Interessante confronto ieri all’Unione Commercianti fra i 13 (sono 13 non due) candidati sindaci di Milano. Presenti 12 candidati su 13 accadde anche nel 2016 quando ero candidato sindaco anche io. Il bravissimo Andrea Senesi del Corriere della Sera scrive: “altro che Bernardo e Paragone le vere bordate, a Sala, arrivano da sinistra. Cinque candidati “rossi” (tre comunisti duri e puri, oltre a Bianca Tedone di Potere al Popolo e Gabriele Mariani di Milano in Comune, un rassemblement con dentro Rifondazione e i comitati ambientalisti. Poi c’è Giorgio Goggi (candidato sindaco dei socialisti e dei liberali), Goggi non è andato verso l’estrema sinistra, è rimasto socialista, ma ci vuole poco ad essere più a sinistra di Sala…
Tedone vuole “combattere il modello della Milano di Sala, diventato un parco giochi per ricchi. Un modello marcio e aggressivo…” Il più scatenato però è Alessandro Pascale, filosofo valdostano e alfiere del Partito Comunista di Rizzo. Leggendo da un foglietto di appunti, prima rinfaccia a Sala, senza nominarlo, lo sfortunato slogan di inizio pandemia “Milano non si ferma” (però Sala ha chiesto scusa, Pascale però dimentica l’altro infelice lo slogan: “la scuola non si ferma” qui Sala non ha chiesto scusa ai lavoratori della scuola e ai deceduti a causa del covid… Pascale poi dichiara guerra in un crescendo collettivo anni ’70 e alle mafie, alle multinazionali, ai ceti politici corrotti e alle borghesie che appoggiano Sala e Bernardo. Al confronto Gabriele Mariani, l’architetto di Milano in Comune, sembra un moderato. Toni soft, ma senza troppi sconti nel merito, dalle ambiguità del Pd sul nuovo stadio ai “regali urbanistici sugli scali ferroviari…”
Secondo Andrea Senesi del Corriere della Sera il più intimorito fra i candidati sindaco è forse Bryant Biavaschi di Milano Inizia Qui. Nulla a che fare con la sinistra si presenta come civico (ma ha candidati alcuni ex politici…), nomina un medico addetto stampa (ma poi deve farsi lui stesso da addetto stampa), dimostra di non conoscere per nulla la storia di Milano, si rivela monotematico e inciampa sulla scuola (malelingue o persone informate sostengono che voglia nominare assessore all’eduzione il padre…), ascoltere Biaveschi il 27 settembre alle ore 20 su Radio Hemingway…
Applausi per tutti da una platea decisamente decoubertiana. Il premio della critica va però a Giorgio Goggi candidato sindaco dei socialisti e dei liberali: “Caldara, Greppi, Tognoli, noi socialisti ci candidamo a gestire anche questa rinascita” ricorda Goggi (Emilio Caldara fu il sindaco della ricostruzione dopo la prima guerra mondiale, Antonio Greppi dopo la seconda guerra mondiale e Carlo Tognoli colui che fece uscire Milano dagli anni bui del terrorismo, va ricordato a quei candidati sindaco che non conoscono la storia di Milano e che, confondendo socialisti con comunisti, considerano il socialismo (invocato al fine di accattivarsi i voti dell’elettorato socialista e dei moderati, sia da Sala che da Bernardo, dimostrando di essere totalmente inadeguati e, dulcis in fundo, considerano il socialismo “un’ideologia passata”….
Goggi, dal canto suo, ha ricordato che nella storia milanese sono stati proprio i tre sindaci socialisti prima citati a portare Milano fuori dal guado: “ora mi candido io a gestire il post pandemia”. Sempre Goggi (lo dice fin dall’inizio della sua candidatura) fra i progetti da mettere in campo vi deve essere un grande piano per la realizzazione di nuove case popolari.
Stupisce Beppe Sala: se con Bernardo non registra punti di contatto Sala vede invece possibili convergenze con Giorgio Goggi, alcuni hanno interpretato la mossa di Sala come un tentativo di prendersi i voti socialisti e le idee di Goggi e dei socialisti… “Tanti sfidanti hanno parlato di case popolari – ha affermato Sala – se sarò rieletto potrei coinvolgere alcuni di loro. Goggi è ha grande esperienza” (è stato consulente di Carlo Tognoli, il sindaco del dopoguerra più amato dai milanesi, consulente dei ministri Signorile e dello stesso Tognoli, quando fu ministro delle aree urbane) e assessore con Gabriele Albertini (il sindaco della seconda Repubblica più amato dai milanesi).
In risposta al corteggiamento di Sala il frontman dei socialisti pone le sue condizioni: “eventuali collaborazioni dipenderanno dall’accettazione dei punti del nostro programma, che oltre a nuove case popolari, comprende il secondo passante ferroviario, la linea 6 della metropolitana, lo stop alle ruspe su San Siro e i nuovi grattiaceli.”
Per 24 ore ho cercato di capire la dichiarazione di Beppe Sala (io ed altri conosciamo molto bene Beppe Sala, ma anche Giorgio Goggi), a me pare di avere sentito e letto dichiarazioni di Goggi come candidato alternativo sia a Sala che a Bernardo e che, in caso di ballottaggio (potrebbe vince al primo turno Sala, e, caso meno probabile il 4 ottobre potrebbe essere eletto Bernardo, o lo stesso Goggi..) Goggi abbia fatto suo uno slogan “nè con Sala né con Bernardo” e lasci libertà di voto nel caso di un (improbabile) ballottaggio.
Se fin dall’inizio della campagna elettorale Goggi ha parlato di edilizia popolare, anche altri candiati socialisti e liberali hanno affrontato alcuni temi (del programma di Goggi) affrontati marginalmente (o totalmente trascurati) da altri candidati sindaco e candidati consiglieri comunali: abbattimento dei tributi locali, sport, cultura, educazione, istruzione, servizi sociali, associazionismo, terzo settore, disabili, anziani, ecc. (Patrizia Falsitta capolista Milano Liberale, Pino Gallo candidato socialisti di Milano, capolista in Municipio 9, Carla De Bernardi e Daniele Guazzolini, candidati Presidente e capolista Municipio 7 ed altri). Argomenti non toccati da altri candidati sindaco o candidati consiglieri di altre liste, o non affrontati nella propria interezza.
Bisognerebbe leggere i programmi dei vari partiti nella loro interezza e non soffermarsi a slogan, nome dei candidati, non tifare per destra o sinistra, rivoltare i candidati vari di tutti gli schieramenti come calzini.
P.S.: Ricordo a tutti che la questione socialista è complessa, dal 1994, i veri socialisti non stanno né a destra né a sinistra. Poi, chi conosce la storia dei socialisti e chi ha vissuto quella della diaspora socialista dal 1993 in poi, sa che ci sono stati alcuni elettori socialisti che, assente una lista socialista, si sono rifiugiati chi a destra (???), chi a sinistra (??), ma, pochi o molti che siano, ci sono anche socialisti che si sono rifugiati nel non voto (gli anarchico-socialisti) o che hanno votato qualcosa che assomigliava, seppur lontanamente, allo storico partito socialista.

Destra – sinistra (Giorgio Gaber) un nuova strofa
Girare con la pistola è di destra
ma fare accordi con i 5 stelle è da scemi più che di sinistra
Ascolta spezzoni di un’intervista a Giorgio Goggi
Spezzoni intervista a Pino Gallo (candidato dei socialisti di Milano Giorgio Goggi sindaco)
La dichiarazione di Giorgio Goggi: “Sale vuole coinvolgermi? Vedremo se accetta il programma. Noi siamo autonomi, alternativi a queste destre e sinistre e non pensiamo a nessun apparentamento o cooperazione. Se qualcuno ci chiedesse di collaborare dovremmo discutere l’accettazione del nostro programma, punto per punto”. E’ quanto ha dichiarato in una nota il candidato sindaco dei “Socialisti di Milano” e “Milano Liberale”, Giorgio Goggi commentando la dichiarazione fatta ieri dal sindaco, Giuseppe Sala, sull’eventualità, qualora rieletto, di coinvolgere qualcuno dei suoi attuali sfidanti, sottolineando la “grande esperienza” di Goggi.
Sala si lancia in dichiarazioni, ricordo a Beppe Sala che (credo) l’elettorato socialista (non tutto con lui) è incompatibile con la filosofia pentastellata. Il programma dei socialisti e dei liberali c’è ed è totalmente diverso da quello pentastellato.
Passeggiando pet Milano, interviste ai candidati sindaco e ai candidati consiglieri comunali (di tutti gli schieramenti) in onda dal lunedì al venerdì alle 20 (e il sabato alle 22,30 su Radio Hemingway per ascoltarci cliccate http://www.radiohemingway.net