E’ morto lo scrittore e giornalista Gianni Bisiach in radio condusse e curò per 12 anni la rubrica Radio anch’io

Illustrazione di Riccardo Lenski

E’ morto lo scrittore e giornalista Gianni Bisiach. Nato a Gorizia il 7 maggio 1927, si diplomò al liceo scientifico di Gorizia nel 1946, quindi si trasferì in Africa dove lavorò come ufficiale metereologico nel frattempo si laureò in medicina e chirurgia all’Univerisità di Asmara oltre a lavorare come ricercatore d’uranio. Rientrato in Italia conseguì una seconda laurea e si specializzò in anestesia e radiologia. Collaborò con insigni luminari della medicina del calibro di Luigi Gedda, Pietro Valdoni, Franco Basaglia ed altri.

Bisiach entrò in Rai grazie a Massimo Rendina e debuttò in radio nel 1955 con la rubrica La settimana delle Nazioni Unite, da questo momento, fino al suo passaggio in televisione, realizzò una media di 200 trasmissioni radiofoniche. Per il piccolo schermo fu autore di importanti inchieste e speciali di storia, in particolare per Tv7, rubrica settimanale del Telegiornale di cui fu uno degli ideatori nonché inviato speciale. Curò anche la rubrica Testimoni oculari e si occupò di un’inchiesta sulle spedizioni polari del generale Umberto Nobile, che riscosse un enorme successo. Di grande rilevanza anche Rapporto da Corleone, la prima inchiesta giornalistica mai realizzata sulla mafia in Sicilia. Nel 1980 Bisiach tornò in radio e fu nominato capostruttura e condusse la rubrica Radio anch’io che lo vedrà al timone fino al 1992. Curò quindi per il Tg1 per tantissimi anni, dal 2001 al 2013, la rubrica di grande successo Un minuto di storia. Bisiach fu anche regista del film I due Kennedy, nonché autore dei libri Pertini racconta. Gli anni 1915-1945 (1983), Radio anch’io. L’Italia al microfono (1985), Inchiesta sulla felicità. Cento e più modi d’essere realmente felici (1987), Il Presidente. La lunga storia di una breve vita. John Fitzgerald Kennedy (1990), Un minuto di storia (2003). Nel 2018 il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nominò Bisiach Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana.