frankie Avalon, Paul Anka, Gene Pitney, presentano Mike Bongiorno e Giuliana Loiodice. “L’edizione 1964 registrò un record di vendite di 45 giri, Ravera mi disse che furono venduti dischi per un valore di 5 miliardi di lire, cifra mai più raggiunta”.
Sulla scia del successo sanremese Filippini, nel 1964, interpreta un altro
film: I ragazzi dell’Hully Gully per la regia di Marcello Giannini e Carlo Infascelli, sempre nel 1964 partecipa anche al Festival di Napoli nel 1964 con Ammore, siente in coppia con i Los Marcellos Ferial e ad Un disco per l’estate 1964 con Non ho il coraggio. In questo periodo le cronache rosa parlano di lui per un flirt con Rita Pavone (vari articoli in merito vengono pubblicati da Ciao amici e Giovani).
Bruno Filippini torna al Festival di Sanremo nel 1965 con il brano L’amore ha i tuoi occhi presentato in coppia con la giapponese Yukari Ito, il brano, scritto da Gorni Kramer e da Vito Pallavicini, è dedicato alla principessa Soraya, sposa dello scià di Persia a 17 anni nel 1951 e da quest’ultimo ripudiata sette anni dopo in quanto sterile. “Soraya aveva dei bellissimi occhi verdi, e chi meglio di lei poteva rappresentare la mia canzone? La principessa mi rispose con un telegramma: plaudo alla nostra canzone, Soraya.”
Sia Sabato sera che L’amore ha i tuoi occhi ottengono un discreto riscontro anche all’estero; in Spagna inoltre vengono anche pubblicate alcune canzoni lanciate in Italia da altri artisti (ad esempio Me siento timido, che è Mi sento stupido di Marino Marini cantata in spagnolo). Nel 1966 Bruno ha un’offerta dal regista Luchino Visconti per fare l’attore nel film Le steghe, Filippini recita nell’episodio La strega bruciata viva, e a causa di questo impegno rinuncia a fare il suo terzo Sanremo, l’anno successivo è diretta da Franco Zeffirelli in Romeo e Giulietta, dove interpreta il menestrello che canta il brano Ai Giochi Addio (versione italiana di: What is a Youth) con testo di Elsa Morante.
Filippini torna alla canzone nel 1968 classificandosi al sesto posto al Cantagiro con La felicità, quindi incide, sempre nel 1968, Canzone d’amore/Hip, hip, hip, hurrah! per la la Rca. Bruno Filippini ha firmato la parte musicale di Otto rampe di scale, inciso dai Pooh nel 1969 (il testo è di Giuseppe Cassia e Roby Castiglione), nel 1971 pubblica il 45 giri Pace e bene/Un collare d’argento.
Nel 1974 Bruno fonda il Caldazzi il famoso Vip Club di Cortinam ritrovo dei turisti, di cantanti, attori e giornalisti, dove Filippini, che gestisce anche il locale, si esibisce per vent’anni ogni sera, fino al 1994. “Un giorno Delia Scala, che era nel locale, dopo avere assistito ad una mia esibizione, mi chiese: “Bruno, perchè tutti gli altri cantanti vanno in televisione e tu non?. Rispose, dicendo la verità, un funzionario della Rai, anch’egli presente nel locale: “Bruno sta bene così come è, è contento così.” Infatti io continuo a dirigere una mia orchestra di musica leggera, mi esibisco nei pianobar, sono apparso raramente in programmi televisivi di revival degli anni ’60, l’ultimo è stato I migliori anni di Carlo Conti.”
Nel 1999 Bruno Filippini ha inciso per la DV More Record un cd, prodotto da Gino Puglisi, con alcune reincisioni dei suoi più noti successi con alcuni inediti. Nel 2011 la storia di Bruno Filippini si è trasformata in uno spettacolo, La mia vita per la musica, portato in scena al Teatro Trastevere di Roma scritto da Francesca Stajano per la regia di Raffaello Sasson Sul palco della sala trasteverina insieme all’artista Bruno Filippini, hanno recitato Francesca Stajano e il piccolo Giorgio Federico Zela nella parte del cantante da bambino. Filippini ha raccontato la sua carriera musicale in un’alternanza di testi e musica narrati attraverso la sua voce e i suoi occhi, prima di bambino cresciuto nelle borgate romane, e poi di uomo. Un bambino di umili origini che, grazie al suo talento vocale, che è riuscito ad imporsi e ad avere un grande successo personale, una storia che è anche lezione di vita e descrive uno spaccato della vita romana. Nello spettacolo viene tracciato un ritratto vivido ed autentico della vita del cantante, mettendo sapientemente in risalto un artista all’avanguardia, libero dai vincoli imposti dallo show business, capace seguendo la sua ispirazione di costruirsi un cammino personalizzato e poliedrico.
Nel febbraio 2014 Bruno è ospite del programma radiofonico condotto da Massimo Emanuelli, PERCHE’ SANREMO E’ SANREMO storia dell’Italia dal 1951 ai nostri giorni attraverso il Festival di Sanremo, nel’aprile 2014 torna ospite di STILE ITALIANO LA STORIA DELLA CANZONE ITALIANA RACCONTATA DAI SUOI PROTAGONISTI altro programma radiofonico ideato e condotto da Massimo Emanuelli.
Cosa fa oggi Bruno Filippini?
“Gioco a tennis, mi tengo in forma con la palestra, canto, do consigli a giovani cantanti che mi interpellano, continuo l’amicizia e la collaborazione con il musicista Gino Puglisi. Mi diverto ancora moltissimo perchè questa è stata sempre la mia professione.”