Mina
di Gigi Vesigna
Mina (nome d’arte di Anna Maria Mazzini, Busto Arsizio, Varese, 25/3/1940) figlia di Giacomo, detto Mino, dal quale eredita il soprannome, e di Regina, detta Gina, si trasferisce giovanissima a Cremona con la famiglia che gestisce un’azienda di prodotti chimici. Frequenta l’Istituto Tecnico Beltrami dal quale avrebbe dovuto uscirne con il diploma di ragioneria, la madre spera di metterla in azienda, dietro una scrivania, a far di conto, l’ultimo anno di scuola è bocciata in quattro materie: italiano, ragioneria, tecnica e diritto. Lo stesso comportamento lo ha anche nel suo appassionato rapporto con lo sport. Iscritta dal padre ad una società di nuoto, con la speranza che nuotando sfogasse fantasie e turbolenze, a tredici anni Mina partecipa a varie gare, ma, con suo grande dispiacere, non riesce a vincerne una, pur giungendo seconda ad una competizione regionale. Fin da giovane, hanno ricordato i biografi, Mina rifuggiva da tutto quello che sapeva di ordine, metodo, disciplina: “distratta, irrequieta, svogliata… Nello Sgalbuzzini, suo allenatore, dice che era un’appassionata nuotatrice, una specie di cavallo pazzo: di umore mutevole, rifiutava ogni regola, ogni imposizione, a volte tirava fuori un carattere puntiglioso, tenace. Nessuno però poteva chiedergli niente”. Molti biografi hanno paragonato tali descrizioni con il caparbio e definitivo rifiuto di comparire in tv deciso nel 1978, e la continuità con cui invece in oltre quarant’anni di carriera non ha mai deluso i fan attraverso gli appuntamenti discografici annuali. Nell’estate 1958, durante una vacanza in Versilia, si esibisce, un po’ per scommessa con gli amici, un po’ per gioco, alla Bussola di Forte dei Marmi, al termine dell’esibizione del glorioso Marino Barreto junior. Di li a poco Mina da vita al complesso degli Happy Boys, poi da vita a I Solitari, con i quali debutta a Rivarolo Mantovano, patria di Gorni Kramer. Mina si esibisce al termine di un concerto di Flo Sandon’s, star della serata, Mina chiude la serata con un “numero riempitivo”. Esce in calzamaglia nera, magra, sorridente, allegra, disposta a scatenarsi. Il pubblico fra il quale si erano confusi, non senza vergogna, mamma e papà Mazzini, che la spiavano a suo insaputa, si lasciò trascinare da una ventata di aria fresca provocata dalla sconosciuta ragazzina. Per Flo Sandon’s la serata fu rovinata, lei stessa, ospite di Mina a Canzonissima, qualche anno dopo ricorderà quell’episodio. Le “performances” all’avanguardia di Mina sono notate da Davide Matalon, titolare della piccola etichetta Italdisc, che la mette sotto contratto. Mina incide nel 1959 i suoi primi 45 giri: Malatia/Non partire e When/ Be bop a lula (con lo pseudonimo di Baby Gate, baby perché in contrasto con la sua statura altissima, Gate da un complesso da lei amato, il Golden Gate Quarter), cui segue Passion flower (versione rock di Per Elisa di Beethoven). Nel 1958 partecipa alla Sei Giorni della Canzone, manifestazione che si svolge al Teatro Smeraldo di Milano, classificandosi poi seconda alla finale svoltasi al Palazzo dello Sport, con il brano Proteggimi. Mina si esibisce al Marocco di Milano e distribuisce la sua voce nei juke-box di tutta Italia togliendo molta tranquillità a quanti avevano l’abitudine di frequentarli per una rilassante partita a briscola, gira il suo primo film I teddy boy della canzone di Domenico Paolella, e compare per la prima volta in tv: ospite di Lascia o raddoppia e de Il musichiere. L’intepretazione aggressiva e violenta di Nessuno (un brano presentato in versione tradizionale nel 1959 al Festival di Sanremo di Wilma De Angelis) la impone all’attenzione generale. Nel giugno 1959 Mina torna in tv ospite del programma Il teatrino di Walter Chiari, firma i primi autografi per le strade, e smette di meravigliarsi se per farla cantare sono anche disposti a pagarla, i giornalisti l’hanno
soprannominata “la tigre di Cremona”. Il settimanale Tv Sorrisi e canzoni le dedica una copertina intitolando: Nel mondo della canzone è esplosa una Mina. Nel 1960 conduce con Nicola Arigliano la trasmissione televisiva Sentimentale, fra il 1960 e il 1961 Mina porta al successo: Tintarella di luna, Folle bandieruola, Una zebra a pois, e Due note (sigla dell’edizione di Canzonissima 1960). Nel 1960 partecipa al Festival di Sanremo con E’ vero (di Umberto Bindi e Nisa), che interpreta come se con la voce inseguisse la nascita dei suoni dentro le spirali degli strumenti a fiato. A Sanremo conosce Gino Paoli che le propone di incidere la sua Il cielo in una stanza, il brano balza al primo posto delle classifiche di vendita e vi rimane per parecchie settimane, ed entra a far parte delle evergreen, cioè dei classici della canzone italiana (con ‘O sole mio, Volare, Funicolì funicolà, Torna a Surriento, Arrivederci Roma e poche altre). Nel 1961 Mina è ancora a Sanremo con Le mille bolle blu, ma non avrà fortuna (come l’altro brano presentato sempre al festival di quell’anno, Io amo tu ami), Sanremo non la rivedrà mai più. I biografi hanno raccontato che a seguito della delusione sanremese Mina voleva smettere la carriera canora, ma fu dissuasa dal suo impresario Elio Gigante che la convinse a fare un fortunato tour in Giappone. Tale successo la convinse a tornare in studio di registrazione e a presentare un nuovo successo: Renato (1962). La sua carriera prende un ritmo travolgente, è ancora una volta in testa alla hit parade: Protagonista ancora in hit parade: Città vuota (1963), Le tue mani (1963), Stringimi forte i polsi (1963), Un anno d’amore (1964), Se c’è una cosa che mi fa impazzire(1964). Mina compare ancora sul grande schermo (è del 1963 Canzoni del mondo di Vittorio Sala, con Gilbert Becaud, Dean Martin e Peppino Di Capri), comparirà poi anche in Per amore, per magia in di Duccio Testari (1967), ma le sue avventure cinematografiche (era già apparsa nel già citato I teddy boy della canzone e in Urli d’amore di Mario Morassi , Urlatori alla sbarra di Lucio Fulci, Appuntamento a Ischia di Mario Mattoli, Leoni al sole di Vittorio Caprioli, Io bacio, tu baci di Piero Vivarelli, Mina… fuori la guardia di Armando W.Tamburella, tredici sono in tutto i film da lei interpretati) sono da lei considerati soltanto eventi promozionali. Mina non penserà mai, come il suo amico Celentano, a fare l’attrice, ciò lo dimostra il rifiuto della parte di protagonista del progettato, e mai realizzato, film di Fellini Mastrona. Nei film musicali Mina interpreta alcune canzoni mai incise su disco, rarità per i collezionisti… Promozionali anche gli appuntamenti con il piccolo schermo: Mina compare in programmi come Studio Uno, Sabato sera e Teatro 10, diventati classici della televisione, Mina nel frattempo ha cambiato casa discografica passando dalla Italdisc alla Ri-Fi. Anche il 1964 e il 1965 sono contrassegnati da grandi successi in testa alla hit parade: Soli, Sono come tu mi vuoi, E se domani. Dopo l’exploit de Il cielo in una stanza molti autori la vogliono interprete delle loro nuove canzoni, è il caso delle sue versioni di Come sinfonia di Pino Donaggio (canzone che ha avuto poca fortuna a Sanremo ma che sarà da lei rivitalizzata). Nel 1965 Mina porta al successo La canzone di Marinella e contribuisce a rendere famoso l’autore, l’allora poco conosciuto Fabrizio De Andrè. Da questo momento Mina avrà un ruolo di talent scout canora per parecchi autori. Altro successo del periodo è E’ l’uomo per me, che alcuni interpretano rivolta al figlio Massimiliano (detto Paciughino), per altri invece è rivolta a Corrado Pani, giovane coccolato attore del panorama della prosa italiana, con il quale ha una relazione e da cui nasce appunto, il 18 aprile 1963. Proprio per tale relazione “illegittima” viene bandita della tv di Stato, senza video diminuiscono anche gli ingaggi per le serate, poi c’è il fallimento dell’azienda del padre e tanti debiti da pagare. La quarantena dalla Rai dura però poco: l’emittente televisiva di Stato deve cedere alla popolarità dell’artista che addirittura aumenta a seguito dell’amplificazione della sua vicenda da parte dei rotocalchi che l’hanno trasformata in un personaggio di costume, al pari dei Savoia e della famiglia Ranieri. In quel periodo le più autorevoli testate italiane le dedicarono ben 59 copertine, superando in graduatoria Sophia Loren, Claudia Cardinale e l’ex imperatrice Fara Dibah. Mina torna trionfalmente in tv: La fiera dei sogni, Teatro 10, Alla ribalta n.2, Speciale per Mina, Il Macchiettaro. Quando crede di potere uscire dal dissesto economico dell’azienda paterna e dopo aver finito la quarantena televisiva ecco un’altra disgrazia: muore il fratello Alfredo, che lei aveva iniziato al mestiere di cantante ribattezzandolo Geronimo. Alfredo muore, a soli 23 anni, la notte del 28 maggio 1965 in un incidente stradale mentre rientrava dopo uno spettacolo. Quel giorno Mina perse la gioia negli occhi, difficilmente gliela si ritroverà in volto. Nell’autunno 1965 torna a condurre Studio Uno, con Lelio Luttazzi, le gemelle Kessler, Milly e Luciano Salce, il 31 dicembre 1965 conduce con Nino Manfredi Mina auguri, spettacolo di fine anno, ormai è una diva televisiva, si esibisce, e si esibirà, anche in alcuni Caroselli pubblicitari. Conduce quindi l’edizione di Studio Uno del 1966, Sabato sera con Don Lurio, Franca Valeri e Rocky Roberts, e piazza nella hit-parade moltissimi singoli: Se telefonando (Morricone-Di Chiara-Costanzo, proprio lui, il futuro baffo televisivo), Brava (Canfora), Se c’è una cosa che mi fa impazzire, Taratata, Mi è scoppiato dentro il cuore, Ora o mai più, nel fondo del mio cuore, Se tu non fossi qui, Una casa in cima al mondo, Conversazione, Non illuderti, Sabato notte, La banda, Un anno d’amore. Dal 1967 al 1970 Mina vive un intenso rapporto umano ed artistico con il musicista genovese Augusto Martelli. Con lui affina ancora di più le sue scelte musicali, che già nella seconda metà degli anni ’60 si erano indirizzate ben oltre le tematiche della banalità per cogliere le poetiche di Memo Remigi, Bruno Lauzi. Nel 1967 lascia la casa discografica Ri-Fi per fondare una sua etichetta, la Pdu. Conduttrice dell’edizione di Canzonissima 1968-69 con Paolo Panelli e Walter Chiari,, nella quale lancia la splendida sigla finale Vorrei che fosse amore e interpreta quella iniziale Zum zum zum. Partecipa poi ad altre trasmissioni televisive: Su e giù, Senza rete, Doppia coppia, E noi quyi, Topolino ha 40 anni, Jolly, Tanto per cambiare, Non cantare spara, Canzoni per l’Europa, E’ domenica ma senza impegno, La notte della speranza, E noi qua, Jolly, Tanto per cambiare, che Mina trasforma in eventi anche grazie al fatto che sa essere una straordinaria showgirl e un sex symbol per il pubblico italiano. La sua fama ha ormai raggiunto livelli internazionali. Con Non credere (1969) ha inizio il suo incontro con l’emergente Lucio Battisti, di cui incide in questo periodo anche Insieme, Fiori rosa e fiori di pesco, Io e te da soli, Amor mio, La mente torna. A contorno della reciproca stima e passione creativa con Battisti, Mina non ha mai smesso di inserire brani di Battisti e Mogol nei suoi album annuali, ed ha dedicato a questo repertorio ben quattro dischi monografici: Mina canta Lucio e Mina
canta Battisti. Mina contro Battisti, le canzoni della nostra vita, Mina&Battisti. Fra il 1970 e il 1972 Mina è protagonista di una grandiosa tournèe teatrale con Giorgio Gaber, che è diventato Il Signor G. Il 25 febbraio 1970 Mina si sposa nel municipio di Trevignano, nel Lazio, con il giornalista de Il Messaggero Virgilio Crocco, lei ha trent’anni, lui ventinove. Da questa unione il 12 novembre 1971, ma l’anno successivo Mina e Crocco si lasciano, il 18 ottobre 1973 Crocco resta ucciso da un’auto pirata mentre rientra in albergo a La Crosse nel Wisconsin (USA). Per Mina è un altro doloroso incontro con l’angoscia, proprio mentre pareva rasserenata al fianco dell’ex autista di Gino Paoli, il napoletano Alfredo Cerruti, divenuto produttore discografico. Capellone e bruttarello, ma con l’arguta saggezza della sua terra, Cerruti è spesso con lei alla pizzeria Santa Lucia di Milano, dove Mina fa le ore piccole dopo gli spettacoli. Mina nel frattempo è tornata in tv con nuovi trionfi: conduce nel 1972 Teatro 10, con Alberto Lupo, la sigla Parole parole è diventata un numero di culto, sempre a Teatro 10 si esibisce in due indimenticabili duetti televisivi con Lucio Battisti (23 aprile 1972) e con Giorgio Gaber, sempre nel 1972, a Teatro 10. Mina si scambia il repertorio con i due grandi artisti, ed intepreta con loro alcune canzoni. Purtroppo tali immagini non sono mai state riprodotte interamente dalla Rai (a parte RaiSat) eccezion fatta per qualche spezzone, mandato in onda dopo la morte di Battisti e Gaber. Nel 1972 Mina è autrice, con Augusto Martelli, della colonna sonora del film Il conformista di Bernardo Bertolucci. Fra il 1972 e il 1973 altri successi: Bugiarda e incosciente, Soli e Grande grande grande, E poi. Nel 1974 spopola ancora in tv con Milleluci in coppia con Raffaella Carrà, grande successo ha la sigla Non gioco più (1974). Nonostante alcuni suoi brani siano banditi dalla radio e dalla tv per il contenuto “scabroso” Mina miete altri successi: L’importante è finire (1975), Nuda (1976). Nel 1976 presenta alla tv svizzera, nella trasmissione Gran gala, il brano Colpa mia, nel 1977 interpreta Vita vita (scritta per lei da Enzo Jannaci) colonna sonora del film di Mauro Bolognini Gran bollito. Nel 1978 registra un video nel quale canta Ancora ancora, troppo sensuale da non venire mai mandato in onda dalla Rai. Dopo un’ultima apparizione in tv ed un memorabile concerto alla Bussola (registrato nell’album Live ’78) Mina decide di interrompere le sue esibizioni limitando la sua attività artistica artistica ad un solo intervento discografico annuale, a rari interventi radiofonici, e ad un rubrica settimanale su Tv Sorrisi e Canzoni. “Ho paura. Forse non sento il fascino dell’applauso. Non sono Eduardo De Filippo” dirà a chi invano tenterà di
farla tornare indietro. Dagli anni ’80 Mina vive stabilmente a Lugano con un medico, i figli Massimiliano e Benedetta vivono con lei, Massimiliano è diventato autore e collaboratore della madre, assieme selezionano le migliaia di brani che arrivano alla sua casella postale in Svizzera, per scegliere quelli da inserire nell’album annuale. Oltre alla rilettura di classici, alle canzoni del figlio Massimiliano, Mina propone canzoni di autori nuovi, poiché i vecchi (Fossati, Conte, De Gregori ecc.) preferiscono interpretare i loro brani minori ed hanno perso il gusto di scrivere per i cantanti “puri”. Rompono l’assenza dal video solo pochi episodi sporadici, che però non vedono partecipare Mina direttamente: interprete della sigla di Due di tutto (1982), interprete delle sigle del programma Trent’anni della nostra storia (Devi dirmi di si, Comincia tu, Via di qui), della sigla del Festival di Saremo 1984 (Rose rosse), della sigla di Pentathlon (Questione di feeling , cantata in coppia con Riccardo Cocciante, 1985), e della sigla de La giostra (Serpenti). Poi una serata a lei dedicata dalla Rai in occasione dell’assegnazione del Premio Tenco come migliore interprete, due special dedicatigli da Paolo Limiti, e uno special di Rete4 in occasione del compimento del suo sessantesimo anno. Fra gli album di Mina ricordiamo: Concerto grande per Napoli (1961), Mina (1962), Buone vacanze (1962) Le canzoni della prova del nove (1962). Mina (1964), Hit parade ‘64-’65 (1965), Mina & Gaber un’ora loro (1965), Canta Napoli 20 successi (1965), Mina n.2 (1965), Dedicato a mio padre (1965), Hit Parade ’66-’67 (Mina), Mina sabato sera studio 1 ’67 (1967), Quattro anni di successi (1967), Singolare
Mina (1967), I vip della canzone (1967), Bugiardo più che mai…più che incosciente (1967), Canzonissima ’68 (1968), Collection 1968 (1968), Collection 1969 (1969), I discorsi (1969), Incontro con Mina (1969), Mina for you (1969), Collection 1970 (1970), Mina canta ‘o Brasil (1970), Quando tu mi stupisci in cima a un batticuore (1970), Brave, bravissime (1970), Del mio meglio 1971 (1970), Mina 1971 (1971), Mina rarità (1971), Altro (1971), Cinquemilaquarantatre (1971), Collection ’71-72 (1972), Dalla Bussola (1972), 1+1 (1972), Appuntamento in TV (1972), Amanti di valore (1972), Canto d’amore (1972), Del mio meglio n.2 (1972), Frutta e verdura (1972), Pomeriggio con Mina (1973), Dischi d’oro anni ’60 (1973), Baby gate (1973), Mille luci su Mina (1973), Mina (1973), Sud America (1974), Quando avevamo vent’anni o poco più – Nostalgia 1950-60 (1974), La Mina (1974), Mina canta Lucio (1975), Mina Internazionale (1975), Plurale Mina (1975), Quattro anni di successi (1975), Del mio meglio n.3 (1976), Del mio meglio n.4 (1976), Mina con bignè (1976), Mina quasi Jannacci (1977), Mina … per sempre (1977), Mina live ’78 (1978), Quindici grandi successi di Mina (1978), American Portrait …Mina (1978), Attila (1978), Del mio meglio n.5 (1978), Mina pizza e caffè (1979), Kyrie (1979), Le mie canzoni d’amore (1979), Tua … Mina (1980), Ancora insieme (1980), Il cielo in una stanza (1980), Del mio meglio n.6 (1980), Due note (1980), Salomè (1980), Speciale Mina (1981), I grandi successi di … (1981), Italiana vol.1 (1981). Italiana vol.2 (1982), Del mio meglio n.7 (1982), Mina 25 (1983), Catene vol.1-2 (1984), Gli anni d’oro (1984), Celentano/Mina (1984), Del mio meglio n.8 (1984), Io canto per amore, Milva-Mina-Vanoni-Zanicchi (1984). Finalmente ho conosciuto il conte Dracula (1985), Collection n.4 (1985), Collection n.5 1985 Mina Export n.1 (1985), Mina Export n.2 (1985), Si Buana n.1-2 (1986), Del mio meglio n.9 (1986), La grande Mina vol.1 (1986), La grande Mina vol.2 (1986), L’oro di Mina (1986), Rane supreme vol.1-2 Rane supreme (1987, doppio album nel quale compaiono alcune canzoni firmate dal figlio Massimiliano Pani che da questo momento collaborerà con la madre, album con il quale ha vinto il Premio Tenco), Le canzoni di Totò (1987), Oggi ti amo di più (1987), Ridi pagliaccio (1988), Uialalla (1989), Ti conosco mascherina (1990), Caterpillar vol.1-2 (1991). Sorelle Lumiere (1992), Mina canta i Beatles (1992), Lochness (1992), Signori …Mina inediti vol.1 (1993), Canarino Mannaro (1993), Mazzini canta Battisti (1994), Diva Mina, All the best (1994), Pappa di latte (1994), Mina contro Battisti, le canzoni della nostra vita (1995), Canzoni d’autore (1995), Mina&Battisti (1995), Cremona (1996). Espania, Mio amor… (1996), Napoli (1997), Leggera (1997, che presenta un duetto con Mick Hucknel), Colecion latina (raccolta di canzoni cantate in spagnolo, 1998), Mina Sanremo (album del 1998 in cui ripropone con maestria alcuni brani passati per il Festival), Mina Celentano (sempre del 1998 realizzato col suo vecchio amico Adriano, che contiene anche tre brani degli Audio2), Sconcerto (album tributo dedicato a Domenico Modugno del 1998, contenente Tu si na cosa grande, Pasqualino Maraja, Amara terra mia, Resta ‘cu mme, Notte di luna calante, La donna riccia, Dio come ti amo!, Strada ‘nfosa, Come hai fatto, La lontananza, Nel blu dipinto di blu), Ollio (1999), Numero 0 (1999), Dalla terra (2000), dodici canti religiosi dal Vangelo di Luca all’Ave Maria di Godod, Sconcerto (2001), Veleno (2002), In duo e Napoli secondo estratto (2003). Nel 2004 pubblica la compilation Platinum Collection, nel 2005 esce Bula bula, quindi è la volta di Allieva, un disco tributo al grande Frank Sinatra, che contiene 14 classici di “The Voice”, dopo 35 anni Mina torna a cantare interamente in inglese, dopo Mina for you. Nel 2006 esce The platinum collection 2, tre cd contenenti 51 successi della sua carriera dal 1964 (Un anno d’amore), sempre nel 2006 nuovo cd di inediti, Bau, nel 2007 è la volta di TODAVIA, con una copertina che ricorda CATENA del 1984, 14 brani, due inediti, un omaggio ai tanti fan della Spagna e dell’America Latina, Mina duetta con il capitano dell’Inter Javier Zanetti (PAROLE PAROLE), con il regista Pedro Almodovar (che ha usato molte sue canzoni nei propri film), con Diego Ramon Jemenez Salazar detto Diego El Cicala (UN ANO DE AMOR), con Migule Bosè (AGUA E SAL) e con Tiziano Ferro (CUESTION DE FEELING remake del duetto effettuato con Riccardo Cocciante).
- E’ comunque impossibile elencare tutte i dischi (45 giri, 33 giri) e i cd di Mina, fra compilation e album, si è calcolato, ma approssimativamente, che abbia inciso circa 1000 canzoni e che abbia venduto oltre 100 milioni di dischi. Mina ha cantato in inglese, francese, spagnolo, portoghese, tedesco, giapponese, turco, dialetto milanese, napoletano, genovese, romano… La sfida con sé stessa si è trasformata in un divertissment, la sua classe straordinaria talvolta si concede anche a giogionerie, sempre di grande raffinatezza. Alcuni brani da lei reinterpretati sono diventati dei classici, superando in notorietà la versione originale, questa qualità è stata, nel mondo, appannaggio solo di artiste del calibro di Ella Fitzgerald, Edith Piaft, Aretha Franklin. I suoi dischi sono dei classici già nel momento stesso in cui escono, e la cantante più amata e collezionata d’Italia, i suoi dischi raggiungono quotazioni da capogiro sul mercato dei collezionisti. Mina è ormai entrata nel mito, basti pensare ai successi dei revival televisivi a lei dedicati (da Paolo Limiti per Rai2, e da Paolo Piccioli per Rete4 in occasione dei 60 anni di Mina). Per lei hanno scritto tutti gli autori: Umberto Bindi, Bruno Canfora, Giorgio Ferrio, Carlo Alberto Rossi, Paolo Limiti, Ennio Morricone, Maurizio Costanzo, Augusto Martelli, Gino Paoli, Gianni Meccia, Edoardo Vianello, Adriano Celentano, Renato Rascel, Pino Donaggio, Dario Fo, Michelangelo Antonioni, Vittorio Caprioli, Lelio Luttazzi, Ricky Gianco, Tony Renis, Franco Califano, Lina Wertmuller, Gianni Boncompagni, Alberto Sordi, Mogol e Battisti, Lucio Dalla, Fabrizio De Andrè, Ivano Fossati, Don Backy, Sergio Endrigo, Piero Soffici, Bruno Lauzi, Paolo Conte, Riccardo Cocciante, Enzo Jannacci, Dario Baldan Bembo, Mango, gli Audio 2, Fausto Leali, Shel Shapiro e i New Trolls. Non c’è altra interprete che possa vantare una popolarità simile alla sua, né la sua capacità di affrontare qualsiasi repertorio canoro con la medesima memoria interpretativa. Mina ha cantato qualsiasi canzone, di qualsiasi genere, quasi un gioco che l’ha
portata a cantare tutto il cantabile, quasi una sfida a sé stessa. Nel 1994 ha anche inciso un brano, Rosso, preso dal repertorio di Non è la Rai: ormai Mina riesce a nobilitare qualsiasi cosa! Allergica alle telecamere, ai giornalisti (parla soltanto con il “nostro” Gigi Vesigna) Mina si è però convertita ad internet, ha aperto un sito e naviga. Mina è da anni per sua scelta un personaggio schivo, ma abbiamo mantenuto sempre i contatti: quando dobbiamo dirci qualcosa ce la diciamo. Interviene sempre quando deve qualcosa e lo fa con poche parole chiare ed incisive, ricordo che in occasione della scomparsa di Giorgio Gaber ha scritto: “Non ti dimentico Giorgio”, ed è riuscita a nobilitare anche il nostro sito, con una sola parola, semplice ma incisiva: “bravi”.