Il 5 marzo 1943 nasceva Lucio Battisti
Quando Battisti morì, il 9 settembre 1998, da molti anni non appariva in pubblico. Come ho recentemente ricordato in quel di Brusimpiano nel corso del Premio Gigi Vesigna, lo storico direttore di Tv Sorrisi e Canzoni fin dai suoi esordi come giornalista diventò amico di tre personaggi che, per ragioni diverse, ad un certo punto della propria carriera decisero di non apparire più in radio e in televisione: Lucio Battisti, Mina e Giorgio Gaber (anche se il grandissimo cantautore proprio poco prima di morire tornò in tv da Adriano Celentano). Fu proprio Gigi Vesigna ad avere lo scoop dell’ultima intervista concessa da Lucio Battisti nel 1978, che sarà poi effettuata per Tv Sorrisi e Canzoni da Gherardo Gentili.
Per quanto riguarda la radio è esistito un Lucio Battisti radiofonico (sempre prima di ritirarsi dalle scene definitivamente), le prime ospitate furono a Bandiera gialla, programma cult condotto da Gianni Boncompagni e a Per voi giovani . Nell’autunno 1968 dal Teatro Puccini di Firenze il secondo canale radiofonico propose la seconda edizione di Caccia alla voce degli autori toscani Silvano Nelli e Gianfranco D’Onofrio, presentatore Pippo Baudo, in questa trasmissione radiofonica fu ospite anche Lucio Battisti, ma purtroppo non è stata ritrovata la registrazione nell’audioteca di Radio RAI, ma esistono delle foto che ritraggono Battisti in una puntata del dicembre 1968. Già nel gennaio 1968 Battisti era intervenuto anche a Bandiera gialla esibendosi dal vivo, viene invitato perché considerato il miglior giovane autore della canzone italiana, anche in questo caso purtroppo non è disponibile la registrazione (come di tutte le puntate di questo storico programma) ma soltanto un ricordo di Arbore: “Battisti cantò Il vento, voce e chitarra. Dovetti convincerlo perché non voleva cantare”.
Dal 5 ottobre al 28 dicembre 1969 andò in onda il quattordicesimo ciclo di Gran varietà1, nella puntata del 6 ottobre intervenne Lucio Battisti per lanciare Mi ritorni in mente, il botta e risposta fra Walter Chiari e Lucio Battisti fu delizioso: Chiari chiese quante canzoni Battisti riusciva a scrivere in media in un anno. “Quattro o cinque” fu la risposta, quindi il conduttore incalzò domandando quante di queste canzoni “arrivino da una necessità specifica”, quello che lui chiamava “lirismo tossico di cui si deve liberare”, Battisti rispose: “direi tutte”.
Battisti tornò a Gran Varietà per presentare Acqua azzurra acqua chiara e a Batto quattro altra mitica trasmissione condotta da Gino Bramieri. Fortunatamente queste puntate sono state ritrovate grazie all’ottimo lavoro di Elisabetta Malantrucco della Teche Rai:
«Il conduttore, nello stile del programma, prende in giro Battisti senza pietà, forse anche troppo. Si capisce, all’ascolto, che si tratta di un montaggio successivo e che, molto probabilmente, le domande poste erano diverse, o comunque meno “virulente”. Prima Bramieri si sofferma sulla capigliatura… del resto lo presenta proprio così: “nello splendore della sua nuova capigliatura sette millimetri, approda a Batto Quattro Lucio Battisti…” “ma tu ti piaci pettinato così?” “Beh per essere sincero a seconda dei momenti…” e amenità simili. Quando finalmente la domanda si sposta sulla musica, sulla formazione ideale d’orchestra che vorrebbe per eseguire la sua canzone, Lucio risponde: “Per la verità già sono nella condizione di avere un po’ quello che chiedo, perché oltre un certo limite non si può andare: se con un’orchestra di cinquanta elementi si ottengono certe cose, non è che con duecento elementi si ottengono delle cose quattro volte tanto, perché sennò, se fosse così, ci sarebbero dei giochi economici che lo permetterebbero, no? non so se mi spiego”. Si spiega benissimo, ma Bramieri dice di no e ne approfitta per maltrattarlo ben bene e gli chiede se tante volte soffre di timor panico col pubblico quando parla, “e il pubblico sentendoti a sua volta è preso dal panico”. Maltrattare più o meno bonariamente è un po’ lo stile della trasmissione, ma qua il dubbio di manipolazione è molto forte e certo pensiamo che questo passaggio radiofonico non deve essere stato apprezzato dal nostro schivo cantautore..»
Ma è nel 1971 che ritroviamo Lucio Battisti nella nuova veste di conduttore radiofonico: parte infatti sul Secondo Programma propone anche Arriva il compressore, una trasmissione condotto da Lucio Battisti, Mogol e Alberto Testa, in onda dal 9 luglio all’1 ottobre alle 12,35, prima di Hit parade. E’ l’orario di Alto gradimento, che viene trasmesso dal lunedì al giovedì, poco più di venti minuti, registrato nella sede di Milano di cui purtroppo l’archivio RAI non conserva memoria audio.
Sempre all’inizo degli anni ’70 Battisti fu mattatore in una puntata de I concerti di Supersonic, dichiara sempre Elisabetta Malantrucco a proposito di questa esibizione:
“si narra che la performance di Battisti non sia stata delle migliori e che sia una delle principali ragioni per cui, da quel momento, Battisti si guarderà bene dal fare live radiofonici e ospitate di un certo tipo. Purtroppo gli archivi RAI non la conservano. Esiste un brevissimo frammento sonoro in cui Lucio presenta i suoi musicisti: Gianni Dall’Aglio alla batteria, Mario Lavezzi alla chitarra elettrica e Angel Salvador detto “Hombre” al contrabbasso. Lui è alla chitarra. Purtroppo nel momento in cui partono i primi accordi, il contributo sonoro si ferma… “Trovo molta difficoltà a capirmi e quindi a capire la mia musica, perché la mia musica è un po’ un contrasto, è come vedo io la vita: un contrasto di forze contrastanti, ossia coesistono nella mia musica il desiderio di fare musica molta bella e musica popolare; il desiderio di fare musica molto creativa e musica molto rozza, perché possa arrivare a un pubblico che magari non ha voglia per niente di spremersi la testa e magari ha ragione. E quindi questo crea di volta in volta quelle strane cose, che sono anche molto diverse da come ero partito, da quelle che erano le mie intenzioni. Questo è il livello della musica: non si sa mai che cosa esce fuori. E’ logico che delle volte può venir fuori una canzonetta scema, però delle volte da questo contrasto, da questa cosa caotica, possono nascere cose molto belle”.
Dal 3 al 7 gennaio 1972 nell’ambito di Supersonic va in onda un’intervista di Paolo Giaccio a Lucio Battisti, Giaccio, come abbiamo visto è stato da poco rimosso dalla conduzione e si occupa del coordinamento della trasmissione, ma la registrazione è stata effettuata nel dicembre 1971. Battisti insieme con l’inseparabile Mogol ha registrato in due riprese la lunga intervista mandata in onda in cinque puntate. Si tratta di un’intervista-concerto: Battisti esegue le sue canzoni alternandosi al piano e alla chitarra. In alcuni casi canta solo qualche pezzo dei brani, in altri l’esecuzione è intera. Spesso il suo canto è accompagnato dalla spiegazione dei testi da parte di Mogol. La prima parte della trasmissione è stata registrata presso un piccolo studio della Ricordi di Milano; la seconda a casa di Mogol al Dosso di Coroldo. Raccontava Paolo Giaccio:
“dopo questa intervista, siccome era piena di vuoti – Battisti non era un gran parlatore – io l’ho montata molto, per fare in modo che non ci fossero ripetizioni, che si dicessero delle cose più interessanti. E, dopo che l’ho montata, l’ho fatta riascoltare a Mogol che ulteriormente mi ha detto: qui va bene, qui bisognerebbe ampliare, qui manca questo concetto ecc. Per cui facemmo poi l’altra parte di intervista al Dosso… Vista corretta e sistemata.” L’atmosfera dell’intervista è allegra, Battisti scherza molto, ma sempre con quell’aria scanzonata. vagamente strafottente, eppure irresistibilmente simpatica; non manca poi di riprendere in varie occasioni Giaccio, con cui si trova in disaccordo nel giudizio su alcune canzoni. C’è un pezzo esilarante in cui, mentre Lucio intona 29 settembre, Giaccio cerca di fare la voce del Giornale Radio, fallendo miseramente. E Battisti come se la cava? Ha una chitarrina prestata, un piano vagamente scordato, perde all’inizio un paio di volte la tonalità, ma poi la ritrova sempre, canta e suona bene, interagisce e dice la sua. È intonato. Prende sicurezza momento dopo momento. Scherza e gioca. Mogol è molto verboso, ma anche desideroso di mostrare la bravura e le doti del suo giovane compagno di viaggio. E anche però di spiegare le tematiche dei suoi testi: si ferma molto a raccontare ad esempio le canzoni del “primitivo”, quelle dove il protagonista è un uomo abbastanza rozzo e basico, interessato solo a mangiare, bere, lavorare e far l’amore. C’è anche un passaggio molto interessante tra Mogol e Battisti, in cui il secondo chiede al primo se sia opportuno fare testi che non arrivano diretti all’ascoltatore. Sempre Giaccio dice: “Siccome Battisti era un fenomeno esploso in quegli anni, che era stato lanciato anche un po’ dalla radio […] chiesi a Mogol di realizzare qualcosa di più approfondito su Battisti. Mogol ci teneva molto a farla, anche perché si era sparsa un po’ la voce che era lui a decidere tutto e che Battisti non c’entrasse nulla. Invece, Mogol mi voleva far capire che Battisti aveva dei pensieri, un’anima, delle cose da dire. Ora se è vero che era Mogol a scrivere i testi, era vero però che i testi nascevano da comuni visioni: sue e di Battisti.”
In totale vengono eseguite 21 canzoni: Non è Francesca, Nel cuore nell’anima, 29 settembre, 7.40, Acqua azzurra acqua chiara, Prigioniero del mondo, Il vento, Amore caro amore bello, Io vivrò (senza te), Balla Linda, Anna, Il tempo di morire, Insieme a te sto bene, Mi ritorni in mente, Fiori rosa fiori di pesco, Mi chiamo Antonio Tal dei Tali e lavoro ai mercati generali, Emozioni, L’aquila, La canzone del Sole, La mente torna, Anche per te (la canzone “preferita” di Giaccio, di Mogol e di Battisti e che chiude il programma perché, come dice giustamente Lucio: “E che vòi dì dopo sta canzone?”).
Il giorno di Natale del 1972 andò in onda Natale con Supersonic dall’Auditorium A di via Asiago dalle 20,50 alle 24 presentano Piero Bernacchi, Paolo Testa e Paolo Francisci, partecipano dal vivo Iva Zanicchi, i New Trolls e Lucio Battisti. Battisti è accompagnato da Gianni Dall’Aglio (batteria), Mario Lavezzi (chitarra elettrica), Giampiero Reverberi (pianoforte) e Angelo Salvadore (basso); propone Il leone e la gallina, La canzone del sole, Sognando e risognando, Innocenti evasioni e Comunque bella.
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Da libro L’avventurosa storia della radio pubblica italiana di Massimo Emanuelli prefazione di Umberto Broccoli.


Lucio Dalla e la radio in
L’AVVENTUROSA STORIA DELLA RADIO ITALIANA