E’ morto all’età di 95 anni Pietro Faleni, spezzino di nascita ma massese di adozione, con Aldo Valleroni e Franco Migliacci nel 1964 scrisse UNA ROTONDA SUL MARE brano portato al successo da Fred Bongusto. Nato a La Spezia nel 1928 da padre napoletano e madre massese, studiò musica privatamente, nel dopoguerra si esibì nelle sale da ballo. Nella sua carriera compose circa 270 canzoni, alcune interpretate da Fred Bongusto, Jimmy Fontana ed altri.
La «Rotonda sul mare» aveva una storia curiosa e conservava anche un po’ di mistero. Fu lo stesso Faleni a svelarlo a La Nazione. «Il testo scritto da Migliacci arriva nelle mani di Bongusto. Fred non è ancora famoso ma i due si conoscevano. Siamo alla fine del 1963. Bongusto passa il testo all’amico Valleroni, direttore delle edizioni LaBussola di Sergio Bernardini e direttore del premio musicale ‘Burlamacco d’oro’ a Viareggio. Insieme ad Aldo ci mettemmo a lavorare sul testo. La musica arrivò subito e nacque la “Rotonda sul mare’’. Ma anche Fred ci ha messo del suo, in particolare sull’inciso. La canzone partecipa a febbraio al “Burlamacco d’oro’’ e vince. Poi d’estate Fred la canta, per la prima volta, al Balena di Viareggio e da lì cambiò la mia vita».
Ma i misteri della «Rotonda» non finiscono qui: perchè Valleroni e Bongusto non mettono la firma sul disco? E di quale rotonda stiamo parlando? Alla prima domanda risponde Faleni: «Aldo – dichiara – non firma la canzone per non entrare in… conflitto d’interessi essendo l’organizzatore del Burlamacco. Inoltre lavorava alla Nazione e parlando con il suo direttore, Enrico Mattei, decide che è meglio così. Ma per i diritti d’autore il pezzo è sempre stato anche suo».
Non così per Fred, vero? «Esatto – affermò Faleni –. Bongusto non ha firmato la canzone perché non credeva che facesse successo. Poi, quando lo ha avuto, non ha più pensato a quei diritti: fama e soldi non gli mancavano. Ma nel 1991, in fase discendente e con problemi di salute, Fred venne a chiedere, a me e a Valleroni, la sua parte dei diritti d’autore. Beh, riguardo al futuro non facemmo storie, ma sul passato sì, perché si trattava di 27 anni e di cifre che non avevamo. Tra lui e Aldo si ruppe qualcosa. Comunque, alla fine, ci mettemmo d’accordo. I diritti, che sono in 24esimi, erano così ripartiti: 12 punti all’editore, 4 a Migliacci, 4 a me e 4 a Valleroni.