Romano Bedetti, il primo telecronista delle tv private

ROMANO BEDETTI, IL PRIMO TELECRONISTA DELLE TV PRIVATE
di Massimo Emanuelli

romano bedetti babelis tvRomano Bedetti nasce a Rimini il 12 luglio 1939, consegue la maturità classica al Giulio Cesare (lo stesso liceo di Federico Fellini e di Titta Benzi), Bedetti ricorda ancora oggi il mitico Preside Ulivieri. Conseguita la maturità Bedetti nel 1959 lavora per la Rai di Bologna con Achille D’Amelio ed Italo Cucci. Bedetti realizza molti servizi per la radio: “a quarant’anni di distanza ricordo in particolare un’intervista fatta ad un certo Don Raffaelli, un prete che dipingeva all’aperto, lo intervistai e il suono delle campane si sentiva nel servizio…” Bedetti ricorda gli anni della gioventù, quando andava a ballare al Paradiso con Italo Cucci ed altri amici. Erano gli anni ’60, quelli del boom economico, Bedetti continua a lavorare per la Rai come cronista ed inviato da Rimini (“ero pagato 400 lire per ogni notizia regionale), , ma, seguito della morte della madre, si impiega in banca. Nella seconda metà degli anni ’60 riprende a coltivare le sue passioni e produce tre filmati in 16 millietri: l’inchiesta NUOVI SANTI, segnalato al concorso Nazionale di Montecatini (1967), I NUOVI SANTI, LA STORIA DEI BEATNIK DI PROVINCIA, IN SATANAM (1969) terzo premio Ferrania a Montecatini e Fortuna d’Oro, al concorso nazionale di Fano. Bedetti ha rappresentato l’Italia alla XIV rassegna internazionale di Olbia nella Mostra del Cinema Indipendente europeo, il film è stato presentato nell’inchiesta filmata per registi televisivi con le opere di Sergio Zavoli, Gian Paolo Cresci, Furio Colombo, Gianni Serra e Friederick Weseman (1970).
Nel 1971 Bedetti è fra i fondatori di Babelis Tv, la terza emittente privata italiana via cavo (dopo TeleDiffusione Italiana e TeleBiella) è lui ad effettuare la storica telecronaca Rimini-Spal. E’ domenica 5 dicembre 1971, una data storica per la storia della televisione italiana: per la prima volta una tv privata propone la telecronaca di un incontro di calcio. TeleDiffusione Italiana e TeleBiella che precedono Babelis Tv, a livello di tv via cavo, non avevano mai mandato in onda interamente una partita. Da questo momento e per cinque campionati Bedetti segue il Rimini Calcio in casa e in trasferta e così i riminesi possono vedere la stessa domenica la partita dalla loro squadra. Una notorietà che ad un certo punto varca i confini della Romagna e si estende a livello nazionale ed internazionale.
“Grazie ad Alfredo Pigna. Quando il calciatore Valerio Spadoni si trasferì dal Rimini alla Roma Pigna cercava per un servizio da presentare alla DOMENICA SPORTIVA alcune fotografie dei goal segnati da Spadoni con la maglia del Rimini. Pigna venne a Rimini ne parlò con un suo amico, il colonnello Carlo Marchetti perchè gli procurasse degli agganci. Voleva le fotografie, voleva incontrare il padre e gli amici di Spadoni, l’allenatore Pivatelli. Il colonnello Marchetti informò Pigna che a Rimini c’era una televisione che da anni proponeva le partite di calcio del Rimini, Pigna rimase esterefatto. Riuscì a mandare in onda a LA DOMENICA SPORTIVA alcuni dei goal segnati da Spadoni con la maglia del Rimini… ovviamente alla DOMENICA SPORTIVA non venne citata la Babelis Tv. Più o meno in quel periodo ricordo un articolo-intervista realizzato da Sandro Ottolenghi per L’EUROPEO intitolato: A RIMINI TRASMETTE UNA STAZIONE TELEVISIVA CHE NON HA NULLA A CHE VEDERE CON IL MONOPOLIO DELLA RAI-TV che scriveva “è il principio rivoluzionario della tv via cavo che si fa strada. Quello di Babelis Tv è il più interessante esempio di tv privata al servizio dei cittadini, mentre la tv di Stato è al servizio del potere. E’ un atto di rottura significativo… Lo stesso Alfredo Pigna però, non avendo potuto citare in Rai la nostra emittente, presentò Babelis Tv su SETTIMANA TV nel 1972, giornale con il quale collaborava”.
Quindi la vostra notorietà varcò la Romagna.
romano bedetti“Ricordo che quando entravamo al Bar Achille di Rimini tutti ci chiedevano l’autografo, infatti non solo mandavamo in onda le partite, ma le interviste ai calciatori, e i primi bar sport. Le riprese erano effettuate con una telecamera, un piccolo monitor e un registratore di audiocassette audio-video. La partita, le interviste e il bar sport erano trasmessi nei bar, nelle strade e ovunque, successivamente iniziammo a collegare con i cavi alcuni condomini di Rimini. Ad un certo punto ci scrisse un italo-americano residente a Los Angeles, come aveva trovato l’indirizzo di Babelis Tv ancora oggi non me lo spiegare. Questo italo-americano era in regista che voleva lavorare con noi, gli rispose Bagnolini dicendo che al momento non vi era ancora la possibilità non essendoci ancora una legge in Italia che legalizzava la tv via cavo, eravamo dei clandestini…”
Da chi erano realizzate le riprese, come organizzavate il lavoro? Quale fu la reazione del Rimini Calcio?
“Ricordo che l’allenatore Pivatelli, Spadoni, Macciò, Sarti e compagni, erano contenti, consideravano la Babelis Tv la loro televisione. In trasferta partivamo con la macchina di Carlo Soci, che faceva da autista, io, l’annunciatrice Silvana Piva, Liuzzi e Marcello Rusticani, il fondatore del CinefotoClub riminese. La prima trasferta fu a San Benedetto del Tronto, ricordo che tutti a San Benedetto guardavano con sospetto a noi della Babelis Tv. La Rai per realizzare una telecronaca aveva una cinquantina di collaboratori (compreso truccatori, aiuto regia, ecc.) e altrettante telecamere, noi di Babelis Tv facevamo tutto in quattro persone (compresa l’annunciatrice) con una sola telecamera”.
Quale è il ricordo più indelebile delle trasferte?
Senz’altro quello del 19 gennaio 1975 ero a Livorno per Livorno-Rimini per realizzare la telecronaca, mi accompagnò mia moglie. Il Rimini vinse 3 a 0, al terzo goal, realizzato da Frutti dissi con enfasi: “per l’ennesima volta il Rimini batte il Livorno”, a quel punto una ventina di persone cercarono di aggredirmi con dei bastoni, a salvarmi fu mia moglie che urlò: “vediamo se riuscite a bastonare me”.
Ma la messa in onda della partite di calcio non danneggiò la società?
“No, anzi… In quel periodo allo Stadio Neri c’erano 10.000 spettatori, grandi numeri per una città come Rimini. Babelis Tv si può considerare una televisione nata per Spadoni e soci: una televisione personale della Rimini calcio. Ricordo anche l’anno di Carletto Mazzone e del suo Ascoli. Quando sbarcammo nel regno di Mazzone egli ci accolse, dopo la partita, come fossimo la Rai. Prima di iniziare l’intervista, Silvana, l’annunciatrice, partì con la pubblicità. Davanti al faccione del buon Carletto e andò pari pari: “avete bisogno di un colpo di fortuna? Le cose non vanno bene? Siete sfiduciati? Avete bisogno di una spinta? Allora, calci nel sedere, ma con scarpe Para, le scarpe, a Rimini, via Circonvallazione”. Ragazzotti, venite mo a sentì questi – sbottò Mazzone – mo ce voiono dare pure i calci in culo. Noi semo de fero. Er campionato l’avemo già vinto. Per merito. Altro che le scarpe de che?”
Un’altra indimenticabile intervista la realizzasti con Helenio Herrera.
“Mi presentai al Mago come Bedetti di Babelis Tv e il mago rispose: “Mi dica Babelis…” Mister H.H. Helenio Herrera, il mitico, l’incommensurabile allenatore dell’Inter. arrivò al Rimini Calcio nel novembre del 1976, primo anno serie B. La cosa fece molto scalpore e ne parlò tutta la stampa nazionale ed internazionale. Le cose non stavano andando bene. A Cesena c’era un’invidia gigante. Il Rimini era fra le ultime in classifica e già da novembre sembrava spacciato. Le prime parole del Mago: “non est problema par esto campionado” agitarono la folla che si era radunata sotto la sede di via Garibaldi. Un fremito correva sulla schiera di tutti: urla, svenimenti, lavori, emozioni. Aveva accettato il sostanzioso assegno della società, con tanto di clausola che, in caso di promozione in A…, beh c’eravamo tutti un pò allargati…”
Quali altri ricordi hai oltre a quelli legati alle partite?
“Un giorno io e Liuzzi intervistammo la “ragazza pagoda” un’avvenente fanciulla che si portava a casa gli uomini: fu un’intervista shock, 1500 persone assistettero in piazza alla proiezione di questa intervista, intervenne anche la polizia”.
romano bedetti foto babelis tvRomano Bedetti, tessera numero 15 di Babelis Tv, proprietario di 700 azioni dell’emittente, lascerà l’emittente otto mesi dopo l’avvento dell’etere. Come mai?
“Volevano comandare tutti, non c’era più il gruppo iniziale e soprattutto lo spirito, quindi presi la decisione di passare a Radio Rimini, emittente nata da poco, che mi offrì di coordinare la redazione sportiva. La prima intervista fu ad Helenio Herrera. Ore 18,30 “vernissage” a Radio Rimini, la prima emittente romagnola, con la redazione al completo. Tutta la Romagna lo ascoltò. Un’intervista che fece epoca. Alla fine H.H. mi chiamò e mi chiese della segretaria della radio. Capii e chiamai l’indimenticabile Glauco Cosmi, allora direttore artistico di Radio Rimini, a cui aveva chiesto gentilmente, per il disturbo, 300 dollari. Una cifra. Glauco ci mise una buona mezz’ora a spiegargli, con uno spagnolo dialettale romagnolo, che da noi non era uso pagare gli ospiti. Forse, ma a Milano, si!”. H.H. se ne andò scuro in volto. La squadra si riprese, lui non si sedeva mai in panca, perchè doveva scontare non ricordo quanti mesi di squalifica. Radiocronaca e telecronaca da tutti i campi. 7000 spettatori ogni domenica al Neri che si agitavano con grandi bandiere biancorosse. Ulderico Marangoni a cavallo, in sella ad un elefante, in carrozza, a piedi in piazza quando le cose non andavano bene. Fu allora che “Garibaldi” coniò la parola d’ordine: “o il Rimini o niente”. Dopo Gilberto Gaspari, grande presidente che portò il Rimini in serie B in soli da tre anni, come da promessa, poi mantenuta, arrivò Bruno Vernocchi, il più giovane presidente d’Italia. Retrocessione in C, con Alfredo Giovannini nel 1979 e subito risalita in serie B con Dino Cappelli, grande intenditore di calcio per quei tempi, con uno staff tecnico di primordine. Ebbe il grande merito di scoprire Arrigo Sacchi, il più geniale, il più grande allenatore venuto a Rimini e proteso verso il calcio della nuova frontiera. Con lui il calcio fu un’arte.”

Dal 1975 al 1982 Bedetti è quindi responsabile della redazione sportive di Radio Rimini, anche in questa veste Bedetti ha realizzato molte interviste vogliamo ricordarne una?
“Una realizzata nel 1978 con Omar Sivori, lo avevo incontrato casualmente al Caffè Tre Martiri di Rimini. Sivori era venuto a Rimini con l’intenzione di organizzare un’amichevole fra il Rimini e la squadra argentina che aveva allenato con la quale aveva appena vinto il campionato, il Rimini era stato appena promosso in serie B. Sivori mi disse che voleva fare capire ai riminesi, e agli italiani, che era importante investire sui giovani”.
Nel 1982 a Radio Rimini si ha un cambio di proprietà, ai fondatori subentra Paride Pulcinelli e Bedetti, che nel frattempo è diventato giornalista pubblicista, passa a Telegabbiano, sempre come responsabile della redazione sportiva, esperienza che durerà fino al 1987.
Anche durante il periodo di Telegabbiano, realizzasti interviste che hanno un valore storico, vogliamo ricordarne una?
“Certo, quella ad Arrigo Sacchi che iniziò a Rimini la propria carriera. Era il 1985 e per Telegabbiano realizzai questa intervista. Arrigo Sacchi arrivò a Rimini nel 1982 dall’odiata Cesena, a Rimini resterà fino al 1985, salvo un breve periodo alle giovanili della Fiorentina. Sacchi rievocò i suoi tre anni a Rimini, e già emergeva in nuce il personaggio che sarebbe diventato”.
Bedetti ricorda il grande Marzio Cesarini e aggiunge che “a Telegabbiano bisognava fare gli straordinari. Io conducevo SPORT GAMES, nella sigla compariva un anello d’acciaio e la musica dei Beatles, una trasmissione di punta il lunedì alle 20,30 per terminare alle 23,15 quando andava bene… Un lunedì il buon Montesi trascinato dall’entusiasmo disse: “a Milano, stiano tranquilli gli sportivi, non smantelleremo la squadra ma faremo un complesso che vincerà in casa, fuori e in trasferta, anticipando già negli anni ’80 la regola dei tre punti. Si cominciò a giocare con il fuorigioco, il raddoppio, il pressing.
Dal 1988 al 1994 altra esperienza professionale con Marzio Cesarini: Bedetti è responsabile della redazione sportiva di TeleSanmarino, dal 1994 al 2000 Bedetti conduce la trasmissione sportiva BIANCO ROSSO E… su Rtv TeleSanMarino, emittente dello Stato del Titano: “era una sorta di QUELLI CHE IL CALCIO in versione romagnola, fra i servizi divertenti ne ricordo uno con l’ex calciatore Alessio Ballandi: lo avevo messo in posa, vestito da manichino con una giacca di Missoni in un grande magazzino di Rimini”.
Gli ultimi anni Bedetti li ha trascorsi lontano dalla televisione concentrandosi sulla carta stampata: dopo avere collaborato dal 1985 al 2000 con IL RESTO DEL CARLINO e con altri quotidiani nazionali, oggi collabora con LA VOCE DI ROMAGNA.
Romano Bedetti è il decano dei giornalisti sportivi delle emittenti private, negli ultimi anni ha pubblicato alcuni libri: DOMUS ROMANA. I TESORI E I MISTERI DEL CHIRURGO (Ed.Capitani, 2000), A RIMINUM LA CITTA’ SEPOLTA (Ed.Raffaellli, 2003), RIMINESI PERBENE (Ed.Raffaelli, 2006).
Rimpianti per i tempi pionieri? Per le interviste d’assalto?
A dirti la verità molta nostalgia. Si registrava ogni giorno. I giocatori erano “coccolati”, lisciati e nutriti a pane, burro e marmellata, ma se sgarravano ce n’era per tutti, presidente e dirigenti compresi. Servizi speciali, quasi ogni giorno. 7000 allo stadio quasi sempre anche se Cinquetti reduce da un infortunio giocava con una gamba che si era stilita. Tempi eroici, sempre in fermento e con grandi idee professionali. Per lo speciale di fine anno si registrava e si montava fino alle quattro del mattino, per dare tutto… Ma proprio tutto. Oggi, purtroppo, l’encefalogramma è quasi piatto. Nel panorama delle locali a livello sportivo si salva ben poco, voglio segnalare Roberto Bonfantini, che ha iniziato a Radio Icaro, per poi passare a Etv Rete7, un ragazzo acqua e sapone che sa colloquiare con i telespettatori”.

Accadde a Rimini trentasette anni fa
Come cambiò l’informazione televisiva in Italia con la nascita di Babelis TV Rimini
Mettete da una parte un colosso mediale come la RAI, televisione di Stato della Repubblica Italiana e, dall’altra un piccolo cilindro con un obiettivo da una parte e un visore dall’altra con una impugnatura a maniglia nella parte bassa. Direte voi: e allora? Ebbene quel “coso “ dalla parvenza di una piccola telecamera portatile, la prima sul mercato, cambiò il corso dell’informazione televisiva nel nostro Paese. Possibile? Possibile; anzi no : vero, anzi verissimo. E’ successo nell’ottobre del 1971 quando la Babelis TV Rimini iniziò, a circuito chiuso, le prove tecniche di trasmissione mettendo in onda in un bar cittadino, per la prima volta nel nostro Paese, la partita di calcio tra Rimini e Spal, interrompendo di fatto il monopolio dell’Ente pubblico. Addetti RAI: tra tecnici, giornalisti, montatori, programmisti, registi, truccatori, fonici, elettricisti, annunciatrici, diverse migliaia. Telecamere: centinaia in tutto il Paese. Babelis TV Rimini: addetti quattro, annunciatrici una, telecamere portatili a nastro del tipo Akai una, più l’apporto legale, gratuito, dell’avvocato Giuliano Bonizzato.. Queste le forze in campo. Eppure la piccola telecamera riminese, con quella biellese di Peppo Sacchi, decretò la fine del monopolio Rai in Italia. Come avete visto la cosa fu possibile. Un gioco da ragazzi. Tutto iniziò nel retro bottega del fotografo Carlo Soci che allora, oltre ad avere sempre le ultime novità in campo cine-fotografico, era uno dei capi indiscussi dell’8 millimetri cittadino. Nella vetrina del suo negozio giaceva, ahimè, da lungo tempo invenduta, una telecamera Akai da un quarto di pollice che trasmetteva immagini in bianco e nero. Una vera “chicca” per quei tempi. Potenza giapponese. Peccato che fosse troppo costosa. Il fatto che potesse riprendere immagini e fonico con la possibilità di rivedere e sentire immediatamente la registrazione, aveva destato l’interesse di molti cineamatori che affollavano il suo negozio. Ma il prezzo fu davvero un ostacolo insormontabile. Quella sera di inizio ottobre del 1971, dopo che gli ultimi clienti se ne erano andati. si intrattennero nel negozio Giuseppe Bagnolini, Luciano Liuzzi e Romano Bedetti.” Carlo, sei sicuro che questo “ coso “ in vetrina sia meglio di una cinepresa? – sbottò uno dei tre.
“Già intanto non chiamatela “ coso “, mi potrei offendere. Questa è una telecamera a nastro, la prima sul mercato. La volete comprare? replicò lui, ve la do a rate”.
“Una telecamera, hai detto ? Così piccola e portatile? Abbiamo un vantaggio sulla RAI. Loro riprendono la partita ancora con la pellicola 16 mm. Ma è tutta impolverata, e poi funziona? Replicarono in coro.
“Venite con me nel retro e vi faccio vedere io se funziona.” Abbassò la saracinesca, poi sollevò con delicatezza e religiosità il prezioso macchinario e lo mise in funzione. Bello, incredibile, meraviglioso. Spinse un tasto, sul registratore portatile, e si sentì il fruscio del nastro che si riavvolgeva. Apparvero le immagini, si sentì la conversazione.
“ E’ veramente un peccato che non riesca a venderla – confessò Soci – e pensare che è un vero gioiello. E se provassimo ad usarla allo stadio, facendo una telecronaca del Rimini?”
Quella fu, senza saperlo una decisione storica che, con quella di Biella, iniziata qualche mese prima da Peppo Sacchi ed Enzo Tortora, avrebbe fatto il giro del mondo. All’inizio del mese di dicembre, il cinque del 1971, si cominciò, come già detto, con la registrazione della partita di calcio Rimini – Spal. E quella fu la prima telecronaca in assoluto di una emittente privata italiana. Tecnico Giuseppe Bagnolini, telecronista Romano Bedetti, operatore Luciano Liuzzi, fonico Carlo Soci. Fu divertente ed emozionante.
Dalle iniziali dei cognomi dei soci fondatori era nata ufficialmente la BABELIS TV Rimini. La provincia in subbuglio. Empatia alle stelle nei tifosi, euforia dei quattro fondatori. Già alla prima uscita fu un successone. Per la prima volta gli sportivi potevano seguire e vedere in replay le imprese del Rimini e i gol di Valerio Spadoni, l’idolo delle folle romagnole. Il bar Achille di via Tripoli, covo dei tifosi biancorossi, ogni domenica sera faceva il pieno. Insomma come la pay per view di oggi, solo che l’oggetto del desiderio non erano il Milan, la Juventus o l’Inter, ma il Rimini che giocava in serie C. E per tutta la settimana si replicava in piazza Cavour, dalle vetrine del negozio di elettrodomestici Delucca e Vincenzi che erano situate proprio all’angolo di corso d’Augusto di fronte al Municipio. Traffico bloccato e urla da stadio. Addirittura molti tifosi si portavano da casa anche la bandiera a scacchi biancorossa per sventolarla ad ogni gol della squadra del cuore. Per una televisione che si rispetti, anche se per il momento a circuito chiuso, ci voleva una annunciatrice. Arrivò la bella e ammiccante Silvana Pivi. Teneva benissimo i primi piani, bella voce, annunciava i programmi e compariva negli annunci per gli acquisti che faceva durante la registrazione delle partite. Sia in casa che in trasferta. Si partiva in cinque su una macchina e ognuno ripassava il proprio copione. Il sottoscritto memorizzava i nomi dei giocatori avversari, Liuzzi studiava le inquadrature più belle da fare, Bagnolini faceva la conta dei cavi, Soci guidava, Silvana Pivi chiedeva sempre: “ma questo annuncio lo devo proprio fare? Quale? chiedeva Carlo Soci. “Beh, quello delle scarpe.” “ Cosa dice già? “ “Volete fare carriera? Volete aver successo? Avete bisogno di una spinta? Allora è il momento: calci nel sedere si, ma con le scarpe risuolate da Bianchi Peppino… Mi sembra un po’ “ leggerino “- concludeva con un fil di voce Silvana. “ Ma il cliente lo vuole così. E ricordati; con questo entra dopo 10 minuti dall’inizio della partita – tagliava corto Soci.” Si perché la Babelis Tv Rimini era, da quel momento, su tutti i campi dove il Rimini giocava. Una tv nata per seguire una squadra di calcio: il Rimini. E così Spadoni, Macciò, Sarti, Franchini Iseppi e tutti gli altri, compreso l’allenatore Pivatelli, avevano al seguito la loro televisione privata che registrava, oltre la partita, anche le interviste a caldo in sala stampa e durante la settimana dopo gli allenamenti. Quello fu l’anno anche di Carletto Mazzone e del suo Ascoli, che vinse il campionato in carrozza. Divertente fu l’intervista a Mazzone che ci accolse negli spogliatoi come se fossimo la Rai. Prima di iniziare l’intervista, Silvana partì con uno stacco pubblicitario davanti al sorridente “faccione” di Mazzone. “Avete bisogno di un colpo di fortuna? Le cose non vanno bene? Siete sfiduciati? Avete bisogno di una spinta? Allora, calci nel sedere ma con scarpe Para… le scarpe, a Rimini, via Circonvallazione.”
“A ragazzotti, venite mo a sentì questi – sbottò Mazzone – Mo ce voiono dare pure i calci in culo. Noi semo de fero. Er campionato l’avemo già vinto per merito. Altro che scarpe…
De chi?”
Tutti si concedevano come dei divi al microfono e alla telecamera della Babelis TV Rimini. Ma la prima trasferta fu a San Benedetto del Tronto. Tutti, presidente, dirigenti e tifosi della Sambenedettese, guardarono con sospetto quelli della Babelis armati di tutto punto di cavi, telecamera e spine multiple. Mancava Bagnolini, colpito da influenza e al suo posto venne l’indimenticabile Marcello Rusticani,70 anni, fondatore del cinefotoclub riminese e grande estimatore del Rimini. I problemi cominciarono quando l’addetto stampa comunicò che in tribuna non c’era la presa di corrente. Frenetica consultazione. Poi si decise per una presa esterna, vicino a una cabina telefonica. Ma quelli della Babelis non avevano fatto i conti con gli ultras che, usciti a piccoli gruppi dallo stadio, cominciarono a staccare la spina. Suo malgrado, Rusticani uscì dallo stadio e , spacciandosi per un funzionario della Lega, li allontanò. Lui non vide la partita e la partita divenne una sintesi.
Quando si andava in trasferta, dopo aver registrato la gara e le interviste, la troupe si spostava velocemente verso Rimini senza dimenticare di fermarsi al primo bar decente lungo la strada. Qui si registravano i commenti e il punto sul campionato, con relativa classifica, che personalmente apprendevo dalla radio. Il finale era tutto della Silvana con gli ultimi annunci pubblicitari e un “ arrivederci alla prossima settimana e grazie per la preferenza.” La Domenica Sportiva era pronta. Poi si riprendeva in tutta fretta la strada perché alle 20.30, al bar Achille di via Tripoli, iniziava la trasmissione. Il bar, già alle 19.30, era tutto esaurito, per i posti a sedere. Gli altri tutti in piedi. Quando quelli della Babelis si affacciavano alla porta, era una autentica ovazione, specialmente se il Rimini aveva vinto.
Giuseppe Bagnolini, con un passato di commerciante e tecnico di elettrodomestici, faceva tutti gli attacchi al televisore e si cominciava con la visione della partita. Quando segnava il Rimini, Bagnolini riportava indietro il nastro e, facendolo scorrere lentamente, faceva rivedere l’azione al rallentatore tra il tripudio generale. In prima fila, per sentire meglio, sedeva sempre il super tifoso Ulderico Marangoni che commentava, a voce alta, il gol appena segnato: “ quella si che è una mezzala. Avete visto Spadoni? Ha scartato uno, due, tre, quattro, cinque, sei giocatori ed è andato in rete.” Cappelli e sciarpe biancorosse volavano in aria in una baraonda infernale. E così Rimini ora aveva la sua televisione, con i suoi campioni, il suo pubblico appassionato. Il bar Achille non bastava più a soddisfare le richieste: Si replicava al cinema di Sant’Agostino e nei bar della periferia. Spettatori a migliaia. A Rimini, gli studi erano nella sala dell’appartamento di Giuseppe Bagnolini. Lì, dopo che la Milena aveva sparecchiato la tavola, con Silvana Pivi si registravano gli annunci pubblicitari ed anche il lunedì sportivo con il commento tecnico di Marangoni e il solito sondaggio fatto tra gli sportivi. La popolarità arrivò alle stelle, tanto che i giocatori come gli operatori della Babelis, firmavano autografi per strada. In estate Valerio Spadoni venne ceduto alla Roma, per la ragguardevole cifra di 100 milioni. E dopo tre giornate era già capocannoniere di serie A. Una perdita importante, ma l’entusiasmo dei riminesi nei confronti della squadra e della “ loro “ televisione, rimase ugualmente alle stelle. Intanto trasferimmo lo studio televisivo nello studio di posa del negozio fotografico di Carlo Soci. Da lì, via cavo, partiva anche il telegiornale ai due televisori di piazza Cavour. Nel novembre del 1972, Alfredo Pigna, noto conduttore sportivo della Rai, venne a Rimini in cerca delle “radici “di Valerio Spadoni e per combinare un servizio per la sua Domenica sportiva. Prima di partire da Roma telefonò al suo amico di Rimini, colonnello Carlo Marchetti, perché gli procurasse gli agganci. “ Che ti serve? -chiese Marchetti. Dall’altro capo del filo Pigna replicò “ che tu mi faccia incontrare, il più rapidamente possibile, con gli ex dirigenti e gli ex compagni di squadra di Valerio Spadoni. Non posso perdere tempo, il servizio deve andare in onda domani sera.” “ Su questo contaci – disse Marchetti – non ti serve altro? “ Altro che? – domandò Pigna. “ I gol di Spadoni, tutti i gol che ha segnato nel Rimini l’anno scorso. Cioè 15, mi pare. “ Vorrai dire le fotografie – rispose Pigna. “ Non solo i gol, ma tutte le azioni filmate, le telecronache e le interviste a Spadoni, a suo padre e a Pivatelli suo ex allenatore. Insomma se hai fretta, ti prendi il materiale e te lo porti via – concluse Marchetti. “ Stai cercando di dirmi che voi a Rimini avete una televisione tutta per voi? disse Pigna. “ e dalli, te lo sto dicendo da un’ora. Vieni e vedrai – concluse Marchetti riagganciando, “ Andai e vidi – racconta Pigna in un articolo su Settimana TV. Ad attendermi, non solo i dirigenti del Rimini, ma anche un camioncino della Babelis TV Rimini, pieno di filmati in ampex. Andammo all’ Embassy da Elio e per tre ore, mi passarono davanti agli occhi i gol di Spadoni, venti sue interviste, telecronache, servizi vari. Esausto, chiesi una tregua. Ad uno di loro chiesi: è lei il capo? No, siamo in quattro, cinque con l’annunciatrice.” “ il suo nome , scusi? “ Romano Bedetti, cassiere al Credito Romagnolo, sposato e fuori corso in Giurisprudenza.” “ I suoi soci?” “ Luciano Liuzzi, contabile presso una ditta riminese ( di cui tuttora ne è il Presidente), Carlo Soci, fotografo, Giuseppe Bagnolini, commerciante in elettrodomestici, Silvana Pivi annunciatrice, ma questa sera non è qui. “ Come fate a tenere in piedi questa Babelis TV Rimini? “ Semplice – risposi- abbiamo “affittato” le apparecchiature da Carlo Soci e tutte le domeniche abbiamo seguito la squadra, ovunque giocasse. Abbiamo cominciato con le telecronache, poi visto il successo, abbiamo iniziato a fare anche servizi e la Domenica Sportiva.” “ E come avvengono le trasmissioni al pubblico? Chiese Pigna. “ Per prenotazione.” Come sarebbe ? “ I bar e i cinema si prenotano e noi, durante la settimana, proiettiamo telecronache, servizi, interviste, moviola. Possiamo dire che il Rimini è l’unica squadra ad avere una televisione personale e privata.” “ Avete degli azionisti?” “ No, ma ci sono i tifosi che ci danno una mano.” “ Hanno delle carature,,,, “ No, no. Partecipano volentieri alle collette.” “ Vuol dire che …. “ Si, dopo la telecronaca e i servizi, passano alla cassa del bar e fanno una offerta libera. Se il Rimini ha vinto, l’offerta, per colmare le spese, è più generosa.” “ Ci guadagnate? “ No, no ci rimettiamo.” “ E la pubblicità ? “ “ “Beh, dato il successo, la vendiamo a 5mila lire al minuto. Il concessionario Fiat, ci ha strappato, per 10 mila lire tre spot da tre minuti l’uno. O bere o affogare.” “ Un bel guaio che Spadoni sia andato alla Roma.” “ Una sciagura – conclusi. Alfredo Pigna si portò a Milano il nastro con i gol di Spadoni segnati nell’ultima stagione passata a Rimini e anche parte dei componenti della Babelis, e cioè Luciano Liuzzi e Romano Bedetti, invitati come ospiti a quella puntata della Domenica Sportiva, per spiegare quanto accadeva a Rimini. Loro, in onda non ci andarono mai, per il veto giunto da Roma dai vertici della Rai. Non si doveva e non si poteva avallare una iniziativa simile. Anzi il servizio filmato di Alfredo Pigna fu “purgato” poche ore prima che andasse in onda e quelli della Babelis furono “spacciati” come un gruppo di “cineamatori”, al seguito della squadra romagnola, con le loro cineprese. Furono messi in onda, invece, alcuni gol tra i quali quelli segnati in Lucchese – Rimini ( risultato finale 3 a 3, con 2 gol di Spadoni e 1 di Menconi ndr) con una brevissima telecronaca di 30 secondi. Dopo l’articolo di Pigna e la ribalta alla tv nazionale di un filmato della Babelis, tutti i mass-media d’Italia si scatenarono. Interviste su tutte le testate nazionali, quotidiani e settimanali, con servizi fotografici a colori. Silvana Pivi, divenne una star per un mese. Servizi anche sui quotidiani Francesi, Tedeschi, Spagnoli e anche Americani. Il fatto nuovo,planetario era che in Italia era caduto il monopolio della televisione di Stato e che una televisione snella, con telecamere portatili che sostituivano i pesanti ampex della Rai, si affacciava nel mondo dell’informazione in maniera capillare. Tante televisioni per tutti. In una corrispondenza da Rimini per il settimanale L’Europeo, Sandro Ottolenghi scriveva : “ A Rimini trasmette una stazione televisiva che non ha nulla a che vedere con il monopolio della Rai Tv : anzi, è un tentativo coraggioso, serio, riuscito, di dimostrare l’assurdità di una televisione come quella italiana e, nello stesso tempo, l’interesse e l’entusiasmo per un programma locale, di Regione, di città o di quartiere. E’ il principio rivoluzionario della Tv via cavo, che qui si è fatto strada e, per la prima volta, si è tradotto in qualche cosa di pratico, di efficiente. Quindi la “ Babelis Tv “ di Rimini, assieme a Tele – Biella, che è un’altra iniziativa del genere, costituisce in questo momento il più interessante esempio di televisione privata al servizio dei cittadini operante al di fuori della televisione di Stato al servizio del potere. Al di fuori, si badi bene, e non contro la Tv monopolistica, perché ognuno è liberissimo di scegliersi il programma che preferisce: quello della Babelis, trasmesso nei bar o per la strada, o Canzonissima e Rischiatutto. Si tratta, dunque, di un atto di rottura che può essere importante e significativo anche se la Rai cercherà di soffocarlo. Nonostante i precedenti e i timori, a Rimini come a Biella c’è gente disposta ad andare fino in fondo….. In Italia la TV via cavo può rappresentare, fin da domani, un mezzo di comunicazione non solo per le regioni, i sindacati, i partiti, e quindi un mezzo di effettiva democratizzazione del Paese, ma anche uno strumento di progresso sociale, culturale e addirittura un alleato dello sport, dello spettacolo, della scuola.” Già, un alleato dello sport. Ed è stata proprio questa idea primaria di seguire la squadra di calcio del cuore a decretare il successo di quelli della Babelis TV Rimini. E’ stata la voglia delle piccole notizie, la voglia del “locale”, lo sport cittadino, a muovere le masse a Biella e a Rimini e poi, più tardi, in altre città italiane. Ecco come spiegarono a Rimini, a Sandro Ottolenghi, le ragioni di un tale successo.
“ In fondo, anche oggi, a noi non interessa quello che ci offre il primo o il secondo canale della RAI. L’idea nostra è di dare ai riminesi, quello che la tv nazionale non dà loro. E’ chiaro che la TV non può occuparsi, nel Telegiornale, in TV 7 e nella Domenica Sportiva o nelle telecronache dirette, di quello che accade qui da noi, dei piccoli fatti di casa nostra, del nostro sport che non è alla ribalta dei massimi campionati. La TV non può farlo perché deve accontentare tutta Italia; e il fatto che il sindaco di Rimini si sia dimesso, che il Rimini abbia battuto il Cesena o che il nostro barista Achille abbia vinto il torneo di calcio dei bar, non interessa, non diciamo a Reggio Calabria, ma neanche a Faenza che è qui vicino.” A Rimini, come a Biella, arrivarono corrispondenti da tutto il Paese. Come potevano costoro, sfidare il monopolio pubblico? Come potevano pensare di farla franca e costituire molteplici reti private come in America e in alcuni Stati Europei? In una corrispondenza da Biella , Guido Nozzoli, riminese e inviato del Giorno, scriveva: “….. diciamo soltanto che, nei caffè biellesi del centro, si parla molto di questa televisione in conflitto burocratico con la RAI. E pare che la curiosa iniziativa periferica riuscirà ad averla vinta sui voleri della capitale……dopo l’iscrizione in tribunale nel 71, i telegiornali di Peppo Sacchi, erano già di fatto, un regolare organo di informazione con la testata “ Telebiella A 21 “ dove il numero sta ad indicare l’articolo della Costituzione che “riconosce” il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.” Come vedremo, tempo un mese, anche la Babelis tv Rimini seguì l’esempio tracciato a Biella da Peppo Sacchi. Anche a Rimini arrivò il telegiornale e con esso , le storie, gli approfondimenti della vita cittadina, la cronaca. Per noi che eravamo cresciuti all’ombra della trasmissione cult “TV 7” ci fu facile andare sull’inchiesta filmata. “ La ragazza della pagoda” fu la prima inchiesta messa in onda dalla Babelis Tv. Fu una confessione verità di una “ signorina” di allora; senza veli, senza pudori e anticonformista. In piazza Cavour fece scalpore. Allora certe cose e certe storie non si dovevano e non si potevano neppure sfiorare. Andò in onda per una settimana. I televisori , in piazza, diffusero le immagini con l’intervista “shock” e più di mille persone assistettero al programma. Centro bloccato e Polizia Municipale in grossa difficoltà.
Dopo Biella, anche a Rimini arrivarono i cavi. Ormai il Consiglio Direttivo della tv riminese si era allargato a 10 soci. I cavi furono resi possibili dall’acume giuridico dell’avvocato Giuliano Bonizzato che riuscì a registrare in Tribunale, il 26 maggio 1973, magistrato dottor Salvatore Sesta, la testata giornalistica, come V.G.A. Video Giornale Adriatico, rete A 21 e che partecipò attivamente al ricorso alla Corte Costituzionale che approvò come lecite le televisioni via cavo. Abbandonato lo studio fotografico di Carlo Soci, i nuovi studi furono in via Soardi 14, da cui partirono poi i cavi stesi per tutto il corso d’Augusto, via Gambalunga, e piazza Ferrari, con un bacino di ascolto di più di mille spettatori. Arrivarono anche altri giornalisti come Gianfrancesco Carasso, poi al TG3, Silvano Cardellini, per un breve periodo, mentre alla regia c’era l’indimenticabile Silvano Morosetti, fotografo di grido, coadiuvato da Gastone Angelini, perito qualche anno fa in un incidente stradale. Furono loro ad approntare, con successo, tutta la parte tecnologica con Natale Montebelli. Ora bisognava riempire il palinsesto e non era una cosa facile. Si cominciò con il telegiornale delle 20 più i servizi sportivi. Ci volevano dei film. Erano gli ultimi periodi della Babelis Tv Rimini.
A questo pensò chi vi scrive. Due volte alla settimana mi recavo alla libreria cattolica delle suore Paoline, di via Castelfidardo, dove davano in affitto i migliori film del momento ma su pellicola 16 mm. Il primo film in assoluto messo in onda fu “ Patton, generale d’acciaio “ un film di guerra della durata di tre ore per la felicità di Silvano Morosetti che lo irradiò, puntando la telecamera su un lenzuolo bianco dove scorrevano le immagini. Seguirono “ “Nick mano fredda “ con Paul Newman, “ Mosè “ prima edizione, “ La cieca di Sorrento “ e vari film di Stanlio e Olio. Poi le “suorine” si accorsero che i film andavano in onda sulla Babelis Tv Rimini. Il rapporto fu cortesemente e gentilmente interrotto. Proteste dei “ non abbonati “ che dovettero subirsi, per una settimana, “ La muta di Portici”. Ma ormai le gesta di Rimini e Biella, avevano varcato l’oceano e dalla California, da Woodland Hills arrivò la prima richiesta di lavoro, di un regista italiano che, con una lettera espresso, proponeva un lancio in campo nazionale della TV riminese.
Questo è quanto successe a Rimini dal 1971 al 1974. L’unica e vera storia che cambiò l’informazione televisiva nel nostro Paese, con gli ultimi colpi di coda di Escopost che colpirono Biella. Poi una sentenza storica della Corte Costituzionale liberalizzò le TV locali, che si organizzarono per andare sull’etere, invece che sui costosissimi cavi. Se da Aosta a Palermo, oggi, 700 televisioni private trasmettono le partite di calcio della loro città, facendo informazione fin nelle vallate più sperdute, lo si deve al coraggio, all’inventiva, all’entusiasmo e alle idee di questi pionieri, che seppero interpretare le esigenze di quel tempo, nel rispetto della democrazia e della pluralità di informazione. Quello che avvenne dopo fu tutta un’altra storia.
“ Silvana, sei in onda “ Con un grande sorriso, la voce gradevole e un po’ emozionata, Silvana andò con l’ultimo annuncio. “ I programmi della Babelis Tv Rimini sono terminati. Da domani sarete sintonizzati, sulla stessa frequenza, con V.G.A. Telerimini. Vi ringraziamo per la preferenza e vi auguriamo una felice notte.”
Romano Bedetti

 

Romano Bedetti è morto a Rimini l’1 giugno 2019.

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