Giorgio Mendella

GIORGIO MENDELLA

GIORGIO MENDELLAGiorgio Mendella nasce a Monza il 2 marzo 1953, ma è viareggino d’adozione, inizia a lavorare giovanissimo: “ho fatto di tutto: ero solo fuori di casa e mi trovai a vendere saponette ed enciclopedie, ad attaccare etichette sulle bombolette spray, a pulire i forni dove venivano verniciate le casseforti; poi rispondendo ad un’inserzione mi trovai a fare il fattorino in una galleria d’arte che presentava i pittori in televisione; capitò che il proprietario fosse ammalato ma la trasmissione era pagata e qualcuno doveva farla; disse a me di farla, io invece che limitarmi a presentare la vita e la storia del pittore mostrando alcune sue opere mi misi ad offrire anche i suoi quadri e la gente iniziò a telefonare per acquistarli davvero.”

Gli studi di Giorgio Mendella sono da autodidatta prima si diploma perito aziendale dando solo gli esami, poi, sempre da autodidatta, studia economia: “mi affascinarono i macro sistemi, da li il mio interesse che mi portò a continuare a leggere quello che trovavo per cercare di capire meglio il funzionamento delle economie di scala.”

Una chicca: il futuro re della televisione privata parte da una radio, Radio Duomo Coop, emittente nata alle fine del 1975 che trasmetteva dalle 12 alle 24 dai 104,800 mhz, una radio di servizio sociale a livello cittadino. “l’emittente era stata fondata da quattro ragazzi che ci misero l’anima, ma non riuscirono mai ad industrializzarsi, io (a digiuno assoluto di comunicazione) feci qualche empirica ed organizzai una manifestazione canora al Palasport di Milano ma durò poco poichè quest’emittente, figlia dell’entusiasmo ma senza mezzi poi nel tempo scomparve.”

Quale è il suo primo ricordo televisivo, da telespettatore:

“Attinente al settore commerciale mi ricordo che iniziai a seguire le primissime trasmissioni delle emittenti private e mentre le guardavo mi rendevo conto che anche la televisione, mostro sacro ed intoccabile fino a quando prerogativa esclusiva della RAI, poteva essere considerata come la plastilina, da plasmare a misura di uomo e di società. Le prime trasmissioni di Tele Milano 58 (poi Canale 5) e di Antenna 3 Lombardia (La Bustarella, Il Pomofiore etc) erano per me affascinanti in quanto (in allora) si vedeva chiaramente che erano figlie della capacità di creare e non della necessità di pianificare”

Torniamo alla vendita televisiva di quadri, Mendella:

“Appunto facendo il fattorino per una galleria d’arte che presentava i pittori in tv, capitò che sostituii il proprietario ammalato e andai in onda su Bergamo Tv, scoprirono subito le mie doti comunicative e la stessa Bergamo Tv mi affidò la conduzione di una serie di televendite. Quindi lavorai a Telegarda e Teleradiocity, poi sulla Tv Shop, divenuta nel tempo e moti anni dopo Telemarket.  Nel corso degli anni mi sono trovato a presentare delle televendite su Elefante Tv, allora della famiglia  Marcucci”.

Da qui l’ascesa di Mendella che nelle seconda metà degli anni ’80 inizia ad acquistare alcuni ponti tv della ex Tele Elefante: “nel 1987 rilevai l’emittente in toto, restai al Ciocco per circa un anno a causa delle trasmissioni giornaliere che presentavo e poi mi traferii a Lucca dove avevo aperto degli uffici; nel 1987 mi spostai a Viareggio dove avevo trovato una casa da acquistare. Poi restai sempre a Viareggio per la città, la gente e la storia di questa città.”

“Iniziai a pensarci ad una nuova emittente nazionale nel 1986: nell’ottobre del 1986 iniziai a parlarne in televisione chiedendo se fra gli spettatori delle mie televendite vi fossero persone interessate a condividere questa avventura e a finanziarla perché io non ero in grado di farlo da solo; nel 1987 acquistai Elefante e poi affidai a Paolo Tambini prima ed a Fabrizio Calosi dopo il compito di acquistare canali e postazioni per coprire tutta la nazione. Non era mai esistita una “società della Gente” ed il crearla era una mia idea fissa, farlo realizzando una televisione fu la logica conseguenza della mia lunga esperienza nell’ambiente delle tv private derivata da anni ed anni di televendite e di rapporto con quel tipo di pubblico. Nel 1987 e nel 1988 acquistammo emittenti intere, utilizzando la dorsale di Tele Elefante che avevamo acquistato per prima, e canali dove era necessario essere presenti ma i segnali delle emittenti che acquistavamo non erano soddisfacenti; in totale acquistammo 568 canali e creammo una dorsale doppia in modo da proteggere la rete in caso di problemi tecnici; va considerato che in allora nel 1989 la stessa Canale 5 aveva “solo” 500 canali in Italia; stipulai contratti con Superchannel e con Astra e il nostro segnale arrivava in buona parte del mondo; prendemmo in gestione alcuni canali negli Stati Uniti e trasmettevamo 24 ore al giorno anche sulla costa occidentale degli States in italiano.  In totale spesi circa 100 miliardi delle vecchie lire e in dodici mesi circa coprivamo con il nostro segnale tutta l’Italia, l’Europa e parte degli Stati Uniti, del Canada e del Messico. I contratti di acquisto venivano stipulati dai responsabili di rete, prima Paolo Tambini e poi Calosi e dal responsabile della struttura tecnica che in allora si chiamava Renzi.”

Mendella quindi rileva molte frequenze di vecchie emittenti locali, Mendella e crea un un network, Rete Mia, che nasce ufficialmente il 21 marzo 1988.   Rete Mia utilizza anche frequenze e strutture di emittenti locali che la ripetono, quali, ad esempio, TVRA.

RETEMIA LOGORete Mia si specializza fin dalle sue origine in telepromozioni, ma presenta anche un buon palinsesto con informazione, intrattenimento e rubriche varie. L’emittente prima di caratterizzarsi esclusivamente per le televendite, presenta inizialmente un palinsesto generalista, molto interessante. Fra i programmi di Rete Mia ricordiamo Il gioco di Retemia condotto da Claudio Sottili (1988), Ciak medicina condotto da Gianbenedetto Mela, Il club dei bugiardi condotto da Gilberto Rivelli e Maurizio Pagliari (stagioni 1988/1990), Sala stampa oltre la notizia talk-show condotto da Fulvio Scocchera e Marco Borsa, Siamo alla frutta rubrica infortainenet condotta da Mara Marcellini, La sfida game-show condotto da Claudio Sottili, Wip – World important persons rubrica di approfondimento giornalistico condotta da Andrea M.Michelozzi, Ziuq con Maro Marcellini, la rubrica sportiva Zona Cesarini, condotta da Helenio Herrera, Stunt! clip-show settimanale condotto da Andrea N.Michelozzi.

“Con l’avvio di Rete Mia il mercato televisivo può avere un alternativa al dupolio che già allora imperava (Rai – Fininvest) telepromozioni ma anche un paliinesto con informazione, rubriche, intrattenimento , partite di calcio ecc. Una idea del palinsesto di retemia si trova su youtube; per la prima volta il mercato ebbe una reale alternativa al duopolio e per quanto relativo all’estero il nostro segnale era presente già in allora 24 ore al giorno contro le poche ore della Rai e le pochissime di Fininvest. Per primi in assoluto strappammo alla RAI il monopolio della (allora) “coppa dei campioni” trasmettendo in diretta una semifinale di coppa e, pur nella quasi totale assenza di introiti pubblicitari visto l’ostracismo delle agenzie pubblicitarie di rilievo che facevano conto di non essersi accorte della nostra esistenza, garantimmo un palinsesto completo e di un certo interesse sia spettacolare che sportivo oltre che commerciale.”

http://www.youtube.com/watch?v=BF1bzjLS4q4

Nel 1989 il grande colpo: l’esclusiva delle partite dell’Inter strappata per 800 milioni, battendo la concorrenza di Rai e Fininvest. Mendella sfiora la presidenza calcistica di Torino e Fiorentina.

Dal 1989 al 1991 va in onda la rubrica di approfondimento giornalistico Le storie di Ruggero Orlando, dal settembre 1990 fino al 1991 va in onda I Kennedy, approfondimento storico condotto da Andrea M.Michelozzi.   E amcora: la rubrica di servizio quotidiana Diario, condotta da Isabella Fioratti e dal mago Otelma, il talk-show politico L’altro governo, presentato Ivano Selli.(stagioni 1988/1991), A domanda risponde condotto da Mauro Marcellini, ospiti Lino Banfi, Daniela Poggi, Gianmarco Tognazzi, Giorgio Bracardi, Sylva Koscina, Gerry Calà, Alberto Lionello, Flavio Bucci, Maria Giovanna Elmi, Ugo Tognazzi, Ferruccio Amendola, Alessandro Haber, Elena Sofia Ricci, Michele Placido, Mita Medici, Luciano De Crescenzo, Marina Suma e Alberto Sordi. Un personaggio noto al grande pubblico rispondeva alle domande di un intervistatore “senza scrupoli”.

Altro programma cult fu Radiomia condotto da Giancarlo Rami, programma trasmesso in contemporanea su numerose radio italiane, Da ricordare anche la serie di documentari Atlante.

Nel 1991 parte Primo mercato, rubrica di informazione commerciale condotta dall’editore Giorgio Mendella, il patron di Retemia invita i telespettatori ad investire il proprio denaro nelle società da lui controllate, fra i testimonial delle vendite azionarie figuravano volti rassicuranti come Alberto Sordi, Nino Manfredi, Marta Marzotto, Ugo Tognazzi, Michele Placido, Gina Lollobrigida, Gino Bartali.  Il programma era registrato nella sede della finanziaria Primomercato, o al seguito di Mendella nel corso dei suoi viaggi di affari.  Il gruppo di Mendella avvia anche un’attività immobiliare in Romania costruendo appartamenti e un centro commerciale a Budapest. Ad un certo punto si parla di Mendella come possibile acquirente di Odeon Tv, prima, e di TeleMontecarlo poi. Poi si pensa a lui come acquirente di Primo Sat, un satellite in orbita dal quale diffondere il segnale di Rete Mia.

http://www.youtube.com/watch?v=lBriurv-NX4

Mendella: fonda il gruppo Intermercato, holding che controlla 50 società, con un giro d’affari ipotizzato in 250 miliardi e una galassia di società controllate. Rete Mia è il gioiello delle società di Mendella che aveva anche Capitalfinanziaria, Televideo (società che commercializzava videocassette), Film Versilia, Publimercato ’90, Interco, il Banco di Tricesimo e il Viareggio Calcio. E allo stadio dei Pini di Viareggio Mendella organizza convenction con migliaia di persone ad osannarlo.Persuasore catodico talentuoso, uomo capace di parlare per ore ed ore con tono pacato e suggestivo, di vendere, prodotti, prestiti, case e satelliti senza perdere per un solo momento tensione e vis affabulatoria.

Ma toccato l’apogeo inizia la discesa per la rete e per il suo editore:  messo sotto inchiesta dalla procura di Lucca nel 1991, l’impero si sfalda. L’accusa è di truffa e di bancarotta fraudolenta, Mendella scappa all’estero, latitante, seguito da un mandato di cattura internazionale. Dichiarato fallimento, la televisione è oscurata la notte del 24 agosto 1992, dopo 1617 giorni di programmazione. Le ultime ore di trasmissione all’insegna della malinconia e del lutto. Difeso a ciclo continuo con video di mezz’ora con storia dell’emittente e il messaggio finale “i sogni possono essere interrotti, ma tornano sempre se noi crediamo” sfuma in un segnale elettronico bianco, il nulla, la morte, le manette. Smantellate le 597 postazioni sparse in tutta Italia. Sandro Piccinini e Giacomo Dotto scrivono che “nel gennaio del 1995 Mendella viene arrestato e tradotto a San Vittore. Quattro anni dopo il Tribunale di Lucca lo condanna a quattro anni di carcere per bancarotta fraudolenta, ridotti poi in Corte d’Appello. Davide Ferrario raccoglie materiale documentario su Mendella che non verrà mai realizzato, perché, nonostante la sua produttrice trovi finanziamenti all’estero, il personaggio in Italia è ritenuto “scomodo”.   Uno dei pochi a difenderlo strenuamente è Vittorio Sgarbi, già paladino di Wanna Marchi in disgrazia, e animoso sostenitore, poi al fianco dell’amico Giorgio Corbelli, il re delle star televisive, nei giorni della calamità giudiziaria”. La Vallau Italiana Promo Market, editrice di Rete Mia, viene venduta dal tribunale fallimentare di Lucca ad una cordata fatta dalla Profit di Raimondo Lagostena Bassi e la Videopiù di Salvatore Cingari ed Internova spa.  L’emittente continua ad effettuare televendite e riduce la programmazione di intrattenimento, l’informazione e ad altri programmi, fatta eccezione per la rubrica di attualità politica Il fatto, condotta da Massimo Miglianelli. Alla fine degli anni ’90 l’Autority esprime il suo parere positivo e da la concessione a Rete Mia per operare a livello nazionale. Considerando Rete Mia come una società comunitaria (europea, non americana, quasi di casa nostra per dirla in breve) visto che il suo segnale copre l’intero territorio nazionale. Forte di questa concessione Rete Mia riprende a proporre qualche programma prodotto in proprio extra televendita come il notiziario Primo piano, pur proseguendo a proporre le tradizionali trasmissioni di vendita: Con simpatia in casa vostra, Casa mia, Super Shop, Orologi non stop, Tappeti da mille e una notte gli acquisti in poltrona, Un mondo di gioielli, Questione di stile (proposte per l’arredamento), Una sera con Roberto.

Alla fine del 2000 l’emittente viene venduta al gruppo tedesco Hot (Home Order Television) leader europeo nel settore delle televendite alla cui testa vi è il figlio del magnate delle telecomunicazioni Leo Kirch, Thomas. La nuova denominazione è Home Italia, prima, e poi Europe Shopping Europe.

Mendella non trova che il suo caso è l’ennesima prova che chiunque ha provato in Italia a fare un terzo polo televisivo non ha avuto successo perchè glielo hanno impedito, come diceva il povero Gianfranco Funari?

“Per essere esatti tutti coloro che hanno provato a sviluppare un business televisivo che avesse la concreta forza di contattare numeri rilevanti di spettatori hanno fatto una brutta fine e, sarà un caso, sono stati tutti o costretti a vendere (svendere) o, come nel nostro caso, il mezzo televisivo è stato portato via in seguito o per effetto di azioni giudiziarie. Da Angelo Rizzoli a Tanzi a Corbelli tutte le reti nazionali create sino al 2000 sono state del tutto azzerate da situazioni prescindenti eventuali loro problematiche gestionali; poi quando La7 venne rilevata da Telecom questa “moria” si fermò anche se anche i più alti dirigenti Telecom di allora si trovarono coinvolti a vario titolo in vicende giudiziarie non direttamente attinenti la rete televisiva ma che comunque portarono al loro allontanamento, poi anche la 7 passò di mano. Solo quando la necessità di mantenere presente “rete 4” nel “terrestre” e l’evolversi della tecnologia portò al digitale terrestre la “moria” è cessata del tutto in quanto da un lato il maggior numero delle nuove reti nazionali o paranazionali e dall’altro lato l’impossibilità per chiunque di proporre palinsesti all’altezza delle reti Rai e Mediaset oltre che di Sky e di Premium, resero sostanzialmente inefficace nei confronti del grandissimo pubblico il possedere una rete televisiva il cui segnale fosse nazionale. In sostanza sino a quanto possedere una rete nazionale era una espressione di potere, chi la possedeva e non rientrava nelle orbite Rai o Fininvest non aveva speranza di sopravvivenza nel lungo periodo e, sarà stato un caso, quando non moriva per asfissia economica c’era sempre un provvedimento di carattere giudiziario che lo travolgeva. Come detto “sarà stato un caso” ma di fatto è sempre, nel 100% dei casi, andata così.”

Non ha avuto l’impressione di avere dato fastidio a qualcuno?

“Vale quanto detto sopra, io inoltre rappresentavo una pericolosa anomalia perché gli articoli negativi ripetuti sulla stampa non avevano il solito effetto (io li leggevo in televisione) e non eravamo sottoposti al capestro della necessità di fidi bancari o di finanziamenti politici; eravamo del tutto indipendenti e non avevamo ne protezioni ne doveri politici; in allora questo pareva significare essere nemici dello Stato.”

Quale è stato il momento più bello della sua avventura televisiva?

“Il giorno 8 Dicembre del 1990. La finanza era nei nostri uffici con uno spiegamento di forze imponente da oltre due mesi, io avevo avvisato di questo il pubblico ed avevo detto in televisione che secondo me non erano venuti per andarsene dopo un controllo “normale” e nonostante questo la Gente aveva continuato a starci vicino ed a finanziarci; quel giorno vennero a Viareggio oltre 8.000 soci e clienti per assistere in diretta alla apertura del nostro primo supermercato nella nuova Europa dell’Est (Il Titan Mercato di Bucarest). Fu una dimostrazione di compattezza e di unione leale che forse accelerò la nostra fine dimostrando con chiarezza che quella gente non aveva paura e non si nascondeva (come probabilmente avrebbero fatto altri sapendo che la Finanza indagava su tutto) ma anzi si mostrava e ribadiva il suo diritto a far parte di una struttura quale quella alla quale avevamo dato vita.”

E il più brutto?

“Quando mi resi conto, nel 1992, che per continuare a perseguirmi penalmente avrebbero dovuto condurre in qualche modo al fallimento le nostre società in quanto era evidente che le accuse di sollecitazione del pubblico risparmio , di truffa e di associazione per delinquere con le quali ero stato fermato il 19 marzo 1991 non sarebbero mai rimaste in piedi in nessun processo pur colpevolista e che quindi per potermi fermare era necessario accusarmi di bancarotta (reato di fatto indifendibile in un processo non garantista al 110%). Infatti io non sono stato condannato nemmeno per una sola delle accuse presenti nel mandato di cattura del marzo 1991 che fermò e paralizzo il gruppo con oltre 300 sequestri preventivi e con oltre 120 avvisi di garanzia (poi a processo ci andarono solo in 5 ma inviare avvisi di garanzia a tutti spaventò dirigenti e dipendenti). Un anno dopo, nel 1992 venne dichiarata fallita d’ufficio Intermercato Spa ed io allora potei essere incriminato per il reato di bancarotta, cosa impossibile se le società non fallivano anche perchè la nostra gente, con una percentuale di oltre il 99,5%, aveva rifiutato di presentare qualsiasi richiesta di fallimento ed aveva reso disponibili (come riportato dai giornali dell’epoca) diverse decine di miliardi per cautelare e proteggere le società. La Intermercato Spa venne infatti dichiarata fallita “d’ufficio” e non per debiti non pagati a privati o fornitori. Nella nostra principale finanziaria (Capital) venne nominato su indicazione del pubblico ministero un amministratore giudiziario che chiese subito egli stesso il fallimento delle altre società del Gruppo che aveva finanziato, e questo nonostante quelle società fossero di proprietà della stessa Capital ed il farlo fosse un atto all’evidenza insensato e senza alcuna speranza di vantaggio per nessuno (creditori o soci). Quando mi resi conto che per fermare me avrebbero dovuto distruggere prima i beni della gente fu il momento peggiore. Se si pensa che il 100% di ReteMia venne venduta all’asta dal curatore fallimentare della Intermercato a 3 miliardi di lire (…) e che poco tempo dopo chi la aveva comperata la rivendette a 90 miliardi e poco dopo ancora parte dei suoi canali vennero rivenduti a Mediaset ad una cifra più che doppia….si può capire. Poco importa che a 3 miliardi riuscimmo ad acquistarla noi stessi con una cordata di ex azionisti Intermercato in quanto per riuscirci dovemmo fare quasi una rivoluzione visto che era stata all’asta assegnata alla ADN Kronos a 3 miliardi, poi la ADN Kronos non si presentò per pagare e il Tribunale dovette per forza indire una nuova asta, a quella eravamo presenti solo noi e quindi dovettero venderla a noi per forza. Nessuna polemica ma semplici constatazioni, a volte la “ragion di stato” può avvalersi di escamotage e giustificarli con la propria capacità di comunicare attraverso i media.

Mendella, le tv locali hanno ancora un futuro?

“Certo, ma solo per quelle che sapranno leggere le nuove tecnologie e le possibilità che offrono e sapranno adeguarvisi; ad oggi il 90% delle Tv italiane terrestri o satellitari presenta programmi di vendita ripetuti migliaia di volte e non svolge o non svolge più l’opera sociale che potrebbe e dovrebbe garantire ai cittadini.”

Progetti per il futuro di Giorgio Mendella

“Io ho in mente la creazione di un Network polivalente (terrestre, satellitare, app per smart Tv e tablet e Web Tv) la cui proprietà sia suddivisa in parti assolutamente uguali fra un numero enorme di cittadini in modo che il garantire la sua esistenza ed il suo sviluppo comporti un onere risibile pro capite (da 1 euro ad un massimo di 10 euro) e dove nessuno possa avere una maggioranza neppure relativa in modo tale che la sovranità della assemblea sia garantita dall’accordo fra il maggior numero delle persone e non selezionata dalla potenza del capitale personale. Questo realizzerebbe la prima vera “società pubblica” al mondo e non metterebbe a rischio nessuno visto che con 1 euro o un massimo di 10 euro non si può certo parlare di “investimento pericoloso”… Ma sarebbe una voce realmente pubblica e con la garanzia dio un alto numero di spettatori almeno per qualche periodo al giorno.”

 

L’idea di mettere in rete (impresa titanica) la storia delle radio e delle televisioni locali nasce nel 2005 per iniziativa di Gigi Vesigna (giornalista, direttore storico di Tv Sorrisi e Canzoni), Massimo Emanuelli (docente e giornalista di Millecanali, pioniere della radiofonia), Maurizio Seymandi (giornalista e mitico conduttore di Superclassifica Show), Pino Callà (regista e produttore televisivo), Enzo De Mitri (giornalista, critico televisivo de La Notte, collaboratore di Gianfranco Funari).  L’avere vissuto da angolazioni diverse (carta stampata, radio e tv) il periodo pionieristico, l’avere visto nascere e crescere tante emittenti locali, l’avere conosciuto ed intervistato molti dei protagonisti, oltre agli archivi dei fondatori, rende agevole (anche se infinito) il lavoro dei nostri.  Con il passare dei mesi i fondatori vengono contattati da molti pionieri che forniscono ulteriori testimonianze, ricordi e materiale. Si uniscono al gruppo Massimiliano Marchi, Ruggero Righini, Gianfranco Guarnieri, Agostino Rosa ed altri.  Per ogni regione d’Italia viene individuata una memoria storica/corrispondente, aumenta il numero delle interviste mensili e dei contatti del portale. Nascono intanto (giustamente e citando la fonte) analoghe iniziative a livello regionale, con scambi di link e collaborazioni proficue (particolarmente interessante il lavoro di un altro pioniere, Massimo Lualdi).  Nel 2015 scompare Gigi Vesigna, in segno di lutto e di rispetto il sito non viene più aggiornato. Dopo un lungo periodo di silenzio i pionieri superstiti decidono di riattivare il sito (è in ristrutturazione, sarà aggiornato e rilanciato con nuova grafica su un nuovo dominio). Molto è ancora il materiale da pubblicare ed inserire, molte sono ancora le interviste da fare, pian piano accontenteremo tutti.  Al momento alcune schede vengono rilanciate su due blog

https://storiaradiotv.wordpress.com/ (radio)

https://massimoemanuelli.wordpress.com/ (tv ed interviste varie)

Gradualmente sarà inserito anche materiale audio e video del nostro archivio e materiale che i pionieri ci stanno inviando.

Purtroppo qualcuno nel frattempo aveva copiato l’intera linea editoriale del portale (e non solo gli articoli) senza ritegno e non rispettando il diritto d’autore dei collaboratori che vantano tantissimi anni di lavoro e ricerca (molti degli articoli erano usciti su testate nazionali). Già in passato avevamo fatto una causa (vinta) per la copiatura di alcune schede, ma copiare l’intera linea editoriale annunciando di copiare l’intero sito è a dir poco folle. Disponibili a collaborare con chiunque citi le fonti e ci proponga scambi e confronti, non possiamo però transigere con chi plagia pedissequamente. Tutti coloro che hanno ulteriori notizie o proposte farci scrivano alla mail storiaradiotv@tiscali.it provvederemo ad integrare le schede e a citare gli autori.

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