Delta Radio Barona / Drb la radio dei Navigli

L’emittente nasce a Milano nel 1979 con il nome di Radio Delta Barona per iniziativa di una cooperativa cattolica milanese, irradia i suoi programmi dai 100,400 mhz, la sua prima sede è all’interno della parrocchia di San Nazaro e Celso di Milano, in zona Barona. Negli anni ’80 assume la denominazione di Drb la radio dei Navigli, quindi di Radio dei Navigli, chiuderà i battenti con la legge Mammì.
L’emittente rinasce nel 2007 come webradio con il nome di Kristall Radio, Radio dei Navigli.

Siamo con Leonardo Zara, direttore di Radio dei Navigli. Leonardo, la vostra radio nasce come emittente locale ma ha una lunga storia che la porta ad evolversi moltissimo nel corso del tempo, raggiungendo contesti nazionali e internazionali. Ma quando e come nasce la vostra emittente?

La nostra radio nasce grazie all’operato del giornalista Andrea Rivetta, direttore dell’epoca, e di Valentino Del Grosso, l’allora presidente della cooperativa alle spalle di RdN, che realizzarono questo sogno nel corso degli anni ’80. Il momento ufficiale della nascita risale al 1979, quando la radio di quartiere degli anni ’70 “Delta Radio Barona” si trasforma in “Radio dei Navigli”. Così inizia la nostra ormai ultraquarantennale storia di musica, voce e passione. Del Grosso accondiscese all’intuizione di Rivetta di cambiare il marchio da DRB (allora in onda in FM 100.4) a Radio dei Navigli. Siamo nati, insomma, con un’operazione che oggi verrebbe chiamata rebranding.

Una storia che prosegue poi fino ad oggi, dopo 43 anni.

Dopo la fondazione dell’emittente nel 1979 cambiarono molte cose. Da semplice esperienza giovanile l’avventura di RdN portò a trasformarsi in una voce importante della città di Milano. Dopo alcuni decenni di attività, la radio venne poi ristrutturata e rilanciata negli anni Duemila come web-radio da Davide Bonfiglio, che l’ha diretta fino al 2018. Possiamo dire che questa sua seconda fase, molto significativa, le ha donato nuova vita e soprattutto ha introdotto importanti novità e grandi cambiamenti che hanno permesso alla radio di aprirsi ad una dimensione nazionale, e addirittura di guardare all’estero. Successivamente, proprio durante il difficile momento della pandemia, dal 2020 in poi, l’emittente ha iniziato il corso attuale. La nostra nuova gestione ha voluto mantenere vive e attive alcune direttrici fondamentali della passata gestione, ma contemporaneamente rinnovandosi sotto molti punti di vista.

Momenti salienti del vostro percorso recente?

Molti, moltissimi. Abbiamo vissuto tante belle esperienze e vissuto, posso dire, tanti successi. Sono passate in redazione tante persone, personaggi, vip, tanti ospiti celebri intervistati in presenza e in diretta. Abbiamo svolto tante attività itineranti e partecipazioni da inviati a eventi e festival in giro per l’Italia e l’Europa, da Giffoni a Roma, da Milano a Venezia, da Parigi a Berlino, da Locarno a Cannes. Festival di musica, cinema, arte, architettura. Ne racconto uno su tutti. Nell’aprile del 2018 Radio dei Navigli ha collaborato con la Design Week di Milano nell’organizzazione della manifestazione ”Design + Sensibile”, ideata in sinergia con designer e operatori culturali. All’inaugurazione è intervenuto anche il sindaco di Milano Beppe Sala. La nostra era la proposta di un incontro tra estetica ed etica incentrato sulla possibilità della positiva integrazione tra essere umano e ambiente urbano.

Come è possibile per una piccola emittente sopravvivere nel corso di così tanti anni?

È molto complicato, ma è possibile. Noi siamo una testata giornalistica indipendente, e siamo fieri di esserlo sempre stati. Non riceviamo finanziamenti e contributi né pubblici né privati di nessun tipo, né diretti né indiretti. Siamo una piccola emittente radiofonica locale. E siamo una emittente minore se messi a confronto con i giganti dell’editoria. È per noi vanto e orgoglio l’essere indipendenti e non ricevere finanziamenti all’editoria né statali né da parte di società private. In 43 anni, con alti e bassi, momenti migliori e momenti peggiori, gioie e dolori, soddisfazioni e litigi, siamo sempre riusciti ad andare avanti, in un modo o nell’altro, a non sparire e a sopravvivere. Siamo on air in FM e sul web, facciamo grandi numeri per esser così piccoli, abbiamo una piccola ma grande storia da raccontare.

Dunque un percorso non sempre facile. Ma immagino ricco di soddisfazioni se siete ancora qui. Com’è stato ripartire con questa vostra terza fase storica e per di più postpandemica?

Non facile. Abbiamo dovuto far capire a tutti quelli che ci seguivano già in passato cosa è successo, come sono andate le cose, quando e come siamo ripartiti dopo il grande stop della pandemia. Alcune notizie in giro per il web raccontavano che l’emittente aveva terminato le trasmissioni, perché forse non tutti sapevano di questi trascorsi. Alcune notizie confuse presenti in rete o diffuse in passato sono state anche dovute al fatto che ci sono stati tanti litigi nella tormentata storia passata della nostra testata.

Litigi?


Io ho avuto il compito non facile di dirigere una testata che per quanto piccola ha la sua lunga storia, dunque ho ereditato il patrimonio della nostra radio comprensivo di tutti i problemi passati, risolti o rimasti in sospeso. Mi riferisco soprattutto a contrasti tra una generazione e l’altra di giornalisti e redattori, tra una gestione e l’altra dell’emittente come gruppo di caporedattori. Ciò è accaduto in almeno due occasioni: dalla prima era alla seconda, e dalla seconda gestione alla terza. Ma proprio in questi passaggi di testimone c’è sempre stata anche continuità e collaborazione: da Andrea Rivetta a Davide Bonfiglio, e da quest’ultimo a me. Dobbiamo ringraziare i tanti presidenti, direttori responsabili, direttori artistici, vice, caporedattori, responsabili, giornalisti, praticanti, collaboratori di redazione, giovani, volontari, operatori e tecnici che si sono succeduti e avvicendati in questi oltre quarant’anni e che ci hanno permesso di essere qui ancora oggi, appassionati e felici di svolgere il nostro lavoro.

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